[QUEST STUDENTI] Beacon in the Night: Pale Submarine

Disorientante. Nel mezzo della pioggia, non vi è est, non vi è ovest, né nord e sud. Quasi non sembra neanche esserci sopra e sotto: è difficile capire laddove finisca l'acqua che risale dal terreno quando vi spingete contro con la suola delle scarpe e dove invece inizi quella che vi impregna oramai capelli e vestiti, gelida al punto dal rendere inutile distinguere la linea divisoria tra la pelle e la stoffa. L'aria è densa, tanto densa da riuscire a separare perfino chi si avventura all'interno della notte assieme. L'unico modo di rimanere affiancati ed esser certi di essere sullo stesso percorso è tenersi, fisicamente, combattere l'istinto di ritirare le dita tra le pieghe umide dell'uniforme e aggrapparsi a qualcosa pur di rimanere uniti. Anche a porsi una mano in faccia sarebbe complicato seguire le linee che compongono il palmo, perché la foschia ed il nubifragio lavorano in coppia per oscurare ogni cosa, compresa la Luna e la sua luce. Ecco, forse quella solamente sarebbe la vostra salvezza. Ma non c'è. Non vi è lasciata alcuna scelta se non quella di seguire il fascio argenteo che taglia il rovescio, a partire dal centro del Lago Nero.

Si muove, la luce, e con quella sembra muoversi anche la nebbia, un'illusione ottica data dal fatto che è solo con quella luce che riuscite meglio a distinguere i fasci obliqui di pioggia che scrosciano sulle sponde e le gocce a circondarvi. È bizzarro, sì, perché qualcosa evidentemente le compone. La nebbia è ben diversa da quella di vapori e umidità che sapete di tanto in tanto risalire dalla superficie del grande specchio d'acqua verso il quale siete ora inevitabilmente diretti. C'è qualcosa, all'interno, qualcosa di pesante, carico di energia statica. Metallo, forse? Sulla lingua e sulle labbra il sapore è quello, sulla pelle il pizzicore è il medesimo che sentireste nello strusciare contro una paglietta di metallo, di quelle per pulire i piatti che avrete visto forse in mano a un elfo, tra le sale di Hogwarts. Le stille della foschia brillano appena, opache, rilucenti, e rendono ancor più disorientante il percorso, che sia solitario o meno.

Luce composta di magia non pare aver alcun effetto, su quel che vi circonda. Basta giusto forse per capire d'esser ancora vestiti, per discernere il naso da quel che vi è appena oltre. E incanti che dovrebbero muovere la foschia magari lo fanno pure, ma il risultato è impercettibile. Subito gli spazi si riempiono, dove si crea vuoto subito subentra altra nebbia, e gli eventuali sforzi per liberarvene diventano tentativi inutili. È difficile ascoltare i propri pensieri. Un trambusto infernale ricade dal cielo sotto forma del temporale che vi tortura con le sue cascate gelide, eppure non vi è mai un tuono, mai un fulmine che sia uno. Solo e soltanto pioggia. Incessante. Deve aver fatto per forza esondare il lago. Andando a tentoni vi ritrovate ognuno e ognuna a fare un passo più lungo della gamba, una volta ogni tanto, rischiando di ritrovarvi con l'acqua alla vita, o peggio. Il percorso si disegna da solo quando per procedere è indispensabile procedere per tentativi, e sperare di non finire sul fondale d'alghe e sassi, trascinati giù dal peso dei vestiti, dal freddo che si impossessa dei muscoli e li rende deboli contro la superficie mossa e ribelle del pozzo nero che attende solamente la vostra disfatta.

Ma lentamente, avvicinandovi al luogo dove l'istinto vi dice dovrebbe esser la sponda più vicina, vi si presenta quella che sembra una salvezza. La luce. Il faro punta in basso, mosso forse da un moto di compassione, disegna per voi una strada, un percorso, e poi ora si sofferma sulla meta. Uno spiazzo che presto raggiungete, là dove la foschia si dirada, dove la pioggia sembra colpir meno violenta il terreno, là, dove riuscite a vedervi. Siete in cinque. Cinque? Cinque soltanto? Possibile che dalle sale del castello nessun altro l'abbia vista, quella luce che ora pende su di voi? Argentea, pallida, corrompe i colori di ogni cosa, e rende grigie le sfumature di occhi e vestiti, anneriti dal buio della notte e dalla pioggia che li infagotta. Ma presto svanisce, si allontana, come a non voler bruciare le retine, a lasciarvi abituare al buio, a lasciarvi soli. Sparisce, la luce del faro, lasciando spazio al buio pieno della notte, alla quale faticate ad abituarvi, ma presto riuscite a vedere i confini dell'edificio, lontano, nel bel mezzo del lago.

