Hogwarts: Il Paiolo Magico - {Harry Potter GDR}

Posts written by Noruwei

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    She was still a girl, a slight lovely girl who lay in bed and ate chocolates, a girl whose hair smelled like hyacinth and whose scarves fluttered jauntily in the breeze. But strange and marvelous as she was, a wisp of silk in a forest of black wool, she was not the fragile creature one would have her seem.
    - The Secret History, Donna Tartt

    E
    ra sicura che tutti si stessero divertendo un mondo al ballo: probabilmente stavano suonando la sua canzone preferita, magari Charles e gli altri avevano già iniziato la vera festa senza di lei o magari... Fece una smorfia.
    Rowena, la vita era davvero ingiusta. Se non ci fosse stato Emrys a guardarla (e se non si fosse sentita così debole) si sarebbe già messa a prendere a pugni il cuscino. Invece se ne stava là, sdraiata con l'aria imbronciata, il volto che guardava dalla parte opposta rispetto a dove si trovava il suo infermiere nella segreta speranza che così non vedesse quanto sembrasse un clown col naso rosso per la febbre.
    «Che rottura.» borbottò risentita, stringendo le dita attorno alla tazzina che le offriva Emrys. I tentativi del ragazzo di rasserenarla andarono parzialmente a segno: se diceva che sarebbero andati alla festa, lei gli credeva, anche se con la fronte in fiamme e la sensazione che, se si fosse alzata, sarebbe caduta come un sacco di patate, non capiva come il Corvonero potesse sostenere una cosa del genere, però aveva come quel tono sicuro di chi sa ciò che dice che portava tutti a dargli credito.
    Avrebbe voluto dirgli che le dispiaceva di avergli fatto il perdere il ballo, ma le uscì un piagnucolio indefinito e allora rinunciò, ricadendo sul divano dopo aver sorseggiato la pozione curativa che dal pizzicore sulla lingua doveva essere quella Peperoncina - o forse Pepata? Era una frana in quella materia. In ogni caso, non gliene fregava un cazzo (e poteva quasi vedere mamma rabbrividire di fronte a quella parola così volgare).
    In una circostanza normale non le sarebbe dispiaciuto così tanto essere malata, potendo avere Charles ed Emrys che si alternavano come cavalieri serventi, ma - diavolo - era il ballo di fine anno e avrebbe voluto davvero tanto volteggiare sulla pista col suo vestitino a fiori, prima di andarsi a sbronzare con gli altri sulle rive del Lago Nero.
    In verità non era così spiacevole neanche al momento vedere il ragazzo sottostare ai propri capricci e, poi, secondariamente, era meglio che fosse lì con lei, piuttosto che a rischiare di essere beccato da Walker mentre rubava gli alcolici.
    Percepì un brivido attraversala e, quasi di riflesso, si raggomitolò su se stessa in posizione fetale, percependo il maglioncino che le aveva prestato Charles sfiorarle le punte dei piedi. Amava indossare i suoi vestiti perché avevano il suo profumo, dunque non era insolito che nell'armadio della ragazza si trovassero t-shirt vecchie del gemello, anche se le andavano un po' grandi e sospettava che quel maglione sarebbe andato ad aggiungersi alla collezione.
    Non avrebbe saputo dire quanto tempo rimase così (probabilmente si era assopita), ma a un certo punto sentì in modo vago Emrys dire qualcosa, forse riguardo a dei miglioramenti. Pareva così professionale e affidabile che con l'ingenuità dei suoi quattordici anni Camille non esitò a credergli.
    Era ignorante su quali competenze mediche potesse avere il ragazzo, ma era sicura che Emrys Howell non le avrebbe mai fatto del male, nemmeno involontariamente. Annuì, mentre il Corvonero continuava a parlare. Sicuro, Emrys era uno okay, non avrebbe mai detto che stava bene se non era vero, giusto? Aveva bisogno di crederci (un po' perché le faceva comodo, un po' perché Emrys era Emrys). Non che non ne vedesse i difetti, come la sfumata pretenziosità, eppure si sentiva in parte stregata da quella riservata introversione che lo rendeva un po' un puzzle a cui mancavano alcuni pezzi. Quando gli aveva rivolto la parola per la prima volta quell'anno si era ripromessa di affrontare quella cosa con sguardo scientifico, aspettandosi di rompersi le scatole nel giro di un mesetto scarso, ma così non era successo, tanto da portarla a domandarsi se non fossero diventati... amici - ebbe un'esitazione nel pensare quella parola.
