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.Prompt 2: Diavolo
Sul palco lor si scambiano le maschere,
due docili creature come me,
che guardano dal basso lo spettacolo
nel buio della fronda dei tuoi pini.
E se son selvaggi sono ancora crini?
Io guardo il tuo manto gareggiare
col vento e con la neve che ti avvolgono.
Il tuo zoccolo romba contro il monte,
il ritmico tuonare del tuo cuore
mi cantano della beffa della sorte.
Ti osservo mentre fuggi tra i tuoi tronchi,
i lacci del terrore or si sciolgono:
mi lasci ancora vivere
ma l'anima mia muore.
L'arma del delitto si fa vivida, bagliore,
la forza del tuo muggito mi muove,
e smuove quel tuo ghiaccio spettatore,
si osservano sin verbo con cui dire
se ancora sia possibile parlare.
Il palco d'oro e avorio or s'abbassa,
e s'alzano le corna
del primo peccatore.. -
.Prompt 3: Nettare
Swinging out front, let me inside
Playing my song into my sides
It hurts, I can't lie, remember those times
I fought to get out? I want to get out
Those pictures so clear, they fade in my mind
You leavin' me here with ashes and fire
These people don't heal, these people don't feel
These people aren't real so make me this deal. -
.Prompt 4: Ricordo
Don't you remember
what you set out to do in December?
A piece of your time through your
words and your paper, a window
to everyone's mind. You'll keep
to your promise, your faith
is unshaken, it seeps onto
syllables and letters alike.
Sing with me, sinner,
we'll dance 'till we fall,
and we'll keep on dancing,
we're painting the floor
with sweat and delusions
of making it through,
sing with us, sinner,
'till love outlives you.
I've made us a ballad,
just you wait and see,
but for now, o'lone sinner,
we're stuck with this tune,
so sing along sinner,
we're made of these notes,
we're stuck on these lines
like quavers and runes,
sing as we dance,
we'll reach for the dunes,
and up to the sky
as we sail the sea,
dance with them sinner,
at once, you'll be free.
. -
.Prompt 5: Cerchio
And so, the lad walked in.
A small tune box made sure he'd feel
the weight of being mean,
atop his stomach, with the meal
he'd come to order, but
no plate throughout y'olde menu
met with his strange appeal.
"Don't you have a glass of Hut,
ol' man?", he cried, the glut,
and hear ye the answer of the owner of the venue:
"If ye young lad does want to heal,
shouldn't only fill yer gut.
Why wont'ye take a stroll down unner?
I'll bring the booze, empty your bladder,
tend to those wounds, o ye young stunner,
or those glass friend'll make you sadder."
A homely smile on that ol' gunner,
the lad so felt it, he did get up, left him a chunner,
as he'd been left for dumb and dumber,
he'd found no way to pass that bummer.
Now he went up those downwards stairs,
and soon' enough he found the privy.
An open door, no man in sight,
engraved in wood his love and tears.
A name he knew he met in pairs
of men and others he knew not about,
splinters so new he'd feel their pants,
to break his heart, they'd made a treaty.
The lad fell down and crawled away,
he snatched the coldness of his drink
and fill'd her up until the brink.
Ye ole gunner looked in dismay,
as ye young lad did run away,
without the money from his pockets
ever leaving home, not with threats,
nor with force, nor with pray.
And so, the lad walked in.. -
.Prompt 6: Baphomet
And as I spoke, my fangs were shown.
Taken aback, he smiles and tells me:
"What you crave will soon be yours.
But what I crave is already mine"
I look back, through the mirror in his eyes,
I see the flames, bright as the sky,
and as it blackens I feel it bleed,
it fills the maze, it ruins me dry.
I see the crimson leaves, they spill.
Can't question what I've asked,
can't answer older mistakes,
I feel none on my shoulders.
Why shouldn't I smile with him?
I let him bathe inside the light
of that gold maw that he gave,
I say: "Why some so worthless?"
A laugh, a burst, a gush of red,
he taunts those ones above.
He sits atop his humble throne,
he gestures, a smite came not.
"Why because you don't need
what you have lost, but they do."
And so I nod. Now what awaits me?
I don't speak but he knows.
