Hogwarts: Il Paiolo Magico - {Harry Potter GDR}

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Per R.Ted

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    Riassunto Rey ci tiene ad allenarsi con gli incanti, perciò fa degli esercizi per aumentare la concentrazione e il rilassamento, due cose molto utili per fare incantesimi. Ha deciso di allenarsi nel baccano della scuola durante il pomeriggio, perciò si ritrova a camminare senza meta prestando attenzione al respiro, il battito del cuore, ma non a dove mette i piedi e in quale stanza sta andando






    REY SHINY
    ⋆ 11 anni ⋆ Primo anno ⋆ Caotico Malvagio ⋆ Purosangue ⋆
    Era da tempo che Rey si era messa sotto con lo studio, studio sotto ogni punto di vista. Leggeva in continuazione, prendendo appunti, sopratutto nelle materie di suo interesse che fin ora erano prevalentemente difesa contro le arti oscure, incantesimi, trasfigurazione, pozioni e ... anche manipolazione della mente non era male, ora che ci pensava.
    Il tempo lo passava spesso in sala comune oltre che in biblioteca, a leggere gli appunti presi a scuola davanti al camino prima di andare a dormire, oppure in biblioteca fino al coprifuoco a fare ricerche con gli appunti presi alle lezioni tra le mani.
    Prima di addormentarsi inoltre si prendeva la briga di meditare in un modo tutto suo, o almeno così pensava. Infatti grazie alle lezioni e ai libri che era riuscita a leggere, aveva capito come fare incantesimi ed aveva trovato alcune analogie sull'utilizzo della magia involontaria. La volontà, per esempio. Infatti prima di andare a scuola le erano capitati svariati episodi di magia involontaria, perciò ormai aveva ben chiaro nella mente cosa accadeva in quelle circostanze. C'era un desiderio così intenso da esplodere in maniera incontrollata.
    Aveva preso appunti su come usare al meglio gli incantesimi, e oltre che la volontà, che di certo a Rey non mancava se desiderava così tanto usare determinati incantesimi da dover controllare i tremori generati dall'euforia, serviva anche altro come per esempio la massima concentrazione. Era un tassello fondamentale per la massima riuscita di un incantesimo e Rey tutte le notti si concentrava proprio su questo. Cercava innanzitutto di svuotare la mente, rilassarsi, per poi concentrarsi attentamente sul suo reale oggetto del suo interesse. Che sia il respiro, che sia un determinato rumore, che sia il battito del cuore, Rey cercava di mantenere la concentrazione fissa su quella cosa per più tempo possibile. All'inizio era bene farlo la sera, quando i compagni erano andati a dormire e c'era silenzio, ma in futuro si sarebbe allenata a farlo anche nel chiasso più totale. Si era studiata, per lo meno sul suo corpo, il tipo di respirazione che poteva rilassarla di più in modo da rimanere il più possibile rilassata e concentrata senza che l'attenzione vagasse. Infatti spesso faceva questo esercizio, proprio con l'intento di massimizzare la riuscita degli incantesimi.
    Ricordava la lezione di difesa contro le arti oscure in compresenza con Incantesimi, una vera e propria bomba, fin ora la sua lezione preferita senza dubbio. Non era riuscita al meglio a fare quegli incanti, Wingardium Leviosa ed Expelliarmus e questo non le era andato giù. Non si accontentava neppure della mediocrità, dove c'era passione pretendeva l'eccellenza.
    Perciò Rey dedicava tutto il tempo possibile allo studio e all'allenamento, purtroppo spesso trascurando la vita sociale consapevole di quanto anch'essa era importante per migliorare le proprie abilità, scambiare opinioni, aiutarsi con lo studio e condividere esperienze era un modo altrettanto valido per imparare di più.
    Perciò questa volta Rey decise di uscire dalla sua bolla e di iniziare ad allenarsi con la sua personale meditazione in un luogo frequentato da persone, in pieno giorno, sia come sfida per se stessa e vedere se riusciva a mantenere la concentrazione, sia nella speranza di veder succedere qualcosa e iniziare così una conversazione, possibilmente in un modo diverso dal banale (ma sincero) "Ehi voglio conoscerti perchè magari puoi insegnarmi qualcosa di utile, dimmi tutto ciò che sai sulle tecniche per eseguire al meglio un'incantesimo".
    Perciò si mise a camminare, facendo quell'esercizio di meditazione mentre sentiva il baccano dei corridoi, prese respiri lenti, sentendo l'aria entrarle nei polmoni, riempiendo il petto, donandole energia.
    Si sentiva potente in quel momento, l'aria nei polmoni le faceva quell'effetto. Potente... per poi rilasciare l'aria fuori, come per rilasciare le preoccupazioni. Sentiva dopo qualche respiro il corpo vibrare, come se stesse vibrando di un energia speciale, perchè sentiva per l'appunto, come se il respiro fosse energia pura.
    Camminava intanto dove le portavano le gambe, poco importava dove andava, concentrata attentamente sul suo battito del cuore, i respiri, la brezza sul viso, uno specifico rumore, la sensazione del tatto.
    Decideva lei su cosa concentrarsi e sentiva che più dedicava tempo a quell'attività e più la perfezionava.
    Doveva soltanto allenarsi, sempre di più, sempre di più....