    Si riscosse, sentendo Emrys riflettere sul modo più consono per portarla di sotto. «Riesco a camminare.» brontolò Camille e, come dimostrazione del fatto, fece per alzarsi. Avvampò per l'umiliazione quando, trovandosi a perdere l'equilibrio, dovette appoggiare la mano alla spalla del ragazzo.
    Se cadi poi non so dove nascondere il corpo.
    «C'è la stanza della necessità.» suggerì con logica innocente. «Ho sempre pensato fosse il posto ideale per... voglio dire, basta che chiedi una stanza che nessun altro può mai raggiungere e il corpo non verrà mai trovato, quindi Stava delirando e si sentiva la testa pesante, ma non aveva importanza, visto che (per fortuna) Emrys sembrava concentrato su problemi più urgenti che un omicidio ipotetico.
    A essere sincera, per quanto avesse fiducia nel Corvonero, l'idea di farsi lanciare un Levicorpus e affidarsi del tutto alla sua prontezza di riflessi non l'allettava più di tanto, dunque si sentì discretamente sollevata quando mutò soluzione, optando per portarla in braccio.
    «Devo riprendere a chiamarti Sir Howell?» rise, pensando che, oh, quella cosa faceva molto cavaliere e principessa (e poi avevano persino la torre), ma non credeva che Emrys dicesse sul serio. Erano circa una cinquantina di scalini, non poteva essere così pazzo da pensare di...
    Il ragazzo non sorrideva, anzi, la guardava come per capire cosa ne pensasse. Era un'idiozia, quello pensava Camille, ma avevano fatto talmente tante idiozie insieme a cose apparentemente senza senso che quella sarebbe stata solo d'aggiungere alla lista. «Fanculo.» borbottò a se stessa per scacciare il terrore. Dopotutto, se davvero voleva diventare un pirata, avrebbe dovuto affrontare cose dieci volte peggiori. «Facciamolo. Pensiamo al vino che ci attende.» affermò seria, umettandosi le labbra. «Tanto se mi spacco una gamba, Charles ti strozza.» aggiunse, senza curarsi di dissimulare un certo compiacimento all'idea che non sarebbe stata l'unica a pagare le conseguenze, in caso di fallimento. «Magari ci daranno le brandine del San Mungo vicine.»
    Sempre che Emrys non finisse direttamente all'obitorio per aver osato lasciare che la sorella di Charles Macaulay si facesse un graffio, il che forse non era così improbabile.
    Circondò col braccio il collo del ragazzo, la cui altezza in qualche modo la faceva sentire quasi protetta. Avrebbe voluto appoggiare la nuca al suo petto e lasciarsi cullare, ma sospettava che, se avesse chiuso gli occhi anche solo per un secondo, non si sarebbe più svegliata.
    Code made by Noruwei


    Edited by Noruwei - 23/8/2016, 18:23
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    Il DECIMO DOTTORE. TENNANT. <3333
    Approvo tantissimo, sappilo u___u

    Benvenuta ♥
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    Ciao, benvenuta Margherita ♥
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    Aww <3
    Innanzitutto benvenuta e, tranquilla, molti all'inizio essendo alle prime armi si sono trovati in difficoltà, ma vedrai che in breve tempo ti ambienterai v-v
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    Mi candido ~
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    Ciao Giorgia, welcome <3
    Grazie a tua sorella per averti spinta a leggere la saga e tanti auguri per l'inizio del liceo il prossimo anno v-v
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    student - prefect - gryffindor - second year - Gemini - address [x]


    Allyn Davies

    No stop signs, speed limits, nobody's going to slow me down.
    L
    'avrebbe ammesso con difficoltà, ma - per quanto avesse una sorella minore - non era abituato a starsene mezzo nudo con (semi) sconosciute nella stanza. Semi sconosciuta che, per inciso, non aveva ancora capito che diavolo ci facesse lì. «Grazie per avermì ricordato il mio nome disse, alzando gli occhi al soffitto. «Sai anche il mio indirizzo di casa?» la provocò, sperando vivamente che quella non pretendesse che sapesse il suo.
