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.Charlotte ChambersSixth Years | Slytherin | SheetCode © Risa*.
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Nota: Sam ha cambiato taglio e colore di capelli verso metà novembre!
Mittente: Samantha Jensen O'Connor
Destinatario: Ryan Kenway
Link dell'acquisto:
Breve descrizione dell'oggetto: Baule in legno di nocciolo a forma di parallelepipedo contenente tre pluffe in pelle.
Altri regali: Per Eveline
Sam viene anche sospinta verso Audrey ❤wanna more? ➙ Hime©
Edited by Kasra; - 25/12/2019, 00:15. -
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Mittente: Audrey Hastings
Destinatario: Samantha O'Connor
Link dell'acquisto (se comprato nel gdr): ♡
Breve descrizione dell'oggetto:
» Detonatori abbindolanti
Piccoli oggetti aventi zampette ondeggianti e un corpo a forma di clacson. Se lasciati cadere a terra, cominceranno a muoversi velocemente, producendo del fumo e un rumore assordante.
» Spazzola arruffacapelli
Invece di lisciare i vostri capelli, questa spazzola avrà l'effetto contrario e vi troverete ad avere una folta chioma indomabile e piena di nodi.
Link all'immagine dell'oggetto (non obbligatoria): SpazzolaAudrey HastingsPrefetta Serpeverde - scheda ♦ὃς δὲ γυναικὶ πέποιθε, πέποιθ᾽ ὅ γε φιλήτηισιν
CODE&GRAPHIC BY HIME. -
.Ryan Kenway scheda Narrato ♦ «Parlato» ♦ PensatoDopo aver consegnato il sacchetto a David, Ryan si guardò intorno alla ricerca di una persona in particolare in mezzo alla folla che non aveva avvistato al suo ingresso in Sala Grande. Cercò con lo sguardo Eveline, ma non gli sembrò di scorgere una ragazza minuta, dai capelli castano scuro e con la spilla da prefetta attaccata al petto, il che gli fece materializzare sulle labbra una piccola smorfia nervosa, come se temesse che Eve non si sarebbe presentata di tutto punto per lo scambio dei regali. Istintivamente, portò la mano alla tasca dei pantaloni e strinse tra le mani la piccola scatola che aveva confezionato apposta per lei, con una cura che invece non si era degnato di riservare per il regalo del Tassorosso a cui aveva appena consegnato una barca di dolciumi. Pensava ancora che l'incarto non fosse importante quanto il regalo in sé, eppure, nel caso della Corvonero, si era sentito in dovere di fare tutto per bene, perciò aveva avvolto e infiocchettato il pacco al meglio delle sue scarse capacità manuali. Stava ancora navigando con lo sguardo su quel mare di studenti quando sentì un picchiettio sulla spalla, il gesto di qualcuno che stava cercando di richiamare la sua attenzione. Per un istante, fu convinto si trattasse di Eveline, ma girandosi si ritrovò in realtà il viso inconfondibile della caposcuola di Tassorosso, cosa che lo indusse a fare rapidamente mente locale sulle possibili malefatte che aveva compiuto e di cui Samantha potesse essere a conoscenza. Deglutì, non lo avrebbe mai ammesso, ma la O'Connor lo faceva sentire leggermente sulle spine ogni volta che lo fissava. «O'Connor! Che cosa ho fatto?» chiese subito in risposta al saluto della ragazza, salvo poi cercare di correggere maldestramente il tiro notato il bauletto e sentite le sue successive parole. «Ehm, volevo dire... che regalo mi hai fatto???» Questa sì che era una sorpresa, la caposcuola di Tassorosso era il suo Babbo Natale segreto! Non aveva pensato a possibili persone che avrebbero potuto ricoprire quel ruolo, ma la O'Connor era di certo quella che meno si aspettava. Sam gli consegnò il baule in braccio e, abituato com'era a maneggiare equipaggiamento sportivo, Ryan indovinò subito di cosa si trattasse, ma non si trattenne comunque dall'aprire il contenitore con una certa aspettativa. All'interno del baule c'erano tre pluffe in pelle di ottima fattura e il ragazzo ne estrasse una dall'alloggiamento per saggiarne peso, consistenza e resistenza. La fece volare su e giù dalla sua mano per qualche istante, poi sorrise soddisfatto a trentadue denti e lanciò la palla alla cercatrice. «Accidenti, è fantastico! Grazie mille, O'Connor, non me lo sarei mai aspettato!» Ryan le assestò una pacca sulla spalla e fu lì lì per abbracciarla, bloccandosi a metà strada rendendosi conto che magari la ragazza avrebbe potuto non apprezzare il contatto. Dopo qualche secondo di esitazione, scrollò le spalle e completò il gesto, provando a poggiare il braccio sulle sue spalle e a porre il collo accanto al suo. Se non lo avesse voluto, avrebbe avuto tutto il tempo di sfuggire alla sua presa, ma lei gli aveva fatto proprio un bel regalo di Natale e un abbraccio era il minimo che si meritasse, a parere del cacciatore. Prima di lasciarla andare in giro per la sala, comunque, le si avvicinò e le chiese qualcosa a voce bassa, col fare di un ricettatore che sta cercando di piazzare ad un eventuale compratore della merce illegale. «Ehm... hai mica visto Eveline in giro?»“Don’t waste your time looking back, you are not going that way.”© -Nymeria
Edited by -Nymeria - 22/12/2019, 01:43. -
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Amethyst Justice Lawson › scheda ‹