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    R. Ted McCoullogh
    Oggi è sabato, in questo istante sento risuonare un rimbombo di campane che scandisce una mezzora. Di preciso sono le due e mezza di pomeriggio, corro sul ponte di legno per buttarmi dentro al castello, al riparo dal gelo che sopporto con una misera giacca a vento che forse con l'arrivo di Novembre avrei già dovuto sostituire con un cappotto. Il percorso è liberatorio, le suole delle scarpe producono un suono secco contro il legno atrofizzato e il cielo nuvoloso permette qualche spiraglio di luce, che presto svanirà poiché ormai lo sappiamo tutti: l'inverno è alle porte, e d'inverno la sera vien presto.
    Anche io sono alle porte, ma non quelle di una metafora, quelle reali, concrete, pesanti e lignee: sfrutto l'attrito per impuntarmi nel pavimento dopo la corsa, riesco a fermarmi e mi staglio ora nel corridoio della Torre dell'Orologio, con il labbro inferiore tremante e le braccia che mi cingono, affondando le dita gelate nelle pieghe del giacchino in un famelico tentativo di riscaldarsi. Tutto ticchetta del mio corpo, i denti, la testa, le gambe, avrei dovuto ascoltare la strillettera che mamma mi ha mandato la settimana scorsa, una volta venuta a sapere del mio gravoso raffreddore. La sua irata missiva mi chiedeva di dar più peso a quello che la mattina decidevo di togliere dall'armadio, direttiva che chiaramente stamani non ho calcolato: converse bianche, jeans grigi strappati, maglietta candida a maniche corte sotto il giacchino blu, porto ciò al posto di maglione e sciarpa. Ma quello del vestiario non è l'unico affare di cui mi devo occupare in questi pomeriggi. C'è lo studio e per dedicarsi allo studio c'è anche una sala apposita: la Biblioteca del castello, in cui ci sono molti tavoli in cui oggi non siederò. La Biblioteca a quest'ora è sempre animata. Poco fa ho quindi pensato di rifugiarmi in un posto più discreto, che ne so, le serre o la sala comune. Ma in questi ultimi citati ci sono troppe piante, dolcezze che mi distrarrebbero, dunque ispirandomi alla via del ponte di legno, ho pensato di venire qui. La Torre dell'Orologio è austera ma non in un modo così marcato da incutermi timore o noia, inoltre da l'aria di essere un luogo tranquillo e poco frequentato, tesi che per oggi posso dichiarare falsa.

    Ma che diamine? Da quando è così frequentata!?

    Questa è la domanda che mi pongo stupore mentre avanzo nel corridoio, occhieggiando il corridoio concluso con il pendolo riempito d'un via vai frettoloso e vivace che mi costringe a fare attenzione ad ogni passo. Chiaro che la pietra su cui passeggio con timidezza non è sovrastata dall'ambiente giusto per lo studio. Eppure, ora mi trovo qui, e la mia Smaller Bag con bacchetta e libri di vario genere non intende tornare in Sala Comune. Ripongo la fiducia nelle scale infondo, nella piccola speranza che i piani superiori mi offrano silenzio. Ebbene però, è sempre meglio ricordare di tenere i piedi per terra e non pensare ai desideri futuri quando sei racchiuso in uno spazio gremito di studenti.

    Oi! esclamo, e vengo spinto dall' inerzia dell' urto di un passo indietro rispetto alla vittima. D'istinto mi sistemo gli occhiali da lettura posti sopra al naso per lo studio, non ho bisogno di loro per riconoscere con chi mi devo scusare. Occhi smeraldo, capelli corvini e frangetta, pelle liscia: Rey Shiny, allieva di Serpeverde su cui non ho ancora un reale parere. Mentre procedo a porgere mortificato le mie scuse, mi accorgo che sembra molto sulle sue.

