Hogwarts: Il Paiolo Magico - {Harry Potter GDR}

Per Aspera ad Astra

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    Di tutto un po', spezzoni di vita dei miei pg, idee, immagini e, ovviamente, meme.


    Nathan Aaron Shepard
    Sneak Peak

    School


    - Ha saltato buona parte del 3° anno per via dell'assassinio dei genitori, recuperando nei mesi successivi (durante questo periodo era praticamente inavvicinabile)
    - Nella Battaglia, per cercare di salvare il suo primo (ed unico) fidanzato, ha subito la maledizione Cruciatus per un paio di minuti prima che qualcuno riuscisse ad intervenire.
    - Dal 5° anno in poi è diventato molto chiuso ed introverso, taciturno, con forti attacchi d'ansia quando sentiva dei rumori troppo forti
    - Non ama il caldo e si scotta facilmente, sempre 5° anno s'è preso una brutta insolazione durante una lezione in esterna, che lo ha costretto a mettere pomate ed unguenti per una settimana.
    - Non ha mai partecipato ai balli scolastici (anche se gli piace molto danzare in coppia, non da solo): i primi anni, con il fidanzato si vergognava a ballare con un altro maschio, dopo invece non se la sentiva più di andarci. Al 6° anno ha fatto un tentativo che gli è costato un forte attacco d'ansia ed hanno dovuto portarlo via di peso.
    - Ha avuto degli scontri cercando di proteggere altri studenti nati babbani ma, non essendo abile nel combattimento, spesso e volentieri finiva in infermeria per qualche giorno, discretamente tumefatto.

    Life


    - Ha avuto 2 ragazze, provando a "non essere gay", entrambe relazioni abbastanza disastrose.
    - Gli piace molto leggere in compagnia, ognuno il proprio libro ma insieme nella stessa stanza.
    - Prende il tè con 2 zollette di zucchero ed una nuvola di latte, sporadicamente può aggiungerci anche del limone ma non sempre.
    - Ama i biscotti alla crema.
    - I suoi colori preferiti sono il blu notte/argento/oro/viola.
    - Essendo alto e dinoccolato con delle gambe lunghe, perde facilmente l'equilibrio, sempre per questa scarsa stabilità non è mai stato bravo nel volare con la scopa, cadendo la maggior parte delle volte che ci ha provato.
    - Adora nuotare, attività che fa quando può nel laghetto dietro la villa.
    - E' molto abitudinario, non ama uscire dalla sua comfort zone, ad esempio utilizza sempre lo stesso profumo, floreale e delicato, che ricorda il biancospino.
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    Edited by ~ Kharis - 26/5/2023, 22:42
     
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    #KharisVibes
    (il pg, non l'utente, che invece saggiamente spartisce i traumi su tutte le sue creazioni :3)



    were-all-gonna-die-atlantis

    chaoticgood

    opsiedaisy

    baddec

     
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    A beautiful sky - Not as much as you

