Hogwarts: Il Paiolo Magico - {Harry Potter GDR}

Irene Adler Darkoserpeverde - secondo anno - scheda - facebookI pensieri omicidi verso quella ragazza diventavano sempre più frequenti e concreti nella sua mente, ogni volta che apriva bocca, una parte di lei fremeva per strappargliela dal viso o per strapparsi di dosso le orecchie e non essere più costretta ad ascoltarla. Fece roteare le iridi grigie verso l'alto e si soffermò a guardare il cielo per qualche secondo, ciò che la faceva più arrabbiare, forse, più del comportamento di Valery, più del suo modo così insopportabile di pronunciare il nome di Rayne, erano le voci. Le voci che si erano sparse sul loro conto, non erano mai stati insieme, non si erano mai dati un bacio, l'unico contatto fisico più intimo che avevano avuto era un abbraccio e Salazar solo sapeva quanto lei aveva desiderato che le loro labbra si fossero sfiorate. Ma non era successo e nessuno poteva permettersi di dire cazzate sul conto di Rayne in sua assenza. Si era autoproclamata la paladina del suo onore? No, semplicemente gli voleva bene e lo conosceva, sapeva quanto gli avrebbero dato fastidio che delle voci del genere girassero sul suo conto, e non poteva sopportare che accadesse qualcosa del genere.
La voce della Corvonero tornò a bucare la ragnatela dei suoi pensieri come un rasoio rozzo e poco affilato cercando in tutti i modi possibili di farle franare da sotto i piedi la terra del suo essere e del suo orgoglio personale, non riuscendoci ovviamente, riabbassò il viso tenendo comunque abbastanza alto il mento in modo da poterla guardare dall'alto verso il basso sebbene si trattasse di pochi centimetri « Non sono qui per dimostrare a te, di conoscermi » sbottò umettandosi le labbra « Ma conosco Rayne e so che non gli piacerebbe che qualcuno gli parlasse alle spalle in questo modo » sbatté le ciglia lentamente continuando a trattenere i suoi occhi in quelli della mora « Quindi devi smetterla, non devi più dire il suo nome, è rivoltante il modo in cui lo pronunci » il suo tono era stranamente pacato e calmo, molto più di prima, ma nei suoi occhi si vedeva quanto ribollisse di rabbia, era evidente dal modo in cui stringeva le dita intorno alla bacchetta bianca e se non fosse intervenuto il caposcuola Corvonero, Voldemort solo sa cosa le avrebbe lanciato contro.
Attese qualche minuto prima di andarsene, li guardò andare via con la bacchetta ancora tra le dita ma abbassata lungo il fianco, con gli occhi che si inumidivano e gradualmente si riempivano di lacrime che avrebbe fatto forza per scacciare di nuovo all'interno... la partenza di Rayne era l'unica cosa che le aveva fatto capire quanto tenesse a lui e quanto desiderasse vederlo tornare. Raggiunse il castello una decina di minuti più tardi, facendo un giro abbastanza largo intorno al castello in modo che una volta entrata non ci sarebbe stata più traccia di lacrime sul suo viso.
da ogni crimine e da ogni gentilezza, generiamo il nostro futuro

Irene Adler Darkoserpeverde - secondo anno - scheda - facebookLa risposta della prefetta le arrivò addosso con la stessa forza di un pugno nello stomaco, no, non era un caso se le stava ponendo quelle domande e dopotutto la bionda se n'era già resa conto all'inizio di quella conversazione. La consapevolezza era però dura da digerire e si stava preparando a quello che avrebbe sentito di lì a poco, così, con il respiro spezzato e lo sguardo basso che scrutava le punte delle sue scarpe come fossero la cosa più interessante che avesse mai visto, drizzò al contempo le orecchie per cogliere ogni piccola sfumatura nella voce di Lilith che si apprestava ad iniziare un lungo racconto, forse più articolato di quello di Irene, che nonostante fosse davvero molto complesso, aveva deciso di presentare ridotto all'osso.
