Hogwarts: Il Paiolo Magico - {Harry Potter GDR}

Secret Santa 2020

role di scambio regali

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    Mittente: Dante Yelich-O'Connor
    Destinatario: Eveline Lilac Carter
    Link dell'acquisto (se comprato nel gdr): X
    Breve descrizione dell'oggetto: Un kit adatto a chi si approccia per la prima volta al tiro con l'arco. Comprende un arco in legno di media flessibilità e una faretra con 40 frecce.
    Link all'immagine dell'oggetto (non obbligatoria): //

    Dante Yelich-O'Connor - SHEET
    L’appuntamento risultava fisso ogni anno.
    In occasione delle festività natalizie, Hogwarts organizzava una modalità decisamente originale per lo scambio di regali tra studenti, sulla base di pacchetti anonimi che ogni membro della scuola – o meglio, chi avesse avuto il piacere di farlo – avrebbe dovuto consegnare al proprio destinatario.
    Dante quella sera era in netto ritardo, nonostante l’enfasi di scoprire i suoi regali e soprattutto, sapere da chi li avrebbe ricevuti. Ma Entei non era dello stesso parere, in quanto continuava a rotolarsi bellamente sul tappeto della sua stanza in dormitorio, miagolando in attesa di coccole.
    A tal proposito, il giovane mago non sapeva più che pesci pigliare: aveva tentato di dargli il suo peluche per farlo giocare un po’, duplicato la razione di cibo giornaliera nella speranza che il gatto crollasse da un momento all’altro sul comodo materasso dove era solito riposarsi abitualmente, ma nulla. Voleva giocare, essere coccolato e accarezzato. Era un suo diritto.
    Alla fine della fiera, egli decise di cedere alla volontà dell’animale, adagiandosi sul letto insieme a lui e donargli un po’ di sano affetto.
    Tuttavia, dopo una buona mezz’ora, forse era giunto il momento di avviarsi verso il fulcro della serata, dirigendosi verso le scale e scendere fino al piano terra, dove lo aspettava il lungo banchetto della vigilia.
    Come da previsione, molti dei suoi compagni avevano già iniziato a godersi il buon cibo preparato dai santi elfi, e guardandosi intorno vide com’egli fosse uno dei pochi ritardatari. L’occasione del cenone natalizio era senza dubbio motivo di riunione ed era fondamentale essere puntuali per goderne, ma le esigenze dei propri animali venivano prima. Almeno secondo il binomio Dante-Entei.

    Dopo aver divorato anche l’ultimo boccone di crostata alle mele, la Sala Grande era pronta per diventare una pista di scambio regali. Sorretti dall’incantesimo invisibile, tutti i presenti che avevano deciso di aderire all’iniziativa sarebbero stati spinti da un’inspiegabile forza motrice, proprio con l’obiettivo di condurli dai loro destinatari e mittenti.
    L’atmosfera era decisamente calda, a fronte anche di tutte le migliaia di decorazioni – al cui riguardo, Hogwarts non era solita a risparmiarsi – e un enorme albero di Natale che sembrava inculcare il buon umore a tutti i presenti.
    Allo scoccare delle otto, tutti si riunirono nei presi dell’abete con il pacco regalo ben in vista. Per quanto concerneva con il suo regalo, non vedeva l’ora di sfoggiare le sue enormi capacità artistiche in ambito di impacchettamenti: aveva scelto accuratamente una carta da regalo rossa, sulle orme dell’uniforme legata al mito babbano di Babbo Natale, per poi decorare il tutto un nastro dorato e un disegno a tema.
    Sin da subito, le leggi della fisica sembravano non rispondere più ai comandi di Dante, il quale venne immediatamente trascinato verso destra. Non sapeva ancora con chi avesse a che fare, né riusciva a captarlo, almeno in un primo momento. Solo quando giunse di fronte ad un ragazzo Tassorosso dai colori simili ai suoi, comprese finalmente di essere arrivato a destinazione.
    Il giovane sembrava essere molto gentile, e dopo essersi scambiati i soliti convenevoli, gli porse i vari oggetti che aveva scelto per lui. Dante prese immediatamente nello scartare il pacchetto, trovando davanti a sé regali molto carini e assolutamente apprezzabili, nonché utili e comodi anche per la vita scolastica: il modellino firebolt risultava essere fatto davvero benissimo, così come i guanti sportivi – di cui tra l’altro aveva proprio bisogno! – un calamaio “color-che-tu-vuoi” e la tanto desiderata penna prendi appunti, giusto per assecondare la sua pigrizia.
    “Grazie mille, Daniel! Sono tutti molto belli, e detto tra noi, avevo proprio bisogno di un paio di guanti sportivi, visto che il mio gatto li ha mangiati.” – Sorrise, sussurrando nell’orecchio del compagno quanto il suo gatto fosse diventato maldestro da alcune settimane. “Buon Natale anche a te!” Ricambiò gli auguri, per poi continuare a godersi la serata.
    In men che non si dica, la sua esile figura venne nuovamente avvolta dall’incanto invisibile, che lo condusse direttamente, questa volta, da Eveline.
    L’amica comparve davanti a sé, probabilmente non aspettandosi minimamente che a darle il regalo fosse proprio Dante. Per fortuna, quell’anno aveva avuto la fortuna di conoscere un minimo il suo destinatario – grande risorsa quando si tratta di fare un regalo ad occhi chiusi.
    “Ebbene sì, mia cara. Sono io!” Le rivolse un sorriso compiaciuto, per poi consegnare alla Corvonero il pacchetto regalo, dalle grandi dimensioni e con un pupazzo di neve disegnato da lui. “Buon Natale! Spero di piaccia… e sappi che ci divertiremo un sacco questa primavera!” Una volta scartata la carta, ad accogliere la sorpresa ci sarebbe stato un kit arco e frecce, con il quale entrambi avrebbero avuto occasione di spassarsela nel corso delle belle giornate di fine anno, sulle rive del lago nero o gli esterni del castello. Dante ne aveva preso uno anche per sé data la curiosità verso la disciplina, e poiché non aveva intenzione di praticarla in solitaria, aveva colto l’occasione per trovarsi una compagnia, anche se in maniera forzata. Ma comunque amichevole.

    Una volta concluso il rito dell’evento, era il momento di consegnare i regali anche a coloro che animavano la sua permanenza del castello. Che fosse per simpatia, o riconoscimento, aveva deciso di acquistare dei libri babbani seguendo l’indole dei predestinati, studiando per bene la scelta di dedicare ogni singolo volume ad ognuno di loro. All’apparenza un compito difficile, ma sperava davvero di averci preso.
    Tuttavia, il duo Corvonero frequentante il suo stesso anno e al quale ormai era più che affezionato, decise di farsi avanti per primo. Inizialmente fu Elizabeth a porgere il dono nelle mani del Serpeverde, il quale spalancò gli occhi dallo stupore, vista quella meravigliosa pianta che da un momento all’altro si ritrovò tra le mani.
    “GRAZIE LIZ, È BELLISSIMA!” Esclamò, dato il suo innato entusiasmo per i vegetali. Quest’ultimo aveva una forma strana, così come altrettanto particolare risultavano essere le sue capacità. “Devo assolutamente saperne di più su questo esemplare, non l’avevo mai visto.” Disse incuriosito, per poi lasciar scivolare nelle sue mani un ulteriore pacchetto. “Anche io ho un pensiero, sperando sia in linea con il tuo mood perenne. Con affetto, Buon Natale!” Per l’albina aveva infatti scelto Cime Tempestose, che lui non aveva mai avuto il coraggio di riuscire a leggere fino in fondo, ma che si abbinava perfettamente a quanto conosceva della compagna, o almeno ci sperava.
    Subito dopo, fu la volta di Amethyst, che sembrò aver adottato la medesima tattica: infatti, i pacchetti destinati al giovane mago da parte della rossa contenevano libri, anch’essi classici babbani ma che per la maggior parte aveva solo sentito nominare. In aggiunta, prelibate leccornie che avrebbe volentieri divorato nel giro di un quarto d’ora. “Grazie Amy, per avermi dato qualcosa da fare durante queste vacanze, in più ero anche a corto di schifezze da mangiare! A proposito, tieni.” Prima di congedarla, attese di vederla scartare il suo regalo, il cui libro era proprio Sogno di una Notte di Mezza Estate. Che fosse anche un messaggio subliminale?
    Finalmente era giunta in bella vista anche Leah, la quale stava cercando da alcuni minuti. Si avvicinò, e in maniera molto timida le mostrò come avesse qualcosa in serbo anche per lei. “Ehi Leah, Buon Natale! Ho qui un regalo per te. Ti ringrazio dell’aiuto con i compiti di Pozioni, senza di te non ce l’avrei mai fatta!” Esclamò, nella speranza ch’ella non guardasse con disprezzo la sua copia di Peter Pan, che Dante aveva appositamente scelto per scuotere un po’ il suo animo rigoroso e poco incline alla spensieratezza.
    In memoria di una partita di scacchi che gli aveva risucchiato ogni singola energia presente nei suoi neuroni, lasciò un piccolo dono anche nelle mani di Dana, la prefetta Tassorosso con la quale egli sembrava andare molto d’accordo, soprattutto per il fattore nerd, raro da trovare nel castello. “Buon Natale! Questo è per te, spero ti piaccia!” Sperava solo che lei non avesse già avuto modo di leggere Viaggio al Centro della Terra, uno dei romanzi di fantascienza più famosi nel mondo babbano.
    Subito dopo averla salutata, andò alla ricerca del suo compagno di stanza. Nonostante fosse onnipresente, non risultava mai essere rintracciabile al momento giusto. Una volta visto da lontano, non poteva lasciarselo sfuggire, e per tale motivo lo chiamò a gran voce.
    “Roy!” Sperava di attirare la sua attenzione nel bel mezzo della sala grande, ma per sicurezza aveva deciso di rincorrerlo con in mano il suo regalo. “Tieni…” disse mentre tentava di riprendere fiato. “Avevo detto che ti avrei restituito il quaderno che mi avevi gentilmente prestato per la lezione di Alchimia e Incantesimi, ma visto che nei mesi scorsi mi sono dimenticato, eccolo. Con quasi un anno di ritardo, ma eccolo! Gli sorrise, anche se sapeva benissimo che il prefetto non fosse granché avvezzo a determinate smancerie, ma se non altro avrebbe sicuramente gradito la copertina con lo stemma della loro casa.
    Given the choice, we will always choose to save our own necks.

    credits e code © by Francis.



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    Interazioni con (in ordine): Alexander, Edward, Diaspro, Luke e Reynard



