Misunderstanding?

Il suo cervello era troppo in panne in quel momento, nel tentativo di elaborare quella situazione così inaspettata. Con il senno di poi, che avrebbe raggiunto ore dopo quella conversazione, non poteva che essere d'accordo con Adam nel suo non capirla. Dentro di lei sentiva di non essere abbastanza, con il dovere di raggiungere quel traguardo chiamato perfezione per evitare di far crollare di nuovo il mondo intorno a lei.
Sapeva benissimo che però lei era troppo lontana dalla perfezione e questo la spaventava, come esibirsi davanti ad un compagno che aveva reagito con semplice e sincero stupore alla sua performance.
Lo guardò stupita quando le propose la cura alla sua "malattia". Lo sguardo si abbassò, facendosi un attimo pensieroso. Poi sorrise al pensiero di affrontare tutto il periodo scolastico cantando. Anzi, riuscì anche a ridere, pensando alla faccia di Summer di fronte ad un musical scritto da Adam ed interpretato da lei ...
Mentre le risate dei due si univano, anche se quella di Adam era molto più "buia" della sua, ripensò alla festa in cui Adam aveva colpito la Serpeverde e che forse l'aveva baciata, ma quella informazione proveniva direttamente da Summer e non sapeva quanto crederci. Sicuramente non sarebbe riuscita mai a tirare fuori la verità dal Grifondoro, oppure si sarebbe espresso come suo solito con piccole frasi così sibilline che potevano dire tutto.
Quando Adam parlò, però, sembrò essere diretto: il suo lavoro non le sarebbe piaciuto. Stava per intervenire quando le rivelò che il libro era stato pure rubato. Pam lo guardò un po' dispiaciuta e poi cercò di abbozzare un sorriso carico di supporto.
« Se te l'hanno rubato vuol dire che piaceva, no? » una visione ottimista di una situazione che non conosceva. Poteva anche essere un modo per far del male ad Adam, una falla nella sua armatura.
« Una volta mi avevano portato via la mia chiocciola, Tydus. Alla fine ho scoperto che era stato preso in prestito da un elfo domestico del castello perchè gli piaceva » gli raccontò, non sapendo se andare a fondo di quel racconto assurdo. Ora che ci pensava, era un po' che Swiffer non tornava a reclamare Tydus per pulire insieme a lui i sotterranei. Dopo sarebbe andata a cercarlo.
« Ti posso aiutare? » una frase azzardata come accarezzare un porcospino a mani nude.
« Sia per ecco ... il bagno » e indicò tutto il caos che circondava i due ragazzi
« Sia per ... trovare il libro. E se non dovessimo riuscirci ... pu-puoi ri-ricominciare a scrivere un altro. No-Non ti hanno ru-rubato la-la capacità di scrivere, so-solo lo strumento » i balbettii piano piano erano tornati, con il timore di andare sempre oltre. Fece un respiro profondo e serrò i pugni un po' umidicci.
« Ne-nessuno ti odia, pe-eprchè dovrebbero e ... » lo sguardo ricadde in un punto indefinito del bagno, scrutando nel passato
« e ... » sembrava più un inizio di uno starnuto, ma stava provando molta paura a fare quel passo.
« T-Ti odi ancora? » disse, facendo un lontano, rocambolesco riferimento ad una giornata passata al cerchio di pietre.

Annuì al suo "è meglio", riguardo all'aiuto che poteva dare per il bagno. Tirò fuori la bacchetta, con una strana lentezza, parte della mente si stava concentrando a chissà quale incantesimo richiamare per quei rubinetti e tubi che l'altro si era prodigato a distruggere.
Inarcò le sopracciglia, alla domanda dell'altro, una curiosità su come poteva fare di una chiocciola e del fatto che fosse un rischio.
« N-No. Cioè, Tydus non è un rischio ... lo-lo tengo chiuso in una teca per-per questo ma anche se lo tocco non mi-mi fa male. Lo so, può sembrare velenoso ma ... è ok » la sua mente era scattata automaticamente, cercando di assicurare ad Adam che il mollusco fosse innocuo, con uno sguardo che rivolgeva solo a sua nonna quando la beccava ad ammirare una bestia che non potevano permettersi di tenere in un appartamento. Non aveva pensato minimamente al fatto che Adam non avesse mai visto Tydus, quindi non poteva immaginarsi quella chiocciola gigante tutta muco.