    Once upon a time
    Il ragazzo dondolò le gambe mentre era seduto al posto scelto per il viaggio. Era emozionato, stava andando ad Hogwarts! C'erano molti altri primini come lui, non vedeva l'ora di fare amicizia con tutti, chissà se lo avrebbero trovato simpatico... Uscendo dal tumulto del suo vagone, si mise ad ammirare la vista fuori dai finestrini del corridoio, un bellissimo tramonto stava tingendo il cielo di meravigliose sfumature: appoggiò le mani al vetro freddo, guardando in ammirazione
    «Si vede già il castello?»
    la domanda lo fece voltare e per la prima volta nella sua vita, sentì una sensazione nel petto che nessun tramonto o splendido paesaggio naturale gli aveva mai dato
    «È... È ancora presto. Mamma dice che possiamo vederlo dalla stazione di Hogsmeade»
    replicò, arrossendo per il fatto che un estraneo gli aveva rivolto la parola così all'improvviso, non se l'aspettava
    «Non vedo l'ora! Non sono mai stato in un castello»
    continuò l'altro, appoggiandosi in modo simile al vetro: i suoi occhi erano di un verde brillante, i capelli castani tendenti al rossiccio, lievi lentiggini gli correvano sul volto illuminato da un sorriso affascinato
    «S... Sai già in che Casa vuoi andare? Io... Io spero di entrare nei Serpeverde, come i miei nonni. Sembra importante per loro, ma mamma ha detto che per lei e papà va bene tutto»
    ammise il primo ragazzino, torcendosi un po' le dita tra le mani: c'erano stati dei dissapori tra la sua famiglia ma era sicuro che si sarebbero appianati. L'altro scrollò le spalle
    «Ma non stavamo andando in un castello?»
    domandò inclinando leggermente la testa, per poi ridacchiare alla confusione del suo interlocutore, che capì in quel momento la battuta
    «Scusa scusa, scherzavo! Mmmh... Dall'opuscolo che hanno dato ai miei non so... Credo mi piacerebbe essere Grifondoro! Ma penso che i migliori potrebbero essere di Corvonero, devi essere tipo super intelligente per andarci»
    commentò massaggiandosi il mento in modo teatrale. Il giovane lì accanto annuì in conferma poi rimasero in silenzio per qualche altro minuto, semplicemente godendosi il bellissimo spettacolo che si stava svolgendo davanti ai loro occhi man mano che il treno si avvicinava alla stazione
    «Mi chiamo Scott, comunque. Scott Ferguson»
    disse infine il giovane dallo sguardo allegro. L'altro gli fece un ampio sorriso, tendendo la mano di rimando, sentendo il calore della stretta, che in un modo ignoto gli si estese per tutto il corpo
    «Nathan Aaron Shepard, mi fa piacere conoscerti. Spero diventeremo amici»
    ammise con un po' di apprensione.

    «Lo spero anche io. Ti spiace se ti chiamo Nat?»
    «No» mormorò lui «Non mi dispiace affatto»

    When things were simpler
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    #Daniel Vs Wallcreeper
    -Estratto dai ricordi-

    Daniel_ricordo_Wallcreeper

     
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    Villa Shepard
    Gregory Sebastian Crest

    "May God have mercy, because I will not"


    Nato babbano, ha frequentato Hogwarts (Grifondoro) e, una volta diplomato, ha scelto la carriera Auror. Mago da combattimento con conoscenze di medicina, ha sempre trovato molto interessante l'uso delle armi da fuoco prima di entrare in campo magicamente: esperto tiratore, continua ad allenarsi anche al giorno d'oggi.
    Ferito in servizio, non potendo più fare il lavoro che amava e non volendo finire dietro una scrivania, è stato assunto come "maggiordomo" dai coniugi Shepard, che già conosceva in quanto avevano frequentato in anni simili la scuola, sua vera natura sarebbe stata quella di bodyguard per la famiglia. Temendo per la loro incolumità data la posizione che entrambi avevano, così contraria a quella di molti purosangue, alla nascita del loro primo (ed unico) erede, arrivò in casa anche Gregory: a tratti freddo ed austero, ha sempre stravisto per Nathan, considerandolo a tutti gli effetti come un figlio.
    L'attacco dei Mangiamorte a Villa Shepard che portò alla morte dei coniugi, lo lasciò profondamente ferito sia nell'animo che nel corpo, tutt'ora zoppica e preferisce smaterializzarsi più che camminare. Il suo più grande rimpianto è quello di non essere riuscito a difenderli, motivo per cui è incredibilmente protettivo nei confronti di Nathan.
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    after
    La porta si era appena chiusa, le ultime parole ancora aleggiavano nell'aria. Non sparire? Si sentiva morire. La breve facciata che era riuscito a tirare su i minuti prima cadde rovinosamente, lasciandolo scosso da tremori e singhiozzi: aveva male ovunque, sentiva la vergogna di quanto successo impressa sul suo corpo, nel suo corpo, la mente ancora non riusciva a ricordare precisamente gli eventi, era tutto offuscato.
    Non sentì nemmeno il rumore della smaterializzazione, ma si voltò di scatto quando altre mani furono su di lui
    «NON MI TOCCARE!»
    girdò istintivamente, facendo sussultare Gregory, preoccupato, sconvolto, incredulo
    «Cosa... che...»
    riuscì a balbettare, tenendo le braccia tese, incapace di andare contro un ordine così diretto ma al contempo volendolo tenere stretto. Nathan ebbe dei conati, immediatamente una ciotola comparve davanti in cui si potè riversare tutto il contenuto dello stomaco, bile e lacrime: non c'era nulla da fare, se non lasciarlo sfogare, così come allora.
    Poi, la disperazione iniziò a scemare, lasciandolo tremante, occhi sbarrati che non cessavano di piangere, anche se in silenzio
    «Perchè non ci hai fermati»
    mormorò guardando il vuoto, la supplica pietosa rimbombò nelle orecchie del maggiordomo, sovrastata da un'altra, una voce più giovane, più disperata
    "Perchè non li hai fermati? Contavano su di te, dovevi fermarli!"
    «Io... pensavo che vi foste ritrovati...»
    replicò, una scusa debole, un errore madornale. Credeva che Nathan avesse finalmente trovato il coraggio di esprimere i sentimenti che mai aveva dichiarato, ed invece era andato tutto terribilmente storto. Ora era in stato di shock, non sentiva nemmeno le parole contrite del più vecchio, era immobile a guardare il vuoto, come se potesse trovare lì le sue risposte: Gregory lo prese in braccio, nessuna rimostranza, portandolo nel bagno principale, occupandosi di lui così come faceva quando era più piccolo.
    Poteva lenire i dolori del corpo, ma non quelli dello spirito.

