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"BUONGIORNO HOGWARTS!"
Queste le parole del cronista di turno, che volevano dare il benvenuto al pubblico per la prima partita del torneo di Quidditch della scuola di Magia!
"Oggi sarà disputata la prima partita del torneo! Si scontreranno Tassorosso e Grifondoro!"
Il pubblico sulle tribune urlò di gioia, per incitare i ragazzi che di lì a poco avrebbero fatto il loro ingresso in campo, cavalcando le loro amate scope.
Era una bella giornata, il cielo era limpido ed il vento non era particolarmente fastidioso. Certamente però il freddo si faceva sentire, eccome.
Questo però non aveva impedito alle centinaia di studente di invadere le tribune per godersi la sempre avvincente partita a Quidditch.
V'erano molti professori a seguire curiosi, nonchè vari osservatori di squadre professionistiche. Magari avrebbero trovato qualche nuovo talento!
Grifondoro contro Tassorosso quindi. I grifondoro avevano una squadra forte, come ogni anno. I tassorosso però avevano una squadra giovane e competitiva. Avrebbero potuto quindi tentare il colpaccio!
Nessuno sapeva come sarebbe andata a finire, ma quel che era certo è che il divertimento non sarebbe mancato.
Mancavano pochi minuti all'inizio, e il cronista stava per i nomi dei giocatori che sarebbero entrati in campo...
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La partita stava per iniziare, un bel duello fra Grifondoro e Tassorosso, il cronista dopo un colpo di tosse era pronto per annunciare i giocatori.
Buongiorno ragazzi!
E' Taker che vi parla, e qui accanto a me c'è Jenny.
Si fermò un attimo e ripartì.
Jenny che ne pensi della partita? Sarà di sicuro bellissima! Non facciamo aspettare il nostro pubblico, presentiamo i giocatori!
Pronti per la prima partita di Quidditch? Siete pronti per accogliere i vostri beniamini? Eccoli!
Il ragazzo pronto per annunciare i giocatori si schiarì la voce e infine parlò:
Ed ecco i Grifondoro! Come sempre una squadra forte, riusciranno a vincere?
Abbiamo Sirya Black come cercatore! Aveline Joy Bennet, Rachel Lee Connelly, Fredrich Samuelsson come cacciatori! Melanie Seven Klein e Lutra Silverback come battitori! Infine, in un ruolo importantissimo Juliet Chantelle Spencer come portiere!
Si fermò un attimo e ripartì dicendo:
E ora..... Vi presento i Tassorosso, con una squadra giovanissima. Partiamo dai cacciatori, sono Mirkovic Allen, Aimee Cain, Reisuke Yumehara. I due battitori, Max Guevara Evans, Serena Lili Bellefleur! In porta abbiamo Kyla Lyram e come cercatore Maxine Laurth ! Sarà una partita durissima! Chi la spunterà? La nuovissima squadra dei tassorosso? O i Grifondoro? Resta tutto da vedere!
Edited by Specialman - 4/2/2011, 13:35. -
Sirya_Black.
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Quella mattina la giovane Grifondoro si era alzata presto e aveva raggiunto il campo di Quidditch prima di chiunque altro. Aveva testato per un pò la sua nuova Nimbus 2000: era agile, veloce e scattante. Tutto quello che un Cercatore, anzi, una Cercatrice avrebbe potuto desiderare. Quella capatina al campo di prima mattina le aveva dato anche modo di constatare che il cielo era terso e splendente: tempo ottimale per una partita. Tirava, forse, un pò troppo vento. Si appuntò in mente di includere questo nel discorso che avrebbe fatto alla Squadra prima di salire a cavallo delle loro scope. Dopo aver fatto un paio di giri della morte, s'avvide che già degli studenti si avviavano al campo per l'incontro tra Grifondoro e Tassorosso. Sirya scese in picchiata a terra e, dopo essere balzata giù con agilità dalla scopa, si avviò verso gli spogliatoi.
Ancora nessuno dei componenti della squadra era arrivato. La ragazza decise di cambiarsi e rimase per un pò immersa nei suoi pensieri in quella stanza riservata al Capitano. La sua avversaria era temibile: Maxine, infatti, si distingueva per la sua temerarietà in campo. A scuola poteva essere dolce e gentile, ma sulla scopa non perdonava. I suoi timori e le sue riflessioni furono interrotte dal vociare dei suoi compagni di squadra che, entrati negli spogliatoi, si apprestavano a prepararsi per la partita. Sirya li fece fare, ascoltando ogni parola che usciva dalla loro bocca: anche loro erano emozionati quanto e, forse, più di lei ed espressero, seppure con una vena ironica, i loro timori riguardo la Squadra avversaria. Quando fu il momento, Sirya decise di intervenire.
