Hogwarts: Il Paiolo Magico - {Harry Potter GDR}

Posts written by TheFedIvan

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    Io voglio il mio premio di grifondoro più scarsa di tutti ok? Ok 🧡
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    Declann Delia Drummond

    È strano il sangue di drago
    Lei prende fuoco se lui apre bocca e le dice "Ti amo"
    È sangue di drago

    Mantenni un respiro.
    "Conta fino a sei, Delia," diceva Nonno Cameron. "Conta e cammina."
    Chiusi gli occhi il tempo necessario per immaginarmi camminare avanti e indietro, un passo per numero, un movimento per respiro e ciò che ardeva il mio animo si spense, i capelli di un rosso spento, come le braci che ribollono sotto la cenere. Non smisi di guardarlo, nemmeno quando si alzò puntando i piedi a terra, superandomi in altezza. Mossi la testa spostando il collo con un moto ad arco di circonferenza, come se il suo movimento fosse direzionale e collegato ai miei occhi, fino a ritrovarmi troppo vicina a lui nei confronti di una distanza che io non avevo mai avuto paura di avere.
    Ero sempre stata una persona fisica, vogliosa di contatto, affettuosa, tutte cose che nei confronti di quell'assurdo compagno di classe diventavano innaturali e sbagliate. In qualche modo, avevo il ricordo di mia madre negli occhi, nel vedere con quanta distanza quel ragazzo si approcciava a me, anche quando eravamo vicini. Sentii il cuore battere più piano, come attenuato.
    Non fissare le persone, Delia.
    Non puoi toccare la faccia delle persone, Delia.
    Mantieniti alla giusta distanza, Delia.
    Tutti avvertimenti che non capivo. Che mi ero costretta a forzare per "vivere nella società". Alzai la mano a mezz'aria, in un gesto che sembrava uno schiaffo, ma che in realtà era l'istinto di spostargli i capelli dal viso, di sentirne la consistenza, di avvertire la sua reazione. Era così che riuscivo ad entrare nel mondo delle persone, col contatto delle parti più a vista del loro corpo, senza malizia, semplicemente perché forse lo scambio di energie era più facile ed intuitivo.
    Forse non per lui.
    Rimasi per un istante immobile, scuotendo la testa: era strano, Adam. Sapevo che non mi avrebbe dato il consenso di toccargli i capelli e quando mi disse che avevo sbagliato persona abbassai la mano: scossi la testa. Il suo tono non mi piaceva e anche se i miei capelli erano del colore del fuoco, la mia faccia era ritornata di nuovo triste.
    "Non credo ti serva un amico." Aveva detto.
    Io non avevo bisogno di complici, men che meno di Serpeverde di cui sopportavo a stento Lachlann e Lilith solo perché era molto carina (non perché le avessi mai parlato). Non avevo bisogno di aiuto nella mia natura cleptomane, sapevo contenermi, sapevo accettare i miei spigoli. Io avevo bisogno di un amico, di una persona vicina, e avevo scelto la persona sbagliata.
    "E allora strappa quella pagina davanti a me." Avevo risposto.
    I miei capelli si spensero, lo sguardo triste del primo vero rifiuto della mia vita.

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    VICTOR LEDREC ▾ cespuglio farfallino

    Si racconta di un uomo mezzo diavolo
    Tanto infame da uccidere una dea
    C'è chi dice sia figlio di uno scandalo
    Tra pirati di qualche dinastia