Rasa la superficie del bacino naturale, la nebbia sembra esser più rada, ed è più semplice vedervi attraverso. Anche a diverse centinaia di metri di distanza siete in grado di riconoscere la struttura del faro, seppure poi risalendo con gli occhi non riusciate a capire quanto in alto arrivi realmente. Di larghezza, però, supera di netto ogni torre sui terreni di Hogwarts. In verticale sarà forse venti, forse trenta metri. Inutile soffermarcisi sopra. La sua ombra appare comunque imponente, anche da lontano. Le sue pareti esterne, composte di basalto e di mattoni agglomerati assieme in modo raffazzonato e approssimativo, sono sporche di alga, di melma e di limo, come se fosse realmente risalita dal profondo della terra. L'acqua, furiosa, si scontra contro le fondamenta di quell'assurda costruzione, che non ha alcun senso di esistere lì dov'è, ma nulla riesce a fare, neanche la scrosta nel colpirla con le proprie onde. Pesanti catene di metallo nero dondolano dai lati dell'edificio, ampie forse metri e lunghe altrettanto per ogni anello. Nessuna però raggiunge terra: pendono, sospinte appena dal vento che sferza a ognuno di voi il volto. Alcune, abbastanza vicine l'una all'altra, riescono a colpirsi, e nel farlo vibrano, un rumore sordo che pare raggiungervi e far vibrare anche le vostre ossa, una sensazione sospinta dalla brezza.

Un altro strumento si unisce al coro. Cos'è? Rapido, un susseguirsi veloce di scoppi. Un concerto di bolle risale dalla sponda che avete raggiunto, riuscite a vederle risalire, a pochi passi dal punto dove la terra inondata diventa invece parte del lago, tanto profondo che potrebbe inghiottirvi. Tra un accadimento e l'altro vi sarà stato appena il tempo di scambiarsi i convenevoli, ma forse neanche quelli, considerate le condizioni. Con uno sciabordio d'acqua, ecco che risale qualcosa. Un'automobile. Dapprima sale di muso, coi fanali accesi di una luce bluastra, pallida. Sfarfallano quando il cofano pieno di alghe è seguito dal resto della carrozzeria, ed il veicolo si incaglia con le ruote sull'argine rotto. Sospinto dall'acqua stessa che scola dai sedili e dal portabagagli - che s'apre di scatto - il mezzo riesce ad arrivare a riva tutto intero. Una vecchia Cadillac a cinque posti vi si presenta in tutto il suo splendore. I tergicristalli s'azionano da soli, muovendosi all'impazzata. Avanti, indietro. Neanche ne sentite il trambusto perché ancora, la tempesta lo ovatta. Ma il vostro sguardo, quel moto, lo attira comunque, perché dietro il sedile del guidatore, dietro il vetro ancora miracolosamente integro, sembra esserci una piccola luce argentea. Proviene da una piccola sfera, che si muove in piccolissimi scatti di qualche centimetro al massimo, tornando sempre nel punto originale, come il capo di qualcuno alla guida che, paranoico, controlla in continuazione gli specchietti.



Le portiere, arrugginite e oramai spente di qualsivoglia colore, si aprono. Lente, sembrano invitarvi a entrare. I posti sono giusto cinque, due davanti, tre dietro. I lampeggianti si accendono e si spengono di nuovo, irradiando parte dello spiazzo, ma non sembra coincidere con nulla, quell'accadimento. È ritmico, periodico. Sembra seguire la stessa andatura che seguiva prima la luce del faro, argentea come la piccola sfera di energia che sosta sul volante, e controlla i dintorni, impaziente. Probabilmente suonerebbe perfino il clacson, se fosse fisica e se non fosse colmo d'acqua. Ma non può. E quindi siete lasciati a voi stessi, alla cacofonia del diluvio e ai vostri pensieri, alle vostre azioni, alle vostre decisioni. Sul vetro dell'automobile, la luce d'argento che l'ha guidata fino alla sponda illumina parte di quella scritta che il faro ha disegnato sulle vetrate della scuola, passandovi contro, ma la calligrafia è marcatamente diversa, meno robotica, frutto di una mano elegante ma tremante, come se fosse stata fatta sotto lo stesso torrenziale acquazzone nel quale vi siete avventurati.