Quando iniziò a parlare tirò di nuovo su il viso fissando i suoi occhi in quelli color cioccolato della mora, non se la sentiva di evitare il suo sguardo adesso che toccava a lei raccontare i drammi della sua vita, così come aveva fatto per la Serpeverde, anche lei mantenne il contatto visivo, spostandolo soltanto quando lei si scostò dal collo la lunga chioma castana per mostrale un simbolo che aveva tatuato sulla pelle. Dal suo punto di vista pareva più che altro un marchio, un infelice costrizione, una marca da bollo. Non osava immaginare come potesse convivere con quella cosa, un disegno che urlava al mondo che cosa era e a chi apparteneva, lei probabilmente avrebbe fatto di tutto per toglierselo di dosso.
Partì con la presentazione della sua famiglia, all'inizio il nome non le aveva detto niente ma più avanti aveva ricollegato piccole frammenti di informazioni colte sporadicamente da qualche frase pronunciata da suo padre, spesso usava il fuoco all'interno di un caminetto della casa per parlare con qualcuno, dato che i gufi in uscita da casa sua erano categoricamente vietati. Deglutì e si mordicchiò il labbro inarcando le sopracciglia « Li ho sentiti nominare, da mio padre » la interruppe brevemente annuendo con movimenti convulsi per poi azzittarsi di nuovo e lasciarla continuare. La loro storia era simile e allo stesso tempo dissimile in molti dettagli, ma ciò che la preoccupava era il possibile legame tra le loro famiglie. Quando sentì nominare una probabile fuga da Azkaban dei suoi genitori, la giovane Serpeverde sbiancò come se avesse visto l'entrata del labirinto di Hogwarts per l'ennesima volta. Fece qualche passo indietro, abbastanza da permettere alla schiena di aderire al muro di pietre dei sotterranei, mentre il petto si alzava e abbassava troppo velocemente perché potesse essere considerato un respiro regolare. « Lilith » la chiamò temendo chissà come che si potesse essere allontanata o distratta, i suoi occhi vagavano per il buio del corridoio senza fermarsi in nessun centimetro in particolare e la sua voce era spezzata dal respiro affannoso piegata in un tono che aveva perso tutta quella sicurezza che di solito poteva vantare « Se mio padre stava controllando i tuoi genitori, e lo stava facendo di sicuro » l'idea che suo padre potesse essere immischiato in altre faccende che non riguardassero la sua stessa protezione non le passò neanche per l'anticamera del cervello, sapeva che non era un angelo ma sapeva anche perché, quasi unicamente per proteggere lei e le piaceva pensare che fosse anche per ritrovare sua madre « Vuol dire che stanno cercando davvero di fuggire, e se mio padre lo è venuto a sapere e perché c'entrano anche i miei zii » dalle sue labbra uscì un soffio, un anelo di disperazione « Non fanno mai niente per niente, anche io sono stata educata così... » aveva improvvisamente capito tutto, tanto che le gambe le cedettero e lentamente si ritrovò a far strisciare la schiena contro il muro fino a poggiare il sedere per terra e tirare le gambe verso di se, ancora fissava un punto indefinito nell'oscurità senza avere il coraggio di guardare la mora negli occhi « Li aiuteranno ad uscire e in cambio gli chiederanno aiuto per localizzarmi, useranno i tuoi genitori per arrivare a me, useranno te, per arrivare a me » e fu solo in quel momento che i due pezzi di ghiaccio che brillavano di paura nelle sue iridi, si spostarono lentamente, andando a posarsi su quelle calde e profonde della Tassorosso « Non possono entrare a Hogwarts, spero, ma appena uscirò da queste mura cosa succederà? » chiese in realtà non proprio a lei, aspettandosi di non ricevere nessuna risposta continuò « E poi, non vorranno testimoni... è probabile che tentino di uccidere sia te che i tuoi genitori » il tono di quell'ultima frase andò abbassandosi gradualmente fino a raggiungere un mormorio esasperato, il culmine della faccenda che aveva appena amaramente immaginato.da ogni crimine e da ogni gentilezza, generiamo il nostro futuro