    Quando uscì dalla vasca, il purosangue aveva un'espressione neutra, assente, si vestì meccanicamente con i suoi abiti migliori
    "Sciacquati la faccia, metti un bel vestito, usalo come armatura, non fargli vedere il tuo dolore"
    il suo mantra da quando aveva dovuto prendere in mano gli affari di famiglia, tenendo a bada le serpi dei parenti
    «Ho provveduto a rimettere a posto lo stu...»
    «Assicurati che tutto sia pronto per la riunione di oggi. Dobbiamo valutare se è ancora sostenibile lo scambio con Boston, le tratte oltreoceano stanno diventando sempre più costose»
    tagliò corto il padrone di casa, monotono
    «Nat, possiamo rimandare per oggi»
    replicò l'altro, cercando di essere il più comprensivo possibile, ma ricevette solo un'occhiata gelida
    «Spostare la riunione è simbolo di debolezza, una mancanza di professionalità. Non è ammissibile. Il resto non è importante, può aspettare. Sono stato chiaro?»
    la voce sottile, quasi un sibilo. Il maggiordomo abbassò lo sguardo, sconfitto, accusando il colpo
    «Si, signore»
    rispose semplicemente, smaterializzandosi. Nathan si era chiuso nuovamente, relegando le sue emozioni a mere ancore che lo trattenevano, ribollendo nel senso di colpa e vergogna: non sapeva quanta altra miseria poteva sopportare, sarebbe stata questa la volta in cui la corda si sarebbe spezzata?
    I'll survive, but at what cost?
     
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    I will not say the Day is done,

    nor bid the Stars farewell.
    «Va tutto bene non preoccupatevi! I miei studi mi tengono molto occupata»
    la voce trillante non sembrava nemmeno la sua. Si sentiva come se stesse osservando la scena dall'alto, simile più ad un film che a qualcosa di reale
    «Si, lo so... ma puoi smaterializzarti no? Lo hai già fatto altre volte, basta che ci avvisi e liberiamo il fienile. È solo che... poco tempo fa facevamo le corse in ospedale ed ora vivi da sola a Londra, fammi fare il mio dovere di mamma e lasciami preoccupare per la mia bambina»
    replicò la voce dall'altra parte del telefono, se ne potevano sentire altre due che all'unisono cantilenavano
    «Anche noi vogliamo sentire Kharis! Ehi sorellonaaaaaa Evvie ha preso la tua stanza vuole farla tutta rosa!»
    «Non è vero, bugiarda! Non è vero Kharis non cambio nulla davvero e te la lascio quando vieni qua giuro, Ellie è una stron...»
    «Evelyn Donovan non finire quella frase se non vuoi una punizione di una settimana! Scusa cara, le gemelle sono emozionate che tu abbia ripreso a studiare, sono curiose di vedere quale altra magia imparerai. Sono rimaste così affascinate da quel gattino azzurro!»