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    ver fatto letteralmente quattro regali alla Corvonero poteva sembrare esagerato, ma quando aveva deciso di iscriversi al Secret Santa, mai si sarebbe aspettata che fosse proprio Melissa colei con cui avrebbe condiviso quell'evento. In fin dei conti, le era sicuramente andata meglio che ad altri, i quali avevano dovuto trovare qualcosa di corretto per una persona che non conoscevano nemmeno. Almeno lei era andata sul sicuro, facendo qualcosa di semplice all'amica, che sperava avesse apprezzato. Non potendo attendere più di tanto, decise di salutarla per riprendere il suo giro tra i pacchetti, salutando tutti coloro che vedeva e che conosceva, per poi fermarsi davanti ad Alexander, che stava appunto per ricevere un pacchetto dalla giovane. “Quando si è stanchi dopo un giro in scopa o una corsa per andare a lezione, ti assicuro che fa miracoli. Provare per credere!” affermò, cercando di fargli comprendere come avesse messo tutto il suo cuore in quel regalo. Era consapevole che non andasse a toccare esattamente i gusti del primino, ma il suo scopo non era regalare qualcosa di bello da cui non separarsi mai. Per quello c'era il compleanno! A Natale si ottenevano cose di cui non si credeva di aver bisogno e che invece salvavano la vita. E sì, era decisamente convinta che quel pacchettino rappresentasse proprio la sua idea delle festività natalizie. Se poi il pensiero non era condiviso... beh, non è che gliene importava moltissimo.
    Dall'altra parte, non si premunì di cercare qualche espressione negativa sul volto del ragazzo, limitandosi a sorridergli con la speranza nel cuore che non glielo lanciasse a dietro. Il proprio sorriso si espanse maggiormente quando lo vide allungare non uno, ma ben due regali nella sua direzione. Odette non aveva mai ricevuto niente, nonostante facesse da sempre i regali a tutti quelli che conosceva. Dovette dunque trattenere le lacrime, mostrando soltanto un velo lucido negli occhi, mentre allungava le mani tremanti verso quei pacchetti. “Tu non dovevi...” sussurrò, spostando velocemente gli occhi dal ragazzo ai doni tra le sue mani e viceversa. Non volendo rimanere come un'idiota a fissare la carta, appoggiò a terra il sacco pieno che aveva tra le mani e poi si mise a scartare quelli del Serpeverde, rimanendo a bocca aperta nel notare che all'interno vi fossero una divisa nuova di Quidditch coi colori dei Tassorosso ed un set completo di protezioni. “Sei pazzo! Ti saranno costate una fortuna! Cioè, sono bellissime, ma rimani un pazzo!” esclamò senza riuscire a trattenersi, ricordandosi di come si era fermata a fissare la vetrina, immaginando di comprarne una quando, all'inizio dell'anno, era stata ammessa nella squadra.
    Non avendo la possibilità monetaria di fare quell'acquisto, si ritrovò ad abbracciare l'amico, mollandogli un pugno sulla schiena quando lo sentì spiegare il motivo per cui le avesse fatto quel regalo. “Hai rovinato il momento di gentilezza. Sei proprio un buzzurro.” borbottò, facendogli la linguaccia, anche se dentro di sé era davvero felice per quel regalo. Si sarebbe aspettata di tutto, ma non certo una cosa tanto perfetta! Forse aveva effettivamente sbagliato regalo per quel ragazzo. Sentendosi in difficoltà, recuperò uno dei tanti pacchetti di biscotti che aveva nel sacco e lo allungò al giovane. “Per festeggiare il Team Cioccolato.” ridacchiò nervosamente, spiegandogli come li avesse fatti con le sue mani e specificando che no, non li aveva avvelenati. Sarebbe stato uno sbattimento anche soltanto pensarci, quindi si era limitata a metterci le gocce di cioccolato ed un pizzico di cannella. Sperando che gli potessero piacere, si allontanò da lui per raggiungere gli altri studenti a cui si era ripromessa di comprare qualcosa. Doveva ammettere che anche lei, alla fine, aveva speso un piccolo gruzzoletto, ma era contenta di ciò che aveva regalato ad ognuno.
    Il suo successivo bersaglio era Edward, al quale aveva comprato un orologio agenda, uno degli ultimi oggetti inseriti nel listino di Madama. Il Serpeverde sembrò sorpreso del fatto che la giovane gli avesse fatto un regalo ed anche lui, come il suo collega precedente, se ne uscì col fatto che non avrebbe dovuto. Un sospiro scocciato sfuggì per un singolo istante dalla bocca della Tassorosso, la quale riprese subito il suo solito sorriso. “Non ti preoccupare, l'ho fatto volentieri. Apri apri!” esclamò, cercando di chiudere il discorso il più velocemente possibile. Proprio non comprendeva il motivo per cui la gente si lamentava di ricevere i regali. Se una persona donava ad un'altra qualcosa, non ci doveva sempre essere un perché o una vera ragione; magari ne aveva soltanto voglia. L'orologio venne particolarmente apprezzato dal ragazzo che la ringraziò del pensiero, facendola sospirare di sollievo nel sapere che non lo avesse già ricevuto. “Bene, bene. Già mi stavo preoccupando di averti fatto un regalo uguale a qualcun altro. Sai, Madama ha appena aggiunto questi prodotti al listino e magari altri avevano avuto la mia stessa idea.” esclamò ad alta voce, bloccandosi per un istante quando si ritrovò circondato dalle braccia del verde-argento.
    Non si aspettava che Eddy la abbracciasse, non dopo averlo messo a disagio durante la serata ai Tre Manici di Scopa. Anzi, a dirla tutta, non avrebbe mai immaginato che l'avesse fatto come “vendetta” per quel gesto, anche perché, se c'era una cosa che apprezzava molto, erano proprio gli abbracci. Per questo motivo, non si fece alcun problema a ricambiare la stretta con lo stesso trasporto, sorridendo felice quando i due si staccarono. “Davvero, non mi devi ringraziare, anzi l'ho fatto con piacere. E poi adoro sia ricevere sorprese sia farle, quindi per me è stato un divertimento.” concluse, facendogli un occhiolino, prima di guardarsi intorno. Era curiosa di scoprire che faccia avesse la sua dolce metà, anche che aveva sentito come avesse problemi di salute e quindi non riuscisse a partecipare tanto alle lezioni. Fu quasi tentata di chiedergli se fosse già arrivata e se gliela presentasse, ma non voleva riportare l'imbarazzo nel ragazzo, così si morse il labbro e decise che, almeno per quella volta, avrebbe mantenuto un profilo basso e, soprattutto, si sarebbe fatta gli affaracci propri. In fin dei conti, non erano così tanto amici per sapere per filo e per segno tutto uno dell'altro, quindi magari Edward non aveva alcuna intenzione di andare a sbandierare ai quattro venti il suo rapporto con Erin.
    Obbligandosi a non fare l'impicciona, era pronta a salutare il Serpeverde quando una Grifondoro si avvicinò a loro, presentandosi come Diaspro. Odette non la conosceva, quindi sorrise sorpresa quando questa affermò di essere il suo Babbo Natale segreto e le porse una piantina di Ibisco. In effetti, ci aveva decisamente visto giusto nel regalarle qualcosa che facesse parte di natura ed animali, lei adorava entrambe le categorie di esseri viventi. “Oh, grazie! La mia famiglia me lo ha spedito da casa prima di Natale e volevo sfruttarlo un po'.” esclamò, riferendosi al complimento della rosso-oro sul proprio cappello. “Sì, conosco questa particolare specie di piantine. Non ne ho mai avuta una, ma le adoro. Ti ringrazio tanto! È perfetta!” esclamò con la gioia negli occhi, mentre sorrideva alla giovane ed inspirava l'odore dell'Ibisco. Conosceva il significato del fiore e come esso simboleggiasse la bellezza fugace, ma delicata. Se anche la Grifondoro aveva pensato al significato, sicuramente le aveva fatto un regalo splendido e non poteva che esserne felice. Stava giusto per farle gli auguri di buone feste quando un altro dono le piombò sotto gli occhi. “Oh mamma!” pensò, rigirandosi lentamente la scatolina gialla tra le dita.
    La carta era sicuramente azzeccatissima ed il pacchetto era decorato così bene che Odette si fece persino qualche scrupolo in più nell'aprirlo. Appoggiò la piantina a terra per evitare di rovinarla e poi scartò quel secondo regalo, notando come all'interno vi fosse un profumo, le cui istruzioni erano descritte su una pergamena con il disegno di un elfo domestico con un cappello natalizio, che in quel momento era decisamente uguale al suo. “Ma che bello! Adoro entrambi i regali, grazie infinite! Ed il disegnino è perfetto. Hai delle fantastiche doti artistiche, lo sai?” affermò con un sorriso, facendole quindi i complimenti sia per la creatività che per l'inventiva. Sicuramente a lei non mancava la capacità di disegnare, ma a volte peccava in originalità, mentre la Grifondoro la batteva da quel punto di vista e questo non poteva che essere un punto a suo favore, sicuramente. Con un sorriso, quest'ultima le fece gli auguri e la primina non poté far altro che ricambiare. “Buon Natale anche a te, Diaspro!” esclamò allegramente, facendole un cenno con la mano e non immaginando che di lì a poche ore avrebbero condiviso un'avventura insieme. In effetti, non aveva ancora deciso di partecipare al Ballo di Natale, che si sarebbe trasformato in un'azione di salvataggio verso la festività di quei giorni ed i regali che si stavano scambiando.
    Ottenuto il suo regalo dal proprio Secret Santa, avvistò Luke da lontano e gli si avvicinò con un sorriso sul viso. In mano aveva già il pacchetto per il terzino, il quale sembrò preso in contropiede. “Sto sorprendendo un sacco di persone oggi.” pensò con una risata nella mente, lasciando che il giovane spacchettasse il proprio dono e ne prendesse coscienza. L'espressione della Tassorosso si immobilizzò quando vide l'altro... sorridere. Ora, non era strano che una persona sorridesse, tuttavia non aveva avuto modo di vedere il ragazzo così tranquillo durante la serata in cui si erano conosciuti, quindi fu quasi un tuffo al cuore notare la sua espressione tanto serena. Per evitare di cadere in un imbarazzante silenzio, la primina afferrò la sciarpa e gliela mise al collo, cercando di sistemargliela con tutta l'attenzione necessaria. Grazie a quel gesto, non si accorse del fatto che la distanza tra i loro visi fosse decisamente diminuita e, forse a causa della sua età, non pensò minimamente al fatto che non fosse proprio la posizione adatta per due amici. “Sono così contenta che ti piaccia!” esclamò con un sorriso, quando l'altro la ringraziò del regalo. Scoppiò a ridere sentendo la sua battuta sul ragno e su come fosse indigesto, scuotendo il capo come a cacciar via l'immagine di un aracnoide col mal di pancia per aver mangiato troppo. Fu tuttavia quella frase lasciata a metà ad accendere la sua curiosità, facendole piegare il capo per osservare più attentamente il Serpeverde. “Una cosa positiva? Ovvero?” domandò con genuino interesse, aspettando di ottenere una qualsiasi risposta da parte del maggiore.
    Dopo aver salutato Luke ed altri mille presenti, i suoi regali si conclusero con Reynard ed il pacchetto di biscotti che gli consegnò con un sorriso divertito, sapendo come l'altro odiasse i dolci. Lo vide prendere il sacchettino trasparente con due dita, come se da un momento all'altro dovesse esplodere o nello stesso modo in cui si tocca qualcosa che scotta o fa decisamente schifo, come in quel caso. Fu per questo motivo che si affrettò ad aggiungere come non avrebbe potuto buttarlo via perché avrebbe fatto la spia con i professori. Non era il tipo, ma spaventare un po' il Corvonero non avrebbe fatto male a nessuno. “Natale o non Natale, non vado certo in ferie.” esclamò allegramente, ignorando il fatto che lei fosse chiamata per cognome ed il terzo del trio avesse il privilegio di venir nominato direttamente col proprio nome. Non che si scandalizzava, lei per prima si era rivolta al primino chiamandolo De Bethencourt quando gli aveva consegnato il regalo. Ed uno arrivò proprio da quest'ultimo: un piccolo pacchettino con una coccarda dei colori della Casa di Tosca, esattamente come quello che aveva tra le mani Alexander, ma coi colori verde-argento. “Quindi sotto sotto ce l'hai un cuore tenero per farci un regalo!” affermò, dandogli una lieve spintarella sulla spalla con l'espressione facciale di chi ha appena scoperto chissà quale segreto.
    Scoprendo come in realtà i doni fossero ben due, la Tassorosso annuì a quella sfida, curiosa di scoprire che cosa si nascondesse in quella cartelletta che teneva ben stretta al petto. Spacchettò la sua scatolina e, tenendo gli occhi chiusi come da indicazione, prese un cioccolatino dall'interno. Mentre lo masticava, si chiese come fosse possibile che il giovane avesse comprato loro qualcosa di cioccolatoso, ma dovette aspettare pochi secondi prima che la bocca si cosparse di un sapore acido. “Ma che roba è?!” domandò con una faccia schifata, storcendo il naso con espressione disgustata. Probabilmente, se qualcuno l'avesse vista in quel momento, l'avrebbe scambiata per Disgusto, il personaggio babbano di Inside Out, quando aveva visto i broccoli sulla pizza. “Ritiro tutto quello che ho detto prima. Sei il solito, De Bethencourt!” aggiunse, chiudendo la scatolina e lasciando che fosse Alexander, che aveva subito la sua stessa fine, ad affermare che volevano il secondo regalo. Perché sì, dopo aver dovuto mangiare quella robaccia, soltanto qualcosa di davvero bello avrebbe potuto far passare loro il malumore per quello scherzetto.
    Odette MoonLight Fleur-de-Lys

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    Odio queste cicatrici perché mi fanno sentire diverso, posso nasconderle da tutti, ma non da me stesso. È un'armatura cresciuta col tempo. Ogni ferita è un passaggio che porta al lato migliore di noi perché attraverso loro puoi guardarmi dentro, sentire cosa provo, capire cosa sento. Non conta la destinazione, ma il tragitto: il peggiore dei finali non cancella mai un inizio. Fa più rumore il tuo silenzio che le urla della gente; un albero che cade, che una foresta intera che cresce. Tengo i miei sogni nascosti dietro alle palpebre, siamo fiori cresciuti dalle lacrime. Sei tutte quelle cose che non riesco mai a dire, troverai un posto migliore un passo dopo la fine. Cammineremo a piedi nudi sopra queste spine diventando forti per smettere di soffrire.

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    In ordine di interazione: Witch;; Y u m a ~ Perseverance Martio Latisha (per Steven & Liz); Kasra; -Nymeria (per Amy & Ryan)