Narrato ♦ «Parlato» ♦ PensatoAmethyst sentì Liz sussultare sotto le sue mani, colta alla sprovvista prima dal contatto inaspettato e poi dal ricordo della leggendaria blattagosta. Quando l'albina scoppiò a ridere, la rossa fece altrettanto e la lasciò andare dalla sua stretta, poi prese tra le mani i pacchetti che Liz aveva preparato per lei. Prima ancora di aprirli, però, Amethyst volle osservare la reazione dell'amica mentre scartava l'incarto, prendendo nel frattempo un cioccocalderone per poi portarlo alla bocca. Fu contenta di vedere che Liz avesse apprezzato il regalo, tanto da applicarlo subito alla sua bacchetta per sfoggiarlo. «Ovviamente te lo avrei preso, e non mi importa dei galeoni... Ti si erano illuminati gli occhi nel vedere la wand cover e la pietra! Dai, adesso voglio aprire il mio!» In men che non si dica, la Corvonero aprì entrambi i pacchetti e vi trovò all'interno un bellissimo globo lunare ed un modellino del sistema solare. La ragazzina non perse tempo a rigirarseli tra le mani mentre il viso si illuminava di un'espressione di genuino stupore. «Sono stupendi! Grazie, grazie, Liz!» Mentre stringeva ancora tra le mani i due oggetti, Amethyst si lanciò al collo dell'amica e la abbracciò, incurante degli altri studenti che circolavano ancora nella Sala Grande. Si staccò da Liz solo dopo aver udito la voce di Kharis, che chiedeva loro se si stessero divertendo. Era proprio buffo che la caposcuola le avesse raggiunte in quel momento: Amethyst aveva citato la blattagosta ed ecco che si presentava la Sterminatrice di blattagoste. «Kharis! Sì, molto, Blatto Natale ha appena portato il suo regalino a Liz!» Ricambiò il sorriso della caposcuola, ma quando Charlotte si unì al gruppo il cervello di Amethyst andò in confusione. La Serpeverde era bella e splendente come al solito, anche lei sfoggiò un sorriso allegro e salutò le ragazze augurando loro un "buon Blattonatale". In tutta risposta, Amethyst la osservò a bocca aperta come se le fosse appena apparsa di fronte la Madonna, poi si ricordò di avere una bocca e che fosse buona educazione rispondere ai saluti e belbettò qualcosa in tutta fretta. «C-Charlie!!! C-Ciao!!! C-Come va???» disse finalmente ripetendo fin troppe volte la lettera C. C come Charlotte. C come Cuore-che-batte-all'impazzata. Dopo quel breve momento di disagio, Kharis porse loro dei pacchetti contenenti dei regali che la caposcuola aveva comperato per il piccolo gruppetto che era nato dall'avventura nei bagni dei settimo piano. Anche Amethyst, ad onor del vero, aveva comprato loro qualcosa, solo non si aspettava che qualcun altro avrebbe fatto altrettanto. La caposcuola le aveva regalato un bellissimo diaro da viaggio e, non contenta, aveva anche aggiunto dei Mirror Phone che avrebbero permesso loro di tenersi sempre in contatto, dopo averli sintonizzati. Amethyst rimase a dir poco sbalordita, chissà quanti galeoni doveva aver speso Kharis! Rimase senza parole, sia per la bellezza e la straordinaria utilità degli oggetti, sia perché sinceramente colpita da un gesto così generoso. «Io... grazie mille, Kharis, tutto quanto è stupendo!» Mise momentaneamente da parte i doni per tirar fuori dalla sua borsa tre pacchetti verdi, tutti delle stesse dimensioni e con lo stesso peso e, guardando le tre ragazze, ne distribuì uno a ciascuna. «Anche io ho qualcosa per voi, anche se il mio regalo impallidisce rispetto a quelli fatti da Kharis... ma volevo lasciarvi un ricordo della nostra piccola - ehm -, "disavventura"!» All'interno delle scatole, le studentesse avrebbero trovato quattro scarafaggi a grappolo di cioccolata, ognuno con un gusto diverso, che avrebbero preso a muoversi esattamente come delle blatte viventi. Aspettò di godersi la reazione delle tre alla vista del regalo, dopodiché si avvicinò a Charlotte e, raccogliendo un po' di coraggio, provò a parlarle a bassa voce. «Ehi, Charlie... posso parlarti un momento in privato?» Amethyst aveva un regalo extra per lei, ma non se la sentiva di darglielo di fronte alle altre ragazze. All'assenso della Serpeverde, le due si defilarono per un momento dal resto del gruppo, raggiungendo un punto della stanza meno affollato rispetto a dove si trovavano prima. Improvvisamente, si rese conto di sentire molto caldo, anche se il caminetto era dall'altra parte della sala. «Okay, ehm... Scusa per la segretezza, non è nulla di che in realtà, solo che mi mette a disagio parlarne davanti agli altri. Io... non ho ancora avuto modo di ringraziarti per quello che hai fatto quella sera, nei bagni... Hai scelto di attraversare con me l'armadio anche se non eri tenuta a farlo e senza di te non so se sarei tornata dall'altra parte tutta d'un pezzo, perciò... Grazie, Charlie!» Parlò tenendo lo sguardo basso, alzandolo di rado per incontrare il volto della Serpeverde. Spinta da quel moto di coraggio, tirò fuori dalla borsa una scatola a forma di cuore contenente un assortimento di cioccolatini che aveva comprato insieme agli scarafaggi a grappolo, poi gliela porse sforzandosi di guardarla in faccia. «E... questa è per te!» Le guance le si colorarono della stessa tonalità di rosso del maglione che stava indossando e ancora una volta si meravigliò di quanto caldo facesse quella sera in Sala Grande.“I’d rather be hated for who I am than loved for who I am not.”© Latisha. -
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All of the people I've ghosted stand there in the room
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Mittente: Eveline L. Carter (~Wonderland)
Destinatario: Amethyst Justice Lawson (-Nymeria)
Link dell'acquisto (se comprato nel gdr): here
Breve descrizione dell'oggetto: Balsamo Cambiacolore: Date una scossa alla vostra giornata utilizzando questa innovativa pozione per i vostri capelli! Disponibile in qualunque colore dell'iride, questa pozione vi permetterà di avere i capelli colorati per ventiquattr'ore: ottimo per chi vuole osare ma non troppo ma anche per chi vuole fare una "prova generale" prima di tingere permanentemente la sua chioma.
