Hogwarts: Il Paiolo Magico - {Harry Potter GDR}

Duty

per Noruwei <3

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  1. Noruwei
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    Allyn Davies


    And what could be more terrifying and beautiful, to souls like the Greeks or our own, than to lose control completely?
    - The Secret History, D. Tartt
    L
    e dita, infilate nella tasca della divisa scolastica, strinsero il freddo metallo. Il prefetto tirò fuori lo scellino, facendolo roteare un secondo nell'aria prima di riprenderlo al volo, mantenendolo nel palmo della mano. L'aveva trovato a Hogsmeade quel fine settimana, sul marciapiede, mentre usciva al Paiolo Magico. Il suo sguardo aveva sorvolato per una manciata di secondi la destra, venendo catturato al luccichio della moneta, probabilmente scivolata dal borsello di qualche strega distratta. Non se ne sarebbe mai accorta visto che si trattava solo di uno scellino - nulla di troppo valore. Quando si era chinato per raccoglierlo aveva sperato si trattasse almeno di un galeone, ma alla fine, constata la realtà, l'aveva comunque infilato nella borsa a tracolla, finendo per giocherellarci durante le lezioni, facendola girare sul banco distrattamente.
    Quella sera lui e la prefetta di Serpeverde - una tizia del secondo anno dalla lingua pungente - si erano divisi l'area del castello, in modo da sbrigarsela più in fretta. Per quel motivo Allyn Davies si ritrovava a vagare da solo nei corridoi con un senso d'inquietudine crescente ogni volta che gli pareva di percepire un cigolio alle spalle. L'abitudine, conseguenza del primo anno, lo portava a provare l'irrazionale timore di essere beccato, sebbene avesse il permesso di essere in giro a causa delle ronde.
    Se non altro aveva la scusa per farsi una passeggiata. Ormai aveva preso l'abitudine di addormentarsi tardi, rimanendo fino all'una in Sala Comune a giocare a carte finché tutti gli altri non andavano a dormire assonnati, costringendolo a imitarli. Rimaneva un'ora a fissare il soffitto, incapace di prendere sonno, ascoltando i mugolii di Grant a proposito di qualche sirena. Del resto, lui era l'ultimo che poteva biasimarlo visto la passionale nostalgia che provava nei confronti dei baci della sua ex, ma almeno Jiselle Levi non aveva una coda da pesce, ecco.
    Stare in dormitorio col resto del gruppo era la maggior parte delle volte uno spasso, anche se spesso gli altri - più che altro Grant e Fitz - si dilettavano a evidenziare il loro avere un anno in più. Poi, certo, c'erano le crisi nervose di Charles per il disordine, la mocciosa Macaulay sempre tra i piedi e l'odore di fumo che impregnava le tende, ma tutto funzionava più o meno bene grazie al fatto che come prefetto aveva adottato un adeguato atteggiamento omertoso. Nella sua avventatezza si sentiva affascinato dai loro atteggiamenti sfrontati e sovversivi e, influenzato da ciò, non si faceva troppi problemi a far loro da spalla nelle loro avventure.
    Facendo scorrere le dita sul corrimano si diresse verso il piano superiore, corrispondente al settimo, il quale corrispondeva all'unico che gli mancava per portare a termine il lavoro notturno. Aveva lasciato alla Hasting i piani inferiori, più che altro perché lui detestava i sotterranei - il clima umido, le ragnatele, la Sala Comune dei Serpeverde fin troppo vicina. L'unico vantaggio di fare le ronde con un prefetto di anni inferiori era quello di poter scegliere la tabella di marcia per il diritto dato dall'anzianità (che a voce si giustificava con "maggior esperienza").
    «Fate le brave.» mormorò rivolto alle scale che già prima l'avevano costretto a fare un giro assurdo per raggiungere il quarto piano visto che, proprio mentre stava per salire l'ultima rampa, avevano avuto il geniale impulso di spostarsi portandolo di nuovo al secondo. «Niente giochetti, bambine.»
    Saltato l'ultimo gradino fece un sospiro di sollievo, avanzando lungo il corridoio illuminato da fiaccole laterali che lo aiutavano a vedere un poco dove metteva i piedi. Hogwarts di notte aveva un'aria insolitamente cupa. Senza le orde di studenti che cianciavano nel dirigersi da una classe all'altra nella scuola regnava il silenzio, rotto solo da sinistri fruscii che gli facevano venire la pelle d'oca.
    «Chi c'è là?» gli sfuggì dalle labbra, notando una figura scura di fronte alle vetrata rivolta all'area ovest del castello. Aveva preso in mano la bacchetta e, la mano ferma, la puntava sull'ombra che, avvicinatosi di qualche passo orientandosi verso sinistra identificò come Ethan Grant. Abbassò il braccio, rilassando le spalle. «Che ci fai- Godric, non sono sicuro di volerlo sapere.» Ammiccò, chiedendosi se per caso il ragazzo si fosse intrattenuto con qualche compagnia femminile - magari in carne e ossa. Percepì il battito del cuore riprendere a un ritmo normale, passata l'adrenalita: dopotutto era solo Ethan, anche se non era certo di sapere a dove quello avrebbe portato.


    Edited by Noruwei - 1/2/2017, 16:02
     
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