    Eveline L. Carter - SHEET
    Distratta dalla lettura del volto del Corvonero, troppe le voci e gli schiamazzi ad attirarne l’attenzione su altri scambi e responsi, Eveline voltò il capo ed osservò facce felici ed altre esitanti, in entrambi rivedendo se stessa e quella che era stata anni addietro. Taciturna e restia a fidarsi l’era diventata più che stata, ma allora era timida abbastanza da passare per tale in ogni caso, ed intanto adesso riusciva a starsene immobile ed accettare la folla senza desiderare di fuggire. E mille luccicanti e colorate cose ad averle rubato lo sguardo, come numerosi i regali che aveva ancora da distribuire, si riscosse da liste e considerazioni di ordini di consegna, e sorrise un’ultima volta al compagno “di nuovo buon Natale!” Si voltò, compì tranquillamente un paio di passi e si arrestò così bruscamente da mancare per un paio di millimetri, una ragazzina bruna che passava di là. Retromarcia e smorfia tinta d’imbarazzo, tese il bigliettino rimasto impigliato negli altri regali, “ehm, scusa, giuro che poi me ne vado, ma si era staccato questo!” La fuga veloce che fu troncata dopo due meri tentativi ad avventurarsi (per fallire) tra la marea di compagni che riempivano ogni atomo d’aria disponibile, ed Eveline si scusò un paio di volte perché evidentemente ancora tanto apposto con le folle non lo era. Spazio più vuoto raggiunto, un respiro che era sollievo più che bisogno effettivo di inalare ossigeno e spalancò gli occhi sorpresa da un nuovo arrivo, il volto di Dante e la voce abbastanza da farle dimenticare l’ansia che per un attimo le aveva annebbiato la mente. “E così disse il supercattivo” le parole proprio quelle che avrebbe immaginato pronunciare da una nemesi di cui ci sorprende a conoscere l’identità, “ma uno a cui piace il Natale direi” riferendosi alla festiva carta da regalo, così rossa ed il pupazzo abilmente tracciato, prima di procedere con attenzione ad aprirlo, volendo conservare almeno dove si trovava la figura ma il resto non in grado di sfuggire alle sue mani distruttrici. E trillò deliziata, quasi si mise a saltellare sul posto ed in un slancio abbracciò contenta il Serpeverde, prima di ridacchiare imbarazzata circa la propria irruenza. “Scusa, ma è bellissimo!” Occhi sbarrati, entusiasmo e non solo leggera vergogna, a tingerle le guance, ricordò improvvisamente di dover pure lei consegnargli il regalo e così, riponendo il tutto nella borsa, prese il pacco che gli spettava, si assicurò che vi fosse pure il biglietto e glielo consegnò, non prima di fallire miseramente ad apparire seria come si era preparata, “è un po' irascibile, ma non dovrebbe incendiare nulla" e sì, aveva praticamente rivelato il contenuto, ma anche mentito circa il vero atteggiamento dell’Occhiodopale degli antipodi, un drago dalle splendide squame iridescenti, brillanti occhi multi-colore e fiamme rosso vivo, ma ben lungi dall’essere scontroso, solo solitario. Al più avrebbe fatto scena sul comodino o sul cuscino di un qualche compagno irritante. D’altronde Dante condivideva il dormitorio con Meyers, quindi poteva divertirsi a sue spese. Distraenti pensieri a parte, Eveline aveva ancora tanto da consegnare e così augurò buon Natale all’amico, ribadì che sì, avrebbero sicuramente fatto qualche sfida di tiro con l’arco e si mise sulle tracce di Lea, la prima compagna che in effetti riuscì ad avvistare ed accelerando il passo per non vedersela sfuggire, ma comunque rallentando per accertarsi di non disturbare eventuali scambi e chiacchiere, le picchiettò poi con la mano sulla spalla e sospinse pacchetto (+biglietto) tra le sue mani, sorridendo ed esclamando “ancora tanti auguri!” Prima di salutarla nuovamente, lasciandola con molta probabilità a pensare alle ultime rifiniture circa la festa che aveva organizzato, quella che avrebbe preso vita solo un’oretta più tardi e che sfortunatamente avrebbe saltato per l’imminente ritorno a casa del giorno seguente. D’altronde doveva ancora finire i bagagli, rispondere a Victor che il suo regalo e lettera aveva lasciato in Dormitorio, e spendere un po’ di tempo in compagnia del proprio ragazzo, qualcosa che avrebbe preferito non mescolare con un’altra festa visto com’era finita l’ultima a cui avevano partecipato: abbandonate le scene per una bevuta alla rimessa. Prossima nella lista Audrey, usò le abili doti ottenute dalla piccola statura, per sgusciare, schivare e finalmente fermarsi in presenza della Caposcuola, strano ancora pensare che si trovasse lì per fare un regalo e non solo per conoscenza indiretta di reciproci ragazzi. “Buon Natale!” felice e sorridente ma non troppo perché sapeva che quando intenta a fare uno scherzo, il suo sorriso si faceva giusto un pizzico più ampio, Eveline tese pacco e carta, nell’azione quel tocco d’impazienza che riuscì solo in parte ad arginare, ma sperò potesse essere letta per trepidazione da euforia natalizia e non malcelato tentativo di giocare un tiro alla percettibilissima regina degli scherzi. Già, perché ancora rammentava come era finito il regalo che aveva fatto a Poppy al secondo anno. Liberarsi di quei brufoli si era rivelato semplice in fin dei conti, ma ricordava ancora come la sorpresa iniziale avesse colpito la compagna una volta riuscita a tornare in dormitorio, confidandole in cosa esattamente si fosse trasformata la loro scommessa sul trucco. Malinconia e divertimento a tingerne i ricordi, Eveline aggiunse “preciso che non è sfavillante o stiloso, ma è comunque utile ed in più, non volevo comprarti una fantasia che potesse non piacerti” tante le menzogne che aveva rifilato una dopo l’altra, non si sentì neanche in colpa per non aver precisato la semplice natura dell’infido Fregologio, le lancette che anziché segnare orari precisi ed aiutare il proprietario con impegni ed appuntamenti, se ne beffavano con ritardi e sparizioni di ore e minuti in una manciata di istanti. Innocuo e divertente e chissà se avrebbe compreso la fregatura subito o in una questione di giorni, salutò Audrey con la rilassatezza di chi sa di aver compiuto una malefatta innocente, il passo calmo e misurato mentre lasciava la Serpeverde a capire se le sue parole avessero effettivamente contenuto verità e lei si metteva a cercare Steven. Trovarlo non si rivelò difficile, ma pericoloso quello sì, un pacchetto che già andava trovando il suo bersaglio nella testa del Tassorosso, ma l’altro che senza riflettere appellava a sé in un recupero fulmineo della bacchetta, e la pesantezza la colpì, sbuffò nella sorpresa e senza pensarci due volte, che il povero ragazzo sembrava ancora guidato dalla solita forza del magico abete, gli si affiancò il tempo per riconsegnargli il regalo volante e poi il proprio (+ biglietto). Credendo di conoscere l’unico scellerato che potesse considerare l’azione del lancio divertente, promise scherzosa “appena lo trovo, gli do uno scappellotto in tua vece” qualche passo indietro, gli fece gli auguri e riprese i giri. Liz quella che trovò qualche passeggiata a vuoto dopo, Eveline tese pacchetto con biglietto e per puro spirito di condivisione, commentò allegra “riciao cara Babba Natale corva! Sono qui per aprire i regali assieme!” Perché il proprio consegnato ad un momento differente rispetto a quello dell’altra Caposcuola, aveva evitato d’aprirlo fintanto che non le avesse consegnato pure il suo ed allora si sarebbe potuta sentire in pace con se stessa, avendo resistito alla tentazione di scartarlo non appena posato tra le sue mani. A proposito di quanto le aveva fatto, aggiunse "dovrebbe ricordarti il costume di una certa serata Halloweenesca...ma è comunque carino a prescindere, perciò spero ti piaccia!” Perché sì non era un drago quello che formava la tazza, ma forse il dinosauro era un suo antenato? Francamente non ne aveva idea, ma l’effetto era estremamente adorabile e non ne aveva comprato una anche per sé, solo perché sua madre diceva che dodici tazze erano già più che sufficienti. (Eveline non era d'accordo.) Consegnato il proprio, libera di aprire quello dell’albina, sorrise smagliante e forse un pizzico ironica, mentre sollevava il mangialibri e commentava “solo perché ho preso per sbaglio il tuo libro di Incantesimi una sera, non vuol dire che sarebbe meglio compattare le mie letture in un unico volume!” Piccola pausa e sorriso un pizzico imbarazzato, aggiunse “e grazie, temevo che alla lunga avrei potuto farvi annegare tra i libri, ma così posso risolvere parte del problema. Tu e le altre siete salve dall’inondazione di pagine” ed era sincera nelle preoccupazioni come nello scherzo, il saluto ironico che le rivolse, un riferimento alla carta attaccata al regalo che le aveva dato “forse quello che ho scritto lì non è più tanto valido.” E si allontanò a capo chino, intenta ad ammirare e forse azzardare il conto delle pagine che componevano il mangialibri, troppo distratta ma comunque consapevole della calca, da riuscire a spostarsi e fermarsi quando necessario, solo non potendo prevedere gli arrivi improvvisi e sobbalzando di conseguenza. Avrebbe voluto rimproverare Amy con lo sguardo, se solo i suoi capelli non le avessero interrotto il flusso di pensieri razionali e varie capacità d’elaborazione assieme, lasciando articolare “avrei giurato che fossero rossi l’ultima volta che ti ho visto.” Non sarebbe certo arrivata a dubitare delle proprie abilità visive, molto scarse comunque (altrimenti non avrebbe dovuto portare le lenti a contatto) ma la spiegazione di Amy aveva senso e così annuendo, si limitò a commentare “sono fighi comunque” allungando le mani per il regalo e poggiandolo poi contro il fianco, recuperò quello per la prefetta e glielo porse in scambio (+ biglietto, lol). “Mi aspetto di condividerne almeno una tazza, sappilo...magari mentre sparliamo del nuovo inquilino” il riferimento quell’ultimo, ad un soggetto che la lotteria natalizia considerava premio. Non che potesse aspettarsi molto visto che veniva da Magie Sinister. “Comunque se non dovessero piacerti i gusti, ce ne sono tantissimi da Mielandia, quindi potremo anche farci un salto e ti pago quelli nuovi” una nota seria nella voce che veramente avrebbe provveduto ad effettuare un cambio se la ragazza glielo avesse menzionato, aprì il proprio e scartò dapprima il libro, sfogliando le pagine già sorridendo che stava ripensando al dono di Liz e poi passò ai dolci e soppesò infine le brillucciole, l’ilarità nei suoi occhi che si traduceva in parole, “dici che se le mettiamo vicino allo scheletro, quello sembrerà un po’ più..natalizio?” Davvero da provare anche soltanto per sfizio ma pure per far prendere un colpo ad una delle compagne se quello si fosse mosso durante la notte, Eveline si promise di informarsi maggiormente sulla funzionalità dell’oggetto. D’altronde le sembrava che fossero una creazione di Durlindana, quindi casomai l’avesse beccata, avrebbe chiesto. Finito lo scartamento e riuscita persino ad accettarne l’abbraccio mentre macchinava scherzi, la salutò e...non andò in realtà da molte altre parti. Sam apparsa all’improvviso ad inchiodarla dove si trovava e quel quieto senso d'ammirazione stavolta legato all’abilità della Tassorosso d’aver beccato tre destinatarie in un colpo solo, osservò curiosa la consegna dei regali che tanto a lei mancavano soltanto la Caposcuola stessa e Ryan. Ma ringraziò Merlino quando Sam le si rivolse e lei poté fingere che stesse ridendo sotto ai baffi per ciò che era contenuto nel suo incarto, per il quale rise in effetti, piuttosto che l’incomprensione confusa appena avvenuta tra le altre compagne. Si sentì addirittura così magnanima da toglierle completamente dall’impaccio “evidentemente più di una persona si è accorta della mia lettura compulsiva quest'anno" ma considerata la mole che andava spazzolando in pagine, non sarebbe andato inusato, “grazie e...questo qua è per te!” L’involucro sovrastato e quasi invisibile sotto al biglietto, Eveline sperò che avrebbe apprezzato il semplice anello fatto con il medesimo legno del suo catalizzatore, piccoli fiocchi di neve intarsiati per l’intera superficie, a creare una linea centrale che celebrasse la stagione corrente. Salutata da Sam che se ne andava cercando O’Keevan e lei congedatasi di nuovo dalle due Corvonero, si allontanò soppesando le probabilità che Ryan avesse finito di consegnare i regali. Non sapendo a quante persone li avesse fatti, ma sperando che evitasse di consegnarli come pluffe ad ognuno dei riceventi, zigzagò pigramente tra gli studenti che incontrava nel proprio cammino, il passo accelerato solo per superare gruppi e lento quando trovato zone più sgombre, le sembrò di aver visto un’ombra nel campo visivo e s’arrestò d’istinto. Ma non si voltò, ne tirò fuori la bacchetta, poco dopo premiata nella scelta, da dalle braccia che solide e sicure le avvolgevano la vita, proprio la manifestazione della persona che stava sperando di veder arrivare e quindi si abbandonò contro il petto di Ryan ed accolse contenta il bacio che sarebbe certo finito contro la guancia, se solo non avesse spostato leggermente il viso per riceverlo all’angolo della bocca. “Di tanto in tanto faccio delle eccezioni” replicò sorniona, un poco imbronciata per il contatto tagliato corto, ma non abbastanza comunque, perché le labbra non tornassero a piegarsi verso l’alto ed ironicamente le sue parole rispondessero con precisa e spedita velocità accordandosi a quella di lui, “grazie, sì e sì. Ho ricevuto un arco” gongolò sul finire, nemmeno certa che l’avesse sentita. Ma aveva un arco e dannazione poteva diventare come Hawkeye! E c’erano regali (plurale), ed Eveline poteva soltanto meravigliarsi al pensiero che avrebbe potuto montarci un piccolo albero con tutti i doni che aveva ricevuto. Presi e pronta comunque a poggiarli a terra per consegnargli quello che aspettava a lui, si bloccò al sentire il brevissimo cenno ad uno dei pacchi. “Qualcosa mi dice che abbiamo avuto un’idea molto simile tu ed io” sorridente e divertita, ma anche cautamente ottimista che avessero i medesimi pensieri circa ciò che gli avrebbe tenuti uniti quando Ryan avesse lasciato Hogwarts, riuscì, mentre ne toglieva la carta e vedeva che sì, l’oggetto era solo una versione simil tecnologica dei libri da viaggio che aveva comprato lei, a dimenticare i dubbi che forse, proprio forse, lei non sarebbe stata messa da parte e dimenticata, solo un momento in una vita che si creava di nuovi amici, esperienze e pure interessi sentimentali. “Immagino che uno dei due sia tuo e….” recuperò regalo e soprattutto biglietto “e questo pure. Noterai una certa somiglianza con il tuo, almeno per utilizzo, però c’è ancora una piccola sorpresina per aprirlo. Vedi se riesci a trovare la soluzione all’indovinello che ti ho scritto” sorriso innocente, continuò “la parola è tipo la chiave del lucchetto, ovvero il testo del biglietto e se ho capito tutto, dovrebbe funzionare solo una volta, perciò non preoccuparti, non dovrai ripetere tutta la trafila." E mentre lui si preoccupava di trovare la soluzione, comunque facile nonostante l'aria complicata che le aveva dato, lei esaminava contenta dolci e soppesava l’idea di seguirne o meno il consiglio per la torta. Era stato imbarazzante ma dolcissimo ed apprezzatissimo Quake l’anno precedente, quindi quello cosa avrebbe potuto dirle per la precisazione di Ryan? Solitamente messo in scacco da rari momenti di insicurezza, sorprendentemente spesso legati a lei, Eveline morse il labbro inferiore nell’indecisione di non sapere come procedere. Facile risolvere il problema per non essere ascoltati da terzi però, spostò lo sguardo e sfoderò nuovamente la bacchetta, tracciò e considerò l’area che tanto non serviva uno spazio troppo ampio, e sussurrò “Muffliato” e con quello, un occhiolino all’indirizzo di Ryan per averne aggirato le direttive ed al contempo rispettatone il volere, aprì la scatola della torta e finì cullata da morbide note che ci mise qualche istante a riconoscere, la felicità di sentire una canzone a lei particolarmente cara e sinonimo dell’impegno e fiducia di Ryan, si ritrovò ad accompagnarsi ad i versi conclusivi, sicura nella bolla che aveva creato e della persona con la quale la condivideva, complice in quell’attimo di una sorta di duetto che mischiava parole a lei conosciute con quelle modificate dal ragazzo. In una naturalezza di movimenti, solo un altro domino buttato giù dal precedente, posò la scatola a terra e gli circondò la vita, ammirando per un attimo il volto della persona che andava rubandole un pezzo di cuore alla volta. In replica di quanto fatto il Natale precedente, una piccola variazione perché ora poteva prendersi quella libertà, chiuse gli occhi e l’avvicinò a sé per baciarlo. Un attimo, due e dopo il terzo smise di contarli, Eveline si godette il momento come si fosse trovata in una bolla invisibile all’occhio altrui e non all’orecchio dei presenti, così vicina dal finire nel precipizio da cui non vi era ritorno, ma in verità quelle tre paroline ancora non avrebbe saputo articolarle, e così sostituite da altre che una promessa era comunque tale, nonostante il cuore scalpitasse e si sentisse ben lontana dall’essere consapevole di nient’altro che non fosse il ragazzo che aveva appena finito di baciare. Un colpetto così leggero da poter essere carezza alla base della nuca ed Eveline sussurrò “la prossima vedi di evitare il lancio dei regali, mmh?” la distrazione evidente e la convinzione ugualmente minata, azzardò un altro bacio dopo aver mormorato “buon Natale Ry”.
    Bundled up in their mittens and coats And the cider would flow .

    credits e code © by Francis.

     
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    Cito ~ SweetGirl.

    Mittente: Nathan Denver
    Destinatario: Diaspro Bailey
    Link dell'acquisto (se comprato nel gdr): click
    Breve descrizione dell'oggetto: Apparecchio simile ad un giocattolo babbano con funzione sia ludica che istruttiva. Infatti, da una parte, permette di scegliere una creatura magica realmente esistente, darle un nome ed allevarla, quindi farla divertire, nutrirla e dargli tutto ciò che gli serve. E dall'altra si ha una sorta di enciclopedia delle Creature Magiche sempre a portata di mano.
    Link all'immagine dell'oggetto (non obbligatoria): //


    R_small
    Nathan Denver «


    » Corvonero ~ 6° Anno ~ Scheda

    cad187aa872b782ab2627f4b838eaad9



    Nathan non era mai riuscito a partecipare al Secret Santa, troppo preso dalla sua guerra interna con Roy e dalla sua vita sociale. Mentre però si accingeva per prepararsi al ritorno a casa, dove avrebbe trascorso le feste con la famiglia, non aveva potuto fare a meno di pensare a come fosse arrivato già un altro Natale e ciò significava che, a poco a poco, anche la sua permanenza all’interno del castello si stesse riducendo sempre di più visto che mancava un anno e mezzo ormai ai MAGO e al suo diploma. Tra i propositi che si era prefissato, c’era quello di godersi la sua vita scolastica e partecipare a ogni evento possibile. Per questo motivo, alla fine, aveva deciso di buttarsi e di aderire al Secret Santa.
    Aspettò con curiosità il gufo che gli comunicava il nome della persona a cui avrebbe fatto il regalo e, quando arrivò, subito lesse il messaggio ma si fermò un attimo a pensare. Aggrottò le sopracciglia: Diaspro Bailey non gli diceva niente e capì che probabilmente si trattava di una ragazza più piccola di lui, in quanto non ricordava nessuna coetanea o quasi coetanea con un nome del genere.
    Fece le sue indagini, scoprendo poi che si trattava di una Grifondoro del secondo anno, il che in un certo senso fu un indizio per lui. Grazie al cielo, durante una lezione aveva accettato di diventare il tuttofare della Pendleton e di condurre i ragazzi del secondo anno ad Hosgmeade, dove la docente li aspettava con l’auto. Chi immaginava che un favore simile si sarebbe potuto dimostrare tanto utile? In effetti ricordava dei Grifondoro tra i giovani studenti, ma non avrebbe saputo dire chi di loro fosse Diaspro né se quella fosse stata effettivamente presente a lezione. Ecco perché decise di rischiare e di comprare un regalo che riguardava gli animali.
    La sera, Nathan giunse così in Sala Grande col suo pacchettino e, non appena terminò di cenare, raggiunse l’albero incantato e attese finché una forza invisibile non lo trainò verso una ragazza: non si trattava di Diaspro, bensì di Eveline. Anche se erano della stessa Casa e lei una delle sue Caposcuola, non si erano parlati granché -specialmente perché Nathan era pessimo quando si trattava di ragazze- se si escludeva il pigiama party di inizio anno. <<awww allora eri tu il mio babbo natale segreto?>> domandò alla concasata, fingendosi deluso, per poi aggiungere divertito <<ti capisco e, se lo avessi intuito, avrei provato almeno a indagare… sto scherzando, tranquilla: che sorpresa sarebbe poi?>> Le rivolse un occhiolino e si accinse a scartare il pacco che quella le aveva donato, per poi osservare il contenuto <<wow, ma sono bellissimi>> esclamò, mentre si rigirava le piccola sfere tra le mani e ne ammirava le miniature presenti all’interno. Si concentrò poi su quello che pareva un mazzo di carte e già si trovò a pensare a come si sarebbe divertito <<grazie Eve, è andata benone direi!>> iniziò a chiacchierare, ma sapeva di non avere molto tempo se voleva trovare Diaspro. <<oh, mi sa che infatti è arrivato il mio momento! Buone feste!>> salutò così la Caposcuola, ma lei subito dopo tornò indietro e gli portò un bigliettino che forse era caduto <<grazie ma... Eve, stai bene?>> fece preoccupato, visto che la vedeva molto nervosa. Non ebbe però tempo di parlare ulteriormente, perché la forza invisibile lo sospinse verso due ragazze: una era Odette, che lui aveva conosciuto durante il viaggio in treno, e si chiese come se la stesse cavando la primina mentre questa salutava l’altra ragazza e fu a lei che si avvicinò, mentre cercava di nascondere il regalino dietro la schiena.
    <<ciao, sei tu Diaspro Bailey? Io sono Nathan Denver: non so se c’eri quella volta, ma un giorno sono stato il tuttofare della Pendleton, mentre oggi sono il tuo Babbo Natale segreto>> spiegò, per poi con un gesto elegante rivelare la confezione che aveva nascosto per poi porgerla alla Grifondoro <<tutto tuo, signorina!>> esclamò, anche se in fondo era preoccupato: sperava di non aver sbagliato.