"Accetterai la sfida
o tornerai a sognare?"

REGOLAMENTO

Da leggere con attenzione. Per qualsiasi domanda, dubbio o perplessità adesso, durante e dopo la conclusione della Quest, non esitate a contattarmi per MP o attraverso uno dei tanti social sui quali potete trovarmi (Telegram, Discord, Messanger...)

Valutazione dei Post

Non avrete a disposizione null'altro se non ciò che c'è scritto nei miei esiti, per voi da interpretare. Nonostante questo, dietro le quinte mi baserò ovviamente su dei criteri per determinare successi e insuccessi di azioni-importanti o meno-durante lo svolgimento della vostra avventura.

Questi aspetti sono la Coerenza (ovvero quanto siete coerenti con carattere/bg/ruolo/situazione del vostro personaggio), la Grammatica (orrori, periodi ipotetici del quarto tipo, costruzioni sintattiche provenienti da universi paralleli-un po' come le mie), la Strategia (quanto siete scaltri e creativi nel combinare incantesimi per riuscire a spuntarla) e il Realismo (siete esseri umani, in tutto e per tutto).

Attraverso questi quattro fondamentali ingredienti ed il buonsenso da noi tutti condiviso sarete in grado di superare qualunque Difficoltà io vi possa porre davanti. Forse. Ma non temete, non vi è nulla di complesso, giocate e divertitevi e impegnatevi, senza che ci siano numeri a dettare i vostri ritmi. Non ci sono limiti di caratteri, né in minimo (se non per lo standard di 1100 sempre presente), né in massimo.

Le Azioni

Il numero di azioni possibili, per post, sono 5.
Ricordate che il movimento normale non è considerato un'azione, ma altri movimenti particolari lo sono (muoversi silenziosamente, schivare, saltare una voragine) così come attacchi/difese e parate non magiche (pugni, calci, testate, prese ecc.). Questo ovviamente dipende anche dalla durata del movimento. In un post dove la maggior parte del tempo è passata in puro movimento, potrei contarla come tale. Affidiamoci al buonsenso e alla comunicazione, in questo caso: in un turno dalla durata di pochi secondi, una corsa di trenta metri verrebbe quasi certamente contata come azione, mentre in un turno dai tempi più dilatati questo non è valido. Essendo il nostro un sistema dai turni "variabili", adattiamoci al cambiare dei tempi.

Ogni azione deve essere sottolineata nei vostri post. E' molto importante poter distinguere ciò che reputate azione dal resto, in maniera da rendere gli esiti più veloci e puntuali.

No Autoconclusivi, No PowerPlay, No Blood spilled

Sono sicuro che non ci sia di mettervi davanti questa ricordella, ma è sempre bene che vi sia presentato un monito veloce sull'essere autoconclusivi. Non è possibile e sarà severamente punito, IN ed OUT game. Potete ovviamente scrivere l'effetto che sperate di ottenere, potete scrivere l'obiettivo al quale mirate, potete anche scrivere la vostra successiva azione nell'ipotesi che la precedente sia riuscita (anzi, tutto ciò è base e cuore di una buona strategia), ma niente autoconclusività. Solo il fato ufficializza la riuscita o meno di un'azione. Sul PP c'è poco da dire, ricordatevi che i vostri PG sono irrimediabilmente mortali e imperfetti, con una determinata tolleranza fisica e psicologica. Ricordate infatti che il PP non si limita alle doti fisiche dei PG, ma anche alla loro psicologia.

Pozioni in Quest

L'insieme di norme circa l'utilizzo delle pozioni in Quest è il seguente.

Equipaggiamento

Leggere per capire come è consentito equipaggiarsi in questo Evento.