    Le sensazioni migliorate della mia forma di bestia avevano accentuato l'odore dell'acqua nelle mie narici. Lo sentivo, una sensazione che non avevo mai provato in vita mia, il movimento rapido del mio corpo nel camminare, a quattro zampe, nel manto secco del luogo naturalistico dove ci trovavamo. Mossi lentamente dei passi, il basso ruggito che accompagnava i movimenti di Samantha, minuscola, sempre al mio fianco, in quello sfarfallare di ali che la rendevano adorabile. Eravamo io e lei, diversi, strani, piccoli, grandi. Io e lei.
    Alzai debolmente lo sguardo, a pochi passi dalla fonte d'acqua, per scrutarmi intorno circospetto. C'era qualcosa di strano, un ringhio feroce, qualcosa di letale. La sentivo, l'altra tigre, mi ero chiesto se avesse avuto una univoca natura bestiale o se fosse stata umana tanto quanto me. Non mi curai, mantenendo lo sguardo attento intorno a me, di lasciarmi spaventare da qualcosa che non potevo controllare.
    Alzai lo sguardo verso il piccolo corpo di Samantha, la osservai, attesi che i miei rumori felini in qualche modo la rassicurassero. Sempre mantenendo l'attenzione attiva, gli occhi guardinghi, accostai la bocca all'acqua, cercando di bere un delicato sorso.

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    Declann Delia Drummond

    È strano il sangue di drago
    Lei prende fuoco se lui apre bocca e le dice "Ti amo"
    È sangue di drago

    Agitazione e rabbia erano due stati d'animo diversi, la punta rossa dei miei capelli biondi poteva esserne un effetto stereotipato oppure una manifestazione evidente. Non sembrò fare tante cerimonie al mio restare in piedi, increspai il labbro in un'espressione di strafottenza: "Non sono agitata." Verità.
    Lo osservai guardandone ogni movimento, i capelli disordinati che ogni tanto interrompevano il percorso dagli occhi di lui ai miei, così scuri così chiari. Rimasi in silenzio, a quella domanda ironica e fastidiosa.
    "Non so, non mi hai risposto se siamo amici." Verità, anche quella. Avevo evitato il suo sguardo per la paura di quella risposta, un imbarazzo che non pensavo di aver mai sentito, delle emozioni infastidite che mi creavano spazio nella mente. Volevo davvero essere sua amica? Avrei voluto strappare quella pagina e bruciarla, ma non dissi altro mentre facevo spallucce. Ero ancora in piedi, le piante nude contro il tappeto che pungeva: ovviamente, data la mia temperatura, avevo freddo, ma non lo diedi a vedere.
    "Potrei dirti il contrario, ma non tutti colgono il valore delle cose preziose. Il problema, non è l'oggetto in sé, ma i gesti per averlo," una filosofia che non avevo mai detto ad alta voce, col cuore che batteva in gola di adrenalina mai provata. Non erano i litigi a grandi urla e parole con Lachlann o i silenzi astiosi con Farlann.
    Lasciai che un respiro colmo d'astio fuoriuscisse dalle mie labbra, silenzioso, colmo di rancore. Quelli come me... chi? I ladri? Le femmine? Gli ifrit?
    Un istinto bestiale mi riempì il petto, strinsi i denti con forza alzando il mento mentre i miei capelli si tingevano di rosso fuoco, scintille che guizzavano in aria spegnendosi nella fredda corrente di quella Torre Grifondoro. Occhi chiari puntati nei suoi, mai abbassare lo sguardo: "Attento, "quelli come me" sanno essere molto aggressivi," sussurrai, stanca. "Io so trattenere, altri no. Un consiglio personale: attento a come parli."
    Fui grata di quell'interruzione di discorso, perché il campanello d'allarme che "quelli come me" fosse un riferimento alla mia tormentata natura ibrida non avrebbe contenuto i miei movimenti bruschi, le urla, il desiderio di affondare le unghie nel collo. Non mi ricordo nemmeno quando mi sono resa conto che quella rabbia genetica, profonda, colma di rammarico, esisteva fino a quel momento, in cui rischiava di esplodere.
    Sarebbe diventato facile, per me, esplodere, ma a quel tempo non potevo saperlo.
    Mi ritrovai a sorridere, innaturalmente contenta di aver cambiato discorso: "Sì, l'ho letto." Bugia. Non potevo dirgli che, per rispetto, mi ero limitata a scrivere quella cretinata in un angolo del quaderno, senza approfondire il resto. "O forse no, dipende che pregiudizi hai su quelli come me."
    Schioccai la lingua.