-Pare che siamo di buon umore stamane, vero?- esclamò con un largo sorriso, facendosi spazio tra i suoi compagni.
Parecchi di questi sussultarono all'ingresso improvviso di Sirya, ma dopo annuirono all'affermazione della ragazza. Sirya si schiarì la voce. Si era preparata quel discorso il giorno prima e pregò Merlino che le parole la sostenessero e non le venissero a mancare proprio quando avrebbe dovuto dare coraggio e forza alla Squadra.
-Bene, ragazzi e ragazze. Il gran giorno è arrivato. Quella di oggi è una grande Squadra. Grifondoro può andarne fiero. Ho tastato un pò le condizioni di gioco prima che voi arrivaste: il tempo è ottimo. Non vedo motivo per cui non dovremmo volare in modo lodevole. Aveline, Rachel e Fredrich: promemoria per voi. Tira un pò di vento da Est. Occhio, dunque, quando vi lanciate la Pluffa. Che una folata anomala non ve la soffi sotto il naso. Melanie e Lutra: volate controsole, così non vi vedranno arrivare. Juliet...Vigilanza costante!- prese un pò di fiato, lasciando che i componenti della Squadra assimilassero tutte le informazioni che aveva loro dato -I giocatori di Tassorosso sono giovani e freschi, proprio come noi. Non abbiamo nulla e, ripeto, nulla che ci manchi per vincere questa partita! Chiaro? Andreas, Annabell: tenetevi pronti. Potrei farvi entrare in campo in qualunque momento. Ed ora, in sella alle Scope!- la sua bocca si aprì in un grande sorriso.
Juliet, come da prassi, le si affiancò durante il tragitto che avrebbe portato in campo. Cominciarono ad udire i cori che provenivano dalle gradinate e il vociare e i passi di moltissimi studenti. La Grifondoro strinse forte il Manico di Scopa e si sistemò meglio la spilla. La Squadra si arrestò di fronte ad un cancello in legno che si sarebbe aperto solo quando il Cronista avrebbe fatto i loro nomi. E dopo pochi, ma interminabili minuti, Taker di Tassorosso annunciò l'inzio dell'incontro. Sirya si mise a cavalcioni della Nimbus e, quando il Cronista presentò la Squadra, calciò forte e si librò in aria.
Il vento le scompigliò i capelli, mentre il venticello le solleticava dolcemente il viso. Fece un ulteriore giro del campo, passando davanti alle gradinate e distribuendo grandi sorrisi a tutti. Poi, mentre il resto della Squadra si disponeva in cerchio qualche metro sopra Madama Bumb, Sirya si avvicinò a quest'ultima per il testa/croce e per stringere la mano al Capitano della Squadra avversaria. La tensione era palpabile nell'aria, diventata così consistente che si sarebbe potuta tagliare a fettine.
Edited by Sirya_Black - 4/2/2011, 18:23. -
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Dopo essersi svegliata in un groviglio di coperte che durante la notte non l’avevano riscaldata neanche un po’, la mente assonnata di Maxine corse subito alla partita di Quidditch che avrebbero giocato proprio quella mattina. Difficile non pensarci, in effetti: era l’evento sul quale si era discusso di più nelle ultime due settimane, soprattutto per la differenza tra le due squadre: loro, i Tassorosso, tutti giovani e freschi di primo anno, contro i Grifondoro, che vantava tra le sue file personaggi ben più ‘famosi’ e soprattutto esperti. Sicuramente.
Evvai, era la cosa migliore svegliarsi con un pronostico così negativo sul collo, vero? E lei che si vantava di essere una persona così’ ottimista! Sbuffò, sbuffò ancora, si preparò, agguantò la sua Swift Stick – che visto il suo ruolo non era di certo il modello più adatto – e camminando tra i corridoi di Hogwarts non passò nemmeno dalla Sala Grande. Aveva lo stomaco chiuso, sigillato. E poi meglio non appesantirsi, visto che avrebbe dovuto volare più veloce di Sirya, quel giorno! Non era contemplata la possibilità di lasciarsi scappare il Boccino, e la sera prima Max glielo aveva ribadito più e più volte. Aveva quelle parole stampate in testa a caratteri cubitali e sbrilluccicanti, peggio delle insegne di Las Vegas.