    sospirò la madre, con una risata da entrambe le bambine, che dopo aver salutato a gran voce corsero fuori
    «Sì, certo, me lo ricordo. Appena riesco a tornare sono certa di potergli mostrare qualcosa di altrettanto bello. Tu come stai? E Thomas? Mi spiace aver mancato il matrimonio»
    la voce sempre gioviale, il volto una maschera priva di emozioni. Era riversa in un lettino del San Mungo, durante una delle peggiori crisi mai avute, in cui l'Heliantus l'aveva fatta quasi soffocare nei suoi stessi fluidi mentre suo fratello attendeva all'altare, dopo aver posticipato due volte la data per via della malattia. Il suo gran giorno rovinato ancora una volta dalla strana sorella che passava metà anno in una "scuola privata" ed ultimamente non poteva tornare dalla famiglia, che come sempre doveva mentire per coprire la vera situazione della ragazza
    «E' tutto ok, davvero, Tommy dice sempre che il più bel regalo di matrimonio è stato sapere che stavi bene. L'attacco è stato improvviso, anche io ho fatto fatica ad arrivare da te, quando ho visto il medico apparire dal camino ho temuto il peggio...»
    replicò, tono rotto e tremolante, per poi riprendersi con una breve risatina
    «Ma è tutto passato! Sapevo che saresti stata benissimo, sei la mia lucky charm, non poteva andare diversamente»
    La felicità della donna era palpabile anche solo dalla chiamata telefonica. Kharis poteva immaginare con assoluta precisione il volto solare della madre, mentre camminava per la cucina del cottage, il punto in cui i cellulari prendevano meglio, gesticolando con le mani anche se l'altra persona non poteva vederla. Non ce la faceva più, era troppo
    «Certo. Ora devo tornare a studiare, domani ho lezione. Ci sentiamo più avanti?»
    domandò, mantenendo la facciata felice e spensierata che si era così impegnata ad intessere per i familiari, una menzogna sopra l'altra, una scusa dietro l'altra
    «Sicuramente tesoro mio. Sai che ci sono sempre per te, per voi, i miei bimbi anche se ormai adulti... Ah, come passa il tempo! Un bacio gioia mia, quando vuoi passare per casa ti preparo il dolce di cioccolato»
    salutò la donna, così da permettere a Kharis di chiudere la chiamata e sospirare pesantemente, tremando leggermente. Non poteva fargli sapere che... Li aveva fatti preoccupare abbastanza. Potevano vivere una vita più tranquilla adesso, con lei fuori dai piedi. Non si meritavano... guardò lo specchio dalla parte opposta della stanza, scheggiato, che rifletteva il pessimo stato suo e del monolocale
    «Questo»
    concluse ad alta voce, andandosi a sedere per terra ai piedi del letto, rannicchiando le gambe al petto. Prese la bacchetta, si concentrò, e provò a scavare nella sua memoria
    «Expecto Patronum»
    mormorò con un filo di voce, come al solito da qualche tempo a quella parte uscì un fumetto azzurro e niente altro. Non era più riuscita ad avocare il suo Patrono dalla fine della scuola. Attirò a sé una bottiglia di liquore mezza piena, scolandosene un ampio sorso.
    Era estenuante mantenere quella facciata.
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    Edited by ~ Kharis - 29/5/2023, 21:30
     
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    House Shepard - Family Tree

    Albero%20Nathan



    Edited by ~ Kharis - 29/9/2023, 17:15
     
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    When time stops - and the wait begins

    Everything is temporary
    Nathan si smaterializzò davanti a Villa Shepard, ancora impolverato e affannato ma contento di essere tornato a casa. La missione era stata discretamente tranquilla, si era immaginato chissà cosa! Ed invece tutti erano tornati sani e salvi, avevano recuperato l'artefatto ed era riuscito a rendersi utile: un successo!
    Camminando sul vialetto verso la casa, si bloccò all'improvviso, paralizzato sul posto, immediatamente ebbe flashback del passato. Gregory lo attendeva sulla soglia.
    Conosceva quell'espressione, la temeva. L'aveva vista poco prima di sapere dei suoi genitori, l'aveva vista quando Leah era sparita. Sentì il terreno sparirgli da sotto i piedi mentre avanzava perdendo colore dal volto
    «Julius?»
    bisbigliò, una supplica appena udibile, un secco cenno di diniego dall'altro. Nathan si accasciò a terra, subito raggiunto dal maggiordomo che tentò di sorreggerlo
    «Nate...»
    iniziò a singhiozzare.