Link all'immagine dell'oggetto (non obbligatoria): Regalo number 2!Santa Claus is comin' to townEveline Lilac CarterEveline era in ritardo. Per tempo perso a cercare la spilla, sopprimere dubbi su un regalo che più guardava e più era indecisa se consegnare o meno, perché c’erano cataloghi e listini in ogni angolo del dormitorio, gli ultimi che aveva buttato trovati nella trousse dei trucchi e nella tasca dell’accappatoio. Con una leggera ossessione per tutto ciò che era natalizio, si era messa a guardare quello o quell’altro prodotto, ne aveva fatto un confronto e perché non sarebbe stata felice non dubitando la scelta fatta, aveva ricominciato il processo e così di nuovo, fintanto che era arrivata alla vigilia di Natale e seppur fossero già incartati, blu la carta ed argento il fiocco, lei ancora si domandava se avesse fatto la scelta giusta. Ed in tutto quello aveva ignorato che avrebbe dovuto vestirsi appositamente per l’evento, e niente che potesse enfatizzare lo stato spettinato dei suoi capelli ondulati dopo aver sciolto le trecce, ma a modino e così un maglione in tema per le festività ed un paio di jeans a vita alta dopo, Eveline finì di infilare gli stivaletti ed osservandosi allo specchio per l’ultima volta, perché era in ritardo ma voleva assicurarsi di essere presentabile, si voltò verso il letto. La macchina fotografica trovò posto attorno al collo, i regali sottobraccio e tutto era pronto. Camminando a passo svelto, poi correndo per le scale che tutti lo sapevano erano così sicure quando decidevano di cambiare percorso, si arrestò per riprendere fiato raggiunta la soglia della sala grande. Neve che volteggiava nell’aria, luci brillanti ed il grande abete addobbato, ed Eveline aveva quasi dimenticato quanto fiabesca apparisse l’intera stanza con tutte quelle decorazioni. Un sorriso trovò spazio sulle sue labbra, il nervosismo del dubbio rimpiazzato da una certa euforia infantile che le faceva venire voglia di intonare carole natalizie. Avrebbe pensato dopo a cercare facce conosciute, per il momento si lasciò cullare dalla familiare spinta che l’avrebbe guidata verso Amy, le scuse che andavano formandosi sulle sue labbra pronte per essere esplicitate per quando la raggiunse e c’erano, proprio sulla punta di lingua, eppure lì rimasero, lo sguardo che si spostava dalla Corvonero alla Serpeverde. Conosceva Charlotte per lezioni condivise oltre che il secret santa di anni prima, ma sul momento ci pensò a malapena, troppo concentrata sulle figure e l’aria nervosa che quasi riusciva a toccare. Amy era arrossita per di più e...quella è una scatola a forma di cuore?! Merlino, ho interrotto una dichiarazione? Sgranando gli occhi, Eveline si ordinò di fuggire il più velocemente possibile onde evitare eventuali risvolti imbarazzanti. Perché aveva avuto a che fare con Frederick e Poppy e chiaramente fare il terzo incomodo non era il modo in cui avrebbe voluto trascorrere la serata. “Scusate! Giuro che vi lascio in pace in cinque secondi!” si voltò così verso Amy, un sorriso nervoso a piegarle le labbra “quindi ehm...secret santa a rapporto e ho una tempistica orribile a quanto pare, quindi be’ ecco i tuoi regali, spero ti piacciano!” Schiarì la gola, muovendosi da un piede all’altro “be’ buon natale ad entrambe!” E si voltò più veloce della luce, desiderosa di mettere quanta più distanza possibile tra la coppia e la sua persona, quasi pregando che il proprio secret santa le apparisse davanti per dimenticare l’imbarazzo provato nell’intrudersi in un momento così privato. In assenza di quello però, troppo codarda per consegnare il regalo ad un certo Grifondoro, Eveline si dedicò a cercare Sam, con la quale avrebbe avuto piacere di passare del tempo e magari scattare una foto, una volta le avesse consegnato il pacchetto. Sorrise con più sicurezza quando la individuò, intenta ad allontanarsi da Audrey e Sébastien, e pensò che avrebbe fatto lo stesso nel suo caso, appena scampata da una coppia non si sarebbe certo gettata a fare il terzo incomodo di un’altra. La raggiunse rapida, schivando le persone che le ostruivano il passaggio e le si fermò di fronte in un balzo “Sammie!” sapeva quanto odiasse il soprannome, ma ad Eveline risultava piacevole, pronunciarlo e sentirlo, perciò ormai ci aveva fatto il callo. “Sarei scappata anche io se mi fossi ritrovata a fare il terzo incomodo a quei due!” rise prima di tendere la scatola “e ti ho fatto un regalo. Niente di che, ma ho un problema a frenarmi quando vedo le cose a tema natalizio, perciò ecco qua!”Character sheet + Corvonero +Prefetta+ IV°Anno© created by jeankies! - don't copy, be respectful and use your mind. -
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Non c'è fretta ma voglio solo ansiarvi per ricordarvi che vi osservo
Mancano ancora i post di scambio regalo di:
TheFedIvan Moth•° Armageddon Wrter Alexandra Duval _Jess_ Thranduil 11 Raë. -
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Spero che Erin e Sam non lo odino, è solo un ragazzo un po' più pazzo di quanto sembri normalmente Sébastien O'Keevan16 Y.O. | Ravenclaw | V YEAR | half-nymph | sheetCODE&GRAPHIC BY HIME. -
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“Ph'nglui mglw'nafh Cthulhu R'lyeh wgah'nagl fhtagn.”
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Mittente: Durlindana A. Oppenheimer
Destinatario: Leah Ashfield
Link dell'acquisto (se comprato nel gdr): Cuddlechair
Breve descrizione dell'oggetto: Poltrona coccolona. Se chi vi è seduto è triste, amareggiato o sofferente, i morbidi braccioli ne capteranno le vibrazioni negative, animandosi ed imprigionando l'individuo in un abbraccio di coccole sempre più intense ed estrose, fino ad avvolgerlo completamente ed impedirne ogni movimento. Per quanto possa sembrare innocua, è una vera e propria trappola, dalla quale è possibile liberarsi unicamente recitando la parola d'ordine.