La divisa giallo-canarino, nonostante fosse della misura più piccola, le stava un po’ lunga. Aveva fatto il possibile per accorciarla con la magia, ma a quanto pare non era riuscita a vincere contro le maniche, che adesso teneva ferme con delle spille da balia trovate in fondo alla valigia. Era stata tentata di usare anche un po’ di quella colla a super-presa che la madre le aveva ficcato in borsa insieme ad un casino di altra roba che non avrebbe mai usato, ma non ebbe il tempo materiale per sistemarla a dovere, quindi dovette accontentarsi. In compenso era davvero contenta per la sua scopa, nonostante non fosse il modello più veloce: avendo un corpo dalle dimensioni decisamente ridotte, era abbastanza aerodinamica là sopra. Riusciva a manovrarla piuttosto bene! Aveva trovato nel Quidditch il suo sport ideale, soprattutto perché era davvero particolare: in sella a delle scope, sei che figata! E lei, che aveva sempre sognato di riuscire a volare, in quel modo era più che mai vicina alla realizzazione del suo sogno. Le bastava darsi una bella spinta, per iniziare a sfrecciare in aria, e da quel momento non riusciva a fermarla nessuno. Tranne Max, che con una Firebolt sarebbe riuscita a fermare anche la luce, a momenti. Era una scopa velocissima, quella! Non aveva abbastanza soldi per comprarla, ma sperava di guadagnare abbastanza da Olivander e mettere qualche galeone da parte, per prendersi la scopa più potente del mercato. Sempre e solo perché le serviva per il Quidditch, eh... non era il tipo che si vantava per cose del genere, per fortuna.
Dopo un attimo di divagazioni mentali, si affrettò per raggiungere l’esterno della scuola, oltre il quale completò il tragitto in sella alla sua scopa, sia per allenarsi che per risparmiare tempo. Non ne era sicura, ma sentiva di essere, forse, un po’ in ritardo. Si diede una bella spinta da terra, e quando fu in aria aspettò qualche secondo per stabilizzarsi, prima di flettersi lungo il manico e aumentare di velocità, godendosi la brezza che si infrangeva sul suo volto libero, e che fortunatamente non le scompigliava i capelli, legati in una severa coda di cavallo e pieni di forcine per costringere ciuffi più corti a stare buoni e fermi. Sorrise, un sorriso soddisfatto, forse un po’ baldanzoso, che raramente spuntava sul suo volto. Beh, era felice! E soprattutto, per una volta si sentiva sicura di riuscire a fare qualcosa di buono, qualcosa per il quale, forse, avrebbe avuto l’approvazione dei suoi compagni di casata. Portare a casa una vittoria a Quidditch era stato sempre più difficile, per i Tassi, e sperava di riuscire a risollevare la situazione, insieme a quella squadra della quale il Prefetto andava orgoglioso.
Deviò verso gli spogliatoi quando intravide macchie rosse e gialle dirigersi tutti lì, chi a piedi chi in volo, e una volta atterrata di fronte all’entrata si aggiunse ai suoi compagni di squadra. All’interno quasi nessuno si cambiò, piuttosto venne loro illustrato lo schema. Max sembrava piuttosto imbarazzata, eh… non era fatta per i discorsi, soprattutto se di fronte ad altre persone che si aspettavano tanto da lei. Le sorrise, allegramente, e le mostrò il pollice alzato per cercare di dirle che andava tuuuutto bene, e che non doveva preoccuparsi di niente. Ce l’avrebbero messa tutta, e contava quello in fondo! Infine vennero congedati, ed uno ad uno entrarono in campo. Maxine deglutì più volte, rendendosi conto solo in quel momento di essere davvero lì, circondata da un pubblico folto e urlante, dagli striscioni giallo-neri e rosso-dorati delle diverse tifoserie, e di avere davanti la squadra che avrebbero affrontato quel giorno, in tutto il loro splendore – e in tutta la loro magnifica altezza, visto che lei era la più bassa di tutti, là in mezzo. I Grifondoro sembravano più carichi che mai, come ci si aspettava dalla casata di Godric, ma loro non avrebbero di certo deluso la loro cara Helga, nossignore! Si guardò intorno, osservando i suoi compagni di squadra, e facendo scomparire il sorriso dal suo volto per un po’. Probabilmente non sarebbe tornato prima della fine della partita, com’era giusto che fosse… sarebbe stato difficile, ma doveva concentrarsi, e soprattutto rimanere seria. Non essere troppo buona e volare solo per raggiungere il Boccino, senza farsi distrarre da niente e nessuno. Prese un bel respiro, e strinse la presa sul manico della sua scopa, che cavalcò quando fu annunciato l’imminente inizio della partita. Come il resto dei giocatori si alzò velocemente in volo, facendo un cenno amichevole a Sirya, la sua avversaria quel giorno, e iniziando a volare per il campo fino a fermarsi, respirando a grandi boccate, e fissando con insistenza la valigia con le diverse palle posta a terra, in attesa che la piccola pallina dorata venisse liberata.
