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Di tutto un po', spezzoni di vita dei miei pg, idee, immagini e, ovviamente, meme. Nathan Aaron Shepard
Sneak PeakSchool
- Ha saltato buona parte del 3° anno per via dell'assassinio dei genitori, recuperando nei mesi successivi (durante questo periodo era praticamente inavvicinabile)
- Nella Battaglia, per cercare di salvare il suo primo (ed unico) fidanzato, ha subito la maledizione Cruciatus per un paio di minuti prima che qualcuno riuscisse ad intervenire.
- Dal 5° anno in poi è diventato molto chiuso ed introverso, taciturno, con forti attacchi d'ansia quando sentiva dei rumori troppo forti
- Non ama il caldo e si scotta facilmente, sempre 5° anno s'è preso una brutta insolazione durante una lezione in esterna, che lo ha costretto a mettere pomate ed unguenti per una settimana.
- Non ha mai partecipato ai balli scolastici (anche se gli piace molto danzare in coppia, non da solo): i primi anni, con il fidanzato si vergognava a ballare con un altro maschio, dopo invece non se la sentiva più di andarci. Al 6° anno ha fatto un tentativo che gli è costato un forte attacco d'ansia ed hanno dovuto portarlo via di peso.
- Ha avuto degli scontri cercando di proteggere altri studenti nati babbani ma, non essendo abile nel combattimento, spesso e volentieri finiva in infermeria per qualche giorno, discretamente tumefatto.Life
- Ha avuto 2 ragazze, provando a "non essere gay", entrambe relazioni abbastanza disastrose.
- Gli piace molto leggere in compagnia, ognuno il proprio libro ma insieme nella stessa stanza.
- Prende il tè con 2 zollette di zucchero ed una nuvola di latte, sporadicamente può aggiungerci anche del limone ma non sempre.
- Ama i biscotti alla crema.
- I suoi colori preferiti sono il blu notte/argento/oro/viola.
- Essendo alto e dinoccolato con delle gambe lunghe, perde facilmente l'equilibrio, sempre per questa scarsa stabilità non è mai stato bravo nel volare con la scopa, cadendo la maggior parte delle volte che ci ha provato.
- Adora nuotare, attività che fa quando può nel laghetto dietro la villa.
- E' molto abitudinario, non ama uscire dalla sua comfort zone, ad esempio utilizza sempre lo stesso profumo, floreale e delicato, che ricorda il biancospino.
Edited by ~ Kharis - 26/5/2023, 22:42. -
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Now, I can't get over youWhen all the roads you took came back to me
So I'm following the map that leads to you.The map that leads to you
Ain't nothing I can do
The map that leads to you
Altaras. -
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#KharisVibes
(il pg, non l'utente, che invece saggiamente spartisce i traumi su tutte le sue creazioni :3). -
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A beautiful sky - Not as much as youOnce upon a timeWhen things were simpler. -
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#Daniel Vs Wallcreeper
-Estratto dai ricordi-. -
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PNGVilla ShepardGregory Sebastian Crest. -
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I will not say the Day is done,nor bid the Stars farewell.«Va tutto bene non preoccupatevi! I miei studi mi tengono molto occupata»
la voce trillante non sembrava nemmeno la sua. Si sentiva come se stesse osservando la scena dall'alto, simile più ad un film che a qualcosa di reale
«Si, lo so... ma puoi smaterializzarti no? Lo hai già fatto altre volte, basta che ci avvisi e liberiamo il fienile. È solo che... poco tempo fa facevamo le corse in ospedale ed ora vivi da sola a Londra, fammi fare il mio dovere di mamma e lasciami preoccupare per la mia bambina»
replicò la voce dall'altra parte del telefono, se ne potevano sentire altre due che all'unisono cantilenavano
«Anche noi vogliamo sentire Kharis! Ehi sorellonaaaaaa Evvie ha preso la tua stanza vuole farla tutta rosa!»
«Non è vero, bugiarda! Non è vero Kharis non cambio nulla davvero e te la lascio quando vieni qua giuro, Ellie è una stron...»