Rivolse per l'ennesima volta uno sguardo stupito al Grifondoro, quando disse che il quaderno - che voleva ragionevolmente indietro - conteneva tutti i suoi ... « Sbagli? » disse a mezza voce, non accorgendosi, incrociando lo sguardo dell'altro.
Scosse la testa, non gli veniva in mente nessuno che potesse voler far del male al Grifondoro, se non Summer che voleva vedere il castello bruciare.
« Per avertelo ru-rubato potrebbe essere ... qualcuno della tu-tua stessa casa? Oppure qualcuno che fre-frequenta le lezioni con noi? » ipotizzò, pensando che poteva essere facile prendere un quaderno sia nella casa comune o durante una lezione dove tra tuti i fogli e pergamene non avrebbe dato nell'occhio un po' di carta in meno.

Deglutì, mentre l'altro la guardava confuso. Le chiese di parlare chiaro, perchè non capiva cosa intendeva e Pam distolse lo sguardo, sentendo lo stomaco come arricciarsi su se stesso. Fece qualche passo verso un rubinetto. Socchiuse gli occhi tra gli schizzi d'acqua e mentre sentiva che cominciava ad avere i piedi zuppi si concentrò, borbottando un paio di volte un "muto rubinetto" su quello che era stato un rubinetto: la struttura che si formò davanti ai suoi occhi era una cosa così piena di spigoli e poi curve senza senso che sì, aveva interrotto il flusso dell'acqua, ma solo perchè stava ristagnando in qualche punto. Forse nessuno avrebbe potuto usare quel rubinetto, ma almeno era riuscita a "ripararlo".
La struttura le era sfuggita di mano perchè non sapeva come rispondere a quella domanda. Spostò il suo peso da un piede all'altro.
« Lo hai detto tu. A-Al cerchio di pietre » mugugnò, mentre sfogava la tensione dirigendosi verso il successivo rubinetto da riparare.
« Vi-visto che scrivi, sai che significa no. Odiare. » sospirò, altre parole dette dall'altro, dal passato, alla festa. Tutti la odiavano. Gli dava le spalle, quindi forse riusciva a nascondere la smorfia provocata da quei ricordi. Forse era per questo che riusciva a far così male semplicemente parlando? Si esercitava ogni giorno sulle parole scritte, come un cavaliere che affilava la sua spada con una cote.
« E la usi spesso. Troppo. Quindi provi ancora questo-questo se-sentimento ne-nei tuoi confronti? » e si voltò, leggermente, prima di raggiungere finalmente l'altra fontana creata dal grifondoro e cercare di immaginare come ripararla.

Un brivido corse lungo la schiena, accapponando la pelle, al suo "si sente". Era vero, non c'era modo di sfuggire a quella sensazione, l'aveva vissuta anche lei, ritrovandosi come circondata da studenti che avevano una croce sul volto invece che un paio di occhi.
« Ti capisco » sussurrò, forse non percepita dal Grifondoro.
« Mh? » un verso di stupore, trattenuto dalle labbra, alla domanda dell'altro su a chi avrebbero dato la colpa in quel momento. Guardò la bacchetta, poi guardò il bagno devastato.
« No-Non è un problema » lo disse con semplicità, alzando le spalle come se fosse la cosa più normale farsi carico di quella colpa.

Mentre tornava a riparare il rubinetto, cercando di creare una forma meno contorta rispetto all'altro, si soffermò a guardare il Grifondoro.
« Spaccare tutto » ripetè, mentre terminava il lavoro e costatando che le era venuto più carino di prima. Lo sguardo si perse nell'acqua, pensando a quante volte durante l'anno scorso aveva ricorso alla violenza e poi...
« Durante quella visione ... sa-sai dentro l'inconscio alchemico ... Ho distrutto ogni cosa » e si guardò le mani, ancora da bambina, non di certo gli artigli della bestia che aveva impersonato nel teatro in rovina. Se si concentrava abbastanza, poteva ricordare la sensazione degli artigli che con violenza sradicavano seggioline, smembrando strumenti. Una sensazione terrificante quanto appagante.
« Come è andata a te? » domanda detta con tono leggero, come chi chiedeva informazioni sul meteo