    S-scusa Rey... Non volevo. C'è davvero molta gente, eh? E io che volevo studiare!
    ↳ hufflepuff ↳ 12 yo ↳ vibessheet


    Edited by Dark_Ol - 13/12/2023, 17:42
     
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    Riassunto Continua ad allenarsi, i rumori di per se non le danno fastidio se li ignora, tuttavia il vero problema lo comprese quando le parlò Ted. Non riusciva a concentrarsi al meglio e nelfrattempo pensare realmente attenzione all'ambiente circostante. Così inizia a parlare con lui, spiegando su cosa si stava allenando e il suo desiderio di diventare una duellante.



    REY SHINY
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    Rimase li, a concentrarsi al massimo come sempre sfruttando quell'insolito brusio di sottofondo e il ticchettio dell'orologio.
    Era incredibile, non era difficile come si aspettava anzi... era davvero facile isolare la mente e concentrarsi anche con i rumori, però questa facilità la sentiva soltanto se... i rumori non erano rivolti a lei.
    Infatti, se prima riusciva ad impegnarsi a mantenere la concentrazione, ora aveva iniziato a unirci la volontà.
    Sapeva desiderare qualcosa ardentemente, lei aveva passioni così forti da essere ossessive, sapeva rievocare quella sensazione, sapeva desiderare qualcosa.
    Pensò ad Expelliarmus, disarmare qualcuno, rievocando quello stesso vibrante desiderio che la avvolgeva quando non vedeva l'ora di fare qualcosa ardentemente.
    Era una meraviglia, davvero una meraviglia...
    Il respiro divenne più corto, in quel momento sembrava che fosse l'unica cosa che le importava davvero, disarmare qualcuno.
    Il cuore batteva forte, sembrava quasi come se fosse la sua unica ragione di vita.
    Questo provava, di base, per ogni attività che adorava fare, e la sensazione l'aveva vivida in mente.
    Però, mentre provava quel vibrante desiderio di disarmare, qualcosa la fece sobbalzare all'improvviso, mostrandole la vera difficoltà di allenarsi con gli stimoli esterni.
    Non appena fu chiamata, si spaventò un poco.
    Non se lo aspettava, si voltò verso la fonte del rumore, sentendo il corpo caldo e vibrante dopo quello spavento, riconoscendo subito dopo il volto piacevole di Reginald Ted, che lei chiamava Ted. Era un compagno, lo aveva visto a lezione anche se di base essendo Rey una che non parlava molto, non ci aveva parlato granchè alla fine.

    "Oh... ciao Ted"

    Disse Rey alzando una mano per salutarlo, mentre tutta la sensazione dell'allenamento di prima era scomparsa con la concentrazione sul respiro e i cinque sensi.
    Si affrettò a cercare di afferrare ancora quelle sensazioni che provava, aumentare la concentrazione mentre parlava, riuscendo a notare in questo caso una difficoltà decisamente aumentata.

    "Io me ne stavo approfittando per..."

    E bloccò il suo discorso, fissando il vuoto con l'intento di concentrarsi. In poco tempo tornò a pensare solamente al suo allenamento, ottenendo di nuovo la stessa concentrazione e lo stesso desiderio. La mente era sgombra, pensava al respiro, riusciva a sentire il freddo sulla pelle, i suoni attorno, la mente libera, e un grandissimo desiderio di far balzare via la bacchetta dalla mano di qualcuno.
    Rimase li qualche secondo, sembrava come incantata nel tempo, come se fosse un personaggio di un videogioco che si era bloccato li per un po'.
    Dopo qualche secondo, tornò a muoversi come prima.

    "Per fare al meglio gli incanti"

    E la concentrazione, non appena parlò, andò via come neve al sole, sparendo quasi completamente.
    Ecco dove stava la difficoltà.
    Si sarebbe allenata, costi quel che costi!

    "Riesco a mantenere la concentrazione ma quando mi hai iniziato a parlare è andata via, ti ringrazio perché ho notato un mio problema e devo migliorare"

    E fece un sorriso, davvero lo ringraziava, se non le avesse parlato ci avrebbe messo molto di più a capire che aveva quel problema, magari... troppo tardi? Dopotutto il futuro non poteva mai saperlo.