    Era scattata la mezzanotte ma l'orologio restava silente.
    Everything will slide
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    Edited by ~ Kharis - 11/6/2023, 09:04
     
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    Just because you're soft doesn't mean you're not a force.
    Honey and Wildfire are both the color
    gold

    I beg you pardon?
    Then beg.
    Gregory entrò nella biblioteca tramite la porta, cosa che non presagiva mai nulla di buono, solitamente si smaterializzava
    «Ha visite, signore»
    il tono piatto e l'eccessivo distacco, secondo campanello d'allarme. Nathan si alzò sospirando, prendendo il bicchiere di liquore lasciato a metà sul tavolino, aveva in mente di sorseggiarlo con calma durante tutta la serata di placida lettura, lo tirò giù in un sorso seguito subito dopo dal contenuto di una boccetta che aveva in tasca, mentre il maggiordomo con un colpo di bacchetta faceva apparire dei vestiti eleganti al posto di quelli più confortevoli che il purosangue indossava nella tranquillità di casa.
    In quel momento doveva andare in battaglia, gli serviva la sua armatura.
    Uscito dalla sala, notò la porta dello studio aperta, quasi digrignò i denti: erano già arrivati, proprio lì, dannazione. Entrò senza troppo tergiversare, non valeva la pena tirarla per le lunghe: vide i due cugini, gemelli, che si erano sistemati senza complimenti, lui mezzo disteso sul divanetto e lei appoggiata alla scrivania, che osservava delle carte (inutili, poteva guardare quanto voleva, maledetta oca)
    «Vi direi di accomodarvi, ma vedo che mi avete preceduto. A cosa devo questa tarda visita?»
    sospirò Nathan, andandosi a sedere sulla poltroncina dal lato opposto, in modo da poterli vedere entrambi e non averli alle spalle. La donna ridacchiò con fare civettuolo, portandosi una mano davanti alla bocca mentre il fratello grugniva qualcosa di inintelligibile, aveva già trovato una bottiglia di brandy, dannato beone
    «Natty sei sempre un simpaticone. Non possiamo semplicemente venire a trovare il nostro cuginetto preferito?»
    replicò la strega, falsa come una moneta da 3 zellini. Lo spezzaincantesimi roteò teatralmente gli occhi al cielo, poggiando il gomito sul poggiabraccio della poltrona, in modo da poter accasciare la testa sulla mano, proseguendo a guardare i due mentre alzava le sopracciglia
    «Sputa il rospo, Grimhilde. Avete bisogno di altri soldi? Sappiate che vostra madre ne sarà informata, verranno detratti dalle sue prossime quote... è un miracolo che riesca ancora a star dietro alle vostre spese.»
    tagliò corto, già stufo di dover perdere la serata tranquilla che si era pregustato. Il tipo sul divanetto fece per alzarsi ma la mano ferma della sorella sulla spalla, lo bloccò dov'era
    «Lavati la bocca prima di parlare di nostra madre, frocetto»
    si limitò a schernire, ottenendo una risposta fintamente sconvolta dalla donna
    «Elias! Non dire così, sono voci assolutamente infondate. No, nessun fondo necessario, grazie di aver chiesto Natty, sei sempre premuroso. Come va la vita?»
    lo redarguì senza vero intento di farlo, per poi proseguire con un miele nella voce che fece ribaltare lo stomaco del padrone di casa. Era disgustoso avere a che fare con quei due: lei, manipolatrice e scaltra, lui ubriacone e rapido alla violenza, quasi inseparabili, morbosamente attaccati l'uno all'altra
    «Splendidamente, cara cugina grazie della premura. Se è tutto, è parecchio tardi e vorrei andare a riposare»
    tagliò corto il purosangue, senza veramente sperare che la chiacchierata potesse interrompersi così facilmente
    «Uuuuuh, non devi andare a scaldare il letto a nessuno, questa volta? Il vecchio o il toy boy... aspetta, quello forse ha troppi buchi al momento da riuscire a riempirli tutti»
    biascicò Elias tracannando un ampio sorso di liquore, ricevendo una pacca sulla spalla dall'altra, una sorta di "punizione" anche se ovviamente non veritiera
    «Sei impossibile da portare in giro, che boccaccia ti ritrovi! Sono assolutamente certa che ci saranno stati affari improrogabili che hanno trattenuto il nostro esimio capofamiglia a casa del capo degli Auror per tutta una notte»
    tanto per cambiare, lo stavano seguendo. Non era una novità, anche se quella volta Nathan era stato abbastanza sicuro di essersi spostato in anonimato... bhè, evidentemente non era così. Poco male, dubitava che Magnus si sarebbe fatto intimidire da qualche bellimbusto assoldato da quei due cretini. Strinse la mascella nel sentir accennare a Nate, dovendosi ricordare che anche se davano aria alla bocca non c'entravano con quella storia, era al "sicuro" al San Mungo, non lo avrebbero toccato. Stavano solo cercando di entrargli sottopelle, farlo sbilanciare, spaventarlo come al solito, alludendo che era lui la compagnia sbagliata, in modo che lo allontanasse e tornasse ad essere da solo, vulnerabile. Non avevano idea di cosa stavano scoperchiando.