    Ecco, appunto, pensò, non appena la primina riaprì bocca. Che scocciatura. «So come ti chiami.» la interruppe per precisare con un tono offeso. «Sarah--» La prima parte la ricordava, non si poteva pretendere troppo. «...Smith? No, aspetta. È Blackwood, vero?» Era sicuro che ci fosse un Blackwood da qualche parte. Il resto della sfuriata lo prese alla sprovvista, spingendolo a indietreggiare di un passo. Sapeva che, a conti fatti, si era comportato in modo orribile, venendo a meno dei suoi doveri, ma in sua discolpa poteva dire che anche lui se l'era cavata da solo il primo anno ed era sopravvissuto benissimo.
    «Come sei lagnosa ribatté alla fine, le orecchie in fiamme. La popolarità non c'entrava, semplicemente a malapena riusciva a badare a se stesso, figurarsi agli altri. Sarah Qualcosa non sapeva quanto fosse fortunata del fatto che avesse evitato di influenzarla eccessivamente. Cioè, dal suo punto di vista si era trattato quasi di un favore. Nel frattempo la ragazzina aveva continuato a parlare parlare parlare, ma quanto diavolo parlavano le femmine? Fu però l'ultima frase a indurlo a sogghignare (a dire il vero non sapevo nemmeno che questa fosse camera tua!). «Oh sì.» asserì con noncuranza. «Dicono tutte così.» Che fosse la prima volta che gli piombasse una ragazza in stanza era solo un dettaglio.
    Dopo quel breve scambio di battute - breve almeno da parte sua - finalmente la fanciulla gli concesse un po' di privacy, non mancando di punzecchiarlo sulla questione del canto. Razza d'impicciona, pensò il ragazzo, alzando gli occhi verso il soffitto, mentre si dirigeva verso l'armadio alla ricerca di qualcosa di decente da indossare. S'infilò rapidamente i boxer e i jeans, per poi mettersi a frugare per trovare una t-shirt con scarso successo, alla fine rinunciò e rimise quella con la scritta Nirvana che aveva prima di rilassarsi sotto il getto d'acqua calda.
    «Puoi voltarti ora.» le concesse, lasciandosi ricadere col fondoschiena sul materasso. «Senti, mi dispiace, va bene?» sbottò, reggendo lo sguardo accusatore della Grifondoro. Alzò le braccia in aria, come per dichiararsi colpevole. «È il mio primo anno da prefetto, non sono abituato ad avere tutte queste responsabilità.» si giustificò, scrollando le spalle. L'avrebbe aggiunto nelle cose in cui era una frana, rifletté, chiedendosi se effettivamente si sentisse in colpa. Forse un po' sì, a guardarla ora, con le occhiaie e furiosa, sinceramente ferita. Come aveva potuto farle quello, se nemmeno la conosceva? Nel senso: senza nemmeno rendersene conto. Essere prefetto forse significava anche quello, avere determinati compiti nei confronti degli altri e per lui che tendeva a preferire ragionare con la propria testa quello era maledettamente difficile.
    «Dunque.» La studiò, inarcando un sopracciglio, mentre un sorriso tra il malizioso e la presa in giro si delineava sulle labbra. «Chi speravi di trovare? Forse potrei aiutarti.» Dopotutto conosceva il dormitorio maschile abbastanza bene, a differenza della fanciulla. Sapeva che ciò non avrebbe migliorato più di tanto l'opinione che Sarah aveva di lui (per altro abbastanza corretta, ovvero che fosse un nullafacente cronico), ma se non altro era il minimo che poteva fare per cercare almeno una volta di aiutarla. Si umettò le labbra a disagio, in attesa del responso.
    codice role © Akicch; NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT
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    Ciau, io mi chiamo Bianca, benvenuta ♥
    Tra le serie che hai citato seguo per bene solo The 100 (devo recuperare la 3^ stagione però çwç), mentre dei libri tutti-tutti tranne Shadowhunter. Anyway, adorabile la pv *w*
    Spero di vederti grifa :flower:
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    “You are not thrown into the fire, you are the fire.”