"Salvation.". -
.Prompt 0-7: Forza
Mi capita di scrivere, tra tutte le cose, di grandi dimostrazioni di potenza, risultato della risolutezza dello spirito di chi si fa carico e responsabilità di guidare con tanta esplosività la violenza. E' facile perdere tra le parole, le mie fallimentari descrizioni dalla sintassi scoordinata e le lettere vuote, cosa tutto questo possa significare, per uno come me. Per uno che come me la violenza non l'ha mai data, per quanto potesse essere, verosimilmente, la soluzione più facile ai miei problemi. Per uno che come me si dichiara esser "pacifista", la violenza, che sia scritta o che sia celata nel contesto di una frase, che sia interpretata su uno schermo o sul palco di un teatro, dovrebbe essere qualcosa di negativo. Ma sarà ovvio alla maggior parte di voi pochi che leggeranno questi miei pensieri, fatti per riempire spazio e tempo in un momento di mio personale bisogno, che così non è. Perché la violenza, per estensione, se costruita con cura e interlacciata con attenzione alla storia, riassume il più puro problema dell'essere umani: il conflitto. La violenza gratuita non ha mai trovato alcun posto nel mio cuore. E con gratuita non intendo necessariamente crudele, quanto insensata, non necessaria per creare quel conflitto che poi serve con diligenza e incessante efficacia la narrativa di una buona storia. E la forza non è solo quella fisica, no di certo. Creando, col passare del tempo, so d'esser caduto più di una volta nelle mie stesse trappole, provando più e più volte a scrivere qualcosa con un significato più grande della mia persona, qualcosa che io non posso comprendere, aspirando a rappresentare un mondo ideale senza radici nella realtà che mi circondava. Questo fino a quando non ho capito cosa sia per me, la forza, dopo tanto tempo passato al freddo di convinzioni di chi non s'è mai sentito forte. Ero ancora piccolo, certo, non posso darmi colpe nell'aver sprecato tempo con certi tentativi malriusciti di poemi e racconti, ma sono ancora "piccolo". C'è sempre modo per dire che sono immaturo, c'è sempre modo per sminuire ciò che faccio, ciò che ho fatto, ciò che voglio fare, ciò che inevitabilmente mi sta riuscendo di fare e ciò in cui fallirò. Ma è da qualche anno, forse, che ho afferrato questo singolo concetto, questa pura definizione di "forza" che finalmente vedo come vera, reale, e non più come un artefatto irraggiungibile di quelle storie di fantasia in cui volevo nascondermi per giornate intere, come quella immagine di me che mi sentivo costretto a proiettare all'esterno. Che la nozione dell'uomo come una raccolta di maschere mi sia rimasto impiantato nel cervello per colpa di quel malandrino di Pirandello o che fosse presente da ben prima di quelle letture, sinceramente, io non lo ricordo. Ma così mi sentivo, non un ragazzo, ma una maschera d'uomo che non volevo essere. La vera forza è quella che nasce da sotto quei veli, la vera forza è quella che li sa rimuovere, uno ad uno, lentamente. Non davanti allo specchio, né nella solitudine dei propri pensieri, ma quella che ci permette di condividere quello che vi nascondiamo sotto. Le mie sono parole inutilmente poetiche, e sono consapevole di questo. Sono mielose, futili, quasi senza valore, come una debole brezza in riva al mare in tempesta. Però c'è sempre la speranza, nello scrivere, di lasciare qualcosa nella mente dei lettori. Un dubbio o una sensazione di conforto, di condivisione di idee, di condivisione di problemi e di dolori, di comprensione. Che sia tra le stupide frasi di un undicenne, che sia tra le deplorevoli azioni violente e scellerate di un folle, che sia in un discorso diretto come questo, c'è parte incosciente di me che spera d'essere capita. Scrivere è in essenza un modo per farsi capire, giusto? Quando ancora non mi sentivo capace di farmi capire a parole o per iscritto, mi è stato consigliato di esprimermi con il corpo. Chi mi conosce, chi mi ha visto, saprà che non sono certo il ragazzo più atletico del mondo. Eppure muovermi con il ritmo della musica è qualcosa che ricorderò sempre come il mio modo di essere forte. Sarà l'ansia, sarà il momento, sarò semplicemente io, ma oggi ho pianto di nuovo, dopo tanto tempo. A volte, rivolgersi all'aria fa bene. Non dico con vergogna d'aver pianto, perché le lacrime non sono altro che un segno di forza. E lo condivido, proprio perché, per quanto siamo lontani, per quanto non possiamo guardarci in faccia, a volte è bene togliersi la maschera e guardarsi negli occhi. I miei sono blu, chiari, ora, anche se fuori c'è nuvoloso, piove, e sarebbero normalmente grigi.
Video. -
.Prompt 8-9-10: Minimal
Perché a volte anche a me serve una pausa
con lo studio che mi mangia il fegato torno con voi con il lavoro di tre orette. Il mio input è stato "minimal", e minimal ho provato a portare. Spero sia un impegno apprezzabile, il mio! Ho notato che aggiungendo anche solo parte dei miei codici al post iniziale, finirebbero subito i caratteri, quindi lascerò tutto sparpagliato come il fato comanda, almeno potete dirmi che sono disorganizzato.