Link all'immagine dell'oggetto (non obbligatoria): 1 - 2 - 3 (la terza pic è Leah ormai irreversibilmente imprigionata negli amorevoli braccioli della poltrona xD)Durlindana Alwilda OppenheimerNatale. Il periodo dell'anno per eccellenza in cui tutta la cattiveria del mondo sembra fermarsi, sfumando nel placido lucore di variopinte decorazioni natalizie e piacevoli effluvi di prelibate delizie culinarie. Giorni ricchi di sorrisi sfavillanti e buoni propositi, canti, famiglie riunite sotto un unico, sacrosanto tetto comune. Pieni di gioie semplici e genuine, come quella di scartare un pacco adornato di preziosa carta multicolore, promessa di giochi o ninnoli che ogni bambino dovrebbe possedere almeno una volta nella vita. Giorni che in casa Oppenheimer non erano mai stati celebrati a dovere, in realtà. L'aria di festa sostituita spesso da rapidi ed annoiati auguri fatti più per convenzione che altro, ai quali né sua mandre, né tantomeno Wykenandus Oppenheimer credevano fino in fondo, Dana era riuscita a scorgerne la specialità solamente dopo aver iniziato il proprio corso di studi magici ad Hogwarts, luogo in cui -al contrario di casa sua- quell'evento poteva finalmente trovare le meritate celebrazioni ed essere vissuto appieno, in ogni sua più rigogliosa sfumatura. E anche se in fondo si percepiva estranea a tutto quell'euforico entusiasmo, la piccola Prefetta Tassorosso aveva trovato il coraggio di mettersi in gioco, sfidando sé stessa in un'iniziativa che fondamentalmente prevedeva tutto ciò in cui lei era negata: rapporti umani e convenzioni. Eppure, lei, il motivo per partecipare a qualcosa di potenzialmente letale per la sua autostima lo aveva, lo aveva eccome! Qualcosa che esulava dal normale, qualcosa che nessuno lì, in quella stanza gremita di studenti ansiosi di dare e ricevere i propri regali poteva anche solo lontanamente sospettare. Qualcosa che avrebbe reso fiero suo padre, con ogni probabilità, se solo lo stesso avesse desiderato sentir parlare di magia. Se adesso si trovava in Sala Grande, avvolta nel suo grazioso abito dalla texture insolita ed eccentrica, con un pacchettino a Pois, era per l'unico, incontrovertibile, atavico, smisurato desiderio di regalare al mondo una microscopica parte di sé e constatare quanto, di quella piccola parte, potesse effettivamente piacere agli altri. La sua espressione era stretta in una maschera appena corrucciata, forse ansiosa di presentare la sua piccola creazione a colei che il fato aveva designato come destinatario del regalo. Avrebbe potuto indossare i suoi Whizspects, invece che tenerli come ornamento sulla cima della fronte. Magari sarebbe riuscita ad anticiparsi qualche informazione in più prima che il grandioso abete accanto a lei potesse operare la sua magia di attrazione magnetica, ma decise di non farlo, in virtù della volontà di lasciarsi andare e di essere diversa da quel padre che, probabilmente, a quest'ora avrebbe già consegnato il piccolo pensiero senza troppa cortesia, solo per dilegursi diretto ovunque lo portasse la propria ambizione. Un bel respiro fu necessario, invece. Non era abituata a circondarsi di persone, tantomeno scalpitanti, ed era certa di non conoscere quella Leah Ashfield di cui parlava la pergamena ricevuta qualche giorno prima. Non aveva idea se fosse una studentessa più giovane o più anziana, e, a dirla tutta, non le importava nemmeno. Era solo galvanizzata all'idea di poter regalare la sua Poltrona Coccolona a qualcuno che non fosse Rodolfo, il suo Cactus. Poteva quasi considerarla la sua prima presentazione ad estranei, no? Esporre un proprio brevetto al Ministero ormai era divenuto facile, quasi rilassante, dal momento che i ministeriali non si prodigavano in giudizi personali, limitandosi a convalidare il funzionamento oggettivo delle sue creazioni. Ma con uno studente sarebbe stato diverso, e questo lei lo sapeva. Con uno studente, vi era il rischio che il regalo non venisse accettato, o che fosse criticato in maniera tanto aspra da condurla alle lacrime. Era pronta, per questo? Lo era davvero? Prima di riuscire a rispondersi, percepì chiaramente una spinta costringerla ad avanzare dei passi verso il manipolo di giovanissima maghi di fronte a lei. Scacco matto, Dana. La festa era iniziata. Non poteva più tirarsi indietro e, delusione o no, sarebbe stata costretta ad affrontare le conseguenze delle sue scelte. Lasciò quindi che l'incantesimo guidasse i suoi passi verso una giovane dai lunghi capelli rosso acceso voltata di spalle, il fisico asciutto avvolto da pantaloni verdi ed una camicetta che la Oppenheimer trovò molto graziosa. Stava già parlando con una ragazza, quando l'indice pallido della Tassa pungolò la sua spalla destra, di modo da attirarne l'attenzione. Il sorriso che da lì a qualche millesimo di secondo stirò le labbra di Dana fu la cosa più tremendamente impacciata e sghemba sulla faccia della terra. «Leah Ashfield?» chiese da dietro due occhi pregni del vivido desiderio di sotterrarsi. «Scusa il disturbo, volevo darti il mio regalo... Sarei il tuo Babbo Natale Segreto, cioè, Mamma Natale. Nel senso, è ovvio che io sia una femmina, quindi...» Santo cielo. Tacque e si morse la lingua, prima di perdere in via definitiva ogni briciolo di dignità. L'istinto allo sproloquio era ben radicato, sì, specie quando si sentiva nervosa. «È per te.» tagliò corto, piegando senza preavviso il capo in avanti e fiondando il pacchettino sotto il naso della Grifondoro, nella viva speranza che lei lo prendesse. «Forse lo troverai un po' strano, e, nonostante all'interno vi siano le istruzioni, vorrei spiegarti personalmente come funziona. Sai, ho impiegato molto tempo ad idearlo, perché sì, è una mia invenzione. L'ho fatto io... Si tratta di una Poltrona Coccolona, o meglio, della sua versione rimpicciolita. Ti basterà praticare un Engorgio per riportarlo alle sue dimensioni originali... L'ho principalmente fatto per praticità: ti immagini un gufo trasportare una Poltrona a grandezza naturale? Ecco, sì, nella mia testa era piuttosto ilare come cosa, ma forse...» concentrata, Dana, concentrata e dritta al punto. «Una volta riportata alla sua grandezza, la prima parola che pronuncerai sarà la parola d'ordine per mettere fine alle coccole e, be'... liberarti dal suo abbraccio. » Okay, ora che ne stava spiegando l'utilizzo pareva aver acquisito un poco di sicurezza, poi, all'improvviso un fulmine a ciel sereno. Una consapevolezza tremenda, che la costrinse a portarsi entrambe le mani sulla bocca e a spalancare gli occhioni verde smeraldo verso la sua interlocutrice. Maledizione! «Oh, capperini. Ti ho appena rovinato la sorpresa rivelandoti cosa contiene il regalo!» e a quel punto sì che avrebbe desiderato sprofondare nelle viscere laviche del pianeta!“È lo stupore che ci obbliga ad evolverci.”