    Allyn
    Davies
    Grifondoro
    Mezzo sangue
    II anno
    Caotico neutrale
    Prefetto
    Quella era la Lagrange che gli piaceva, che lo divertiva, proprio lì, di fronte a lui, l'occhiata assassina nella quale si distingueva con facilità il desiderio di prevalere. Fu in quel momento, mentre la fanciulla gli puntava l'indice contro il petto, che Allyn Davies intuì che non si sarebbe tirata indietro finché non l'avesse - no, non solo battuto - stracciato.
    Finse un'espressione preoccupata. «Sicura? Non vorrei che la sirena cattiva turbasse troppo la tua sensibilità.» Il tono di vaga derisione era in netto contrasto con l'espressione, ma non importava. Ormai avevano entrambi calato le maschere, non c'era bisogno di gentilezza. Per la prima volta avevano pronunciato ad alta voce quello che sapevano dalla prima volta, quando avevano parlato in Sala Grande, che un giorno si sarebbero ritrovati a essere avversari. E quel giorno era arrivato.
    Sogghignò nell'ascoltare le parole seguenti, e le fece il verso con la mano. Era quasi graziosa, quando cercava di fargli perdere le staffe, cosa che andava a confermare che era riuscito a pungerla nel vivo con l'osservazione di prima.«Godric, hai scoperto il mio piano supersegretissimo.» rise, staccando le spalle dalla parete per accennare a qualche passo avanti. «Ora dovrò ucciderti.» Inclinò la nuca di lato, senza accennare a far sparire il sorriso di divertimento che gli era rimasto sul volto.
    S'inclinò in avanti col busto finché le sue labbra non si trovarono a pochi centimetri dall'orecchio della ragazza. Le sfiorò la guancia con la propria, mentre sussurrava la parola d'ordine del bagno dei prefetti. Una volta pronunciata l'ultima sillaba si tirò indietro, mettendo fine a quell'invasione di spazio. «Cerca di non usarlo per farti il bagno.» Fece una pausa: l'ipotesi che la Lagrange non ne approfittasse erano ridicole. «Okay, se qualcuno ti becca, almeno non dire che sono stato io a dirti come fare.» continuò seccamente. C'erano così tanti prefetti, avrebbe potuto dare la colpa a caso a qualcuno di loro. Tipo Halliwell.
    Riportò lo sguardo sulla parete, affiancandosi a Isobelle. Qualcosa gli diceva che tutta quella storia gli avrebbe portato solo guai, ma - del resto - i guai lo avevano sempre attratto come calamite. «Dunque...» iniziò, inarcando un sopracciglio. «Come preferisci passare la nottata? Torni di filato in sala comune o facciamo un salto nella sezione proibita della biblioteca?» Articolo otto. «Anche vandalizzare l'ufficio di Walker non sembra male.» Articolo quattordici. «Ma se sei troppo stanca...» Lasciò la frase in sospeso come per suggerire che fosse solo una scusa. Del resto, lui non aveva quel problema: sarebbe dovuto comunque restare in giro ancora un'oretta per controllare che fossero tutti a letto. Passare il tempo ad aderire ai suoi doveri da prefetto o a prendere in giro la folletta era pressapoco la stessa cosa, anche se la seconda era molto meno noiosa rispetto alla prima.
    Code made by Noruwei | Don't copy, pls ♥
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    Cito di sfuggita Isy, Aidan, Rose, Deborah (ti evoco) e Turner (♥); interagisco con Ji ed Erik ~

    ABxfOyG
    Allyn Davies
    La mia ignoranza, pur avendo grosse lacune, è enciclopedica.
    Copre tutti i campi dello scibile umano.
    Aveva un debole per le risposte pungenti della Lagrange - se no provocarla sarebbe stato decisamente meno divertente. Era qualcosa che aveva in comunque con Jiselle, quello, constatò a seguire delle parole velenose della Levi sul dubbio vestiario delle ragazzine.
    E detto da una che sembra uno struzzo, pensò Allyn, senza osare pronunciare quella frase ad alta voce, visto che la fanciulla pareva abbastanza brilla da tirargli un calcio nelle palle, se ci avesse provato.