«Evelyn Donovan non finire quella frase se non vuoi una punizione di una settimana! Scusa cara, le gemelle sono emozionate che tu abbia ripreso a studiare, sono curiose di vedere quale altra magia imparerai. Sono rimaste così affascinate da quel gattino azzurro!»
sospirò la madre, con una risata da entrambe le bambine, che dopo aver salutato a gran voce corsero fuori
«Sì, certo, me lo ricordo. Appena riesco a tornare sono certa di potergli mostrare qualcosa di altrettanto bello. Tu come stai? E Thomas? Mi spiace aver mancato il matrimonio»
la voce sempre gioviale, il volto una maschera priva di emozioni. Era riversa in un lettino del San Mungo, durante una delle peggiori crisi mai avute, in cui l'Heliantus l'aveva fatta quasi soffocare nei suoi stessi fluidi mentre suo fratello attendeva all'altare, dopo aver posticipato due volte la data per via della malattia. Il suo gran giorno rovinato ancora una volta dalla strana sorella che passava metà anno in una "scuola privata" ed ultimamente non poteva tornare dalla famiglia, che come sempre doveva mentire per coprire la vera situazione della ragazza
«E' tutto ok, davvero, Tommy dice sempre che il più bel regalo di matrimonio è stato sapere che stavi bene. L'attacco è stato improvviso, anche io ho fatto fatica ad arrivare da te, quando ho visto il medico apparire dal camino ho temuto il peggio...»
replicò, tono rotto e tremolante, per poi riprendersi con una breve risatina
«Ma è tutto passato! Sapevo che saresti stata benissimo, sei la mia lucky charm, non poteva andare diversamente»
La felicità della donna era palpabile anche solo dalla chiamata telefonica. Kharis poteva immaginare con assoluta precisione il volto solare della madre, mentre camminava per la cucina del cottage, il punto in cui i cellulari prendevano meglio, gesticolando con le mani anche se l'altra persona non poteva vederla. Non ce la faceva più, era troppo
«Certo. Ora devo tornare a studiare, domani ho lezione. Ci sentiamo più avanti?»
domandò, mantenendo la facciata felice e spensierata che si era così impegnata ad intessere per i familiari, una menzogna sopra l'altra, una scusa dietro l'altra
«Sicuramente tesoro mio. Sai che ci sono sempre per te, per voi, i miei bimbi anche se ormai adulti... Ah, come passa il tempo! Un bacio gioia mia, quando vuoi passare per casa ti preparo il dolce di cioccolato»
salutò la donna, così da permettere a Kharis di chiudere la chiamata e sospirare pesantemente, tremando leggermente. Non poteva fargli sapere che... Li aveva fatti preoccupare abbastanza. Potevano vivere una vita più tranquilla adesso, con lei fuori dai piedi. Non si meritavano... guardò lo specchio dalla parte opposta della stanza, scheggiato, che rifletteva il pessimo stato suo e del monolocale
«Questo»
concluse ad alta voce, andandosi a sedere per terra ai piedi del letto, rannicchiando le gambe al petto. Prese la bacchetta, si concentrò, e provò a scavare nella sua memoria
«Expecto Patronum»
mormorò con un filo di voce, come al solito da qualche tempo a quella parte uscì un fumetto azzurro e niente altro. Non era più riuscita ad avocare il suo Patrono dalla fine della scuola. Attirò a sé una bottiglia di liquore mezza piena, scolandosene un ampio sorso.
Era estenuante mantenere quella facciata.
Edited by ~ Kharis - 29/5/2023, 21:30. -
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Edited by ~ Kharis - 29/9/2023, 17:15. -
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When time stops - and the wait beginsEverything is temporaryEverything will slide
Atom ~. -
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Edited by ~ Kharis - 11/6/2023, 09:04. -
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©Just because you're soft doesn't mean you're not a force.