Edited by ~ N a n a ~ - 4/2/2011, 16:39. -
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CITAZIONE~parlato ~pensato ~parlato altrui
Lili fu la prima Tassa ad arrivare al Campo da Quidditch a causa della sua levataccia. Gli occhi le si erano spalancati alle cinque della mattina per l'agitazione e l'ansia causate dalla prima partita del campionato. Era rimasta un po' nel letto ripassando gli schemi di gioco che Max aveva deciso, cercando di non svegliare le sue compagne di stanza. Ma la calma era durata poco, sommersa dai fogli su cui erano rappresentati gli schemi, la gamba destra aveva iniziato a tremare in maniera spastica, facendo svegliare Ade, il gatto nero. Aveva deciso così di alzarsi e fare una doccia calda per rilassarsi, cosa che durò per circa dieci minuti, fino a quando il nervoso non ricrebbe a causa della sparizione di uno dei due guanti da gioco.
-Calma Lili, pensa...dove lo hai usato l'ultima volta? Qualcosa le si accese nella testa e ricordò di averlo lasciato nell'armadietto dello spogliatoio.
-Bene è arrivato il momento di andare al Campo! Pensò e, indossato il mantello, uscì dalla Sala Comune.
Passando davanti alla Sala Grande un conato le risalì lo stomaco solo per aver sentito l'odore di cibo: si, era decisamente nervosa. Scappò verso l'uscita e velocemente corse fino al Campo. Entrò nello spogliatoio, che per quella partita sarebbe appartenuto ai Tassi, indossò la divisa e le protezioni obbligatorie che strinse bene intorno agli arti, legò i lunghi capelli in una coda di cavallo, prese la sua Silver Arrow e la mazza per i bolidi. Per un momento restò immobile davanti allo specchio che si trovava all'interno dell'armadietto.
-Per le mutande di Merlino, non chiedo tanto! Nessuna figuraccia, nessun bolide!
Le voci dei compagni che entrarono nello spogliatoio la portarono con i piedi per terra. Sapeva che Max avrebbe detto parole di incoraggiamento e queste arrivarono accompagnate da due pollici bene in alto per i compagni di squadra. Qualcuno le rivolse qualche parole, ma lei, cercando di concentrarsi e calmarsi, non sentì bene cosa dissero e non rispose.
Lili saltò sul posto quando sentì la voce di Taker dire il suo nome, era arrivato il momento di entrare il Campo. Si mise in fila con i suoi compagni di squadra e si diressero fuori dagli spogliatoi. La ragazza rimase a bocca aperta notando il numero di studenti che era andato a vedere la partita, gli spalti erano estremamente colorati, non riuscì a capire quale tifoseria sopraffaceva l'altra, ma le urla erano davvero forti. Scrollo un attimo la testa cercando di cancellare quelle voci, cercando di immaginare che stava per affrontare una partita contro i cugini e non contro i temutissimi Grifondoro. Inghiottì un paio di volte poi salì sul manico di scopa e si diede una leggera spinta con i piedi. Ora era in volo, si posizionò secondo la formazione scelta, una mano salda sulla scopa l'altra sulla mazza. Ora aspettava solo che l'arbitro desse il via alla partita.SPOILER (click to view)Syria spero che non sia un problema il fatto che ti ho copiato l'immagine, ma è spettacolare!
Edited by MariSe - 4/2/2011, 16:43. -
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Quella mattina il sole brillava alto nel cielo sereno e azzurrissimo, gli uccellini cantavano sugli alberi e il vento aveva asciugato l'erba e le stradine sterrate che portavano al campo.
Era una giornata perfetta per il Quidditch.
Denise si era vestita pesante perché la partita poteva durare anche ore e nonostante il sole il freddo di febbraio si faceva sentire.
Quella era la seconda partita della stagione ed era importante per i Corvonero, che avevano perso la prima partita, e che avrebbero giocato la successiva con il perdente di questa, Tassorosso o Grifondoro che fosse.
Denise non sapeva cosa sperare, le squadre erano tutte nuove e non si sapeva quale fosse la squadra più forte. Ne avrebbe discusso con Chris di li a poco. Si erano date appuntamento davanti all'entrata del campo per guardare la partita insieme e discutere di qualche petegolezzo e ultimo sviluppo.
Si mise ad aspettarla in piedi di fianco ad un gruppo di Grifondoro del primo anno che urlavano eccitati e si disegnavano sulle guance dei segni rossi e oro.. -
Frank Abagnale.