    Narrato ~ «Parlato» ~ Pensato


    Latisha × Il Paiolo Magico
     
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    Interazioni con Ryan e Sam

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    Sébastien O'Keevan
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    Lascio Charlotte al suo regalo, alla consegna dei doni che lei ha pensato per gli altri, spostandomi con attenzione tra i compagni che, mossi dalla forza dell'albero, seguono i pacchetti che hanno tra le mani come fossero dei cani di grossa taglia che non sanno ben controllare. Per lo più è divertente vedere i più giovani in difficoltà, confusi, un po' agitati, ma mi fa sentire a disagio non avere un posto preciso in cui poter stare senza. C'è sempre il rischio di intralciare qualcuno, andare a sbattere contro qualcosa di fragile e rovinare il natale a studenti incolpevoli. Mi tengo il più vicino possibile all'albero e intanto allungo il collo in direzione della porta e di ogni punto cardinale per tentare di rintracciare in mezzo alla folla, per primo, la sagoma di Audrey. Ogni giro attorno all'abete senza trovarla mi rende più nervoso, ogni minuto passato rimescola le parole preparate per distendere il clima facendo perdere loro significato e consistenza. Se solo non avessi ancora diversi regali da consegnare potrei allontanarmi dal gruppo, stare sulla porta o perfino agire fin da subito e scendere nei sotterranei, così da avere modo di parlare con Aud senza il clamore di studenti festanti attorno.
    Sto dando ascolto alla mia fantasia senza considerare la cosa con lucidità. Se fosse semplice come sembra nella mia testa le mani non sarebbero preda del tic che le porta a scaricare la tensione tormentando la cordicella che fa da manico alla sacchetto di carta, attorcigliandola ora attorno a questo dito, ora attorno all'altro.
    Mi sento salutare, chiamare, fare degli auguri. Lo sguardo corre d'istinto alla porta, poi, frustrato dall'ultimo fallimento, torna a posarsi su Sam, che si avvicina con un vaso incartato tra le mani.
    "Ehi Sam, buon natale anche a te," rispondo, l'aria ancora assente. Il cervello processa alla svelta tutti gli avvenimenti e mi suggerisce di mettere da parte la questione Audrey e mostrare maggiore entusiasmo. Posso escludere si tratti del mio secondo Secret Santa e che il regalo sia fatto solo per spirito di amicizia. In fondo quando si frequentano corsi pochi numerosi è inevitabile stringere legami più saldi e arrivare a conoscersi un po' più a fondo. Anche io le ho preso un regalo, e nella decisione il voler fare ammenda per il mio comportamento al Secret Santa dell'anno precedente c'entra solo in parte.
    "Sono quei fiori ballerini, quindi? Ti ringrazio, anche se non credo parteciperò al ballo," rispondo, prendendo tra le mani il vaso prima di poggiarlo a terra accanto ai piedi. Per sicurezza mi inginocchio accanto al vaso e poso la busta poco distante. "Ho anche io qualcosa per te".
    Frugo all'interno del sacchetto e tiro fuori il pacco verde con la stecca di cannella legata allo spago.
    "Ecco. Possono tornarti utili per il Quidditch. Sono occhiali in grado di registrare delle scene, scene che dopo puoi rivedere nelle lenti stesse. Può servire per rivisitare gli schemi. Ho detto bene?" nonostante la vicinanza con Ryan, il trovarmi più spesso che in passato a sentire discorsi sul quidditch, non mi sento mai a mio agio quando mi inoltro in discorsi prettamente sportivi. "Comunque fanno anche altre cose," sancisco alla fine. Una parte della mia attenzione è rivolta al vaso che stringo tra le mani. Ho letto la descrizione di quei fiori mentre sfogliavo il dépliant del cespuglio alla ricerca di qualcosa da regalare ad Audrey e ne sono rimasto incuriosito. Ci sono tante scene nella mia testa e probabilmente nessuna corrisponde alla realtà. Comincio a scartare, prima di riuscire a liberare il vaso, però, una nuova di Sam mi trafigge come una lama, fredda quanto è semplice la domanda.
    "Aud? Non lo so". Sento la rigidezza di ogni mia parola trasmettersi a tutto il corpo, ma riesco comunque ad abbassare lo sguardo sui fiori e, con mano incerta, continuo a scartare. "Voglio provare. Li facciamo ballare?" chiedo a Sam, sempre fissando i fiori. Le corolle dei bucaneve, bianche e larghe, somigliano a gonne ampie di ballerine molto eleganti. Ripongo l'incarto ripiegato alla buona all'interno della busta, poi dalla tasca sfilo la bacchetta, pronto a incantare il vaso. "Credi che ballino con l'occinit?"
    Prima di poter scagliare l'incantesimo vengo di nuovo distratto da una voce. L'augurio di buon natale giunge stavolta con un colpo sonoro assestato tra le scapole che per poco che non mi manda a odorare la terra dei bucaneve da vicino. Ripongo la bacchetta e mi rialzo per prendere il secondo pacco.
    "Non sembrano le dimensioni di una protezione per la schiena," scherzo alludendo ai colpi tipici che Ryan mi assesta a ogni saluto. Rimuovere spago e scotch non richiede che pochi gesti dato che, in pieno stile Ryan, l'incarto è ridotto all'essenziale, al minimo necessario per celare il contenuto a un primo sguardo. Sembra quasi che abbia calcolata il tempo che gli sarebbe servito per spiegarmi il motivo di quel regalo. Riconosco subito il fiore trasparente che mi trovo davanti. Ce ne ha parlato brevemente Jackson in una lezione di qualche anno fa. Li trovo molto eleganti e sicuramente nessuno avrà da ridire quando addobberò il dormitorio come dice Ryan.
    "È un modo gentile di dirmi che avresti preferito non conoscermi?" gli lancio un'occhiata di traverso, dal basso in alto, il volto serio come se pensassi che la mia domanda possa avere una base di verità, il riferimento a come ci siamo incontrati, alla volta che sedevo tra la neve, chiaro a entrambi. "Sto scherzando, è davvero un bel regalo. Vedete di non esagerare con le piante," continuo rivolgendomi sia a Sam che a Ryan, "se finisco per creare un vivaio è la volta buona che Frederiksen e Wallace si coalizzano per trascinarmi a lezione di forza". Però sarebbe un sogno, abitare in una specie di serra all'interno del castello. A quel punto uscirei davvero poco.
    Poggio anche il vaso di Ryan a terra. Tirare fuori il regalo di Ryan dalla busta è quasi un'impresa. Si tratta del pacco più grande, che ho deposto sul fondo, e solo con una serie di movimenti precisi e diverse pieghe e bozzi sulla busta riesco a estrarlo.
    "Per te," porgo a Ryan il regalo incartato con i colori di Grifondoro. "Senza volerlo ho messo in competizione te e Sam. Quasi, dai. Ho pensato che dall'anno prossimo non avrai più a disposizione un campo da Quidditch, a meno che non ti ingaggi una squadra. Io te lo auguro, certo, però non si può mai dire. Ecco, se non potrai volare tutti i giorni dovrai allenare questa" porto l'indice alla tempia destra. La mente. "Potrai provare nuovi schemi e diventare un abilissimo stratega. Ho letto che anche l'intelligenza sul campo da gioco è qualcosa di molto importante per un giocatore," mi ritrovo a fissarlo con aria un po' spenta. Il discorso per il regalo di Ryan l'ho provato più volte a mente, il fatto che sia il suo ultimo anno mi mette sempre sotto pressione, è come se dovessi rendere tutto all'altezza delle aspettative, più mie che sue, tutto indimenticabile dato che non ci sarà un altro anno per rimediare.
    Di nuovo vengo fulminato a metà di un pensiero dalla più improbabile delle domande. Quand'è che Audrey è diventata così popolare, così amata che chiunque vuole regalarle qualcosa? Trovo il modo di evadere inginocchiandomi, come in precedenza, accanto ai vasi.
    "Non so dove sia," rispondo con voce meccanica, "arriverà, ha dei regali da consegnare," concludo senza troppa convinzione. Le mani, intanto, per conto loro, senza richiedere autorizzazione o ascoltare ordini, percorrono il bordo del vaso di bucaneve, lo spostano di qualche millimetro e sfiorano i petali.
    "Se riusciamo a far ballare i fiori i tuoi giocatori avranno anche il pubblico," dico a Ryan. Ma a un tratto il ballo dei fiori può attendere, a differenza della domanda che mi accomuna a Sam e Ryan su dove sia finita Audrey.
    CODE&GRAPHIC BY HIME


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    Interazioni Principali: Thranduil 11, ~ SweetGirl., Kasra;.

    Interazioni Minori: Con tutti i partecipanti al Secret Santa, in particolar modo con Wowo1911, ~ SweetGirl. (non ti ritaggo per non mandarti mille mile notifiche u.u), ›meiko;, Yuiccia, Beatrix., _Jess_ e Latisha.

    PS: Spero che non dia fastidio a nessuno, liberissimi di ignorare la molestissima Lexi che verrà a spronare i vostri Pg u.u



    Merry Lexismas

    Secret Santa 2020

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    PARLATO - PENSATO - NARRATO
    [Scambio dei Regali]

    Donato il regalo a Matthew, Lexi stava per congedarsi dal ragazzo -non prima di aver accettato di buon grado il dolcetto che le aveva offerto ringraziando colo affetto e donandogli un sorriso- quando venne raggiunta da Odette, la sua Kohai del primo anno, che le consegnò altri dolcetti. Alexandra rimase sorpresa visto che non si aspettava nessun regalo da parte della ragazzina, e si sentì un pelo in colpa non potendo ricambiare -almeno per ora-, reagendo d'impulso lasciandosi andare in un abbraccio affettuoso prima di lasciarla andare augurandole buon Natale e buone feste. Subito dopo essersi separata dalla primina, la russa venne raggiunta anche dalla capitana della squadra di quidditch della loro casa: Samantha J. O'Connor. Ella, a quanto pareva, era il Babbo Natale Segreto di Lexi e come regalo le aveva fatto un'adorabile coperta che pareva essere bella morbida. La secondina ebbe il tempo di ringraziarla e ricambiare gli auguri per poi veder il suo capitano -essendo anche lei un membro effettivo della squadra seppur fosse solo una riserva- andare via per poter continuare ad elargire doni a destra ed a manca come fosse davvero Babbo Natale in persona. La russa, dunque, si voltò nuovamente verso Matthew augurandogli ogni bene per poi andare a cercare gli altri tassi per poter continuare a festeggiare in loro compagnia. Sapeva bene che, alla festa, ci sarebbero stati tutti -forse mancava Remi purtroppo- ergo cominciò a cercarli per vedere se riusciva a trovare la Gang dei Tassi per stare un poco con loro augurando Buon Natale e Buone Feste anche a loro magari smangiucchiando qualcosa nel mentre -specie i due regalini offerti da Matthew ed Odette-.

    [Ore 20:45 - Improvvisato Concerto di Natale!]

    La festa procedeva bene e tutti si stavano divertendo, ma Lexi sentiva che mancava qualcosa di importante, qualcosa di canoro che potesse animare ancora di più la festa. Poteva essere il succo di zucca a parlare, ma la russa era decisa a voler cantare tutti i presenti una qualche canzone di Natale babbana che fosse orecchiabile e che facesse provare le gioie delle feste a tutti! Per sua fortuna, essendo una musicista, conosceva moltissime canzone e la sua mente le portò alla luce due titoli che potevano essere davvero coinvolgenti -visto che nel mondo babbano erano sempre presenti nei grandi magazzini, per radio e per televisione- che erano: "All i want for Christmas" e "Last Christmas". Le due canzoni erano ugualmente belle, ma forse il pezzo dei Wham! era un poco più calmo rispetto a quello di Mariah Carey che, invece, era indicato per fare baldoria. La biondina, dunque, poggiò con cura la sua coppa di succo di zucca e si avvicinò ad Emily, Helena e Marcus per dir loro il suo piano per poi andare a cercare Daniel, Odette, Samantha, Durlindana -la Caposcuola dei tassi- e Steven -un ragazzo che aveva visto qualche volte nella Sala Comune- per avere tutto il supporto dei Tassorosso in quell'esibizione che sperava potesse coinvolgere tutti. La ragazzina, infatti, avrebbe detto, o meglio chiesto loro di iniziare a cantare dopo di lei e di spargere la voce per far si che tutti i presenti iniziassero a cantare.

    Ho bisogno del vostro aiuto, ragazzi avrebbe detto a tutti coloro che aveva battezzato come aiutati aggiungendo una presentazione per coloro che conosceva solo di vista -nello specifico Durlindana e Steven-, potreste cantare assieme a me ed esortare gli altri a fare lo stesso? Va bene anche se non cantate, ma mi pareva carino fare qualcosa di memorabile! Se non sapete le parole seguite me, ok?

    Dato a tutti il messaggio, Lexi era pronta ad entrare in scena.

    [21:00 - Il Concentro di Natale!]

    Alexandra, dopo aver chiesto favori a tutti i tassi, nella speranza anche che qualche loro amico di altre case cogliesse il messaggio, era pronta a mettere in atto il suo piano canoro. Lesta prese la sua bacchetta e, sfruttando l'incanto Sonorus adagiando la punta del suo catalizzatore alla gola, andò ad amplificare la sua voce quel tanto che bastava da sovrastare la voce dei presenti e poter annunciare brevemente quello che avrebbe fatto. Era un poco rossa in volto, in fondo stava per chiedere a molti sconosciuti di cantare con lei, ma per amor della musica avrebbe fatto questo ed altro.