Edited by _Jess_ - 24/12/2019, 03:50. -
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1^ parte: Ryan
2^ parte: O'Kings
3^ parte: Evelinewanna more? ➙ Hime©
Edited by Kasra; - 25/12/2019, 09:34. -
.» Elizabeth Latisha Portman «Corvonero ~ II Anno ~ SchedaNarrato ~ « Parlato » ~ PensatoL'albina ripose la bacchetta al proprio posto, tutta contenta, mentre il corvetto continuava a sbatacchiare le ali appollaiato sulla testa della ragazza, che si chiese per quanto quel fiocco avrebbe avuto vita propria... forse almeno qualche ora, sembrava troppo ben fatto per poter essere frutto del lavoro di uno studente del secondo anno, magari era stato aiutato da qualcuno. Appuntò mentalmente di chiedere ad Edward chi l'avesse realizzato, poi si voltò verso Kharis, che si era avvicinata. A quanto sembrava, aveva anche lei dei regali per l'allegra combriccola del bagno.
«Ehi, ciao!» la salutò immediatamente, sfoggiando un sorriso spontaneo che ormai sembrava quasi normale, quella sera. Elizabeth sembrava proprio adorare il Natale e perdere tutta la propria rigidità durante quella festa. Porse immediatamente sia a lei che a Charlotte, che le raggiunse poco dopo, il pacco coi cioccocalderoni dai ripieni più disparati. «Prendete pure tutti i cioccocalderoni che volete, sono anche per voi!» disse a entrambe, contenta di aver acquistato quei dolcetti. Non aveva pensato a comperare dei regali singoli, non si aspettava di ricevere nulla, per cui si sentì subito in difetto quando Kharis le porse sia il Mirror Phone che uno dei Libri da Viaggio, entrambi incartati. Sgranò gli occhi, quella sera particolarmente rossi, e poi la ringraziò. «Grazie. Io... io ho preso solo i cioccocalderoni, scusami» si scusò immediatamente, sentendosi in colpa per non aver ascoltato quella vocina che le aveva suggerito di acquistare qualcosa per ciascuno di quel bizzarro gruppetto. Arrossì violentemente mentre apriva i pacchetti, curiosa di scoprirne il contenuto. Il primo ad apparire fu il Libro da Viaggio, ed ebbe un improvviso deja-vu: una festa come quella, non ricordava quando, ma lì ad Hogwarts, e Kharis che le porgeva un regalo identico, ma per sentirsi fra loro. Lo aveva sognato, magari? La sua espressione si fece perplessa per alcuni secondi a causa di quel ricordo, poi vide che anche Amy ne aveva ricevuto uno e capì che era per permettere loro di comunicare a distanza. «Oddio, è stupendo, grazie mille, Kharis!» iniziò col dire, non avendo ancora idea di cosa contenesse il secondo pacchetto. Nello scartare il Mirror Phone, rimase definitivamente di stucco. La Caposcuola doveva aver speso una piccola fortuna per ognuno di loro, almeno secondo il suo metro di giudizio da nata babbana. «Oh! Assolutamente sì, sincronizziamoli!» rispose allegra per il semplice fatto che la ragazza volesse mantenere il gruppo in contatto. Era buffo che da un'esperienza così assurda e negativa fossero nate delle nuove amicizie! «Qualcuno sa come farlo?» chiese poi alle ragazze, dal momento che per lei era la prima volta. Aveva sentito parlare di quegli apparecchi, ma non aveva idea di come funzionassero davvero, né di come far avvenire correttamente la sincronizzazione; magari però Kharis aveva ricevuto delle istruzioni assieme agli oggetti, chissà!