    "Se vuoi studiare ci sono, cosa vuoi ripassare? Io come ho detto mi sto esercitando con la mente a migliorare concentrazione e volontà per fare al meglio gli incantesimi"

    Disse, per poi sorridere e pensare ad un attività che desiderava tanto fare. I duelli.
    Si immaginava già sul palco contro un'altro studente, intenta a lanciare incantesimi spettacolari e tutti e due combattere al massimo delle loro forze, fino alla fine, pensando a strategie varie che possono stupire l'avversario e gli spettatori, sfruttando l'ambiente circostante, creando combo, oppure dopo mesi o anni di allenamento riuscire a schivare in modo perfetto quasi fosse un professionista di ginnastica artistica.

    "Un giorno vorrei duellare, mi piacerebbe tanto"

    Disse poi, con gli occhi lucidi e un sorriso davvero intenso, tipico di chi non vedeva l'ora così tanto da sentir mozzare il fiato.
    Esatto, perchè Rey quando apprezzava qualcosa la apprezzava tantissimo, non era difficile capire cosa le piaceva, letteralmente per lei diventava un ossessione a cui pensava giorno e notte.


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    I miei occhi si soffermano sulla Serpeverde colta alla sprovvista, la vedo incantata in un primo momento, come fosse stata rapita all'improvviso dal suo stato pensoso. Ma Rey si sblocca e mi saluta, io ricambio piegando i lembi delle labbra all' insù. Poi di nuovo, si blocca come in un nuovo tentativo di perdersi nei pensieri. Inclino la testa curioso e perplesso, domandandomi se la Shiny stesse applicando le mie stesse abitudini assenti siccome anche la seconda volta che prova a parlarmi, la sua voce si disperde e così anche il suo messaggio, che devo recuperare

    Stava cercare di concentrarsi per fare meglio gli incanti?

    Mi domando, decisamente stranito dall' informazione. Nemmeno il tempo di metabolizzare ciò che avevo sentito che la corvina proferisce una nuova parola.

    Uh, emh, oh, scusa... Cioè, prego

    Balbetto, sempre più confuso, quando Rey ha già ormai espresso la sua carenza di concentrazione durante il dialogo. E grazie al ca... ppero! mi viene da pensare. Mi massaggio la nuca come se il gesto mi permettesse di sgattaiolare via da questa imbarazzante interazione, ma i miei occhi anziché andare oltre sono ancora puntati sul viso pallido di Rey, la Serpeverde che mi pone una domanda.

    Umh, io... io al dire il vero non lo so, ho un po' di tutto nella borsa... borbotto, facendo scivolare la mano nella tasca sinistra. Ne tiro fuori un mini zainetto giallo canarino, la mia Smaller Bag. Ecco... hai detto di voler studiare qualcosa per..., scuoto con veemenza lo zainetto per un paio di volte, fino a che non diventi di normali dimensioni, la concentrazione..., continuo e frugo nello zainetto aperto, scrutando i titoli dei libri, per gli incantesimi - qui ho proprio Difesa, Erbologia e Storia della Magia. Non chiedermi perché ho portato Storia sorrido, sollevando lo sguardo dalla tasca aperta agli occhietti verdi della Shiny.
    Cosa hai detto? Duellare?! esclamo sotto voce, sistemandomi gli occhiali sul naso. Era un invito sottobanco? Non ne posso essere certo finché non aprirò bocca per chiedere conferma alle luccicanti iridi della Serpeverde, ma al pensiero di un duello, attività decisamente fuori dal comune, una scarica d'adrenalina si riversa sulle gambe e sul cuore. La mia voce tentenna e trema, in modo lieve, proprio come il mio corpo. Perché... In caso, sai, anche a me piacerebbe provare. Mio fratello è un cadetto Auror... Lui fa sempre queste cose e io... sono solo curioso, sai? confesso, incrociando le braccia sul petto minuto. Senza attendere una risposta mi chino per chiudere lo zaino e me lo metto sulle spalle.

    N-non credo sia una buona idea duellare qui, sussurro e indico il paio di scale di legno poste alla fine dell'entrata, saliamo alla Torre e vediamo se c'è qualcuno. Il libro di Difesa potrebbe farci comodo...


    ↳ hufflepuff ↳ 12 yo ↳ vibessheet
     
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    RiassuntoRimane colpita dal fatto che lui ha auror in famiglia e inizia a parlare dell'argomento auror, ricordando la sua famiglia.