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    Sì, mea culpa, arriva la risposta!
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    Declann Delia Drummond

    È strano il sangue di drago
    Lei prende fuoco se lui apre bocca e le dice "Ti amo"
    È sangue di drago

    Assottigliai lo sguardo. Non mi piaceva quell'atteggiamento ombroso del mio compagno di classe: io pensavo di essere stata gentile nei suoi confronti, un gesto di affetto come tutte le persone ne richiedono continuamente. E invece, invece, aveva visto quel gesto come un fastidioso atto di sfida: ma non aveva visto niente. Aveva solo sfiorato la superficie di quanto Delia Drummond avrebbe potuto essere una vera degna sfidante.
    Le mani non mi sudarono più, gli occhi si fecero secchi e tristi nella sua direzione. Lasciai correre le mani lungo i fianchi, già incurvati da qualcosa che poi avrei scoperto chiamarsi pubertà e accennai un sorriso.
    "Preferisco stare in piedi," risposi, fredda, gli occhi celati in una sfida che non avrei perso. Odiavo quando le persone fraintendevano, ancor peggio quando qualcuno che - con evidente ovvietà - allontanava tutti senza curarsi della bontà delle loro azioni. Tirai su col naso, la mia temperatura che si alzava in concomitanza alle punte dei miei capelli che si screziavano di un pallido rosso. Però, feci un passo nella sua direzione, contrastando la sua altezza da seduto alla mia da in piedi, di fronte a lui.
    "Solo di cose di valore," ribadii, giocherellando con le unghie lunghe contro il fianco, più per sentire il tipico rumore ghiacciato dei piccoli movimenti che per manifestare qualcosa. Non ero nervosa, ero irrimediabilmente infastidita: "Quindi non c'è rischio che qualcosa persa per tua distrazione possa finire fra le mie mani." Mossi la testa, la lunghezza dei capelli che si era tinta di rosso vivo. Poi sorrisi, lasciando passare oltre all'arroganza che contraddistingueva i nati sotto l'ascendente di Godric Grifondoro che, se votati al negativo, sapevano farmi irritare. Mettere a posto le persone, quando il primo a dover sistemare qualcosa doveva essere lui? Alzai lievemente in mento, adesso eravamo estremamente vicini.
    "E poi, non c'è rischio che tu mi scopra. Se avessi voluto rubare il tuo diario non avrei di certo scritto qualcosa sopra."
    Inutile che provava a virare il discorso: io volevo essere gentile e lui stava pestando le mie buone intenzioni.
    Strinsi i pugni.
    Sostenni il suo sguardo.

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    Declann Delia Drummond

    È strano il sangue di drago
    Lei prende fuoco se lui apre bocca e le dice "Ti amo"
    È sangue di drago

    "Grazie...?"
    Quell'affermazione mi colse improvvisa, mentre portavo lentamente ai fianchi entrambe le mani. Il silenzio si era fatto pesante tra noi e sentivo già la necessità di correre via. Mi mossi gentilmente, lasciando che i piedi facessero il loro rumore morbido contro il pavimento di pietra coperto da tappeti. Indossavo soltanto delle calze, la mia temperatura corporea odiava quella situazione, ma odiavo indossare le scarpe e avrei dovuto conviverci. Mi avvicinai a lui, facendo dei lenti movimenti, come calcolati, nel tentativo di raggiungere una giusta distanza per interpretare la sua espressione e, contemporaneamente per impedire una qualsiasi reazione sconsiderata da parte sua.
    "Era per terra," mentii, guardandolo negli occhi. Menti sapendo di mentire, sempre: "L'ho raccolto, ho visto che era tuo e ci ho scritto qualcosa di carino. Mi dispiace, se ti ha infastidito."
    Puntai i miei occhi nei suoi, le mani che iniziavano ad intrecciarsi per il nervosismo. Feci qualche passo, come a volermi muovere verso un posto a sedere e poi interruppi quel movimento agitato.
    "Comunque, sì. Sono molto brava a rubare," mi vantai. "Ma soltanto le cose di valore, preziose. E' nella mia natura." Lasciai perdere le parole nell'aria, gli occhi che si facevano piccoli mentre non smettevo, nemmeno un istante, di sostenere il suo sguardo.