    S... salve a tutti! Disse ancora rossa in volto. Scusate se vi interrompo, ma vorrei... beh... cantare una canzone di Natale assieme a tutti voi. Sentenziò cercando di farsi coraggio per sorreggere tutti gli sguardi che si sarebbero, forse, adagianti sulla sua figura. E' una canzone babbana che si intitola "All i want for Christmas"... se la conoscete ottimo! Se invece non sapete le parole canterò piano per far si che tutti voi, se ne avete voglia, possiate cantarla...

    Annunciato ciò che voleva fare, dunque, Lexi prese a cantare molto lentamente seguendo, nelle sua testa, la musica della canzone. Per sua fortuna, dopo parecchi anni anche di ascolto involontario, Alexandra conosceva molto bene le lyrics della canzone e non solo quella visto che, a furia di ascoltarla, aveva anche imparato a memoria strumenti, ritmica e tutto potendo così cantarla come se attorno a se si sentisse la musica. Sperava che i suoi compagni tassi la supportassero -anche se dava per scontato che lo avrebbero fatto- e che anche altri avrebbero iniziato a cantare per quel concerto di Natale improvvisato. Era fiduciosa che la canzone scelta ispirasse tutti a canticchiare più o meno ad alta voce e che potesse allietarli in quella bella giornata lontani da casa e dagli affetti. Mentre cantava, inoltre, Lexi si sarebbe mossa e, guadagnato un poco di coraggio grazie all'adrenalina che le scorreva in vena per via di quell'esibizione, andò a spronare tutti gli invitati -che li conoscesse o meno- aiutandoli laddove non sapessero le parole per convincerli a cantare anche solo qualche strofa. Era Natale ed andava festeggiato come si confà ad una festività importante come quella!

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    Edited by WhiteVenom - 29/12/2020, 15:11
     
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    Reynard Isidore de Bethencourt | Primo Anno | SCHEDA | Corvonero | Purosangue




    Seguì con attenzione i gesti di entrambi i suoi amici, che, spavaldi, avevano accettato la sfida a chius'occhi. Non si aspettava altro da loro, dopotutto. Ormai li conosceva abbastanza.
    Incrociò le dita, perché il suo piano aveva solo un cinquanta percento di possibilità di riuscita.
    Sia Alexander che Odette, fortunatamente, avevano estratto dalle scatoline di dolci proprio i Pallini Acidi. Be', non era un caso, perché il Corvonero li aveva sistemati per bene, in modo che venissero alle dita per primi. Ottimo lavoro, sì. Sopportare la vista di tutti i dolcetti di Mielandia era stato un sacrificio utile. Quelle facce accartocciate di disgusto erano uno spettacolo meraviglioso.
    La felicità di essere riuscito nel suo tiro mancino, però, durò poco tempo. Una punta di dispiacere serpeggiò nel suo cuore. Non era la prima volta che capitava quando faceva un sospetto. Le rivalse che tanto aveva progettato gli davano soddisfazioni temporanee, facili da dimenticare. Forse avrebbe dovuto contenersi, in futuro, per evitare la spiacevole sensazione di aver commesso uno sbaglio, per quanto piccolo fosse.
    «Su su, non lamentatevi. Che volete che siano due pallini acidi in mezzo a tutti i dolciumi che ingurgiterete in questi giorni?», si strinse nelle spalle e imbronciò appena le labbra. «Fleur-de-lys mi ha già accusato di essere sempre il solito, mentre tu, Alexander, hai affrontato l'acidità della caramella più aspra del mondo con un po' con molta dignità e abnegazione.»
    Parlò con la stessa solennità di un re che incorona il suo fedele cavaliere, prima di allungare all'amico la cartelletta con il disegno all'interno. «A parte il fatto che potrai tornare a cariarti i denti con i Goccioli Giganti che ho messo nella scatola, ora ti affido il regalo più significativo. L'ho fatto io, senza scopiazzare in giro. Tutto frutto del mio genio», affermò. Avrebbe dovuto mantenere un po' di pathos, ma era ansioso di consegnare il suo regalo a Odette. Mai e poi mai l'amica doveva sentirsi esclusa. Per quanto volesse fare il distaccato, Reynard poneva attenzione a ogni piccolo gesto, quando si trattava di rivolgerlo a una persona importante. «Il discorso dei Goccioli vale anche per te. Se guardi dentro la scatola, eviterai gli altri Pallini. Non buttarli via, perché non si sa mai. Se dovessi mancarti troppo, avrai bisogno di qualcosa di acido che ti ricordi il tuo compagno di scuola preferito.»
    Ormai aveva preso abbastanza confidenza con loro da poter scherzare liberamente. Era così divertito che fu molto difficile rimanere stoico e serio.
    «Anche per te c'è un regalo importante che ti consiglio di aprire con immensa cura. Stavolta, lo prometto, non c'è nessuno scherzo dietro.» Porse la cartelletta a Odette e accennò a essa col mento. «Sotto sotto ho un cuore tenero anche io», riprese la sua frase e addolcì il sorriso. «È un modo per chiedervi scusa e... appena aprirete, voglio un giudizio oggettivo, spietato, su ciò che vedrete.»
    Sollevò l'indice non appena Odette ebbe preso il suo regalo. «E per essere giusti fino in fondo...», prese la bustina che gli aveva regalato la Tassorosso e la aprì. Ne tirò fuori un biscotto. «Mangerò uno di questi.»
    Perché, perché, perché? Sei un povero pazzo che vuole guastarsi lo stomaco proprio il giorno di Natale.
    Lo avvicinò alle labbra che tremarono quando entrarono in contatto con l'oggetto. Le narici si erano già riempite dell'odore tipico della pasta frolla. Reynard lo addentò con decisione, portandone via quasi metà. Masticò sia la pasta che le gocce di cioccolato. Era orribile... Un saporaccio insopportabile. Poteva buttare via il resto, ma decise di non farlo. Lo consumò tutto, fino all'ultima briciola e, benché quasi sudasse freddo, si mantenne stoico e dignitoso come un eroe ferito.
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    Evelyn Castel

    They said i couldn't do it so i did it

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    PARLATO - PENSATO - NARRATO

    Evelyn rilassò impercettibilmente le spalle quando vide la corvonero ricambiare il suo sorriso Si, se lo rifaranno sicuramente ci rincontreremo.
    Infatti, nonostante la perdita che l'aveva leggermente abbattuta, si era divertita a cercare di inventare pietanze nuove con ingredienti che a volte le erano completamente sconosciuti.
    Eve osservò le mani della ragazza che veloci scartarono uno ad uno i regali che le aveva fatto e sorrise quando le confidò che erano cose che aveva intenzione di comprare. Si, non sapendo cosa potesse piacerti ho pensato che queste cose ti potessero essere utili…Mi fa piacere che ti piacciano esclamò mentre la osservava prendere l’ultimo regalo che le aveva fatto Ho pensato che fosse perfetto per questo periodo dell’anno. Inoltre, è sempre bello ricevere un bel libro come regalo.
    Per un momento si chiese se l’entusiasmo di Elizabeth per i regali che le aveva fatto fosse reale o semplice gentilezza nei suoi confronti, ma il rossore che le abbelliva il volto le fece intuire che ogni parola che le aveva rivolto da quando si erano incontrate erano vere e sincere, cosa che fece completamente svanire l’ansia che, solo pochi minuti prima, Evelyn aveva provato nel dirigersi in Sala Grande.
    Oh…Si, grazie mille. Non riuscirei mai a dire di no a qualcosa di dolce disse per poi afferrare un cioccocalderone dal sacchetto ed iniziarlo a mangiare, chiacchierando nel frattempo con la corvonero.
    Una voce a lei sconosciuta, proveniente da dietro le sue spalle, la fece sobbalzare impercettibilmente per poi farla voltare verso l’origine del suono. A poca distanza da loro c’era un ragazzo, che se non sbagliava doveva essere il capitano della squadra di Quidditch dei grifondoro.
    Per un momento fece balzare lo sguardo prima su Elizabeth e poi sul ragazzo, incuriosita dal tono cerimonioso che aveva utilizzato con l’albina e sperò che non lo utilizzasse anche con lei, visto l’odio che la serpe provava per le cose fin troppo formali Ciao Elizabeth, spero di rincontrarti presto disse abbozzando un piccolo sorriso in direzione della corvonero per poi voltarsi completamente verso quello che capì essere il suo babbo natale segreto.
    Oh, grazie disse allungando a sua volta la mano ed afferrando il pacchetto che il ragazzo le stava porgendo.
    Stava quasi per scartare il regalo quando le parole del ragazzo la colsero di sorpresa, costringendola a riportare lo sguardo su di lui.
    Già prima aveva notato l’occhiata cauta che le aveva rivolto e ora tutte quelle parole che alla serpe sembravano simili a scuse. Mentre parlava Evelyn continuò a fissarlo, come se stesse cercando di decifrare un enigma. Possibile che fosse ansioso di come lei avrebbe potuto reagire al regalo?
    Era vero, a volte non era la persona più gentile del mondo, soprattutto se si pensava a come litigava costantemente con Diaspro o come aveva colpito, con una fattura, la prefetto grifondoro durante la lezione di storia della magia, ma nonostante tutto era un tipo piuttosto tranquillo se la si lasciava in pace e di sicuro un brutto regalo non era abbastanza per farla arrabbiare, soprattutto se la persona che glielo faceva conosceva a stento i suoi gusti.
    Non ti preoccupare, in fondo è il pensiero che conta disse abbozzando un sorriso, cercando di rassicurarlo E comunque adoro le stelle, soprattutto da quando ho iniziato a seguire astronomia con Drew disse per poi riportare lo sguardo sul regalo ed iniziando a spacchettarlo.
    Nel mentre pensò a cosa potesse essere e, nonostante avesse detto al grifondoro che contava il pensiero, sperava vivamente che fosse qualcosa che le potesse piacere, anche se il “molto popolari tra le ragazze” l’aveva allarmata un po’. Infatti, sapeva che la maggior parte delle ragazze avrebbe adorato ricevere vestiti, trucchi o cose del genere ma lei non era proprio una persona che si interessava a quelle cose, almeno non ancora; per il momento se aveva un libro in cui rifugiarsi era più che contenta.
    Con il cuore che le batteva un po’ più veloce, a causa dell’aspettativa, vide il suo regalo e un sorriso spontaneo si allargò sulle labbra della serpe, raggiungendo anche gli occhi azzurro-ghiaccio Grazie mille! E’ davvero bellissimo. Inoltre, il blu è il mio colore preferito e poi grazie a questo orologio sono convinta che non mi dimenticherò più nessun impegno, nonostante abbia costantemente la testa tra le nuvole scherzò mentre se lo allacciava al polso sinistro ed osservava come le stava. Si, doveva ammettere che il grifondoro aveva fatto una scelta perfetta per lei.
    Quando le strade della serpeverde e del grifondoro si separarono, Evelyn andò alla ricerca di altre due persone a cui avrebbe dovuto consegnare i suoi regali. Cercò per un po’ di tempo fino a quando non li vide l’uno di fronte all’altro. Leggermente stranita da quel fatto si avvicinò ai due. Ehi ragazzi, che ci fate insieme? Non ditemi che uno dei due è il babbo Natale dell’altro! chiese curiosa. Infatti, Dan e Matt, per quanto ne sapesse lei, si incontravano solo durante le lezioni di Storia della magia e visto il carattere scontroso del serpeverde, le veniva molto difficile credere che lui fosse andato di sua iniziativa vicino al tasso…a meno che non fosse stato Dan ad avvicinarsi a Matt, allora in quel caso tutto sarebbe stato possibile.
    Matt, lo sai a chi ho dovuto fare il regalo? Ad Elizabeth Portman! Credo che tu la conosci, se non sbaglio state allo stesso anno…E’ stata davvero carina disse abbozzando un sorriso Come anche il capitano dei grifondoro…Se non sbaglio si chiama Ryan, ma non ne sono sicura, come una stupida mi sono dimenticata di chiedergli il nome disse sorridendo ai due Comunque non sono qui per annoiarvi ma per darvi dei piccoli pensierini per Natale. Questo è per te disse porgendo a Matt un pacchetto verde e argento, in onore della loro casa, in cui erano contenuti degli occhiali per il quidditch, anch’essi verdi, a cui era stato applicato l'incanto Impervius permanente. Spero che ti possano servire da portafortuna per le prossime partite continuò sentendo, alla bocca dello stomaco, la strana sensazione che sempre percepiva ogni qualvolta stava con Matt.
    Si schiarì leggermente la voce, sperando di non essere sembrata imbarazzata tanto quanto si sentiva in quel momento e si voltò verso Dan Questi sono per te. So quanto ami le piante e gli animali e visto che ancora non ne avevi nessuno dei due ho pensato che dovevo assolutamente rimediare disse porgendo al tasso la piantina ballerina, sul cui vaso era legato un enorme fiocco rosso, e la puffola viola contenuta in una scatola completamente forata, in cui era contenuta anche una busta di croccanti, su cui aveva castato l'incantesimo reducio, così da rendere più semplice il trasporto.
    Spero che vi piacciano.

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    @yuiccia

     
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    Interazioni in ordine: _Jess_ ›meiko; ~Wonderland -Nymeria Kasra; Nate D.

    Mittente: Audrey Hastings
    Destinatario: Marcus M. Stradling
    Link dell'acquisto: 1 2
    Breve descrizione dell'oggetto:
    1. Specchio Urlante - Che state male o bene, lo specchio vi urlerà la sua opinione. Davanti a lui dovrete sempre essere in ordine, e fare bella figura, se non volete ricevere una bella strillata.
    2. Ricordella - La ricordella diventa rossa se chi la possiede si è dimenticato qualcosa.
    3. Intruglio Confondente - Quasi il medesimo effetto dell'incanto Confundus, solo che di portata meno vasta.

    Altri regali (in ordine):
    Mittente: Audrey Hastings
    Destinatario: Eveline L. Carter
    Link dell'acquisto: qui
    Breve descrizione dell'oggetto: Tazze parlanti. Assomigliano alle comuni tazzine, ma hanno la capacità di avvertire quando la bevanda al suo interno è troppo calda.

    Mittente: Audrey Hastings
    Destinatario: Ryan Kenway
    Link dell'acquisto: qui
    Breve descrizione dell'oggetto: Sognisvegli brevettati. Non avrai più bisogno di dormire per sognare: con i "Sognisvegli brevettati" potrai sognare ad occhi aperti!

    Mittente: Audrey Hastings
    Destinatario: Samantha O'Connor
    Link dell'acquisto: qui
    Breve descrizione dell'oggetto: Strillagenda. Una semplice agenda tascabile in cui scrivere impegni di vario genere (compleanni, appuntamenti, compiti, lezioni...) e si differenzia dai soliti diari per il semplice fatto che funziona come una sveglia, ricordando a voce i promemoria della giornata (ogni giorno cancella gli impegni già passati e ricorda solo quelli del suddetto giorno). Se gli impegni scritti dovessero venire ignorati, sarà l'agenda stessa ad attirare l'attenzione su di sè diventando estremamente fastidiosa e pedante.
    Pergamena Auto-Insultante. Scrive insulti a chi la utilizza.

    Mittente: Audrey Hastings
    Destinatario: Sébastien O'Keevan
    Link dell'acquisto: 1 2
    Breve descrizione dell'oggetto: Set Completo Abbigliamento Scudo. Composto da guanti, cappello e mantello.
    Questa serie di indumenti presentano un incantesimo Scudo che protegge colui che l'indossa da una fattura.
    Modellino di Drago (Gallese Verde).