    «Stefan chi?» biascicò invece, inarcando un sopracciglio, per poi collegare. «Oh, quello là. Mr. "essere sconosciuto".» intuì con un sogghino spontaneo, domandandosi dove fosse finito, visto che parevano così affiatati. Preso da quel dibattito aveva del tutto ignorato la presenza di Halliwell, con cui Ji si scusò, prima di lasciarlo al proprio destino.
    Allyn era certo che avrebbe accettato di ballare principalmente per due motivi: (a) aveva già bevuto parecchie bicchieri e (b) erano due masochisti, quando si trattava di questioni sentimentali. Sentì la mano di Ji posarsi sulla sua spalla sinistra, mentre la trascinava verso il centro della pista, stringendole la vita.
    «Ti stai scusando le domandò per prenderla in giro, il tono denso d'incredulità. «Dovresti bere più spesso.» Non stavano proprio ballando. Probabilmente se Jiselle fosse stata del tutto in sé, sarebbe stato in grado di guidarlo nel combinare qualcosa di quantomeno decente, dissimulando le sue incapacità con la propria grazia, ma in quelle condizioni i loro movimenti parevano più che altro un buffo ondeggiare sul posto.
    Alla domanda della ragazza, diminuì la distanza tra loro, fingendosi pensoso. «Non saprei, le ho appena conosciute.» ammise, sfiorando con le dita una ciocca di capelli che le incorniciava il volto, ma, per quanto potesse essere bella, le cicatrici di quel litigio nei sotterranei bruciavano ancora. L'aveva lasciato. Non era qualcosa che il suo orgoglio poteva dimenticare tanto facilmente. 'Sono stanca' aveva detto. Il 'di te' era rimasto sottinteso.
    Parlo troppo.
    «Mi piace ascoltarti.» Cioè, più o meno. Anche quando stavano insieme non era che ascoltasse tutte le cose che diceva (specialmente quando cercava di coinvolgerlo in qualche conversazione su scarpe e shopping), però aveva una bella voce, quando non era incazzata. «Mi manca ascoltarti.»
    Non era una completa bugia. Provava una certa nostalgia per le giornate passate insieme a gironzolare per Hogsmade o nel parco di Hogwarts, per le conversazioni interminabili su whatsapp durante le vacanze, per il candore della sua pelle. Inclinò la nuca, avvicinando le proprie labbra alle sue come per baciarla. Sii ritrasse all'ultimo. «Abitudine disse, a mo' di spiegazione, pungente come uno spillo. La sua espressione, le labbra socchiuse come in procinto di ricambiare quel bacio erano abbastanza per soddisfare il suo desiderio di rivendicazione.
    «Hai fatto bene a fare quello che hai fatto. Sono troppo infantile.» aggiunse con noncuranza, alzando il braccio per farle fare una giravolta, senza curarsi di dissimulare il verso dell'ultima parola. Le rivolse un sorriso falso, quando si ritrovarono di nuovo a sfiorarsi la punta del naso. «A lasciarmi, intendo. Voglio dire: io sto meglio, tu stai meglio.» Una stoccata dopo l'altra, dietro ai modi cordiali, ipocrisia dopo ipocrisia, stava sfruttando la sua conoscenza per la sua ex per colpire dove sapeva avrebbe fatto più male. «Dovremmo lasciar perdere.» Si umettò le labbra, fingendosi pensieroso, mentre le stringeva la mano, intrecciando le loro dita. «Ti voglio ancora bene, Ji.» continuò, e il nomignolo affettuoso suonò quasi grottesco. Non sapeva se la sottile frecciatina avrebbe o meno colto nel segno. Lui, a differenza sua, non le aveva mai detto 'ti amo'. «Vorrei davvero che rimanessimo amici, senza rancori tra noi.» Oh, ma per favore! Tra un po' vomitava per tutte le idiozie che stava sparando. Ma era stata lei a iniziare, con quella scemenza del 'senza rancori' e bla bla, gliela stava semplicemente ritorcendo contro. Dal suo punto di vista se l'era cercata.
    Con la coda dell'occhio intravide Rose e Aidan ballare - il Tassorosso sapeva essere così cavalleresco, alle volte.