    REY SHINY
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    "Mio fratello è un cadetto auror"

    La conversazione aveva preso una piega davvero... particolare.
    Rey fece uno sguardo fisso sul ragazzo, le venne in mente la sua famiglia, come poteva non venirgli in mente.
    Sapeva che gli auror duellavano, che era un requisito fondamentale per essere un bravo auror, ma Rey non sapeva poi così tanto di quella professione per via della segregazione che aveva avuto per colpa del padre.
    Sapeva che duellavano, che cacciavano maghi oscuri, un po' come la polizia dei babbani.

    "La mia famiglia paterna è piena di auror"

    Si limitò a dire, con naturalezza che però tentava di mascherare una brutta sensazione. Era piena di auror si, loro crescevano con l'intento di diventare auror, e Rey sapeva che se non fosse successo quello che era successo al padre, anche lei sarebbe stata cresciuta in quel modo. Il che ora non era tanto diverso, da quando Rey era a scuola, suo padre non faceva altro che inviarle continuamente lettere su lettere in cui incitava Rey a usare la magia SOLO per cacciare i maghi oscuri. Cosa folle, Rey voleva usare la magia per i suoi scopi, non per il volere del padre.

    "Comunque... si anch'io sono curiosa, mi piacerebbe vedere cosa fanno e farlo anch'io"

    Si limitò a dire Rey, rimanendo a pensare un'attimo.
    Lui era curioso? Forse... anche a lui suo fratello non mostrava molto ciò che facevano gli auror?
    Nascondere queste cose era un vizio? O semplicemente Rey stava solo vaneggiando?

    "Non intendevo duellare ora, intendevo dire che un giorno mi piacerebbe duellare, ma ora posso tranquillamente studiare"

    Ribadì ancora, anche se la sua mente era molto, molto più concentrata sulla professione da auror.
    Di conseguenza, tornò a parlare con lui, rapita da quel pensiero che l'aveva distratta.

    "Tuo fratello ti ha detto qualcosa di ciò che sta imparando per diventare auror?"

    Chiese, tutta interessata


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    La replica da me inaspettata della Shiny riesce a dipingere in un istante la delusione nei miei occhi. Metabolizzo il desiderio di "studiare" espresso dalla studentessa con gli occhi vacqui, persi e le labbra aperte, socchiuse, secche. Mi destabilizza l' imbarazzo di aver preso subito l' iniziativa di cominciare un duello illecito e anche l' autocontrollo della Serpeverde. Quest' ultima mi aveva appena confessato di essere circondata da Auror in famiglia; per me è già difficile starsene con le mani in mano quando sei bombardato di lettere dal tuo fratellone, che ti narra le gesta compiute e gli incanti imparati all' Accademia. Mi sorprende che la Shiny non abbia ceduto all' impulso come ho fatto io.

    Come diamine mi è venuto in mente di proporre una cosa del genere?

    Penso, iniziando a sentire il senso di colpa bollire nello stomaco. L' adrenalina mi aveva proprio dato alla testa.

    Uh, emh, capisco, mormoro chiudendo le palpebre per prendere un respiro, non vuoi infrangere le regole aggiungo, facendo scivolare lo zaino per terra, che cade con un rumore secco sul pavimento in pietra. Sei furba, conviene anche a me, sono già stato bocciato una volta - hehe concludo con una risata nervosa, chinandomi sullo zainetto giallo paglierino. Tiro fuori i libri di testo e mi accascio a ridosso di un muro, fino a ritrovarmi col sedere piantato in terra e i manuali di ciascuna materia impilati accanto alle mie gambe incrociate.
    Alzo la testa per guardare Rey quando questa mi pone la domanda su mio fratello.

    Oh, boccheggio, riflettendo, mi racconta cosa fa a lezione, ma non scende mai troppo nei dettagli, sbuffo mentre apro il quadernetto degli appunti trovato sul fondo dello zaino, pensa che se lo facesse imiterei le sue mosse "facendomi male", è diventato quasi come la mamma, sempre così barboso! Roteo gli occhi al cielo e ridacchio, ripensando all' ultima novità. E sai cosa? Mi ha detto che è da Luglio che studia per diventare Animagus, e di recente ha preso la patente... Chiedi per conto mio ai tuoi parenti Auror se pensano che trasformarsi in una pecora sia in qualche modo utile! Mi schiaffo la mano in fronte e rido ancora pensando alla fotografia che mamma aveva inviato nella sua ultima lettera, foto che rappresentava Nath come un buffo montone dal manto bianco e marroncino.
    Sfoglio il quaderno degli appunti fino a ritrovare le ultime nozioni segnate.

    Rey la appello e a te hanno mai detto qualcosa sul... cosa significa essere Auror?