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Fred sudava.
Il sudore gli colava lungo il collo facendogli provare una sgradevole sensazione di solletico.
Sudava per la tensione, per l'emozione; sudava a causa della divisa pesante; sudava e tremava allo stesso tempo.
Era arrivato a Hogwarts solo la settimana prima e adesso di ritrovava nello spogliatoio della squadra di Quidditch insieme a compagni anche più grandi di lui e di cui conosceva a malapena il nome.
Non riusciva a credere di far parte della squadra. Lui, un semplice ragazzo del primo anno chge aveva presentato la candidatura al ruolo di cacciatore prima ancora di aver fatto un giro sulla propria scopa.
L'aveva provata la sera prima, la sua nuova Blue Bottle, prima ancora di sapere di essere stato scelto. Gli piaceva un sacco la sua scopa: era bella e il blu si abbinava perfettamente ai colori di Grifondoro; ma era anche comoda e confortevole, e veloce; l'equilibrio fatto scopa.
Aveva volato attorno al castello più e più volte, prima di scendere sul campo vuoto e buio. Si immaginava già gli spalti gremiti, il rumore e i cori.
Quel momento era arrivato: Sirya, il capitano, aveva appena terminato il discorso di preparazione all'incontro.
Fred aveva assemblato tutto bene e si sentiva carichissimo.
Attenzione al vento da Est. Attenzione al vento da Est.
Siamo una grande squadra. Non ci manca nulla per vincere...!
Mentre ripeteva queste parole per concentrarsi, il portone del tunnel d'ingresso si aprì: erano in campo.
Il clamore del pubblico li accolse. La tensione aumentava a mille. I colori di Grifondoro si mischiavano sugli spalti con quelli di Tassorosso.
Un momento... Ma se si chiamano TassoRosso, perchè hanno le divise gialle e nere? E' un controsenso...!
Fu questo l'ultimo pensiero nella testa di Fred. Quello utile a cancellare la
tensione e alleviare l'emozione.
Montò sulla scopa e si guardò intorno: i compagni gli sorrisono come per rincuorarlo e lui ricambiò con fierezza.
Cominciamo!
Edited by Frank Abagnale - 4/2/2011, 15:59. -
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Rei aprì gli occhi lentamente, quella mattina.
Sapeva alla perfezione che quella mattina si sarebbbe disputata la prima partita di Quidditch del torneo e fortuna – o sfortuna? – volle che gli sfidanti fossero proprio Tassorosso e Grifondoro.
Rei si alzò dal suo letto nel dormitorio femminile dei Tassorosso con deliberata calma e lentezza, giusto per riuscire a mettere in ordine tutti i pensieri e le emozioni.
Era ansiosa di iniziare a giocare ma sapeva che se si fosse fatta dominare dall'ansia non avrebbe preso la Pluffa nemmeno se le fosse passata davanti strillando «Schiopodo Sparacoda»!
Velocizzò poi i suoi movimenti nell'atto di vestirsi, indossando subito la sua divisa da Quidditch di un giallo piuttosto allegro e sistemandosi addosso anche le protezioni, fra cui adorava in particolar modo i guanti senza dita che avrebbe usato per prendere meglio la Pluffa.
Infine si legò accuratamente i lacci delle scarpe e prese il proprio manico di scopa ossia una Silver Arrow dal bel manico levigato.
Non era certo un mostro in velocità od accellerazione ma dato che a Rei non era passata nemmeno per l'anticamera del cervello il fatto di poter essere scelta per far parte della Squadra di Quidditch della sua Casa, al momento dell'acquisto aveva scelto un manico di scopa non eccessivamente costoso anche se non escludeva l'ipotesi di arrivare anche a prendersi una Nimbus 2000, un giorno o l'altro.
Evitò accuratamente di passare in Sala Grande per evitare commenti del tipo «Mettetecela tutta!», «Forza Tassorosso!» o «Viva i Grifondoro!» e contò sull'apporto calorico delle sue fide Cioccorane per avere un po' di energia durante la partita, dirigendosi quindi verso il Campo da Quidditch.
La cosa che più la colpì fu il fatto che fosse gremito di gente! Il colore dominante era sicuramente il giallo dato che comprendeva sia il color canarino dei Tassorosso sia l'oro lucente dei Grifondoro, per cui Rei si sforzò di pensare positivo. Chissà, magari fra quei volti più o meno sconosciuti vi era anche la sua amica Cassandra... chissà per chi avrebbe tifato la Corvonero!