Edited by Stand Bizarre - 11/12/2020, 09:21. -
.Phantom.
-
.Speranza
L'anima trattiene
l'ultimo respiro,
carico di astio
e d'affetto non espresso,
e di quelle voci aliene
senza posto sul papiro
e sulla pergamena, le quali
note senza nesso adesso stresso.
Mantiene il canto,
ammiro e sento
un fascio farsi da'l
riflesso, corde del core,
catene. Il mar affranto,
ritiro d'onde e vento,
tali rende propria immagine, eco.
Che muoia,
ma che il mio soffio
perduri e
s'unisca all'altri.
E lo trasporti l'oceano
in ch'el cielo di zaffiro,
e faccia d'esso e l'altre
una voce sola, senza'l rimpianto
d'esser pesante di quel
che già dirti avrei dovuto,
e non finisca nell'abisso.
E spero
d'essere sincero
nel dirti
d'amarti davvero.. -
.
And I just want to be free to fucking love.
Why can't life be just that?
Love, didn't you say it had
no conditions of expression,
no limits in connection?
I hate that sullen feeling that just
buries my heart deep in discontent
and makes my hands burn while writing,
like it's not the thing I enjoy the most
in this forsaken life of love.
I just want to love it all
why can't I do that?
I just love feeling your love,
and giving it without asking for it back
might be the single best thing
love has ever been and ever done,
but I feel like I can't do that
with this pressure on my mind,
pressing down on the side of
my head is the oppressing sight
of your disheartening contempt,
built upon those castle walls,
atop blistering foundations
of resentment and bewildering
attempts to find salvation
inside misplaced faith of self.
I just want to love you all.
I'll ask it once, why won't you let me?
I'll ask again, I need no answer.
Because I already do, I do love.
All I need's for you to listen.
Edited by Stand Bizarre - 4/11/2022, 23:47. -
.
ones you look up to
Dana;
ti scrivo perché ho bisogno di te, e ho bisogno di sapere come stai.
Non so cosa dovrei scrivere per farmi perdonare. Ci ho provato tante altre volte ad iniziare questa lettera. C'è una pila di carta di pergamena in un angolo della mia stanza a farmi da testimone. Ogni tanto mi alzo e ripesco da lì le parole che vi ho già impresso e la mia mente ha perso, perché sento che con ogni giorno che passa mi esprimo sempre peggio. Ma io voglio farti capire quello che mi attanaglia l'anima, anche da così lontano. E' un po' la stessa cosa che ho scritto a Samantha nel biglietto di Natale, pensa, che non riesco a farmi capire, che non ci riesco perché sono fatto così, ma lei è qui, e lo vede, lo sente e lo sa. E' come l'anno scorso, Dana, che vi stavo alle spalle e nella vostra ombra mi andava bene, come se foste voi stesse la calda luce del sole. Poi metto su carta queste cose e allora capisci perché devo riscrivere e riscrivere, immagina quanto mi sono imbarazzato nel rileggere il mio primo tentativo. Ma è vero, te lo metto per metafora o per similitudine, se vuoi, perché eravate come le mie guide, e invece sceso dal treno ho scoperto che tu sei in America, e che l'anno prossimo sarò da solo.
Solo, Dana. Mi sento così. Come posso chiedere agli altri di vedermi come un punto di riferimento? Come posso chiedere di essere come voi quando neanche riesco a fidarmi di me stesso? E' quello il quesito che mi sono posto, ma poi ripensandoci non so neanche se posso farci qualcosa. Non riesco neanche a vincere le mie paure. La Harper ci ha mostrato il nostro Molliccio-ma ho capito una cosa. La paura non è altro che un riflesso di quello che pensiamo di noi stessi, pensaci sopra e forse capirai cosa intendo. E io penso di essere bugiardo perché nascondo la verità, penso d'essere da incolpare per quello che accade a chi mi sta vicino perché attiro sciagura. Il Molliccio mi ha detto che merito le pene dell'inferno. Non è stupido? Lo vedo anche io, che vedo tutto troppo in grande, che sento tutto troppo pesante. Ora non riesco più a trattenere tutto dentro, sento il petto sempre gonfio, il cuore pieno d'aria e la testa che pende verso terra. Mi sono sentito male a questo modo solo una volta, da quando sono Hogwarts. Non te l'ho mai detto, lo sanno solo Marcus ed Emily, ma quando è successo ero ancora al primo anno, pensa quanto potessi capire di quello che mi aspettava. Al contrario di quanto vi avessi detto, lo specchio rotto nella mia camera che avevo richiesto di cambiare non si era rotto cadendo. Pensavo fosse ovvio dal come si era frantumato, dal centro. L'avevo preso a pugni, preferivo fare quello che lasciarmi inghiottire da tutto questo chiasso che ho nel cervello. Non so neanche se posso chiamarlo dolore. Non so più cosa sia, forse sarebbe meglio dire che sono rassegnato all'idea che sia la mia normalità.