Note Personali

Eccoci qua. Altro giro, altra corsa. Mi fa piacere tornare a masterare per voi. Mi dispiace che il tempo che ci separa dalla mia ultima impresa di queste dimensioni sia stato così ampio, ma proverò a far sì che così non sia la prossima volta. Volentieri sacrificherò un po' del mio gioco per portarvi qualcosa di nuovo una volta ogni tanto, penso che sia una cosa positiva per l'ambiente di gioco e spero che lo apprezzerete. Chiaramente potrò avere i miei inciampi e il tutto potrà avere i suoi problemi, e vi prego di farmelo presente quando vedete un'incongruenza, qualcosa che vi fa storcere il naso, qualcosa che non va. Il gioco per come lo facciamo noi si basa totalmente sul dialogo e sul confronto, ergo è su questo che voglio basare i miei prossimi sforzi in questa direzione. Molti di voi mi conoscono già a fondo, ma mi rivolgo a chiunque potrebbe leggere nella speranza che magari, sbirciando, venga voglia anche ad altri di partecipare alle mie successive trovate e giocate. Sappiate che sono qui per divertirmi e divertirci insieme, non vedo l'ora di leggervi e di vedere cosa tirate fuori e cosa uscirà da quest'ennesima piccola follia nella quale mi imbarco sapendo benissimo che passerò le mattinate seguenti agli esiti a dormire alla scrivania maledicendo di non essere andato a riposare quando dovrei.

Come già fatto in passato da me medesimo (ma anche da altri), per seguire meglio il ritmo della narrazione vi ho fornito delle musiche di accompagnamento che cambierò quando lo sentirò necessario. Sono canzoni che ho ascoltato nello stilare i vostri esiti, e possono donarvi maggiore atmosfera, a vostra discrezione e secondo i vostri gusti. Mi farebbe eventualmente piacere sapere cosa voi ascoltiate nel rispondere, nella speranza di poter meglio comprendere il vostro narrato e i vostri personaggi in questo condiviso storytelling. Sarò clemente (con voi e con me) anche con le scadenze, purtroppo però sappiate che se per qualsiasi motivo un giocatore non dovesse rispondere per più di tre turni verrà considerato ritirato dalla Quest, come già precedentemente annunciato. Generalmente, il ritmo degli esiti sarà 4/3 (da Lunedì a Giovedì e da Giovedì a Domenica), cosicché non vi siano scadenze i sabato sera e cosicché abbiate modo anche di organizzarvi tra voi, se e quando lo riterrete necessario.

Anche se sarò congestionato dal dover scrivere tutti i vostri esiti, per qualunque errore che io possa commettere nello stilare post su post scrivetemi pure in privato: non mi disturbate mai (o quasi). Chiaramente non sono un robot e potrebbe capitare che qualcosina mi scappi. Premetto che so bene che per alcuni di voi questa è la vostra prima Quest sul Paiolo e sono disponibile a guidarvi nel capire cosa significa, effettivamente, giocarne una. Non vi sono indicazioni dirette, non vi terrò la mano e non vi dirò mai cosa fare, quindi se volete contattarmi solo per questo vi invito invece a pensare al fatto che avete completa libertà nel decidere le vostre prossime mosse. Potete tentare tutto quello che è coerente e tutto quello che i vostri personaggi possono fare: immergetevi nella storia e lasciatevi guidare dall'immaginazione, dalla fantasia e dalla narrazione stessa, ma ricordate sempre che la verità viene poi solidificata e resa tale soltanto dai miei esiti. Vi ringrazio in partenza per il vostro interesse e la vostra partecipazione.

Utilizzare una tabella delle skills ed il Rolescheme è tassativamente obbligatorio. Vi consiglio di utilizzare questa tabella in particolare, oppure di indicare sempre in off tutte le informazioni richieste e qui dentro elencate, al fine di velocizzare il processo di conferma dell'utilizzo effettivo di incantesimi e rendere quanto più rapido possibile il vostro gioco. Potete eventualmente utilizzare una tabella da voi personalizzata, che contenga tutte le informazioni del template sottostante.

LA PRIMA SCADENZA É GIOVEDÌ 28 MARZO ALLE 23:59!