Chiuse gli occhi per qualche momento prima di inforcare la scopa e librarsi nel cielo con i suoi compagni di Casata e gli avversari per poi lanciare un'occhiata agli altri due Cacciatori Tassorosso. Con Aimee aveva disputato un duello ma vista l'emozione in quel momento non ricordava esattamente come si fosse concluso; con Mirkovic invece non ci aveva mai parlato e salvo averlo incrociato qualche volta per Hogwarts non l'aveva mai notato. Sperò solo che il fatto di non conoscere granché gli altri due Cacciatori non potesse influenzare la loro intesa in campo dato che erano quasi indispensabili le azioni combinate per sperare di mettere una Pluffa dentro gli anelli.
Rei strinse il manico della Silver Arrow con una mano sola mentre con l'altra si sistemò gli occhialoni da motociclista che la caratterizzavano sugli occhi e lasciando che i suoi spettinati capelli rossi le coprissero per una volta la fronte in tutta libertà. Con un sorriso non poté fare a meno di pensare che quel taglio maschile le giovasse indiscutibilmente dato che non avrebbe avuto problemi di capelli davanti agli occhi.
Indirizzò anche un altro sorriso divertito ai suoi compagni di squadra senza prestare attenzione al fatto che la badassero o meno; in quel momento contava solo la Pluffa e la posizione dei suoi compagni.
Sentiva già l'adrenalina scorrerle nelle vene mentre attendeva che fossero liberate sia il suo obbiettivo – la Pluffa – sia una delle fonti del suo leggero nervosismo – i Bolidi – ma non dimenticandosi di prestare anche attenzione alla direzione indicativa dell'obbiettivo di Maxine – il Boccino.
Rei respirò a fondo ed espirò un paio di volte, sperando di non ritrovarsi il sole negli occhi durante la partita e aspettando con una tranquillità abilmente simulata l'inizio della partita.
Si fidava del suo Capitano – Max Guevara Evans – e sperò di non deluderla durante la partita facendo azioni stupide o prive di senso.. -
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Aveline Bennet ✿
“Una cosa è certa: ad Hogwarts non giocherò mai, mai a Quidditch!”
Questa era stata la ferma ed indiscutibile decisione di Aveline, presa il giorno stesso in cui era partita per la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, circa un anno prima. Non aveva voluto sentire ragioni al riguardo, sarebbe stato così e basta. Persino recarsi da “Accessori per il Quidditch”, il negozio dove aveva dovuto obbligatoriamente acquistare del materiale per il primo anno, riguardante proprio quello sport, era stato uno sforzo che si sarebbe volentieri risparmiata.
Per mettere in chiaro, Aveline non odiava il Quidditch, anche se così potrebbe sembrare dagli atteggiamenti da lei assunti nei suoi confronti. Tutt’altro, trovava quel magico sport davvero interessante, affascinante e, perché no, appassionante. Semplicemente ne aveva la nausea.
Suo padre, Edward Josh Bennet, era stato un fan di quello sport sin da quando riusciva a ricordare e un tifoso accanito per molti anni (lo era tutt’ora). Essendone così preso, non aveva potuto far altro se non crescere la sua unica e adorata figlia, Aveline, a pane e Quidditch. Sarebbe stato impossibile per la ragazza dimenticare tutti i pomeriggi trascorsi agli stadi, con la cronaca assordante che le penetrava nelle orecchie, con i giocatori che volteggiavano incessantemente sulle loro scope facendole venire il mal di testa, con la pluffa che passava di mano in mano e che perdeva continuamente di vista. Peggio ancora erano i racconti dettagliati del suo caro papà riguardo le partite che più lo avevano impressionato, i quali erano d’obbligo come minimo una sera a settimana.
Insomma, la piccola non era da biasimare se avrebbe fatto volentieri a meno del Quidditch durante la sua permanenza ad Hogwarts, ora che finalmente non era più obbligata a seguirlo.
In realtà, accadde l’opposto di ciò che si era prefigurata. Andando spudoratamente contro tutti i buoni propositi con cui era partita, solo pochi giorni prima aveva proposto la sua iscrizione alla squadra Grifondoro di Quidditch, lasciando una tremante e dubbiosa firma. Non sapeva bene il perché avesse compiuto quel gesto, il perché stesse tornando volontariamente in quel mondo che le aveva tanto dato noia sino a poco tempo prima, eppure era ciò che stava facendo. Ed ora si ritrovava a far parte della squadra di Grifondoro, nel ruolo di Cacciatrice, e proprio quel pomeriggio avrebbe dovuto affrontare la sua prima partita.