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    Declann Delia Drummond

    È strano il sangue di drago
    Lei prende fuoco se lui apre bocca e le dice "Ti amo"
    È sangue di drago

    Nonno, quando avevo qualcosa per la testa, mi chiama sempre "Delia-Occhi-Tristi". Mi chiama così perché dice che i miei occhi mostrano qualcosa che solo un Drummond può vedere, che solo lui può vedere, ed effettivamente, in quel giorno dove non accadeva niente di particolare, guardandomi allo specchio riuscivo a vedere quella Delia-Occhi-Tristi. Era una strana malinconia, quella che riusciva ad accompagnarmi in momenti confusi, in situazioni in cui non mi rendo realmente conto di essere triste finché non inizio a cantare. Era tardi, un orario insolito per la solitudine che adombrava il dormitorio femminile e il tacito accordo di non cantare troppo forte - o di non cantare proprio - quando c'erano le mie compagne di stanza nei paraggi. In quel momento non c'erano, in quell'orario strano dove nessuno faceva lezione, ma allo stesso tempo nessuno era in Sala Comune. Mi permisi di cantare un po' più forte, lasciando che le note uscissero dalla mia bocca e sbattessero contro le pareti in una leggera eco. Mi piaceva indossare la cappa della divisa come se fosse un largo vestito, chiusa in avanti, con le maniche larghe che mi nascondevano le mani in quel tessuto rosso di cui era tinta la Sala Comune e il buon nome dei Grifondoro. Mi mossi, lasciandomi attraversare da quella lenta eco, consapevole della mia libertà, della mia solitudine, finché non interruppi quel momento di canto libero quando vidi Adam leggere, seduto al divanetto. Forse ero nella sua linea visiva, forse no, l'unica cosa che mi ritrovai a fare fu tapparmi la bocca con una mano - le mie unghie, quel giorno, erano di un bel color sabbia - e quasi squittire per indurmi a zittirmi.
    "Oh, Adam. Ciao. Non..." tentennai. In realtà in preda all'imbarazzo. Da quando gli avevo scritto quella cosa cretina nel quaderno non avevo avuto occasione, reale, di parlare con lui e per una sorta di strano approccio alla vita mi ero tenuta distante. "Non volevo disturbarti, scusami. Non mi ero accorta che c'eri." Mi grattai la nuca, sistemandomi i capelli che come un malloppo di spaghetti si muoveva indisturbato sulla mia testa, senza premurarsi di nascondere orecchie a punta e corna.

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    CITAZIONE (Ronald Canard @ 1/5/2023, 17:28) 
    il Backgroundi significa nella scheda o è sempre nel post in cui apro la mia richiesta ?

    Nel topic che apri per la tua richiesta
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    Attualmente il tuo personaggio Samantha White non ha alcuna caratteristica speciale. E' indifferente quale personaggio vuoi far diventare metamorfomagus.

    Per far sì che lei abbia l'abilità di Metamorphomagus dovrai aprire un topic al Wizengamot per chiedere allo staff se puoi avere l'abilità.

    Dovrai aprire un topic in questa sezione, con questo titolo:
    CODICE
    <b style="color:#20B2AA">[METAMORFOMAGUS][#000]</b> NOME PG
    e compilando questo form:
    CODICE
    <b>DATA DI ARRIVO SUL FORUM</b>
    <b>PG DA TRASFORMARE</b>
    <b>SCHEDA PG</b>
    <u>CAPACITA' DI METAMORFOSI:</u> Dite che parte del corpo mutate e come
    <u>HAI GIA' FATTO IL TEST?: Si (mettete il link) /No </u>
    <u>IL PERSONAGGIO HA ALTRE ABILITA?</u> (Ibrido, Metamorfomagus, veggenza, abilità approvate dal Wizengamot)
    È necessario postare un racconto di almeno 4000 caratteri sul Background del vostro personaggio in cui narrate la parte della storia che riguarda questa abilità (es. quando è avvenuta la prima trasformazione, se è ereditaria, chi c'era, cos'è successo e via dicendo...). Questa abilità si può sviluppare anche nel tempo, quindi non siete obbligati a giocarvela come se la aveste dai primi mesi di vita.