    Audrey HastingsCaposcuola Serpeverde - scheda QJM230fQJM230fEro in ritardo, in tremendo ritardo, realizzai dopo aver gettato un’occhiata al mio orologio. Assorta nella contemplazione del mio riflesso allo specchio, impegnata a ritoccare continuamente il rossetto con precisione quasi maniacale, non mi ero accorta minimamente del fatto che le otto di sera fossero arrivate e perfino passate. Appena prima di lasciare il dormitorio, rivolsi lo sguardo in direzione della mia copia dei Libri da viaggio, nella speranza di trovarvi qualche segno di vita da parte del mio ragazzo. Niente. Stizzita, mi costrinsi ad ignorare quel nodo di delusione che avevo sentito formarsi prepotentemente all’altezza della gola e mi affrettai ad abbandonare il dormitorio, mascherando il malumore con l’espressione più disinvolta che i miei muscoli facciali riuscirono a riprodurre. Con il clangore dei miei passi a riecheggiare lungo le pareti del sotterraneo, attraversai i corridoi deserti, per poi imboccare rapidamente la scalinata che conduceva al piano terra. Nel frattempo, tentai di mettere un freno ai miei pensieri per impedir loro di soffermarsi sulla cortina d'imbarazzo che negli ultimi giorni era calata tra me e Sébastien. Fin dal momento in cui feci il mio ingresso in Sala Grande, mi ritrovai immersa nella suggestiva atmosfera natalizia che pervadeva quel luogo ogni 24 dicembre. Dal soffitto incantato precipitavano fiocchi di neve magica, in una discesa costante e aggraziata. Incantata dalla scena, rimasi ad osservarli per qualche istante, appena prima che il mio sguardo venisse attirato dall’enorme abete addobbato, attorno al quale vi era una folla di studenti, tutti intenti a zigzagare febbrilmente tra i presenti e a svolgere così lo scambio dei regali natalizi. Il suono flebile del gorgogliare del mio stomaco e la successiva fitta mi fecero rimpiangere all’istante di non aver partecipato al banchetto natalizio ed aver perso un tempo eccessivo ad impacchettare gli ultimi regali e a prepararmi in vista della serata. Con lo sguardo a saettare tra le ghirlande di agrifoglio e vischio appese alle pareti, mossi qualche passo in avanti, già preparata a sentire quella forza propulsiva che ad ogni Secret Santa facilitava la ricerca del destinatario del proprio regalo. Come previsto, mi bastò avvicinarmi alla marmaglia di ragazzi per sentire quella strana spinta attivarsi. La assecondai automaticamente, interessata a raggiungere il Tassorosso a cui avevo comprato qualche regalo. In realtà, prima che potessi consegnare il mio regalo, mi ritrovai davanti un’altra persona della sua stessa casata. Oppenheimer, l’eccentrica Caposcuola Tassorosso, mi rivolse un saluto impacciato, rivelando così il nervosismo provato. Mamma Natale. « Oppcosa » la salutai quindi, rivolgendole un ironico cenno del capo. « Anzi... Mamma » mi corressi subito dopo, in un ripensamento, sentendo un sorrisetto beffardo dipingersi sulle mie labbra. Allungai il braccio per accogliere il pacchetto a pois che mi stava porgendo, curiosa di scoprirne il contenuto. « Lo apro nella speranza che non sia un paio di quei cosi » dissi ironicamente, rivolgendo un cenno del capo in direzione del buffo paio di occhiali che la ragazza portava sulla fronte. Pur essendo tremendamente curiosa di scoprire la loro funzione, il quesito non affiorò mai alle mie labbra, soppresso dal desiderio di nascondere qualsiasi forma di interessamento. Prima che potessi realmente scartare il pacchetto, fui anticipata dalla Caposcuola, che mi fornì una spiegazione dettagliata del suo contenuto. La speranza di poter commentare negativamente il regalo svanì immediatamente con la spiegazione. Piacevolmente sorpresa, mi ritrovai a schiudere le labbra, manifestando involontariamente il mio stupore. Wow. Fortunatamente, almeno quell'esclamazione rimase nella mia testa e non venne mai portata a conoscenza della ragazza. Non che servisse a molto, visto che l'apprezzamento per il regalo mi si leggeva in faccia. Una Poltrona Coccolona, tutt'altro che un pensierino. « È be... mi piace » dissi successivamente, tentando nuovamente di non sbilanciarmi con le parole. Con un gesto meccanico, attivai la locate necklace che portavo al collo, inserendovi all'interno il regalo ricevuto, per evitare di doverlo trascinare a mano. « Sì... come Secret Santa sei inaspettatamente promossa » decretai, rivolgendole un sorriso privo del solito sarcasmo. Sarcasmo che tornò ad affiorare già nell'istante successivo. « Certo... avresti dovuto consegnarmela a grandezza naturale » commentai ironicamente, divertita all'idea delle difficoltà che il trascinamento di quella poltrona avrebbe comportato. Fu a quel punto che sentii la forza attrattiva attivarsi nuovamente e indirizzarmi verso un angolo dell'albero. « Au revoir, Mamma Natale » salutai la Tassorosso, calcando ironicamente su quel soprannome imbarazzante che avevo deciso di affibbiarle definitivamente.
    Mentre continuavo a farmi guidare da quella forza invisibile, con lo sguardo scandagliai la zona alla ricerca del destinatario del mio regalo. Attraverso uno spazio, un semplice intervallo tra due teste di sconosciuti, la vista di una chioma di ricci verdi riuscì a farmi sprofondare il cuore, a farmi percepire un’irrazionale stretta allo stomaco. Imbarazzata dalla situazione tra me ed il Corvonero, da tutte le cose irrisolte degli ultimi giorni, distolsi lo sguardo, per poi trovarmi improvvisamente davanti a Stradling, un Tassorosso del secondo anno che avevo visto qualche volta con Chandra. « Stradling, proprio lo gnomo che stavo cercando » dissi con un sorriso beffardo, ironizzando sulla sua altezza con una disinvoltura che ben poco si addiceva ad una della mia statura. Con le dita, sfiorai la locket necklace che portavo al collo, attivandola per estrarre una grande busta rossa, al cui interno vi erano i tre oggetti comprati per il ragazzo, tutti impacchettati singolarmente con carta regalo di colore scarlatto. Porsi quindi la busta al Tassorosso, in attesa che li aprisse per poterli commentare singolarmente. Specchio Urlante... Ricordella... Quando fu il turno dell'Intruglio Confondente, finsi naturalmente che si trattasse di un oggetto in grado di aiutarlo a lezione. Avevo accuratamente evitato di lasciare qualsiasi etichetta che potesse rivelare il mio inganno. « Questa pozione ti consiglio di prenderla prima di una lezione importante » gli suggerii, impegnandomi a mantenere un'espressione seria per risultare più credibile. Mordicchiai perfino l'angolo della bocca, per impedire alle mie labbra di dar vita al sorriso beffardo che sentivo affiorare. « La prendo sempre prima delle verifiche più difficili perché stimola la concentrazione » mi inventai di sana pianta, nella speranza di indurre lo studente in errore e di fargli perdere qualche punto per la casa di Tosca.
    Dopo aver abbandonato il ragazzo, dalla folla vidi comparire improvvisamente il volto di Eveline. Colta di sorpresa, sentii il volto aprirsi in un sorriso divertito, speculare a quello che la ragazza esibiva sulle labbra. « Da dove sei spuntata? » le chiesi ironicamente, confusa da tutto quel viavai di gente ai piedi dell'albero. « Buon Natale anche a te » ricambiai i suoi auguri, sempre con quell'inclinazione ironica nella voce che era difficile non riscontrare ogni volta che si aveva a che fare con me. Il mio sguardo si posò in direzione del pacco regalo che la ragazza mi stava porgendo. « Ovviamente solo perché mi hai fatto il regalo » aggiunsi dunque con qualche secondo di ritardo, fingendo di averle fatto gli auguri solo per quel motivo. Nel frattempo, un'espressione beffarda fece nuovamente capolino sul mio volto. Accolsi il regalo nelle mie mani, per poi iniziare a spacchettarlo con un paio di gesti rapidi. Il contenuto si rivelò essere un orologio, esteticamente molto basico, come sottolineò poco dopo la stessa Caposcuola. Stupita dalla semplicità del regalo, le rivolsi un'occhiata sospettosa, chiedendomi se non mi stesse nascondendo qualcosa. In realtà, l'atteggiamento della ragazza mi sembrò lo stesso di sempre. « Anche io ho un regalo per te » la avvisai dunque, portando immediatamente le mani alla locket necklace, per recuperare il regalo che le avevo comprato. Le porsi dunque un pacchetto rosso, contenente un set di Tazze parlanti. Dopo aver aspettato che lo aprisse, le rivolsi un sorrisetto ironico. « Queste per mettere alla prova il tuo livello di pazienza » commentai ironicamente, visto che ero certa che dover sopportare un set di tazzine parlanti fosse una prova di resistenza.
    Poco dopo l'incontro con Eveline, mi imbattei nelle tre persone che stavo cercando. Ancora imbarazzata all'idea di incontrare Séb, rivolsi la mia attenzione a Ryan, il primo dei tre ad avermi trovata. « Kenway » lo salutai con un sorriso, contagiata dal buonumore che il Grifondoro riusciva a trasmettere ogni volta. Allungai il braccio nella sua direzione, subito desiderosa di scoprire cosa mi avesse regalato. Mentre ascoltavo la spiegazione della scelta, spacchettai le due confezioni che mi aveva indirizzato. « Stai tentando di farmi ingrassare? » lo rimbeccai ironicamente, cercando di mantenere un'espressione seria, per poi fallire e rivolgergli un'occhiata divertita. Regalo apprezzatissimo. Non vedevo l'ora di assaggiare tutte le cose che aveva comprato. Poi, conoscendomi, avrei affidato la scatola a Séb per evitare che io potessi mangiarne troppi. « Non posso ricambiare gli auguri di Natale o finirei per non farti più paura » dissi poi al ragazzo, continuando a punzecchiarlo sfruttando la rivelazione fatta da Eve durante l'anno precedente, una rivelazione che non avevo mai smesso di usare contro di lui. « Però anch'io ho un regalo per te » aggiunsi, portando le dita alla locket necklace ed estraendone un pacchetto, avvolto in una carta regalo dal colore scarlatto. Attesi che lo spacchettasse, per poi spiegare il perché della mia scelta. « Sognisvegli brevettati » dissi, ripetendo semplicemente il nome dell'articolo acquistato. « A te piace distrarti a lezione e io voglio assolutamente che tu ti distragga » spiegai in parole povere, visto che nulla mi avrebbe fatto più piacere di una distrazione del Grifondoro che venisse scoperta dall'insegnante, con conseguente sottrazione di punti alla casa di Godric. « Una soluzione che accontenta tutti » aggiunsi quindi con un sorrisetto sornione a nascere sul volto.
    Il mio sguardo saettò in direzione di Sébastien e Sam, che avevano notato la mia presenza in un secondo momento. Mi avvicinai a loro, sentendo crescere un po' di tensione. « Ciao ragazzi » salutai entrambi, rivolgendo un'occhiata veloce al Corvonero. Senza sapere bene come salutarlo, lasciai trascorrere un istante di esitazione prima di avvicinarmi e salutarlo con un bacio a stampo. Mi accorsi quasi subito di avergli lasciato un lieve segno di rossetto. « Sei sporco qui » gli feci notare, toccando l'angolo della mia bocca, sempre con quella rigidità provocata dall'imbarazzo che aveva caratterizzato tutte le nostre ultime interazioni. Subito dopo, mi voltai verso Sam, riacquistando una maggiore disinvoltura e rivolgendole un sorriso più sereno del precedente. « Allora, O'Connor » la salutai con il mio solito tono ironico, « hai ricevuto ben due regali dalla tua compagna di classe preferita ». Per l'ennesima volta quel giorno, toccai la locket necklace per estrarre i due pensierini per la Tassorosso. Le porsi i due regali, anch'essi impacchettati in carta rossa, e attesi che li aprisse. Il primo era una Strillagenda, un oggetto che avevo visto più volte tra gli scaffali del Ghirigoro e che mi era sembrato utile per una studentessa modello come la Caposcuola. E il secondo era... « Pergamena Auto-Insultante ». Con un sorrisetto furbo dipinto sulle labbra, osservai la ragazza scartare quel secondo regalo. « Per non farti mai sentire la mia mancanza » aggiunsi ironicamente. D'altra parte, le avevo regalato una pergamena che l'avrebbe ricoperta di insulti ad ogni utilizzo. Era praticamente come regalarle me in una versione tascabile. Dopo aver consegnato tutti i regali alla ragazza, la mia attenzione fu nuovamente catturata dal Corvonero. Avevo pensato anche a lui, ovviamente. Con un movimento veloce, estrassi anche i suoi regali e glieli porsi uno alla volta. Per sfogare la tensione percepita, mentre li apriva mi ritrovai a mordicchiare nervosamente il mio labbro inferiore. Il primo pacchetto, il più piccolo dei due, conteneva un modellino di drago, ritraente un Gallese Verde, una sorta di sintesi tra la sua passione per le creature magiche e quella per il colore verde. Il secondo regalo, un Set Completo Abbigliamento Scudo, era meno simbolico ma più utile. « Quindi... buon Natale » mi ritrovai a dire, ancora preda di quella strana sensazione di imbarazzo.
    Haven't you heard? I'm the bitch around here

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    DANIEL DELACROIX

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    PARLATO - PENSATO - NARRATO

    Il ragazzo serpeverde ringraziò Daniel per i vari regali ricevuti e ricambiò gli auguri del tasso. Subito dopo fu un altro serpeverde ad avvicinarsi al piccolo mago, a differenza del primo, Dan lo conosceva per le lezioni di Storia della Magia e soprattutto perché l'aveva visto insieme alla sua migliore amica Evelyn.
    Matthew accennò un sorriso al tasso ammettendo di essere lui a dover fare il regalo quell'anno. "Ciao Matthew, grazie mille. Ah e buon Natale anche a te!" Accettò il regalo e lo scartò subito, non potendo resistere alla curiosità. "Posso vero?" Prima di ricevere risposta però stava già scartando la carta gialla dopo aver tolto il fiocco nero. Era uno degli orologi agenda che andavano molto di moda in quel periodo ed era addirittura dei colori della sua casa. "Grazie mille! Lo userò sicuramente!" Pieno di gioia fece un sorriso naturale al ragazzo più grande e gli porse un omino di pan di zenzero fatto da sua madre "Questo è per te, se ti fa piacere!".
    Mentre erano vicini, un'altra figura si avvicinò ai due; era Evelyn, la migliore amica di Dan che magari era pronta per il loro scambio di regali che quell'anno sarebbe stato proprio in Sala Grande. Chiese prima di tutto come mai i due si trovavano insieme e se uno dei due fosse il Babbo Natale segreto dell'altro. "Ciao Eve, Matthew mi ha regalato questo!" Le fece vedere l'orologio agenda prima di metterlo sul polso destro. Successivamente Dan rimase in silenzio vedendo lo scambio di regali dei due serpeverde, aspettando il suo turno.
    Si voltò verso il tasso dicendo di conoscere le sue passioni e che i regali erano collegati a loro. Accettò subito entrambi i regali ed all'inizio rimase senza parole per la bellezza dei doni appena ricevuti. "Ma.. ma.. davvero sono per me?" Prese prima il vaso con la piantina che aveva i fiori di camelia e sembrava in tutto e per tutto una piantina normalissima, l'unica particolarità era che la camelia era il fiore preferito del tasso. Accarezzò con delicatezza i petali e lasciò il fiocco dov'era per ricordarsi della tanta generosità della sua migliore amica. "Grazie è bellissima, ti sei ricordata?" Sprizzava gioia da tutti i pori e gli tremavano leggermente le mani mentre poggiava il primo regalo sul tavolo più vicino per prenderne il secondo e poterlo guardare meglio.
    Prese la scatola forata con entrambe le mani e sentì dei versetti acuti provenire dall'interno. Alzò il contenitore fino al suo occhio per vederne il contenuto e tirò quasi un urlo. "AHH!" Non poteva crederci, aveva ricevuto un animaletto tutto suo che avrebbe potuto coccolare tutta la giornata. "ODDIO E' BELLISSIMA! GRAZIE EVE!" Voleva correre e urlare allo stesso tempo per dimostrarle tutta la sua gioia e felicità, ma non gli sembrava il caso con tutta la gente lì presente. Appoggiò delicatamente la puffola vicino alla piantina e corse ad abbracciare Evelyn. Era il loro secondo abbraccio, ma lo meritava completamente. La strinse fortissimo prima di lasciarla andare e scusarsi "Scusami, l'ho fatto senza pensarci. Grazie ancora e buon Natale!" Prese alcuni regali che aveva poggiato a terra e glieli porse. Doveva scartarli e quindi attese la sua reazione. All'interno dei due pacchetti vi erano rispettivamente la trilogia di libri di Hunger Games ed una piuma di Fwooper tutta colorata. "Spero ti piacciano!" Attese la reazione della sua migliore amica, ansioso di tutto e pensando a quale nome avrebbe potuto dare alla sua piccola Puffola di colore viola. "Ah quasi dimenticavo, questo è da parte di Tracy" Porse anche a lei uno degli omini di pan di zenzero.