La verità, anche se lei non era in grado di rendersene conto, era che il Quidditch era entrato a far parte della sua vita, aveva conquistato una porzione del suo cuore, e non si era mai resa conto di quanto lo amasse. Ora che non poteva più averne a che fare con la frequenza di prima, aveva cominciato a sentirne seriamente la mancanza.
Aveline tirò un profondo sospiro, cercando di calmare il cuore che le martellava nel petto per l’agitazione. Si trovava con la schiena poggiata al muro dello spogliatoio, già vestita della sua divisa sportiva rosso e oro, la testa che le ciondolava in avanti e lo sguardo fisso sui propri piedi. Nella mano destra, stringeva il manico di scopa che l’avrebbe accompagnata in quell’evento. Stava cercando di auto-incoraggiarsi pensando che non aveva nulla da temere: le regole le conosceva a memoria, era in grado di muoversi discretamente sulla scopa, aveva una buona mira e la sua amica Lutra, della quale si fidava ad occhi chiusi, si sarebbe occupata dei bolidi. Poteva andare meglio di così? Nonostante la favorevole situazione, l’emozione era forte e la paura di sbagliare e far perdere punti alla squadra lo era ancora di più.
Il suo respiro sembrava accelerare man mano che le tribune si riempivano; più erano forti lo schiamazzare, il tifo, le urla provenienti dagli spalti, più doveva concentrarsi per impedire al suo corpo di darsela a gambe e mollare tutto.
Si decise a tirare su lo sguardo e a riscuotersi soltanto quando vide Sirya, la loro Cercatrice e Capitano, riunire la squadra intorno a sé e iniziare un discorso di incoraggiamento. Si avvicinò con passo incerto e, dopo aver rivolto un rapido sorriso al gruppo, si mise in ascolto, focalizzandosi in modo particolare sulla parte che la riguardava: tirava un certo venticello da Est, avrebbe dovuto tenerne conto durante i suoi lanci.
-I giocatori di Tassorosso sono giovani e freschi, proprio come noi. Non abbiamo nulla e, ripeto, nulla che ci manchi per vincere questa partita! Chiaro? Ed ora, in sella alle Scope! - concluse Sirya, rivolgendo ai ragazzi un caloroso sorriso.
Aveline non poté che lasciarsi contagiare dall’entusiasmo dei compagni, che scoppiarono in un grido liberatorio a quelle ultime parole. Anche lei urlò, e subito dopo si sentì decisamente meglio (anche se un pizzico di agitazione non l’abbandonò)!
La giovane Grifondoro tirò un sospiro, profondo e significativo come pochi, poi si mise a cavalcioni della sua scopa e attese. Non appena i cancelli che permettevano l’accesso al campo si spalancarono, spiccò un piccolo salto e si librò in aria, volando dritto davanti a sé sino a raggiungere il centro del campo. Una volta qui, non soddisfatta, non si fermò e continuò a volare, volare, volare. Era passato troppo tempo dall’ultima volta in cui si era concessa un volo in scopa, e poterlo rifare, finalmente, era una cosa bellissima. Era come se si sentisse di nuovo a casa, come se avesse ritrovato un amico.
Fece il giro del campo un paio di volte, con i capelli al vento e un sincero sorriso stampato sul viso. Soltanto quando fu convinta di aver esaurito parte (ma solo parte!) della sua euforia, ritornò verso il centro del campo e si posizionò in cerchio con i suoi compagni, rivolgendo a tutti uno sguardo d’intesa.
Stava per cominciare la partita. Lei era pronta.
Edited by ~ B r i . - 4/2/2011, 17:13. -
.Kyla.
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Sirya perdona l'immagine simile ma era troppo bella *-*
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JennyVicious.
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CITAZIONEParlato
Pensato
Parlato Altrui
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Mirkovic Allen.
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melanieklein.
User deleted
Era con una punta di tristezza, che quella mattina Melanie aveva schiuso le palpebre, sul suo letto. Il Campionato di Quidditch della Scuola aveva inizio; nella squadra di Grifondoro la giovane donna ricopriva il ruolo di battitore titolare per il terzo anno consecutivo. Sciolse il nodo di coperte, entro cui si era aggrovigliata quella notte. Indossò la divisa, le andava larga come tutto il resto del suo guardaroba, d'altronde. Si trattenne in Sala Grande per consumare una colazione più calorica del solito, poi trascorse due ore nel suo ufficio, giusto il tempo di completare la digestione per non aver brutte sorprese durante le manovre più delicate, atterraggi e decolli compresi.