    Fece un passo indietro, rendendosi conto solo in quel momento che loro invece avevano smesso di ballare, ormai fermi sul posto e ringraziò dentro di sé il provvidenziale intervento di Erik. Piccioncini. L'ironia di quel termine aveva un che di divertente. «Tutta tua, amico.» disse, con un gesto della mano come per invitarlo a prendere il suo posto. Aveva già detto ciò che voleva dire, chiarendo che quello che faceva non era più affare di Jiselle e viceversa - il fatto che l'avesse detto più per ferirla che per onore della sincerità era un dettaglio di minima importanza.
    Guardò la coppia allontanarsi, replicando con un placido «Altrettanto.» Quando sparirono dal suo campo visivo, tornò verso il buffet, afferrando uno dei tramezzini tra il pollice e il medio.
    Che schifo i balli scolastici.
    Aidan era impegnato a rendere uno sballo la serata per la primina, Dim si era appartato con la Caposcuola di Tassorosso... e in tutto quel casino Deborah Davies non si vedeva ancora. Conoscendo l'animo selvatico della sorella minore Allyn non dubitava che, pur di evitare d'indossare un abito anche solo lontanamente femminile, avesse tagliato la serata più importante per buona parte delle fanciulle di Hogwarts. Nel caso, la invidiava profondamente. In effetti quel momento, durante il quale tutto il castello era impegnato a divertirsi, sarebbe stato perfetto per vandalizzare l'ufficio di Turner e falla franca.
    CODE&GRAPHIC BY HIME
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    Ciao, benvenutissima <3 Sono sicura che ti troverai bene v-v
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    Controllo schede grifondoro:
    Alexander Murray
    Moondace Arris
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    Welcome ~
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    nteragisco con Rose, Shane, Aidan, Ji, Thyste, Isy, cito Pers ~

    ABxfOyG
    Allyn Davies
    La mia ignoranza, pur avendo grosse lacune, è enciclopedica.
    Copre tutti i campi dello scibile umano.
    Se quello era il meglio che il Serpeverde sapeva fare con le parole, allora - beh - sperava fosse almeno più in gamba con la bacchetta, visto che quella risposta ebbe l'effetto di far schizzare verso l'alto il sopracciglio sinistro del Grifondoro in un'espressione di scettica derisione. "Essere sconosciuto" aveva detto. Godric, non c'era nemmeno gusto a litigare con un damerino.
    «Che sfigato.» commentò, senza curarsi di abbassare la voce, mentre con un gomito appoggiato al bancone osservava la coppia. Si servì con noncuranza un bicchiere di punch e, ascoltando la risposta di Rosaleen, lo sorseggiò. Prima però che potesse continuare la conservazione fu il turno della Levi d'intromettersi, iniziando con un'ipocrita 'scusatemi' a cui Allyn non credette nemmeno per un secondo. Non era per niente dispiaciuta, era evidente dal suo sguardo mentre gli impegnava l'altra mano con un altro bicchiere di... che era?
    Un brivido lungo la colonna vertebrale lo avvertì del pericolo, tuttavia era troppo tardi per zittire la sua ex, che dopo aver apostrofato le due ragazzine Teletubbies, aveva preso a delirare. «Sei già ubriaca?» indagò, irrigidendosi, non appena chiuse bocca. La ragazza parve fingere di non sentirlo (o forse era già davvero un po' brilla), visto che fece tintinnare da sé i loro bicchieri in un brindisi che aveva un che di grottesco. Riservami un ballo, aveva aggiunto alla fine, per poi allontanarsi.
    Era seria? O voleva solo provocarlo?
    Non appena fu a distanza di sicurezza il giovane arricciò le labbra, lanciando un'occhiata perplessa verso Aidan. «È pazza.» Nel suo egocentrismo si era dimenticato del malcelato insulto della Grifondoro nei confronti delle primine, ma per fortuna c'era il Tassorosso a tirare loro su il morale - in quei momenti Aidan era decisamente più in gamba di lui. Il ragazzo rise, sentendo paragonare la Levi a uno struzzo, e si sentì sollevato nel sentirsi seguire da Rose. «E poi non sembrate dei Teletubbis.» rincarò la dose, appoggiando il punch sul banco, desiderando scacciare il lieve disagio calato sul gruppetto. «Secondo me state... cioè, ecco, secondo me state molto bene.» disse frettolosamente, passandosi una mano tra i capelli. «Vero, 'dan?» aggiunse, colpendo col piede quello dell'amico.