    «Ripeto, avete qualcosa da discutere invece di sparare idiozie?»
    proseguì Nathan, fingendo magistralmente di non essere per nulla impressionato dalle informazioni. Anni di pratica avevano fatto sì che non trasparissero esternamente le sue vere emozioni, un problema in quasi tutti i lati della vita tranne che per quello in cui era al momento. Accavallò le gambe con fare annoiato, mentre si beava dell'espressione stranita degli altri due: erano probabilmente convinti di colpirlo sul vivo, l'assenza di reazioni non l'avevano calcolata. La donna si riprese rapidamente, un guizzo di perfidia velò gli occhi verdi, ora freddi e calcolatori
    «Oh, certo, certo. Sai, per tutti i contratti e scambi che facciamo sarebbe il caso di trovarci un buon avvocato... mi sembra che tu ne conosca uno, intimamente pare. Vecchi compagni di scuola, se non ho capito male?»
    trillò con il suo solito tono mellifluo. Il padrone di casa sentì la bile salirgli in gola mentre l'altro mago stava ridendo sguaiatamente, finendo di scolarsi il liquore che aveva arraffato e Grimhilde tirava fuori delle foto, buttandole sul tavolino una ad una, con calcolata lentezza. Raffiguravano Nate all'ospedale, la ragazza dai capelli rossi che non lasciava il suo capezzale, persino Cormac al Ministero... poi ce n'erano di lui e Julius, quel fatidico pomeriggio, seguite dall'amico che usciva dallo studio legale, sua madre che faceva la spesa... avevano fatto i compiti. Logicamente non si erano sbilanciati a fare una cosa idiota come quella di pedinare Magnus, un problema in meno per il momento. Nathan non si alzò, né mosse un muscolo, a malapena respirava: aveva appena notato un particolare residuo sul fondo della bottiglia
    "Ci siamo"
    pensò solamente, improvvisamente più calmo e rilassato di quanto si sarebbe aspettato. Non ci avevano messo molto, non ne era stupito, dalla solitudine totale emergeva facilmente un contatto più vicino degli altri.

    Ma questa volta sarebbe stato diverso.