Il freddo pungente accompagnava una giornata stranamente limpida d'inizio febbraio. Già ad un centinaio di metri si avvertiva il brusio insistente del Campo. La Strega affrettò il passo, precipitandosi negli spogliatoi. Aveva preso possesso dell'armadietto di Alastor, dopo averlo svuotato dai residui di una lontana giornata di shopping da Zonko. Vincent, Al, Rebecca, Tenaga.Tutti sostituiti dagli sguardi acerbi ed un po' terrorizzati dei nuovi compagni di squadra. Ascoltò di sfuggita il discorso d'incitamento del nuovo Capitano, stringendo la mazza donatale da Vincent l'anno precedente, in occasione del Natale. Una mazza lucida, leggerissima e maneggevole. Stupenda.
Sistemò gli occhiali sul naso e con un sorriso d'incoraggiamento si avviò in coda ad i Compagni, per l'ingresso in campo. La mano sinistra reggeva il suo manico di scopa. Silver Giovannella Arrow. Sul legno poteva intuirsi il solco lasciato dal posteriore dell'attempata Grifondoro. Sarebbe stata forte. Sarebbe stata la più forte, in onore dei suoi amici. Ed avrebbe dimenticato d'essere la placida Melanie, facendo piovere un temporale di bolidi sulla squadra Tassorosso.
Raddrizzò la schiena, assaporandò il profumo di spazi aperti che il vento portava all'interno dell'ovale del campo. I volti dei nuovi compagni furono immediatamente fotografati. Erano tutti suoi Studenti, così come gli avversari. Saltò a cavallo di Giovannella, con un passo di danza. I tendini tesi. I polpacci contratti. Gli occhi allungati rivolti alle stravaganti costellazioni disegnate dai giocatori a mezz'aria sul campo.
Vai!
Un tonfo all'altezza del cardias, e la terra era scomparsa sotto i suoi piedi. Gli spalti di riempirono di coccinelle rosso-oro e di api giallo-nere. Bene: lei era pronta
Edited by melanieklein - 4/2/2011, 16:41. -
»•WhåT×the×HêLL•«.
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Juliet Chantelle SpencerLa sera prima, nonostante fossi andata a letto presto, non ero riuscita ad addormentarmi presto: l'idea di partecipare alla mia prima partita di Quidditch ufficiale mi faceva venire il cuore in gola. Nervosismo. Esattamente quello che mi viene ogni volta che so di dover intraprendere un'esperienza nuova. Emozione. Quella che mi faceva agitare e premeva insistentemente in gola. Riuscii ad addormentarmi solo dopo aver messo un po' della mia musica preferita per rilassarmi. La mattina mi svegliai presto e di colpo, quasi avessi avuto un incubo. Dire che ero agitata era poco. Mi preparai per andare a fare colazione, solo un po' di succo di zucca: le energie mi servivano per quell'importante partita, ma non volevo rischiare di stare male.
Mi incamminai da sola verso il campo da Quidditch con tutto l'occorrente; una volta negli spogliatoi mi cambiai con la divisa di Grifondoro, sistemandomi accuratamente le protezioni che mio fratello mi aveva regalato: anche se lui era un Tassorosso, la squadra avversaria, era contento del fatto che fossi riuscita ad entrare nella squadra di Quidditch della mia casa come portiere.
Cercando di controllare l'emozione, iniziai a camminare avanti e indietro per gli spogliatoi, respirando lentamente: dovevo tentare di controllarmi prima della partita, l'emozione non doveva prendere il sopravvento. Sorriso con lo sguardo a Rachel quando la vidi arrivare, ma continuai a fare avanti e indietro nervosamente, senza proferire parola. C'eravamo tutte tranne Sirya; quando entrò nello spogliatoio con addosso la divisa e in mano la scopa, capii che doveva essere arrivata per prima e doveva aver fatto un paio di giri di prova prima della partita. Infatti diede a tutti dei consigli; per me: 'vigilanza costante'.
Esatto! pensai facendomi coraggio.
Occhi bene aperti e foza!
Uscii di fianco a Syria; tifosi di Grifondoro e Tassorosso esprimevano il loro sostegno ed entusiasmo con bandiere e cori, mentre il cronista annunciava l'ingresso di ogni componente della squadra. Ebrezza, ecco cos'era. Non era semplice emozione. Il tifo dei miei compagni di Grifondoro stava avendo in me un effetto positivo. Ero pronta, in sella all mia Bomba Blu, le protezioni attentamente assicurate al loro posto. Respiro e via, mi diedi una spinta verso l'alto e assaporai la sensazione del vento sulla mia pelle. Poi mi posizionai attentamente in mezzo ai tre cerchi, attenta ai movimenti dei miei avversari.I'm proud to be a Gryffindor
Edited by »•WhåT×the×HêLL•« - 4/2/2011, 16:59. -
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