    Non avrebbe mai creduto di dover ringraziare Perseus Halliwell, eppure il suo rapido saluto gli diede modo di distogliere l'attenzione da se stesso e dall'imbarazzo generale. Gli rispose rapidamente, senza troppo trasporto, sapendo quello che il prefetto andava a dire in giro di lui. Quell'idiota.
    Fu però la ragazzina mingherlina vicino a lui ad attirare la sua attenzione: che diavolo ci faceva Pimpy col nemico? «Hey!» la salutò con un sorriso, trattenendosi dallo spettinarle i capelli - dopotutto era anche il suo ballo. «Trattala bene, Halliwell.» aggiunse, rivolgendo un'occhiata d'avvertimento in direzione del Corvonero. Era vero, lui e Pimpy avevano preso strade un po' diverse nell'ultimo periodo, ma quello non significava che lei non fosse pur sempre la sua amica o che non ci fosse più affezionato. Visto il carattere abbastanza timido della coetanea, Allyn non poteva fare a meno di vederla come un esserino da proteggere, incapace di concepire del tutto come ella stesse crescendo.
    Le parole di Aidan lo spinsero a riportare lo sguardo sul bicchiere che aveva ancora in mano - in effetti Ji seguiva Pozioni, non sarebbe stato così strano se avesse sgraffignato qualcosa dalle riserve della Grael. «È tutto okay.» si costrinse a dire, scrollando le spalle, fissando la Grifondoro che si stava ridirigendo verso Kyla (da quando erano amicone?). Fu solo quando fu sicuro che lei lo stesse guardando a sua volta che con una smorfia ironica inclinò in una specie di cin-cin verso di lei, prima di berne due sorsi.
    «Martini.» fu il piatto verdetto che riuscì a formulare prima che la Doherty, come di consueto, gli rubasse le attenzioni del suo bro. Era da quando l'aveva aiutato a studiare Erbologia che era difficile deriderla come al solito, oltre al fatto che lei aveva intravisto la lettera da parte di sua madre. «Doherty.» ribatté dunque con uguale circospezione, sforzandosi non poco per trattenersi da qualsiasi frecciatina ironica, mantenendo una facciata di educazione.. «Con chi sei-?» Venuta. Non ebbe bisogno di finire la frase, visto che la fanciulla a poca distanza da lì rendeva quel dettaglio abbastanza intuibile. Ancora una volta Allyn si ritrovò perplesso di fronte alle dinamiche della fine dell'anno: non avrebbe mai detto che la Doherty e la Lagrange fossero così amiche da venire al ballo insieme, eppure non si mostrò spiazzato, anche se forse Isy avrebbe colto quel lampo di placida curiosità nei suoi occhi.
    «Lagrange.» l'apostrofò divertito, mentre si portava una mano sul cuore. «Ti ho già detto che la sirena del bagno dei prefetti è davvero ansiosa di conoscerti?»
    Una volta finito il consueto scambio di battute, superò le ragazze con una fluida falcata, appoggiato il bicchiere sul bancone. «Scusatemi un attimo.» disse, rivolgendosi a tutti i presenti, tagliando per lo spiazzo. Nonostante riuscisse a dissimularlo davanti agli altri Jiselle era capace di mandargli il sangue al cervello con noncurante facilità, proprio perché lo conosceva bene. Allyn sapeva che sarebbe stata capace di tormentarlo tutta la serata, se non avesse messo in chiaro subito le cose.
    Si bloccò, trovatosi vicino a Jiselle, fermo di fronte a lei, proprio mentre un ragazzetto annunciava sul palco l'inizio delle danze. Ne sorresse lo sguardo senza problemi, a differenza di alti non aveva mai avuto problemi a tenere testa alla temibile Jiselle Levi. E, forse, all'inizio era stato proprio quello a piacerle ed era quindi ironico che fosse stata proprio quella stessa cosa a determinare successivamente il loro allontanamento.