Notò solo dopo la reazione di Amethyst all'apparizione di Charlie. L'albina aggrottò le sopracciglia, squadrando prima l'una, poi l'altra. Quando si allontanarono insieme, le seguì entrambe con lo sguardo, non potendo fare a meno di domandarsi il perché di tanta segretezza. Provava uno strano fastidio che non riusciva a spiegarsi all'idea di sapere che fossero amiche, ma si era ripromessa di non pensarci almeno per quei giorni, così si sforzò di riportare lo sguardo sui regali di Kharis e provare a capire con lei come funzionassero. «C'erano mica delle istruzioni?» le chiese sottovoce, con un tono leggermente insicuro, quasi tremante. Per lei, che di solito era una maniaca della pronuncia perfetta, la cosa era piuttosto insolita.« Punterò in alto, come i rami degli alberi! ». -
.Ryan Kenway scheda Narrato ♦ «Parlato» ♦ PensatoSorprendentemente, la caposcuola non si sottrasse al suo abbraccio, anche se il ragazzo poté comunque avvertire una certa rigidità per tutto il corpo della Tassorosso, che aveva preso a dargli delle pacche sulla schiena. Per questo motivo, decise di lasciarla andare dopo pochi secondi, ricambiando il sorriso di scuse che gli aveva riservato nel rispondergli che, no, nemmeno lei aveva ancora visto Eveline. «Capisco, non preoccuparti. Beh, spero per te che si presenti, allora, sarebbe spiacevole tenere il suo regalo per tutta la serata!» disse tentando di non dare a vedere che lui stesso tenesse alla presenza della ragazza all'evento. «Beh, ci vediamo più tardi, O'Connor!» "Più tardi", però, significò solo qualche minuto dopo. Rimasto da solo, il Grifondoro si era messo a vagare per la Sala Grande senza meta, finché non incontrò Steven, che aveva appena ricevuto un pacchetto pieno zeppo di cioccorane dal suo Babbo Natale segreto. Ad onor del vero, aveva anche intravisto Seb e Audrey, ma aveva preferito non impicciarsi e girare a largo, non aveva intenzione di interrompere qualunque cosa stesse succedendo tra i due. Il fratello acquisito lo fissò con lo sguardo di chi la sapeva lunga, intuendo la malinconia di Ryan per via dell'assenza di Eveline ma astenendosi dal fare commenti, grazie al cielo. I due trascorsero qualche minuto a scambiarsi i regali e a mostrare quelli che avevano ricevuto nel corso della serata quando il Tassorosso interruppe una frase a metà per indicargli un punto della stanza con lo sguardo.
«Ehi, quella non è la prefetta che ti piace?»
«Dove?!» chiese istintivamente, accorgendosi solo in un secondo momento delle esatte parole usate dal ragazzo. «E non "mi piace", okay?!»
«Oh, no, assolutamente... Ha appena consegnato il regalo ad Amethyst Lawson di Corvonero, comunque. Si trova laggiù!»
Ryan non se lo fece ripetere due volte e, fiondandosi tra la folla, cercò di farsi largo per intercettare Eveline prima che sparisse chissà dove. La folla di studenti, però, non lo aiutò per nulla, tanto che la prefetta aveva già raggiunto la caposcuola che gli aveva consegnato il regalo qualche minuto prima. Non volle interrompere l'incontro tra le due, perciò si limitò a passeggiare nei dintorni osservandole di sottecchi di tanto in tanto per tentare di indovinare a che punto fossero. Infine attese che le due finissero di scattare una foto insieme prima di lasciarsi trascinare dall'impazienza e presentarsi al cospetto delle due. «Ragazze... spero vi stiate divertendo! E ciao di nuovo, O'Connor! Grazie ancora per il set di Pluffe!» Il Grifondoro stringeva ancora sotto il braccio il piccolo bauletto come se fosse privo di peso, poggiandolo a terra solo dopo essersi deciso a dare il regalo ad Eveline. «Certo che questa è bella, comunque» esordì mentre il legno del baule poggiava contro il pavimento, «io sono arrivato in orario e tu in ritardo, la fine del mondo deve davvero essere vicina! In ogni caso... Avrei qualcosa per te.» Tirò fuori dalla tasca dei pantaloni una piccola scatola rossa con le renne e altri simboli natalizi, delle stesse dimensioni di un porta anelli. Allungò l'oggetto verso la ragazza e, abbozzando un sorriso un po' nervoso, esclamò: «Beh, buon Natale!»
Scegliere il regalo per Eveline era stata un'impresa tutt'altro che semplice. Si era scervellato per circa un mese, senza trovare soluzioni che lo soddisfacessero al cento percento. Avrebbe dovuto regalarle qualche articolo di cancelleria? Era una Corvonero, probabilmente avrebbe apprezzato qualcosa di simile... ma lui non voleva regalarle un dannato quaderno, voleva optare per qualcosa di un po' più speciale, qualcosa che non avesse valore solamente a livello pratico... ma cosa regalare ad una ragazza che non si conosce benissimo e su cui si sta cercando disperatamente di far colpo, malgrado si possa tendere a negare la cosa all'infinito? Trovata un'opzione a lui congeniale, ma che comunque gli lasciava un cocente dubbio nella mente, prese il treno per Londra una domenica mattina e si avventurò per i quartieri babbani, arrivando addirittura a viaggiare con la metropolitana per raggiungere più facilmente il negozio che aveva in mente. Era piuttosto famoso a Londra, ne aveva sentito parlare anche per i corridoi della scuola e, dopo aver fatto qualche ricerca, aveva deciso di fare un tentativo. Scese alla Westminster Station e, sgomitando tra i babbani carichi di buste, attraversò l'omonimo ponte facendo lo slalom tra artisti di strada impegnati a spillare soldi ai turisti con furbi magheggi. Scese i gradini verso il lungo-fiume e, in men che non si dica, trovò l'insegna gigante del negozio in questione recante la scritta "Build-A-Bear". Appena entrato, si sentì investito dalla quantità di peluche che affollavano gli scaffali e dei bambini che scorrazzavo intorno in attesa di costruire il loro peluche. Avrebbe dovuto attendere in fila per almeno mezz'ora, ma già che era lì non era disposto a fare dietrofront: avrebbe costruito un peluche per Eveline anche se avesse dovuto aspettare per settimane, non avrebbe mollato così facilmente. Diede un'occhiata alle stoffe disposte nei cestini e, dopo un'attenta analisi, scelse quella di un pinguino, andando poi a prendere posto dietro un gruppetto di bambini chiassosi e irrequieti. Uno di essi, nel notare un ragazzone grande e grosso in un posto del genere, prese a sghignazzare divertito e coinvolse nell'ilarità gli altri mocciosi. Sarebbe stato facile estrarre la bacchetta e rimpicciolirli fino a farli diventare piccoli quanto formiche, ma si trattenne dal farlo e si limitò a tentare di nascondere il nervosismo con un sorrisetto ironico. Arrivato il suo turno, l'imbarazzo non poté che accrescere. Persino una delle commesse lo guardò storto appena si presentò davanti alla macchina con il cotone e gli chiese se stesse accompagnando un bambino. «No, il peluche è... per una mia amica» abbozzò rosso in faccia, era palese che, checché ne dicesse, le prese in giro che gli stavano indirizzando lo stessero irritando. Peggio ancora, quando la commessa gli chiese quale grado di morbidezza desiderasse per il peluche, si levò un ennesimo coro di schiamazzi quando rispose che "lo voleva extra-soffice". Evitò di personalizzare il peluche con particolari odori o suoni - che non avrebbero comunque funzionato ad Hogwarts - e l'ultimo atto del suo imbarazzo fu causato da una strana cerimonia che fu costretto ad eseguire alla fine della costruzione del peluche, con tanto di scampanellata finale per annunciarne la nascita. Scelse "Quake" come nome, sia perché si era ricordato che quello fosse il personaggio Marvel preferito di Eveline, sia perché gli ricordava il suono "quack", che trovò appropriato per un pinguino. Ma i pinguini fanno "quack", in ogni caso? si chiese mentre usciva dal negozio con Quake in braccio, talmente grosso da somigliare ad un bambino con qualche strano problema alle ginocchia. Decise di rimpicciolire il peluche per trasportarlo meglio per la città e quello gli diede l'idea per la presentazione.