    L'arrivo di Alexandra e la sua richiesta fecero brillare gli occhi di Daniel, aveva tanta voglia di cantare in quella situazione, dato che voleva dare gioia a tutti i presenti e dato i regali ricevuti, ne aveva da vendere. "Va bene Lexi, io sarò dei vostri!" Doveva cercare altri partecipanti a quel piccolo concerto e dunque chiese ai due serpeverde che erano con lui. "Allora voi volete cantare con noi? Sarà una cosa bellissima secondo me!" Sperava di convincerli, ma sapeva che Eve avrebbe quasi sicuramente rifiutato quella sua richiesta così continuò facendo gli occhi dolci all'amica "Daiiiiiii! Io mi porterò i tuoi regali!" Sia se avesse accettato, sia se avesse rifiutato, Dan avrebbe raggiunto la sua concasata per cantare. Non sapeva quale fosse la canzone, però avrebbe partecipato comunque.

    La raggiunse tenendo in una mano la piantina e nell'altra la puffola appena ricevuta, dato che non voleva lasciarli incustoditi.
    La canzone in questione sarebbe stata "All I want for Christmas". Dan la conosceva benissimo e dunque seguì la tassorosso e con sua grande sorpresa vide la piantina uscire dal terriccio ed iniziare a ballare ed il piccolo animaletto fare piccoli versetti acuti ogni tanto a ritmo della canzone. Avrebbe sicuramente ringraziato ancora una volta Eve dopo il concerto improvvisato.

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    @yuiccia

     
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    Leah Ashfield
    Caposcuola | Terzo anno | Metamorfomagus | 13 anni | scheda | outfit

    L'iniziativa del Secret Santa le era sempre piaciuta, non a caso vi aveva preso parte in ognuna delle tre edizioni dal suo arrivo al castello, e fino ad allora aveva ritenuto che non avesse un singolo difetto. Che avesse sbagliato giudizio divenne chiaro non appena salutò Cassiopea e si ritrovò a girare attorno all'abete senza una vera e propria meta, in attesa che il suo babbo natale segreto si avvicinasse, le porgesse il regalo e la liberasse finalmente dagli impegni mondani nei quali si era impegnata prima di sapere che il suo natale sarebbe stato rovinato. Forse il suo umore pesava in misura eccessiva sull'insofferenza causata dal passare tra compagni sorridenti e felici impegnati a scartare pacchi, allo schivare compagni che chiacchieravano, a volte anche volti sconosciuti, come Samantha - della quale evitò di incrociare lo sguardo - o Liz e Amy, che incontrò in diversi punti, ogni volta intente a distribuire regali come novelle babbo natale della scuola. Non lo credeva possibile, ma vedere il capannello dei compagni di classe, soprattutto quando scorse Dante, con il quale aveva passato tempo anche al di fuori delle lezioni, le fece provare un nuovo tipo di tristezza, come se fosse stata esclusa in maniera ingiusta da qualcosa che meritava. Non importava nemmeno che lei non avesse pensato a regalare loro qualcosa, non ci aveva pensato e basta, presa com'era nelle questioni personali, ma se avesse saputo di un'iniziativa interna alla classe vi avrebbe partecipato.
    Distolse lo sguardo e continuò nella sua marcia forzata, la voglia sempre più forte di allontanarsi dalla sala, lasciando al suo babbo natale segreto il regalo pensato per lei. Non era nemmeno certa, però, che l'abete l'avrebbe lasciata uscire prima di fare da in pieno la sua parte. Riuscì a evitare per miracolo - grazie a un babbo natale segreto che le si piazzò davanti per consegnare il regalo a un ragazzino più piccolo - di incrociare la strada di Audrey Hastings. Non aveva il tempo né la voglia di sostenere una di quelle conversazioni fatte di frecciatine e frasi taglienti dalle quali si doveva difendere a ogni lezione di magia internazionale. Tenendo d'occhio la sagoma della serpeverde, deviò dal suo percorso, finché una voce maschile la chiamò, costringendola a fermarsi. Si voltò per incontrare Dante. Si fermò e gli andò incontro, un po' rigida e cupa nell'espressione per il ricordo recentissimo della riunione del terzo anno alla quale aveva solo assistito. La sua espressione si sciolse appena vide il pacchetto rosso chiuso in oro tra le man del serpeverde. Gli occhi si spalancarono a esprimere stupore e le mani scivolarono in avanti con lentezza, dando forma concreta al temporaneo inceppamento mentale. Nessuna forza l'aveva spinta verso Dante, il che stava a significare che non era lui il suo Babbo Natale segreto ma che quel regalo era voluto, sentito. Realizzare la cosa la fece sentire immediatamente a disagio, tanto che prima di scartarlo rigirò l'incarto rettangolare tra le dita con fare colpevole.
    "Non era necessario," disse, attingendo alle buone maniere per reprimere una felicità che non sentiva giusto provare. "Io... non ti ho preso niente. Mi dispiace. Ti aiuterò con Pozioni anche nel prossimo semestre se ti va, sei un bravo compagno di studi," cercò di migliorare la sua posizione lusingando il serpeverde. Ricordando cosa fosse giusto fare, scartò il regalo, trovandosi tra le mani il volume di una fiaba babbane che conosceva per aver visto il cartone animato. "Peter Pan," mormorò a mezza voce, "mi piace molto. Lo leggerò durante queste vacanze. Grazie e scusa," sorrise al serpeverde e intanto prese una nota mentale: appena tornata in dormitorio avrebbe sfogliato ogni catalogo in cerca di un regalo con cui sdebitarsi.
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    -Mittente: Lea Holland
    -Destinatario: Leah Ashfield
    -Link dell'acquisto (se comprato nel gdr): Qui
    -Breve descrizione dell'oggetto: Kit Capelli Perfetti: una serie di prodotti per prendersi cura
    della propria chioma, comprende shampoo, balsamo, crema ristrutturante, maschera ricostituente e gel.
    -Link all'immagine dell'oggetto (non obbligatoria): Click!


    Cito: Eveline;
    Interagisco con: Liz






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    Dirla impegnata in quei giorni avrebbe significato enunciare un’elegante bugia. Ella l’avrebbe sminuito in questi termini, certo, tutto quel lasso di tempo che era iniziato con la pausa natalizia delle lezioni l’aveva travolta in un mix di compiti e d’impegni che le avevano completamente tolto il fiato, privandola di ogni secondo libero. In effetti la sua tenera età non aiutava e lentamente stava sviluppando una leggera invidia per tutti coloro che, a differenza sua, si trovavano a vivere quei momenti nella rilassatezza più totale, godendosi la magia delle feste in un modo che pareva sfuggirle, incapace di agguantarlo come fosse fumo. Fu il canto della sua compagna di casa Eveline, nonché in parte sua mentore nel ruolo di Prefetto, a farla rinsavire: le note di Last Christmas riecheggiavano nella stanza addobbata deliziosamente, tutta quell’energia natalizia l’avvolgeva in un calore che non poté altro se non l’obbligarla in una smorfia disgustata, quella di chi infondo non può che fingere di disprezzare ciò che non può avere. «Ci vuoi uccidere tutti Eveline?» Chiese scherzosamente all’altra mentre si rendeva conto d’essere in fatale ritardo, la sua mente fin troppo incatenata nei giorni precedenti, dati i mille preparativi per la festa, che semplicemente s’era messa a vagare, a pensare, a riflettere volando sulle nuvole dell’immaginazione, uno stato idilliaco che le stava costando la partecipazione al Secret Santa. Vestì e si preparò in fretta e furia, fortunatamente l’abito (che avrebbe indossato anche al ballo) l’aveva già preparato la sera prima, conscia degli impegni della giornata, trovando appena il tempo di cambiarsi e lisciarsi i capelli prima di volare oltre la Sala Comune e giù per le scale, scivolando attraverso ragazzi d’ogni età e casata.
    «Anche per quest’anno ce l’ho fatta…» Sospirò con il fiatone mentre più pacchi di diverse dimensioni barcollavano stretti fra le sue mani mentre si faceva strada verso il grande albero solo al fine di poggiare quelli che non riguardavano il Secret Santa, sistemandoli per bene prima d’esser intercettata da Elizabeth. «Oh Liz, sei un angelo.» Si rivolse lei con espressione stupita, chiaramente gioiosa mentre afferrava il pacco gigante dalle mani della babbo natale versione Corvonero, scuotendolo appena prima di appoggiarlo a terra e piegarsi su di esso, attenta alla gonna. «Felice Natale a te, sono contentissima che il mio regalo segreto ti sia stato affidato, davvero.» La sua Caposcuola in effetti la conosceva, condividevano la stanza e un certo gruppo segreto, momenti che le avevano portate a conoscersi e avvicinarsi, avventure notturne indimenticabili che la piccola Prefetto riviveva mentre scartava quell’enorme pacco così fine ed elegante che quasi le dispiacque doverlo infrangere. Non appena ebbe il cuore di deturparlo completamente un baule di legno di ciliegio si presentò di fronte a lei e aprendolo ne individuò al suo interno una pluffa in pelle, dei bolidi legati, delle mazze ed un boccino dorato decisamente addormentato. «Aaah, ora potrò allenarmi con chi voglio e quando voglio.» Esclamò con decisione, quel dono era davvero azzeccato, per la giovane il Quidditch significava ben più d’un gioco, era il suo modo per emergere, per dar sfogo alla sua infinita competizione in modo pulito, onesto, una cultura della rivalità che le era valsa anche il posto di giornalista. «Grazie ancora, è bellissimo.» E le rivolse un gran sorriso, uno di quei rari casi in cui non s’obbligava a piegare le labbra per convenzione sociale, bensì vero, carico di piacere. Fu in quello sprazzo di serenità che le aveva fatto scordare le fatiche passate che afferrò il piccolo pacchettino argentato dal fiocco dorato, un dono che aveva curato decisamente più degli altri nella carta perfettamente piegata in un involucro rettangolare, un furoshiki che aveva imparato ad eseguire grazie ad un libro della madre, tenuto fermo da un tulipano in plastica nera. Indirizzò il dono in avanti e questo parve trascinarla verso la figura di Leah, la Grifondoro vestita in un maglioncino rosso ed una gonna a quadri. «Ehm…Ciao Leah…» Si lasciò andare titubante, sapeva che quel momento prima o poi sarebbe dovuto arrivare, conosceva il suo destinatario sin dalla ricezione del nome via lettera, eppure per qualche motivo la sola idea sembrava inquietarla e imbarazzarla al contempo. Abbassò le iridi al terreno, il verde smeraldino dei suoi occhi che rifletteva il pavimento del grande salone mentre si fissava i piedi, la timidezza che la faceva avvampare con tale violenza da farla apparire come un peperone. «Ecco, io…Buon Natale!» Le augurò in un tono insolitamente alto, mordendosi il labbro e sentendosi sciocca, cosa c’era in quella Caposcuola che la bloccava tanto? Non era certamente brava con le persone, soprattutto con quelle poco conosciute, ma la Grifondoro sembrava in qualche modo comprimerla nella propria timidezza, schiacciarla sotto il peso del suo sguardo. «Sai, sono io il tuo Babbo Natale segreto.» Pensò che almeno il suo vestito era delizioso, nero e luccicante, un ragionamento che le infuse un minimo di calma per un motivo che apparentemente non sapeva spiegarsi. «Tieni, spero ti piaccia, ho chiesto un po’ in giro prima di prendertelo.» Alzò le manine tremanti, portando il furoshiki alla vista della Ashfield, ancora una volta senza fissarla se non per un istante, distogliendo lo sguardo. «Mi è stato detto che tieni molto ai tuoi capelli e quindi ho pensato…» Perché quella frase gli suonava dannatamente stupida? Attese che l’altra prendesse il pacchetto come se un pugnale le trapassasse la schiena ogni istante che stava lì ferma, le cupe preoccupazioni sul ballo decisamente portate via dal cocente vento del suo imbarazzo.
    A man can be himself only so long as he is alone, and if he does not love solitude, he will not love freedom, for it is only when he is alone that he is really free.
    Lea Holland
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    Serpeverde ♦ III° anno ♦ Scheda
    Per fortuna mi era capitato un ragazzo che sembrava essere molto gentile nei miei confronti, anzi sembrava molto ansioso di ricevere il mio regalo, lo prese chiedendomi se poteva scartarlo, ma prima che potessi dire qualcosa, iniziò a scartarlo ed io ridacchiai sotto i baffi << Beh fa come vuoi>> dissi facendo spallucce, mentre mi gustavo tutta la gioia di Daniel che scartava il regalo e, a dirla tutta, lo stavo veramente invidiando. Volevo vivere il natale come lui, con il sorriso e con la felicità di chi stava scartando il regalo immaginandosi di cosa si potesse trattare, per fortuna fu felice di quanto aveva appena ricevuto, mi ringraziò rassicurandomi che l’avrebbe usato << Beh può essere molto uti…>> non riuscii a fini di parlare che Daniel che mi offrì un omino di Pan di Zenzero, rimasi sorpreso da cosi tanta gentilezza, ma non me lo feci ripetere due volte e accettai quel biscotto << Beh grazie Daniel è molto buono >> dissi mangiandolo , ma appena voltai lo sguardo, vidi Evelyn venire verso di noi e per un pelo non rischiai di mandarmi di traverso quel biscotto. Era bellissima con quel maglione, ma che dico lei lo era sempre con qualsiasi cosa indossasse << Ciao Eve…Buon Natale…..sono il Secret Santa di Daniel >> dissi rispondendo impacciatamente, ma senza che me lo chiedesse, iniziò a raccontarmi a chi aveva fatto il regalo e da chi l’aveva ricevuto, ma avevo già scordato tutto quello che mi aveva detto, quando avevo a che fare con lei era come se mi perdessi e mi dimenticavo di tutto quello che c’era intorno; quella specie di stato di trance si interruppe quando mi disse che aveva un regalo per me << Come per me ? >> chiesi abbastanza sbalordito, mentre presi il pacchetto verde-argento con le mani tremolanti, dopo alcuni attimi di esitazione iniziai ad aprirlo, erano un paio di occhialini per il Quidditch, ma aldilà di cosa mi avessee preso, per me era importante << Oh Grazie Eve, saranno la prima cosa che metterò prima di una partita o di un allenamento >> dissi arrossendo, mentre abbassai lo sguardo abbastanza imbarazzato, lei consegnò il restante dei regali a Daniel che stava andando su di giri per quello che aveva appena ricevuto << Oh anche io ho una Pluffola tutta bianca, si chiama Chrissy >> dissi a Daniel, mentre abbracciava la sua amica, adesso toccava a me consegnare i miei regali ad Evelyn, adesso o mai più << Eve questi sono per te … la commessa di Madama mi ha giocato un brutto scherzo con quella carta per regali >> le consegnai due pacchetti, uno verde argento con un fogliettino attaccato al fiocco e uno rosa con dei cuori lungo tutta la carta, il primo conteneva una ricordella e quello rosa a cuori uno smalto cambiacolore, nascosi le mani nelle tasche dei pantaloni dato che non mi finivano di tremare per l’agitazione << beh il foglietto è un autografo da parte del capitano di Quidditch di Serpeverde, con dedica speciale e la ricordella ti servirà sicuramente per ricordarti di me e dei nostri appuntamenti >> dissi ironizzando sul momento, mentre mi grattavo la nuca abbastanza imbarazzato << E l’altro è uno smalto Cambiacolore, magari quando vieni a vedermi puoi dipingerti le unghie di verde >> non sapevo come uscire da quel momento cosi imbarazzante, ma in lontananza potei scorgere quel mollaccione di Sullivan, avevo la scusa per congedarmi da lì << Oh li c’è Edward, dovrei consegnargli questo asticello, ci vediamo dopo ragazzi..>> dissi sorridendo, mentre con la mia mano destra accarezzai dolcemente la schiena di Evelyn.