    «Hai intenzione di fare la stronza con tutte le persone a cui rivolgerò la parola?» Inarcò un sopracciglio per poi sbuffare. «È il loro primo ballo di fine anno.» precisò con un cenno della nuca verso Rosaleen e Shane, come se ciò fosse di per sé un motivo per non renderlo infernale. Non riusciva a capire quale diavolo fosse stato lo scopo di tutta quella stupida scenata. Era stata lei a lasciarlo, perché non poteva semplicemente lasciarlo in pace?
    Lo irritava perché, anche se fossero tornati a discutere, lei avrebbe preteso di avere ragione. Finivano sempre così. Si attraevano e respingevano come due calamite e, pur non sopportando la presenza dell'altra, non potevano fare a meno di cercarsi.
    «Vuoi ballare?» sbottò spazientito, facendo un passo indietro, per afferrarle il polso che strinse leggermente. «Volevi la mia attenzione, no? Ce l'hai.» Aveva vinto di nuovo, usando quell'atteggiamento da bambina viziata. E poi era lui quello immaturo, pensò, trattenendosi dal roteare gli occhi. La detestava, eppure una parte di lui ne sentiva la mancanza. «Senza rancori e nulla.» aggiunse con un lampo d'ironia negli occhi celesti, mentre le faceva il verso.
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    Edited by Noruwei - 9/6/2016, 18:47
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    PNG DEL BALLO



    ABxfOyG
    Fred Meson

    Hufflepuff | singer
    Ansia da prestazione.
    Fred, nonostante prendesse lezioni di canto da quando aveva sette anni, l'aveva sempre provata prima di esibirsi - quella sensazione angosciante che sarebbe finito per bloccarsi davanti a tutti, senza riuscire a ricordare le parole.
    Se non altro non intravedeva ancora Selyse Murray tra il pubblico, se avesse fatto una figuraccia di fronte a lei non se lo sarebbe mai perdonato - anche se probabilmente lo sarebbe comunque venuta a sapere.
    Si sistemò con un gesto nervoso la cravatta, prendendo un respiro profondo, prima di dirigersi a passi falsamente decisi verso il palco, sopprimendo il desiderio di fare dietro front e ritornare alla sua tranquilla asocialità. Per Tosca, aveva i nervi a pezzi per la tensione.
    Si posizionò al centro del palco, sollevato che nessuno lo stesse ancora guardando, tutti troppi impegnati nei saluti e nelle solite scenate drammatiche - cioè, nei balli era tipo una prassi, quasi come se essi tirassero fuori il peggio dalle persone. Fred quello lo sapeva benissimo, visto che aveva passato tutte le feste con le spalle appoggiate alla parete a sorseggiare punch e a seguire le litigate da lontano.
    Strinse più forte il microfono, portandoselo vicino alle labbra. Non era collegato a nessuna presa, essendo stato modificato con la magia in modo che svolgesse la sua funzione senza richiedere l'ausilio dell'elettricità.
    «Scu- scusate.» bofonchiò, incerto, desiderando sprofondare quando la sua voce superò le altre. «Spero che abbiate voglia di ballare un po'.» Oh, diamine, non suonava così patetico quando se l'era ripetuto davanti allo specchio.
    La lista di canzoni che aveva preparato erano tutte abbastanza vivaci e movimentate, visto che per i lenti ci sarebbe stato spazio dopo l'elezione del re e reginetta - a quel proposito, che diavolo ci faceva quella tizia sul trono? Meglio non fare domande, decise, dopo un'occhiata dubbiosa, riportando lo sguardo sul suo pubblico.
    «Dunque, uh, come si dice... LET'S GO!»
    La musica partì di sottofondo e lui prese a cantare. Era come una magia, quando accadeva, e all'improvviso tutti i suoi dubbi sparivano. Era lì e stava facendo l'unica cosa che sapeva fare. Ed era okay.

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    Le canzoni qua elencate sono giusto per darvi un'idea, non c'è un ordine da seguire ~
    01: Prom
    02: Shut up and dance
    03: Party Mix
    04: Slow Dancing
    05: Let's party
    06: Into the wild
    CODE&GRAPHIC BY HIME
451 replies since 14/12/2014
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