    Sono curioso di sapere se la Serpeverde abbia più idea di cosa voglia dire far parte delle Forze dell' Ordine Magiche, dopotutto Nath è ancora un cadetto inesperto (fortuna che non è qui), dev' essere ancora più emozionante avere chi ha già un passato eroico alle spalle o addirittura al presente, specie se disposto a narrartelo scendendo nei minimi dettagli.

    In verità non è nemmeno il mio sogno diventare Auror confesso io non so più che voglio fare, ho avuto tanti sogni, fin' ora... e malinconicamente chino la testa all' indietro.
    ↳ hufflepuff ↳ 12 yo ↳ vibessheet
     
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    RiassuntoRey sente le frasi del compagno e rimane colpita da quanto per lui fosse naturale ricevere informazioni dal fratello che studia per diventare auror. Il paragone con la famiglia di Rey era inevitabile e il pensare a quanto era ingiusta la sua situazione e a quello che doveva passare la fece subito scoppiare a piangere



    REY SHINY
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    Il ragazzo continuò a parlare, dicendo che per il duello Rey non voleva infrangere le regole.

    "Non è per le regole, è perchè non penso di esserne ancora in grado"

    Si limitò a dire.
    Poi, quando lui iniziò a parlare del fatto che suo fratello gli raccontava cose, Rey sentì una morsa al petto.
    Voleva essere nella sua situazione, voleva che la sua famiglia stracolma di Auror raccontasse le esperienze, e invece lei era stata costretta a vivere dai babbani e dimenticarsi la magia, pena una fracca di botte.
    Parlò di animagus, e poteva essere strano, ma Rey nemmeno sapeva cosa era un animagus, tuttavia riuscì ad arrivarci ad intuito quando parlò di trasformarsi in una pecora. Aveva imparato a trasformarsi in un animale?
    Rey continuò ad osservare il ragazzo, più parlava più una mano invisibile fatta di frustrazione, tristezza e rassegnazione le stringeva il petto impedendole di respirare.
    Quanto avrebbe voluto sapere cosa facevano gli auror, ricordava solo qualche flashback di quando aveva quattro anni, nel giardino a lanciarsi incantesimi per allenarsi, e praticamente basta.

    "Chiedi per conto mio ai tuoi parenti Auror"

    La superficialità con cui disse quelle parole le fecero ancor più rendere conto di quanto la vita che aveva vissuto fosse così ingiusta e atipica, chiedere a loro? Non sia mai, una cosa del genere e le sarebbero arrivate botte senza ricevere risposta.

    "Io non chiedo niente a loro!"

    Le uscì di getto, in tono leggermente aggressivo, ancora con lo sguardo spaventato e fisso nel vuoto, le gambe tremanti.
    Avrebbe voluto sapere, e invece le era stato proibito, era stata chiusa in una prigione senza mura per tutti questi anni...

    "hanno mai detto qualcosa sul... cosa significa essere Auror?"

    Rey iniziò a tremare in maniera più visibile, gli occhi si riempirono di lacrime mentre lo osservava cercando (e fallendo) di mostrarsi tranquilla.

    "No non mi hanno detto ... niente"

    Disse, la morsa al cuore era ancor più forte e le lacrime appese agli occhi iniziarono a scendere

    "Odio la mia famiglia! Non voglio mai più tornare a casa, voglio vivere ad Hogwarts per sempre dove è permesso avere curiosità, voglia di imparare e non ho paura di chiedere"

    Pensò, ebbe poi un piccolo tremolio, tornando a guardare il compagno.

    "I-Io non... non so cosa voglio... fare ma..."

    Disse singhiozzando, ormai era impossibile nasconderlo, non voleva pensare alla sua famiglia, ma spesso era inevitabile

    "Non... voglio lavorare con... i miei famigliari ...."

    Disse ancora singhiozzando e strofinandosi gli occhi

    "Voglio... duellare, imparare... e scoprire incanti forti, non so il lavoro che fa per me"

    Le lacrime scesero sempre di più, si coprì il viso, non avrebbe voluto piangere, ma vedere quanto per alcuni il ricevere informazioni sulla magia da famigliari era così semplice, naturale, le faceva male. Lei... probabilmente aveva rischiato anche la vita per una di queste domande... non sapeva la gravita precisa delle azioni di suo padre, sapeva solo che la picchiava e la minacciava.
    Avrebbe voluto urlare, voleva far esplodere tutto e picchiare tutti, prendersela col mondo e sfogare la sua rabbia.


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