    Se lo staff accetta la tua richiesta, dovrai seguire il regolamento per ottenere l'abilità e la patente.

    Se lo staff accetta la richiesta puoi chiedere ai tuoi compagni di gioco se puoi far sì che la prima manifestazione dell'abilità avvenga in una role con loro, ma questo potrai farlo soltanto se lo staff accetta la tua richiesta e completi la role di ottenimento della patente nei tempi richiesti dal regolamento che ti ho linkato.
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    codicillo aggiornato per grandezza immagini

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    Ehi amici, chi si prende la mia?
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    VICTOR LEDREC ▾ HUFFLEPUFF

    Stop, what the hell are you talking about? Ha
    Get my pretty name outta your mouth
    We are not the same with or without
    Don't talk 'bout me like how you might know how I feel
    Top of the world, but your world isn't real
    Your world's an ideal

    "Sì, fidati. Tutto ciò che ho marcisce." Dissi quelle parole con una leggerezza che non ero mai stato realmente in grado di dissipare. Era vero, tranne le piante tutto ciò che intorno a me germogliava, marciva con una facilità che non sapevo controllare. Mi ritrovai a sorridere, scuotendo la testa come a voler scacciare quel pensiero triste in una serata così dolce. Strinsi con più vigore i fianchi di lei, avvicinandola al mio corpo mentre la musica sfumava con debolezza. Quanti pugni al muro avevo buttato, quanti destri contro la dura roccia, le urla soppresse nel cuscino, la soddisfazione di giocare a Quidditch per scagliare e vincere le partite al fianco della sua Capitana. La allontanai dal mio petto, gli occhi fissi nei suoi e la musica che danzava ovattata alle nostre spalle. La osservai, lasciando scivolare la mano dal suo fianco alla sua spalla, alla ricerca della curva del suo collo. Non potevo dirle che era bellissima, perché in realtà sarebbe stato troppo poco: non potevo dedicarle parole romantiche perché non le sapevo. Sapevo soltanto che lì, in quell'istante, avrei voluto poggiare le mie labbra sulle sue per il piacere di averla tutta per me, stretta al ritmo di una musica che nessuno dei due poteva sentire più.
    "Perché io..." sussurrai, inclinando la testa "Perché hai scelto di starmi vicino... perché?" La verità è che io non sapevo spiegarmi quale fosse la fonte masochistica di Samantha. Quale sindrome da crocerossina trasferita da mia sorella per intercessione del nostro sacro cognome su di lei. Samantha, alla quale dedicai uno sguardo più lungo del previsto, era brava, intelligente, bella, eppure mi stava vicino. Mi buttava le sigarette quando fumavo di nascosto e mi guidava per ogni parte. Soltanto per lei, probabilmente, posso dirmi capace di essere sopravvissuto alla difficile Hogwarts. "Cosa ho fatto di così bello nella vita per meritarmi un premio simile?"
    Solo dicendo quelle parole mi resi conto, tristemente, che io Samantha non la meritavo.

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    CITAZIONE (Nate D. @ 8/4/2023, 15:49) 
    Ti è andata bene, c'era giusto uno spazio nel dormitorio n°1. Fammi sapere se Leah deve cominciare a mettere i lucchetti alle sue cose :spia:

    IO NON GARANTISCO che non ci provi con lei. Per i furti sicuramente :D
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    CITAZIONE (Ronald Canard @ 8/4/2023, 07:28) 
    Va beh per gli sfortunati nel gioco saranno fortunati in amore.

    AHAHAHAAHAHAHA

    Scusate, dovevo ridere in alcese
1078 replies since 23/1/2008
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