Quando Eveline avesse aperto il coperchio della piccola scatola, il reducio che aveva lanciato sul peluche si sarebbe infranto e sarebbe tornato alle sue dimensioni originarie, facendo ritrovare la prefetta con in braccio un peluche alto la metà di lei. Successivamente, le avrebbe porto una pergamena con l'attestato di nascita del peluche, recante anche il nome che aveva scelto per il pinguino gigante.“Don’t waste your time looking back, you are not going that way.”© -Nymeria
Edited by -Nymeria - 26/12/2019, 01:39. -
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Destinatario: Elizabeth Parker
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Breve descrizione dell'oggetto: - Un anello di legno. x
- Un ciondolo d'ambra di piccole dimensioni x
- Una molletta per capelli con violette xVICTOR LEDREC ▾ HUFFLEPUFFYeah, I can do serious, I can do mean | Tell a supremacist that I'm supreme | Oh, everybody's woke now, guess I'm just lost in a dream | But still, I'm predicting the future, I said this is how shit would goFare dei regali agli sconosciuti era un modo per esorcizzare la mia paura verso il prossimo. Non avevo pensato al suicidio, né in quei bui momenti dopo il fattaccio, né tantomeno in quella disgustosa festa in cui tutto era luccicante.
No, non c’era niente di luccicante. E un anno fa, quando tiravo su col naso per colpa di quel raffreddore che poi si rivelò Helianthus, avevo addosso molta più felicità di quel giorno. Avevo ricevuto il regalo per la mia vittima sacrificale quella mattina stessa. Al Cespuglio Farfallino avevano sempre degli oggetti interessanti da regalare alle ragazze e per questo né avevo approfittato. Avevo avvolto tutti e tre i doni all’interno di una scatoletta coperta di carta profumata di riciclo e mi ero recato in sala Grande con l’entusiasmo di una brugola arrugginita, eppure eccomi lì.-Nymeria
Trascinato a forza verso una delle poche persone che non odiavo in quella sala. Amethyst era una tipa simpatica, aveva preso le redini del L.A.T.T.E. con maestria e da quando ero entrato in quella setta studentesca ero sicuro che le cose sarebbero state, finalmente, messe in ordine.
Sospirai pesantemente, non per fastidio ma per stanchezza. Potevo vedere perfettamente, a poca distanza da me, la fonte di ogni odio. Il punto punto nevralgico della mia rabbia con quei suoi ricci neri e la faccia da schiaffi (per me, ovviamente). Volli concentrarmi di più sul mio Babbo Natale segreto con un sorriso non così tanto forzato da rovinarle la giornata. Lei, quanto meno, sembrava felice.
Abbassai lo sguardo, rigirando il regalo che avevo portato che ovviamente non era per lei per concentrarmi nello scartare poco dopo quello poggiatomi dalla coronerò sulle mani.
”Grazie” mormorai con un sospiro, iniziando a scartare il regalo ”scusa del mio poco entusiasm-“ non ebbi il tempo di finire la frase che, alzando lo sguardo già la ragazza se n’era andata. Cercai di capire se fosse perché facevo puzza, o se si trattasse, piuttosto, di un tentativo di allontanarsi da quella nube di cosmica tristezza che il mio corpo aleggiava. Fatto stava che avrei voluto dirle grazie, perché il regalo mi piaceva veramente.Witch;
Pensando a quanta rabbia sarei in grado di scrivere su quelle pagine, trasformando la mia rabbia e i miei pensieri in parole d'inchiostro magico su pagine infinite, forse era meglio che si fosse allontanata. Non avrei voluto dovermi trovare a dirle cosa avrei scritto su quelle pagine.
Il mio corpo venne attratto verso un’altra ragazza nella sala.
Elizabeth Parker non era una tipa che conoscevo. Avevo cercato qualche informazione in giro, avevo fatto un po’ di indagine di mercato per capire cosa le piacesse e cosa sarebbe stato meglio portarle come dono e, nonostante non sapessi i gusti della ragazza, mi ripromisi di sembrare il più normale possibile.
“Elizabeth?” mormorai, attirando la sua attenzione per poi picchiettare sulla sua spalla. “Ciao, sono Victor, il tuo Babbo Natale segreto” sospirai, poggiando le il regalo fra le mani.