Honey and Wildfire are both the colorgoldI beg you pardon?Then beg.Gregory entrò nella biblioteca tramite la porta, cosa che non presagiva mai nulla di buono, solitamente si smaterializzava
«Ha visite, signore»
il tono piatto e l'eccessivo distacco, secondo campanello d'allarme. Nathan si alzò sospirando, prendendo il bicchiere di liquore lasciato a metà sul tavolino, aveva in mente di sorseggiarlo con calma durante tutta la serata di placida lettura, lo tirò giù in un sorso seguito subito dopo dal contenuto di una boccetta che aveva in tasca, mentre il maggiordomo con un colpo di bacchetta faceva apparire dei vestiti eleganti al posto di quelli più confortevoli che il purosangue indossava nella tranquillità di casa.
In quel momento doveva andare in battaglia, gli serviva la sua armatura.
Uscito dalla sala, notò la porta dello studio aperta, quasi digrignò i denti: erano già arrivati, proprio lì, dannazione. Entrò senza troppo tergiversare, non valeva la pena tirarla per le lunghe: vide i due cugini, gemelli, che si erano sistemati senza complimenti, lui mezzo disteso sul divanetto e lei appoggiata alla scrivania, che osservava delle carte (inutili, poteva guardare quanto voleva, maledetta oca)
«Vi direi di accomodarvi, ma vedo che mi avete preceduto. A cosa devo questa tarda visita?»
sospirò Nathan, andandosi a sedere sulla poltroncina dal lato opposto, in modo da poterli vedere entrambi e non averli alle spalle. La donna ridacchiò con fare civettuolo, portandosi una mano davanti alla bocca mentre il fratello grugniva qualcosa di inintelligibile, aveva già trovato una bottiglia di brandy, dannato beone
«Natty sei sempre un simpaticone. Non possiamo semplicemente venire a trovare il nostro cuginetto preferito?»
replicò la strega, falsa come una moneta da 3 zellini. Lo spezzaincantesimi roteò teatralmente gli occhi al cielo, poggiando il gomito sul poggiabraccio della poltrona, in modo da poter accasciare la testa sulla mano, proseguendo a guardare i due mentre alzava le sopracciglia
«Sputa il rospo, Grimhilde. Avete bisogno di altri soldi? Sappiate che vostra madre ne sarà informata, verranno detratti dalle sue prossime quote... è un miracolo che riesca ancora a star dietro alle vostre spese.»
tagliò corto, già stufo di dover perdere la serata tranquilla che si era pregustato. Il tipo sul divanetto fece per alzarsi ma la mano ferma della sorella sulla spalla, lo bloccò dov'era
«Lavati la bocca prima di parlare di nostra madre, frocetto»
si limitò a schernire, ottenendo una risposta fintamente sconvolta dalla donna
«Elias! Non dire così, sono voci assolutamente infondate. No, nessun fondo necessario, grazie di aver chiesto Natty, sei sempre premuroso. Come va la vita?»
lo redarguì senza vero intento di farlo, per poi proseguire con un miele nella voce che fece ribaltare lo stomaco del padrone di casa. Era disgustoso avere a che fare con quei due: lei, manipolatrice e scaltra, lui ubriacone e rapido alla violenza, quasi inseparabili, morbosamente attaccati l'uno all'altra
«Splendidamente, cara cugina grazie della premura. Se è tutto, è parecchio tardi e vorrei andare a riposare»
tagliò corto il purosangue, senza veramente sperare che la chiacchierata potesse interrompersi così facilmente
«Uuuuuh, non devi andare a scaldare il letto a nessuno, questa volta? Il vecchio o il toy boy... aspetta, quello forse ha troppi buchi al momento da riuscire a riempirli tutti»
biascicò Elias tracannando un ampio sorso di liquore, ricevendo una pacca sulla spalla dall'altra, una sorta di "punizione" anche se ovviamente non veritiera
«Sei impossibile da portare in giro, che boccaccia ti ritrovi! Sono assolutamente certa che ci saranno stati affari improrogabili che hanno trattenuto il nostro esimio capofamiglia a casa del capo degli Auror per tutta una notte»
tanto per cambiare, lo stavano seguendo. Non era una novità, anche se quella volta Nathan era stato abbastanza sicuro di essersi spostato in anonimato... bhè, evidentemente non era così. Poco male, dubitava che Magnus si sarebbe fatto intimidire da qualche bellimbusto assoldato da quei due cretini. Strinse la mascella nel sentir accennare a Nate, dovendosi ricordare che anche se davano aria alla bocca non c'entravano con quella storia, era al "sicuro" al San Mungo, non lo avrebbero toccato. Stavano solo cercando di entrargli sottopelle, farlo sbilanciare, spaventarlo come al solito, alludendo che era lui la compagnia sbagliata, in modo che lo allontanasse e tornasse ad essere da solo, vulnerabile. Non avevano idea di cosa stavano scoperchiando.