La verità è checimimanchimanchi, Dana, e non voglio questa spilla. Dovrebbe essere ancora sul tuo petto, e invece me l'hanno appesa alla giacca e mi hanno chiesto di ricoprire il tuo ruolo come se ne fossi in grado. Io, quel bambino che da di matto e si fa sanguinare le mani contro il vetro, quel ragazzino che impazzisce dietro ai propri ricordi e si fa trasportare dalla rabbia e dalla foga, dal sangue che mi scorre nelle vene e mi chiede di lottare. C'è qualcosa che non va, dentro di me. Lo sento, è come una ferita allo stomaco che cresce, infetta dalla costante pressione che mi fa il mondo esterno, e queste lezioni pratiche, che si fanno sempre più un tormento. Che Tassorosso sono? Uno che mente, che allontana gli amici perché ha paura di farsi del male da solo e fare del male a loro, che vuole fare del male? Non so più cosa pensare, o come pensare.
Non voglio lasciarti un fardello che non possiamo condividere, quindi non ti metterò davanti ai dettagli, e smetterò di tentennare davanti alle pagine. Oramai quel che ho scritto è scritto, finalmente sono arrivato alla fine, ma avevo bisogno di sapere che ci fosse qualcuno dall'altra parte di questo mio sfogo. Mi dispiace che sia tu, che non ti meriti di leggermi a questo modo, sotto le vacanze. Ti scrivo per la prima volta questo quadrimestre ed ecco che già ti assillo, ti chiedo cosa devo fare. Almeno sai che le cose non sono poi cambiate così tanto, lo facevo anche quando eri qui con noi. Puoi ignorare le parole che sono passate, perché sono quello che sono, e quello che mi interessa veramente è sapere come stai tu. Cosa fai, come va, come ti trovi. Non sono ancora stato in America, ma mi piacerebbe venire a trovarti, magari mi trascino dietro tutti gli altri, magari dopo i miei, di G.U.F.O., no? Se ti piace l'idea, prendila come una promessa.
Immagino di non poter dirlo con grande sincerità, ma per iscritto è più facile, no? Ti auguro un buon Natale, buone feste, sperando che il mio messaggio arrivi prima della fine dell'anno. Ti ho lasciato dei regali. Non so se avrò tempo e modo di scriverti di nuovo, non so quando raccoglierò le forze per farlo, e quindi ti lascio quello che posso, e prendi qualcosa come regalo di compleanno. E spero ti piacciano. L'orologio segna l'ora qui ad Hogwarts. E' antico, ma puoi aprirlo e guardare come funziona, è un Grande Complication, quando è stato messo assieme era una meraviglia dal punto di vista del suo meccanismo. Ricordo che questo genere di cose ti piacciono tanto. Spero che la mia memoria non mi faccia sfigurare.A presto e con affetto;
Zacharie
Regali:
✖ - Un orologio da taschino Audemars Piguet, pezzo unico in oro rosa, Grande Complication, "Hunter-type", con "ripetizione" al minuto (tono diverso ad ogni movimento delle lancette maggiori), con calendario perpetuo, cronografo e fasi lunari, del1894.
✖ - Diorama personalizzato e interattivo, rappresentante il dormitorio dei Tassorosso in festa, animato dalla presenza di vari membri dei Tassorosso, i Blakengers, degli elfi domestici. Un cielo stellato ruota sullo sfondo e un fuoco di carta si muove al centro della composizione colorata.
✖ - Fuochi d'artificio forsennati Weasley {Scatola Standard}, con un bigliettino scritto a mano appeso alla scatola che dice "Per Capodanno, o il 4 di Luglio. In America mi sa che non li fanno come i Weasley. Z."
. -
.You tell me to handle it
yet you give me no guidance,
you ask far too much from me
but your weren't there for me.
I asked you to stay and I made you a promise,
I told you I'd love you even if we were different.
You tell me I'm scared to let you in,
I tell you to listen
you tell me I talk too much,
I need to take it easy,
I make my hand into a fist
but you've already struck,
like crying lightning.
. -
..
-
.
at least I try;
. -
.
I thought
I would be good by now
I'd have it figured all out
We skipped the scenic route
And oh well
At least I never lied
Still I'm always the bad guy
So much for being nice.