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Santa Claus is comin' to townEveline Lilac CarterCi? A suo dire Sam era tranquillamente importante abbastanza da potersi permettere il pluralis maiestatis, ed una parte di Eveline doveva credere fosse quello il caso, perché non farlo avrebbe voluto dire angosciarsi per capire chi esattamente fosse incluso nella minuscola parola ed avrebbe negato fino alla fine dei tempi quale nome le fosse venuto alla mente.
Consegnato il regalo nelle mani della Caposcuola e sorpresa del riceverne uno in cambio, Eveline non faticò a soffocare il bisogno di chiedere chiarimenti, non quando soltanto una cosa poteva trovarsi in quel pacchettino e senza un minimo di dignità rimasta, un sorriso entusiasta ad incurvarle le labbra, la voce le uscì di un tono più alto mentre esclamava “dolci!” L’apertura mancò di tutta la grazia e pazienza dimostrata dalla Tassorosso, perché Eveline non era mai stata tipo da apprezzare l’attesa, e magari poteva ringraziare di non avere della carta da bistrattare, perché fosse stato quello il caso, l’incarto si sarebbe già trovato in tanti pezzettini sul pavimento. Sbirciando l’interno del pacchetto, le sembrò alla sola vista d’avvertire lo zucchero circolarle già nelle vene, “grazie! Mia mamma non saprà nemmeno della sua esistenza!” probabilmente perché ne finirò metà durante il viaggio in treno. Lieta che anche il suo regalo fosse stato ben ricevuto, Eveline non aveva comunque dimenticato il dubbio nato ad inizio conversazione e con il modo in cui Sam aveva pronunciato “Grifondoro”, tutta insinuazione e soltanto un pizzico di tatto, il sospetto tornò in tutta forza per essere confermato. Eveline non era arrossita, non aveva affatto sentito il bisogno di difendersi da accuse prive di fondamento, e piuttosto aveva rilasciato un sospiro pieno di finta esasperazione, fissando Sam con uno sguardo che era tutto condiscendenza “ignorerò l’allusione perché falsa” e perché si sentiva ancora fin troppo esposta con le guance scottanti aggiunse “e se è così importante, mi troverà!” Sospirò nuovamente, un sorriso in volto che non avrebbe fregato la Caposcuola e sfilò la macchina fotografica dal collo, “guarda, solo perché è Natale ti abbraccio di mia spontanea volontà!” prima di avvicinarsi, piazzarle un braccio attorno alla vita e posizionando la polaroid di modo che non le sfuggisse dalle dita, esclamò “di’ cheese Sammie!” Una volta recuperata la foto e scossa per far prendere consistenza all’immagine, Eveline la passò alla Caposcuola. “Ecco a te!” e neanche il tempo di sistemare la macchina attorno al collo, né di chinarsi per riprendere i regali posati a terra, che il nervosismo le si insinuò sotto pelle all’arrivo di Ryan. Odiava non avere il totale controllo della situazione, venire destabilizzata da un’azione o una parola che non avrebbe potuto calcolare, e senza un motivo preciso, ecco cos’era per lei il Grifondoro. Rientrare nei binari del sarcasmo la aiutò a scrollarsi di dosso quell’orribile sensazione di sbilanciamento e seguendo con gli occhi il movimento con cui portò il bauletto a terra, ribatté “immagino ti sia accorto del ritardo perché mi cercavi” un sorriso indirizzato alla Tassorosso, come a ringraziarla dell’informazione. Ma eccola di nuovo, la sensazione di non avere più un pavimento regolare sotto ai propri piedi, il disequilibrio che raggiungeva tutt’altro livello mentre allungava la mano e recuperava il regalo senza mormorare una singola parola. Si liberò della polaroid posandola a terra con il resto delle sue cose, esitò soltanto un attimo ancora, “sei sicuro che sia per me?” lì sulla punta della lingua. Registrò il pinguino, solo quello, prima di spalancare gli occhi, la scatola caduta da qualche parte ai propri piedi, il peluche aumentato così tanto che pensò che poggiato a terra non avrebbe avuto problemi ad arrivarle ad altezza sterno. La mente totalmente bianca, non una singola parola logica a farsi strada sulle sue labbra, Eveline prese il bigliettino che le stava allungando, lo sguardo fermamente puntato sul pinguino, del tutto decisa ad ignorare la presenza di Sam, di Ryan e di tutte le persone che occupavano la sala. E mentre i pensieri tornavano in massa a riversarsi nella sua mente, Eveline arrossì, perché stava tenendo un pinguino quasi più grande di lei, Sam aveva assistito a tutta la scena, lei e una marea di persone di cui sentiva lo sguardo puntato addosso. Ed il cuore era così colmo di meraviglia e contentezza che pareva sul punto di scoppiare. La bacchetta presa dalla tasca dei pantaloni, Eveline la puntò contro il peluche per riportarlo ad una grandezza che le evitasse di inciamparci, e perché le sue guance erano così calde e non credeva di riuscire ad incrociare lo sguardo di Ryan senza arrossire ulteriormente, continuò a guardare Quake mentre spiegava “sarebbe stato un po’ ingombrante da portare appresso” un’esitazione e prima di perdere coraggio, gli si avvicinò, si sollevò sulle punte e sostenendosi con una mano sulla sua spalla, gli lasciò un bacio sulla guancia. “Grazie” sussurrò prima di allontanarsi veloce, chinarsi per prendere il suo regalo e tenderglielo armata di ironia perché altrimenti si sarebbe messa a farfugliare e non le pareva il caso di imbarazzarsi ulteriormente. Ancora non riusciva ad incrociare il suo sguardo. “Caso mai ti capitasse di essere il bersaglio di un altro aguamenti” non aggiunse che era autoregolante, che volendo avrebbe potuto usarla anche d’estate perché si sarebbe adattata di conseguenza. Abbassò invece il capo, stringendo il peluche contro il petto e cercando gli occhi di Sam per implorarla con lo sguardo di fare una battuta, dire qualsiasi cosa ma spostare l’attenzione da lei.Character sheet + Corvonero +Prefetta+ IV°Anno© created by jeankies! - don't copy, be respectful and use your mind. -
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