    Con una delle solite spinte, raggiunsi Edward che mi guardò sorpreso, era intento ad abbracciare una ragazza e bravo il mio mollaccione << Disturbo ? >> chiesi senza aspettare la risposta, presi la mia scatolina tutta piena di fori che conteneva il piccolo Asticello << Pensavi di esserti liberato di me alla vigilia di Natale, ma beh ti sbagli di grosso >> ridacchiai sotto i baffi << Secondo te cosa ci può stare qui dentro? Un piccolo Drago o perché no un Acromantula Mollacciona proprio come te ! >> scoppiai a ridere mettendogli una mano dietro al collo, tornando subito dopo serio << è qualcosa che so che ti piace e che abbiamo studiato, ne ho preso uno per me e uno per te …Buona Natale Sulivan >> conclusi stringendogli timidamente la mano, ma quella stretta ben presto si trasformò in un abbraccio, era il potere dell’amicizia.
    Narrato ♦ «Parlato»Pensato
     
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    Sébastien O'Keevan
    17 Y.O. | Ravenclaw | VI YEAR | half-nymph | sheet
    Se ci penso trovo strano che siano passati solo tre mesi, quasi quattro, e che così pochi giorni siano stati capaci di cambiare tante cose e di incidere a fondo sulla mia vita a scuola. Se prima ritenevo normale stare per i fatti miei, chiacchierare con tutti e non attendere nessuno, ora è sufficiente qualche giorno di distacco da Audrey per farmi sentire a disagio. È come una forma di solitudine che non mi affligge in modo diretto, non è come in passato quando desideravo solo di poter fuggire dal castello e tornare dai miei amici a Belfast per poter fare quello che voglio quando mi va, senza dover sottostare alle regole ferree che mi inchiodano al castello ventiquattro ore su ventiquattro. Si tratta di una sensazione altrettanto profonda, sgradevole per la consapevolezza di avere qualcuno su cui contare ma non un modo di comunicare in modo efficace questo bisogno della sua presenza. Mi manca la sua sola presenza, e non è un concetto fisico, non solo, perché anche quando le sto vicino, negli ultimi giorni, è come se fossimo ognuno a un capo diverso del castello e non riuscissimo a darci appuntamento per trovarci nella stessa aula. Quattro mesi sono stati in grado di stravolgere tutto e lo hanno in maniera rapida eppure naturale. È bastato un regalo, due quaderni sui quali scrivere, e da un giorno all'altro ho avuto modo di colmare tutti i miei bisogni, le fantasie dell'anno scorso e di un'estate passata a chiedermi dove fosse e cosa stesse facendo. Non pensavo che scriverle dopo la lezione di cura per raccontarle della nuova prof mi potesse mancare tanto, né che dopo solo tre ronde di seguito non fatte insieme a lei il dubbio su cosa sarebbe accaduto quando ci saremmo rivisti al mattino dopo potesse consumarmi fino a lasciarmi la certezza che tutto stesse arrivando a una conclusione innaturale. Non ha senso che tutto abbia iniziato ad andare male nel momento in cui mi sono sentito più felice e curioso e in cui ho avvertito una sintonia mai provata prima con un'altra persona. Più ci penso e meno senso ha, potrei finire per arrotolarmi attorno a uno stesso pensiero tanto da non districarmici più e non vedere altro. Guardare senza osservare i vasi, i bucaneve danzanti, i fiori di cristallo che con goffaggine dettata dalla distrazione cerco di riporre all'interno del sacchetto di carta senza rovinare nemmeno un petalo, sulle presenze circostanti e le voci.
    Le voci.
    Mi fermo come paralizzato ad ascoltare la voce femminile che conversa con Ryan e che, no, non posso certo confondere, realizzo, sentendo un blocco di ghiaccio piazzarsi tra stomaco e gola e bloccarmi sul posto. La cerco con la coda dell'occhio, non per conferma ma puro piacere. Trovarla ancora così attraente, così piacevole e adatta a me sembra complicare: non posso sbagliare una parola perché non voglio perderla, ed è proprio sotto questo tipo di pressione che commetto gli errori peggiori. Il concilio dei grandi saggi, sul consiglio dei quali dubito sempre più spesso quando c'è di mezzo Aud, suggerisce di distogliere lo sguardo appena lascia Ryan e si muove - sembra - verso me e Sam. Non avendo emesso sentenza, ascolto i saggi e riprendo a sistemare il vaso regalatomi dal grifondoro dentro la busta. Stavolta non esito, sento che temporeggiare è la cosa migliore. Lasciare che saluti Sam, che si occupi di lei, dei regali che si dovranno scambiare e sperare poi che lei, Sam, capisca di doverci lasciare soli. Mi rimprovero per non aver pensato prima ad allontanarmi, salutare tutti e attendere Audrey da solo. Il secondo fallimento arriva con il saluto. Davvero ho pensato che non mi avrebbe salutato? La posizione dei saggi di aggrava, ma non ho tempo di occuparmene. In poco tempo devo metabolizzare l'ennesima complicazione e un saluto generale, un ciao ragazzi, che riesce a colpirmi per quanto suona distaccato.
    "Ehi Aud," il saluto informale più orrendo mai pronunciato. In una serie di movimenti confusi e meccanici guardo lei, poi il vaso, sorrido a lei, poi al vaso, e infine, emergendo per un attimo dallo stato di totale imbarazzo in cui sono piombato, riesco a lasciare il vaso solo per metà dentro la busta e scattare in piedi per intercettare il bacio di Audrey. Nuovi dubbi mi rincorrono. A un tratto sento il peso delle braccia, le avverto come estranee ma ad essermi ostili non loro, sono i dubbi stessi. Di norma non perderei un secondo. Accorcerei la distanza con un solo passo e prima ancora di fermarmi farei scivolare le mani sui suoi fianchi per accoglierla al meglio. Da lì è improvvisazione: capelli, schiena, glutei, tutto lasciato all'umore del momento, come la durata di baci usati per comunicare ciò che ancora a parole non ci diciamo. Ma qual è l'umore? La sensazione è quella di un satellite che si è avvicinato troppo, ha rotto la bussola che gli diceva con certezza come muoversi e ora ha bisogno di tracciare nuovi confini. Cerco Audrey con il desiderio di sentirla vicina, petto contro petto, mani tra le sue o a esplorare un neo sul collo che non conoscevo, ma la paura è più forte. Se non conoscevo quel neo è perché forse non voleva lo conoscessi. Non me la sento di rischiare prima di averne la certezza, di aver parlato con Audrey e saputo cosa pensa, come si è sentita e ciò che vuole. Le sfioro il braccio con le dita della destra come lei mi sfiora le labbra. Non è nemmeno un bacio. Mi ritraggo, attento a non lasciar trasparire una delusione che la ferirebbe. Il suo avviso è un buon modo di distogliere l'attenzione. Sollevò il pollice e sfrego il labbro nel punto in cui mi ha detto lei.
    "Grazie," emergo dalla confusione. "Sì è rovinato. Un po'. Non si vede tanto," aggiungi sfiorando con l'indice la zona delle labbra da cui ho preso il rossetto.
    Poi Aud si rivolge a Sam, operando quello strano cambio che io riesco a stento a capire. Se prestassi attenzione alla collaudata serie di frasi sferzanti che Aud usa con disinvoltura mi scoprire, geloso, a chiedermi come riesca a non lasciarsi influenzare o a fare trasparire i suoi turbamenti.
    Le lascio ai loro scambi per concentrarmi sui miei regali da sistemare. Allargando e stringendo i lati corti e lunghi riesci a farmi scivolare il vaso di Ryan dentro al sacchetto, il secondo, il bucaneve, non ha però alcuna possibilità di entrarvi. Dovrò portarlo a braccio dato che l'idea di rimpicciolire tutto non mi piace, farei un torto alle piante che ho appena conosciuto. Sarebbe un pessimo modo di iniziare la convivenza. Anche dopo aver finito resto concentrato sui fiori, lanciando delle occhiate a Audrey e Sam per capire a che punto stiano. Mi capita così, quasi per caso, di incrociare lo sguardo di Aud. Stavolta sto a contatto. La vedo aprire il ciondolo che le ho regalato e tirare fuori due pacchetti. Allora mi avvicino, scoprendo con un certo stupore che nonostante la freddezza di questi giorni non abbiamo del tutto perso la capacità di comunicare. Allungo la mano e prendo in consegna i doni, senza parlare ma rivolgendole un sorriso appena accennato che però è sincero. Comincio a scartare il primo, il più grande e morbido - e per questo più comodo da sistemare nella busta. Dentro trovo una serie di abiti scudo. Li riconosci, li ho visti esposti da Sinister quando ho ritirato Boris. Il sorriso è ora più largo. Dietro a quel regalo leggo la sottile ironia di Audrey, è come se volesse rimarcare la mia scarsa attitudine nei duelli, nei combattimenti. Mi torna alla mente la festa di Natale, il ballo interrotto e lei che mi soccorre sfidando i giochi del professore Carson. Ora invece mi protegge, in un certo senso. L'augurio di Natale spezza il filo dei miei pensieri. Sollevò lo sguardo su una Aud tesa e torno a preoccuparmi anche io.
    "Buon Natale, Aud," dico con voce bassa. Voglio farle capire che il primo regalo mi è piaciuto, vorrei abbracciarla e sussurrarlo all'orecchio ma non oso tanto. Il braccio. L'ho già toccato e so di potere. Allungo il destro e carezzò la spalla, poi scendo fini al gomito. È davvero un gesto ridicolo, sembro una vecchia zia o un amico invadente. È il regalo, il suo effetto benefico, a far scendere la mano fino a incontrare le dita che sfioro con maggior delicatezza. Trattengo il palmo e le dita per pochi secondi poi lo lascio andare.
    "Se anche il secondo è bello come il primo dovrò trovare un modo nuovo di ringraziarti," dico, infilando gli abiti dentro la busta - spero non si sporchino - e poi rialzandomi. Scarto quindi il secondo e... sorpresa, mi ritrovo tra le mani un drago. È un modellino ma si muove e sembra reale, solo una copia in miniatura. Lo osservo senza sapere come ringraziarla, è un regalo migliore perfino delle piante. È cosi che mi viene in mente una delle frasi cretine che avevo accantonato in fondo alla testa.
    "Ho sempre pensato che gli irlandesi non siano molto contenti del gallese verde. Il verde è il loro colore," detta a voce suona ancora più stupida. "È un bel regalo, davvero," mi affetto a dire serio. "Spero di riuscire a insegnarli a non sputare fuoco".
    Appallottolo la carta di imballo dentro la tasca, sposto il draghetto sulla mano sinistra e lascio che la esplori mentre, con la destra, sfilo il regalo dalla tasca. Mi sento a un tratto teso. Il regalo, in origine pensato per essere divertente, per strapparle un sorriso, ora sembra una provocazione. Reagirà male e quella sensazione di delusione le resterà e ci separerà ancora di più.
    "Tieni," le allungo un incarto delle dimensioni di un pacchetto di gomme da masticare, sottile come un foglio, e in effetti all'interno c'è proprio un foglio, un pezzo di carta magico incantato per assorbire ciò che le si pone sopra. I regali veri sono al suo interno.
    "Apri il foglio," mi affrettò a dire, rovinando la parte divertente dello scherzo, "ci sono un po' di cose per le unghie. Lo smalto perché ti fai sempre troppi nemici," la voce e la faccia tradiscono un po' del divertimento provato mentre lo sceglievo, "e il mantello perché è utile. Puoi usarlo quando... se usciamo la sera. Io rischio una punizione, tu di perdere la spilla. Con quello invece puoi uscire senza problemi. Puoi anche rimetterlo nel foglio di carta, così lo hai sempre con te," prendo fiato e lascio che esplori la sorpresa e i regali. C'è l'ultimo, quello che sento più nostro. Passo una mano tra i capelli con fare nervoso. "L'altro foglio è un biglietto per una giornata al cespuglio farfallino. Per due," il cuore batte più forte. Per me e per te, in realtà. Un buono per una giornata insieme. Infilo una mano in tasca e prendo a tormentare la fodera interna per scaricare la tensione. "Puoi usarlo con chi vuoi," dico e mi pento subito di aver detto una frase tanto stupida. Rischio di sprofondare ancora più nell'imbarazzo, ma ricordo di avere un ultimo pensiero. Tuffo le mani nel sacchetto entro fuori due fasce per capelli: una ha forma di orecchie di gatto, l'altra di squalo con la bocca aperta.
    "Ci sarebbero anche questi, uno a testa, per rispettare la tradizione di fare foto strane con buffi cappelli. Puoi scegliere quella che ti piace di più. Se la vuoi fare, è solo un pensiero," concludo con un'alzata di spalle, tenendo bene in vista le fasce.
    CODE&GRAPHIC BY HIME


    Interazione con Audrey ❤️❤️❤️

    Regali:
    - Mantello dell'invisibilità https://ilpaiolomagico.forumfree.it/?t=78130840
    - Varie per unghie + fascia per capelli https://ilpaiolomagico.forumfree.it/?t=78126591
    - Carta magica https://ilpaiolomagico.forumfree.it/?t=78126600

    Edited by Nate D. - 5/1/2021, 21:22
     
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