    Il purosangue non disse nulla. Non proferì parola quando Elias smise di ridere, iniziando a boccheggiare. Non parlò quando si piegò in avanti, andando ad inginocchiarsi per terra, tenendosi pancia e petto, la sorella ora preoccupata che correva da lui. Non elargì alcun fiato quando egli iniziò a vomitare sangue, che colava anche da altri orifizi, facendogli diventare la faccia una maschera cremisi
    «OH MIO DIO, ELIAS! Cos'hai fatto, che cazzo hai fatto stronzo bastardo, ELIAS!»
    urlò disperata, la facciata superiore che crollava alla vista del fratello agonizzante. Lo Spezzaincantesimi rimase immobile, statuario, osservandoli dall'alto verso il basso
    «Mammina non vi ha mai insegnato a chiedere il permesso prima di bere in casa altrui? Strano, per quanto mi controllate dovreste sapere che sono un abile pozionista. Potresti spostarlo dal tappeto? Me lo sta macchiando»
    commentò distrattamente, come se si trattasse di un semplice inconveniente. Le grida non si attenuarono, una sequela di improperi misti a suppliche e offese, così come non si fermò l'agonia dell'altro, non finchè non lo avrebbe deciso Nathan. A quel punto, e solo allora, si sarebbe alzato, andando a colmare la breve distanza che li separava, avrebbe preso per il mento la cugina in modo da costringerla a piegare la testa verso l'alto e guardarlo
    «Se gli accade qualcosa... qualunque cosa... non avete idea di cosa vi farò. Niente di ciò che berrete, mangerete o toccherete sarà più al sicuro. Farò in modo che il solo alzarvi dal letto sia un tormento. Conosco ogni transazione, ogni subdola contrattazione, ogni perversione e segreto che pensavate fossi troppo ingenuo e stupido per notare. Ed ho prove per ogni. Singola. Cosa»
    iniziò a dire, lentamente, duramente, scandendo ogni frase in modo che anche nello stato alterato in cui si trovava Grimhilde ne afferrasse pienamente il significato
    «Mi avete portato al limite della follia. Preferisco bruciare la casata con tutti all'interno che darvela vinta: marca le mie parole, cugina cara, ripetile agli altri sciacalli così non devo prendermi la briga di farlo io. Se è guerra che volete, guerra avrete. Pensate di farmi fuori? Venitemi a prendere. Un solo passo falso da parte vostra e tutti i panni sporchi della famiglia Shepard verranno mostrati al mondo: non mi interessa se crollerò anche io con voi. Muoia Sansone e tutti i Filistei. Hai capito?»
    concluse, diretto, senza mezzi termini. Non ricevendo risposta se non continue frasi sconnesse mentre la strega tentava di sorreggere il fratello rantolante, Nathan strinse di più le dita sul volto dell'altra
    «Mi. Hai. Capito?»
    chiese di nuovo, con delle piccole pause tra ogni parola, senza alzare la voce ma, anzi, rendendola quasi un sibilo tra i denti
    «S... sì»
    «Sì, cosa?»
    «Sì, signore»

    «Ecco, brava, ora riporta quell'inutile spreco d'ossigeno a casa e fallo riposare, domani starà bene. Perchè mi guardi così? Pensavi davvero che avrei ucciso Elias? Oh, no, Grimhilde. Dovete soffrire tutti dal primo all'ultimo, la morte sarà solo l'unica scappatoia che vi resterà se non vi comporterete bene. Diciamo che questo era solo un... assaggio di ciò che vi aspetta. Quando arrivate a togliere tutto ad una persona, non stupitevi se poi si rivolta non avendo niente da perdere.»
    concluse, sistemandosi la giacca da sera che aveva addosso, come se quella conversazione l'avesse potuta sgualcire. Pochi istanti dopo, il mago a terra svenne, ma il respiro era regolare se pur rapido: la donna non disse nulla. Nessun commento sagace o invidiosa ritorsione, il trucco colato per le lacrime e l'agitazione la facevano sembrare una bambina con i vestiti di un'adulta. Guardò un'ultima volta con denso astio il padrone di casa, poi fece una smaterializzazione congiunta e sparirono.

    Nello stesso istante dopo il rumore a schiocco, Gregory arrivò in volata, pronto a sorreggere Nathan che perse conoscenza per qualche minuto: l'effetto della pozione Corroborante era svanito, aveva fatto bene a tenersene una boccetta sempre con sé, consumandola poco prima dell'incontro
    «Come sapevi che avrebbe bevuto proprio da quella bottiglia?»
    mormorò mentre si metteva seduto, lo studio ripulito prontamente, era stato adagiato sul divanetto. Ancora pallido e tremante, non poteva credere che il piano aveva funzionato: aveva creato quel veleno per ogni evenienza, in modo da poter fare la sua dichiarazione di guerra alla famiglia alla prima occasione... non aveva idea di come l'altro fosse riuscito ad infilarlo nella bottiglia giusta, la fortuna più sfacciata o...
    «Semplice. Le ho avvelenate tutte»
    replicò lui, con un sorriso beffardo e scaltro. Nathan non entrava quasi mai nello studio e, sicuramente, non beveva più in quella stanza, quindi era stata una scommessa calcolata. I due si guardarono per qualche attimo prima di scoppiare a ridere, nervosamente da parte del purosangue, in modo divertito da parte del maggiordomo.

    Oh, le cose sarebbero cambiate, eccome. Non avrebbe atteso una loro mossa, doveva prepararsi ad infliggere il colpo definitivo prima che potessero organizzarsi. Questa storia sarebbe finita, in un modo o nell'altro, fosse stata l'ultima cosa che faceva.
    ©


    Edited by ~ Kharis - 27/6/2023, 08:04
     
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