«Ripeto, avete qualcosa da discutere invece di sparare idiozie?»
proseguì Nathan, fingendo magistralmente di non essere per nulla impressionato dalle informazioni. Anni di pratica avevano fatto sì che non trasparissero esternamente le sue vere emozioni, un problema in quasi tutti i lati della vita tranne che per quello in cui era al momento. Accavallò le gambe con fare annoiato, mentre si beava dell'espressione stranita degli altri due: erano probabilmente convinti di colpirlo sul vivo, l'assenza di reazioni non l'avevano calcolata. La donna si riprese rapidamente, un guizzo di perfidia velò gli occhi verdi, ora freddi e calcolatori
«Oh, certo, certo. Sai, per tutti i contratti e scambi che facciamo sarebbe il caso di trovarci un buon avvocato... mi sembra che tu ne conosca uno, intimamente pare. Vecchi compagni di scuola, se non ho capito male?»
trillò con il suo solito tono mellifluo. Il padrone di casa sentì la bile salirgli in gola mentre l'altro mago stava ridendo sguaiatamente, finendo di scolarsi il liquore che aveva arraffato e Grimhilde tirava fuori delle foto, buttandole sul tavolino una ad una, con calcolata lentezza. Raffiguravano Nate all'ospedale, la ragazza dai capelli rossi che non lasciava il suo capezzale, persino Cormac al Ministero... poi ce n'erano di lui e Julius, quel fatidico pomeriggio, seguite dall'amico che usciva dallo studio legale, sua madre che faceva la spesa... avevano fatto i compiti. Logicamente non si erano sbilanciati a fare una cosa idiota come quella di pedinare Magnus, un problema in meno per il momento. Nathan non si alzò, né mosse un muscolo, a malapena respirava: aveva appena notato un particolare residuo sul fondo della bottiglia
"Ci siamo"
pensò solamente, improvvisamente più calmo e rilassato di quanto si sarebbe aspettato. Non ci avevano messo molto, non ne era stupito, dalla solitudine totale emergeva facilmente un contatto più vicino degli altri.
Ma questa volta sarebbe stato diverso.
Il purosangue non disse nulla. Non proferì parola quando Elias smise di ridere, iniziando a boccheggiare. Non parlò quando si piegò in avanti, andando ad inginocchiarsi per terra, tenendosi pancia e petto, la sorella ora preoccupata che correva da lui. Non elargì alcun fiato quando egli iniziò a vomitare sangue, che colava anche da altri orifizi, facendogli diventare la faccia una maschera cremisi
«OH MIO DIO, ELIAS! Cos'hai fatto, che cazzo hai fatto stronzo bastardo, ELIAS!»
urlò disperata, la facciata superiore che crollava alla vista del fratello agonizzante. Lo Spezzaincantesimi rimase immobile, statuario, osservandoli dall'alto verso il basso
«Mammina non vi ha mai insegnato a chiedere il permesso prima di bere in casa altrui? Strano, per quanto mi controllate dovreste sapere che sono un abile pozionista. Potresti spostarlo dal tappeto? Me lo sta macchiando»
commentò distrattamente, come se si trattasse di un semplice inconveniente. Le grida non si attenuarono, una sequela di improperi misti a suppliche e offese, così come non si fermò l'agonia dell'altro, non finchè non lo avrebbe deciso Nathan. A quel punto, e solo allora, si sarebbe alzato, andando a colmare la breve distanza che li separava, avrebbe preso per il mento la cugina in modo da costringerla a piegare la testa verso l'alto e guardarlo
«Se gli accade qualcosa... qualunque cosa... non avete idea di cosa vi farò. Niente di ciò che berrete, mangerete o toccherete sarà più al sicuro. Farò in modo che il solo alzarvi dal letto sia un tormento. Conosco ogni transazione, ogni subdola contrattazione, ogni perversione e segreto che pensavate fossi troppo ingenuo e stupido per notare. Ed ho prove per ogni. Singola. Cosa»
iniziò a dire, lentamente, duramente, scandendo ogni frase in modo che anche nello stato alterato in cui si trovava Grimhilde ne afferrasse pienamente il significato
«Mi avete portato al limite della follia. Preferisco bruciare la casata con tutti all'interno che darvela vinta: marca le mie parole, cugina cara, ripetile agli altri sciacalli così non devo prendermi la briga di farlo io. Se è guerra che volete, guerra avrete. Pensate di farmi fuori? Venitemi a prendere. Un solo passo falso da parte vostra e tutti i panni sporchi della famiglia Shepard verranno mostrati al mondo: non mi interessa se crollerò anche io con voi. Muoia Sansone e tutti i Filistei. Hai capito?»