La macchina si muove appena. La vostra indecisione sembra spazientire il guidatore invisibile, che preme sul gas e si libera del pantano nel quale si stava incagliando, facendosi ancora un po' avanti. Suona il clacson, lo sentite a malapena, gonfio d'acqua com'è. Le sospensioni muovono il veicolo, su, giù, il motore lascia andare un rombo fastidioso e del fumo nero fuoriesce dallo scarico tutto in una botta. L'auto sembra spegnersi, probabilmente in attesa che la scelta presa si faccia finalmente concreta. Quando poi effettivamente saltate sui sedili, disponendovi come più vi aggrada, le portiere si richiudono da sole. Un flebile *beep!* ed una spia sul cruscotto si lamentano del fatto che, chiunque sia al posto del guidatore, non abbia la cintura allacciata. Ma ancora prima di poter farci qualcosa, l'auto inizia a muoversi, immergendosi di nuovo nell'acqua.

Molti di voi sono già stati sul fondo del Lago Nero, se non tutti. Ma il paesaggio è ben diverso da quello che avete esplorato assieme al vostro professore: particelle di metallo sono sparse dappertutto, e, rimestate dalle correnti, rendono l'acqua di un impenetrabile nero, squarciato soltanto dai fanali dell'auto. Non vi sembra di procedere sott'acqua - è più come essere immersi in una nebbia imperscrutabile nel pieno della notte. La macchina guida da sola. Fino a quando, ad un certo punto, non sentite lo sciabordio dell'acqua che lascia il cofano e il portabagagli, e i fanali ora illuminano quella che sembra essere una riva di cenere. E guardando bene, oltre il parabrezza ed i finestrini non c'è più acqua, il nero che li oscura è soltanto quello lasciato sul vetro dal viaggio subacqueo. Avete le orecchie tappate dal continuo cambio di pressione, ma siete incolumi, e in un luogo ben diverso dalla riva del Lago Nero.

La spiaggia è in realtà parte di una strana stanza, cavernosa e circolare, grande da parte a parte forse una ventina di metri. Metà è composta per l'appunto da questa fine sabbia metallica, nera, che finisce in discesa nell'acqua dalla quale siete sbucati. L'altra metà, rialzata di qualche gradino, è invece in pietra. Sembra la banchina di un porto, se avesse senso averne una sotto terra. Di fronte a voi, nella parete rocciosa all'altro capo dell'androne, vedete una grande doppia porta, alta qualche metro. Non ha grossi dettagli che riusciate a vedere da dove siete, e la luce limitata dei fanali non aiuta: sembra composta da due grossi menhir di pietra usati come ante. Nella sabbia, alla destra del vostro particolare parcheggio, riuscite a vedere la silhouette di un corno da caccia, per metà sepolto. Stessa cosa vale per quello che potrebbe rassomigliare a uno di quegli scudi impugnati dalle armature di Hogwarts, posizionato invece contro il muro alla vostra sinistra. Sulla banchina di pietra invece è presente un piedistallo roccioso e dalle forme acuminate, raffigurante un largo tentacolo aggrovigliato ad una lanterna metallica, spenta.

L'automobile tiene il motore acceso per lasciarvi una fonte di luce, ma lo strano "guidatore" composto di luce svanisce, tutto d'un tratto. Siete soli, voi cinque, e vi è un'unica strada in avanti. Semplice, no? Pare un percorso obbligato - perlomeno, a prima vista è quasi innegabile. Sulla cima della soffitto, al centro della cupola irregolare che lo compone, sembra esservi un foro, grande abbastanza per passarci tutti quanti. Il problema chiaramente è che più di otto metri dal pavimento. Da questo proviene un suono metallico, un raspare erratico e lento, ed è così che ve ne accorgete. Ma non è l'unica alternativa, quell'apertura, difficile da raggiungere. Di fatto, un pozzo delle stesse dimensioni è presente al centro della stanza, nella sabbia, dalla quale è parzialmente coperto. È un po' come se fosse un corridoio verticale che continua da una stanza all'altra. Il pozzo non deve essere più profondo di sei metri. Guardando sul fondo riuscite a vedere vagamente, nel buio, un pavimento composto di quelle che sembrano radici, nere come quasi tutto il resto in questo luogo lugubre. E... possibile che si sia mosso? No, forse è solo un gioco di luce, o uno scherzo della vostra immaginazione. Ma comunque, non è un problema vostro. A meno che non vogliate scendere, chiaramente.