Lo ascoltò con attenzione, immaginando il Grifondoro all'interno di un pozzo, senza la capacità di muoversi.
« Non deve essere stato piacevole » commentò, mentre rifletteva che la prova doveva quindi essere stata difficile per tutti. Anche Pam si sarebbe sentita a disagio in un pozzo senza uscita, chissà che significato aveva avuto tutto per Adam...
Sembrava comunque molto scettico, ma Pam aveva il sentore che fosse un moto d'orgoglio, come chi si distruggeva tutto il corpo in una caduta e riemergeva urlando al mondo che era solo un graffio. Adam Basset-Thorne in un pozzo senza fondo? Bah, stava dicendo con tutto sé stesso. La cosa le fece piegare leggermente gli spigoli delle labbra in un sorrisetto.
Questo si spense, con l'arricciarsi leggero delle labbra, quando passò ad un argomento più puntiglioso: Summer. Voleva sapere in che rapporti fossero adesso. Strinse di nuovo le spalle e dopo averci riflettuto un attimo scosse lentamente e inesorabilmente la testa.
« Non siamo in bu-buoni rapporti » disse seguita da un suo sospiro. Guardò il Grifondoro, soppesando se cercare di difendere la Serpeverde, cominciando quel discorso dove cercava di spiegare che dietro a tutti quei comportamenti, c'era una persona buona che non sapeva come esprimersi in quel mondo.
« A-Abbiamo avuto anche uno scontro. Magico » mormorò, guardando l'acqua « In sala grande » un'altra informazione, data con il contagocce non sapendo se Adam fosse propenso ad ascoltare qualcosa in più.

Le spalle si strinsero alla sincera domanda del compagno di classe. Perchè lei era sempre in mezzo? Era uno dei tanti quesiti che si poneva ogni tanto la giovane Tassorosso, chiedendo consulto talvolta alla chiocciola che aveva come animale domestico ma non ricevendo alcuna risposta. Perchè?
« Non lo so » mormorò, sincera « Mia nonna- » e si interruppe, non sapendo se continuare il discorso. Forse l'interesse di Adam sarebbe svanito, a sentire di qualcuno di così tanto vecchio. Non le sembrava il ragazzo che attendeva e ascoltava i consigli dei più anziani. La mano andò a fregarsi all'avambraccio per poi riprendere il discorso « M-mia nonna dice che in-in questo sono identica a mio padre » spiegò e quelle parole sarebbero risuonate estranee a Adam come a Pam, che conosceva suo padre come chi lo sentiva nominare per la prima volta nella vita.
Ascoltò la proposta di Adam, un invito fermo ad occuparsi della questione Summer. La Tassorosso lo guardò, interrogativa per poi soppesare quella proposta.
« Vuoi farle del male? » domandò, sincera e un po' preoccupata. Poi ci fu una pausa e dopo una breve riflessione aggiunse « Da solo? »

Lo guardò, mentre la sua schiena si faceva un po' più dritta, lo sguardo si faceva cupo. Adam si stava offrendo di aiutarla, forse trovando una soluzione definitiva al problema con Summer perchè sentiva di piacere alla Serpeverde, di avere in qualche modo la capacità e il potere di farsi ascoltare da lei. Era una cosa impossibile secondo Pam e respirò lentamente, quando Adam le domandò ancora di esprimersi, con un semplice sì oppure un no.
Le mani su unirono nervose, riflettendo forse come mai aveva fatto fino ad ora. Aveva un po' di paura, non per quello che poteva capitare a lei dopo quella scelta. No, i rapporti con Summer si erano ormai frantumati e c'era aria di guerra imminente. Nulla poteva peggiorare la sua situazione. Le preoccupazioni erano più per l'altro. Eppure era così sicuro che dopo una piccola smorfia le spalle tese si sciolsero.
« Sì » e quelle due lettere sembrarono risuonare in tutto il corpo della ragazzina, richiesta che proveniva dal cuore.
« Aiutami » aggiunse poi, mollando in tutto e per tutto il suo atteggiamento di farsi carico completamente lei di tutti i problemi che la tormentavano. Era la scelta giusta? Non lo sapeva, ma era quella che al momento la faceva stare egoisticamente meglio.
« Promettimi che starai attento » e cercò lo sguardo dell'altro, per ricevere una risposta affermativa alla sua richiesta.