concluse, diretto, senza mezzi termini. Non ricevendo risposta se non continue frasi sconnesse mentre la strega tentava di sorreggere il fratello rantolante, Nathan strinse di più le dita sul volto dell'altra
«Mi. Hai. Capito?»
chiese di nuovo, con delle piccole pause tra ogni parola, senza alzare la voce ma, anzi, rendendola quasi un sibilo tra i denti
«S... sì»
«Sì, cosa?»
«Sì, signore»
«Ecco, brava, ora riporta quell'inutile spreco d'ossigeno a casa e fallo riposare, domani starà bene. Perchè mi guardi così? Pensavi davvero che avrei ucciso Elias? Oh, no, Grimhilde. Dovete soffrire tutti dal primo all'ultimo, la morte sarà solo l'unica scappatoia che vi resterà se non vi comporterete bene. Diciamo che questo era solo un... assaggio di ciò che vi aspetta. Quando arrivate a togliere tutto ad una persona, non stupitevi se poi si rivolta non avendo niente da perdere.»
concluse, sistemandosi la giacca da sera che aveva addosso, come se quella conversazione l'avesse potuta sgualcire. Pochi istanti dopo, il mago a terra svenne, ma il respiro era regolare se pur rapido: la donna non disse nulla. Nessun commento sagace o invidiosa ritorsione, il trucco colato per le lacrime e l'agitazione la facevano sembrare una bambina con i vestiti di un'adulta. Guardò un'ultima volta con denso astio il padrone di casa, poi fece una smaterializzazione congiunta e sparirono.
Nello stesso istante dopo il rumore a schiocco, Gregory arrivò in volata, pronto a sorreggere Nathan che perse conoscenza per qualche minuto: l'effetto della pozione Corroborante era svanito, aveva fatto bene a tenersene una boccetta sempre con sé, consumandola poco prima dell'incontro
«Come sapevi che avrebbe bevuto proprio da quella bottiglia?»
mormorò mentre si metteva seduto, lo studio ripulito prontamente, era stato adagiato sul divanetto. Ancora pallido e tremante, non poteva credere che il piano aveva funzionato: aveva creato quel veleno per ogni evenienza, in modo da poter fare la sua dichiarazione di guerra alla famiglia alla prima occasione... non aveva idea di come l'altro fosse riuscito ad infilarlo nella bottiglia giusta, la fortuna più sfacciata o...
«Semplice. Le ho avvelenate tutte»
replicò lui, con un sorriso beffardo e scaltro. Nathan non entrava quasi mai nello studio e, sicuramente, non beveva più in quella stanza, quindi era stata una scommessa calcolata. I due si guardarono per qualche attimo prima di scoppiare a ridere, nervosamente da parte del purosangue, in modo divertito da parte del maggiordomo.
Oh, le cose sarebbero cambiate, eccome. Non avrebbe atteso una loro mossa, doveva prepararsi ad infliggere il colpo definitivo prima che potessero organizzarsi. Questa storia sarebbe finita, in un modo o nell'altro, fosse stata l'ultima cosa che faceva.
Edited by ~ Kharis - 27/6/2023, 08:04. -
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