Hogwarts: Il Paiolo Magico - {Harry Potter GDR}

Vita e menzogne di Helena e Julian

Per Julian Stein | Catperson

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    Julian Stein
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    Julian era molto dispiaciuto per la situazione familiare di Helena anche perchè lui era sempre stato un figlio amato. I suoi genitori facevano di tutto per dimostrargli che per loro era un regalo e non un mostro. Penso che non esistano paroledisse dicretamente stando molto attento a non parlare della sua famiglia felice. Il paragone avrebbe fatto sentire ancora di più la compagna a disagio quindi meglio non parlarne.Puoi trovare altre persone che ti vogliono benela incoraggiò con un sorriso. Certo, lui sapeva quanto era stato difficile quando suo cugino era morto ma non era stato colpa dei suoi genitori ma di altri parenti. Ora cercavano di fare in modo di evitargli quelle sofferenze. Julian pensava che si poteva trovare una famiglia anche negli amici o in qualcun altro di vicino. I genitori non erano le sole persone esistenti al mondo e infatti lui aveva trovato conforto anche nel suo ragazzo.Sì, bè, abbiamo deciso di non avere più rapporti con i nostri vicini e per me basta questo. Aiuta anche il fatto che io abbia cominciato a farmi degli amici qui a Hogwartsdisse riflettendoci su. Julian non diffidava a prescindere dei Serpeverde avendo una sorella in quella casa e le sue interazioni con loro erano buone. Chissà, magari qualcuno lo avrebbe anche aiutato a capire le cose di sè che non sapeva. L'unica persona che poteva dargli risposte in questo senso era Ashley ma non l'aveva più visto. Fece un ampio sorriso a Helen quando gli disse che non etichettava le persone.Penso di essere anche io un pò così perchè so come ci si sente a essere esclusi e giudicati. è una cosa che i miei genitori mi hanno sempre insegnato. Certo, sua sorella poteva sembrare un pò altezzosa ma questo non c'entrava nulla con l'escludere le persone. Lei era così perchè sapeva il proprio valore e aveva superato l'iniziale diffidenza verso i suoi compagni Serpeverde. Passò gentilmente un fazzoletto a Helena che lo prese. Prego. Non sono bravo a consolare le ragazze ma spero che questo basti.Mi correggo perchè finora ho avuto ben poche occasioni di interagire con voidisse imbarazzato dalla propria poca conoscenza del genere femminile. A parte Laureen e Pam non aveva amiche femmine. Ciò era un vero peccato ma adesso poteva rimediare.Anche il professore di alchimia mi ha detto una cosa simile sull'essere puri di cuore ma grazie del complimentodisse pensieroso cercando di ricodarsi le parole di Levon sulla sua aura.Sì, questa è davvero una buona idea

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    Helena sorrise, annuendo. Condivideva appieno la teoria di Julian. Già l’incontro inaspettato ma provvidenziale con Emily Ferrera aveva contribuito a far guarire un po’ il suo cuore ferito. Le due si erano conosciute proprio a causa delle inadempienze da parte dei rispettivi genitori, troppo occupati da loro stesso e dal salvare le apparenze della famiglia per preoccuparsi del benessere delle figlie. Julian, invece, sembrava aver avuto più fortuna, vista la delicatezza con cui aveva deciso di dosare le parole per apportare un po’ di conforto.
    “Puoi dirlo forte. La famiglia non si sceglie, ma si può scegliere con chi intraprendere un cammino nel corso della vita” convenne con profonda convinzione. Dopo Emily, Julian le era parso fin da subito un ragazzo composto e sensibile; una di quelle parole con le quali avrebbe desiderato aver a che fare più spesso, per una risata, un consiglio o un confronto.
    “All’inizio ho sofferto, ma adesso ho imparato che chi mi vuole bene resta e trova il modo di farlo. Chi se ne va è solo perché non ha a cuore altro se non sé stesso” spiegò con tranquillità. Non provava nemmeno più rancore; certo, c’erano attimi in cui un po’ d nostalgia e di desiderio di normalità prendevano il sopravvento, ma Helena aveva imparato a conviverci. Più dura, invece, era riuscire a portare avanti la sua bulimia senza soccombere sotto il peso dei sensi di colpa. Il cibo, un tempo, s’era rivelato l’alleato più dolce e presente per il suo cuore ferito, ma aveva contribuito a farla star male e ancora adesso il suo rapporto con l’alimentazione non era propriamente sano, tuttavia aveva imparato, tra alti e bassi, a gestirlo.
    “Essere giudicati fa schifo, per questo cerco di non farlo mai. Chi, come noi due, viene visto come diverso è sempre sulla bocca di tutti. La malignità non riposa mai” disse Helena in un sospiro. La ragazza alzò i suoi occhi azzurri al cielo, osservando il soffitto della biblioteca e le candele che, illuminando fiocamente l’atmosfera circostante, permettevano di interrompere l’oscurità.
    “Sai, credo tu sia una persona dal cuore enorme. Mi piaci, Julian” disse con massima sincerità, prima di rendersi conto che il Corvonero potesse in qualche modo fraintenderla. Le gote di Helena si arrossarono e gli occhi tornarono, non senza imbarazzo, a cercare quelli del compagno.
    “Non nel senso che intendono le ragazze di solito, intendevo che mi piaci perché sei una bella persona. Mi piacerebbe che diventassimo amici” confessò con un sorriso, sperando che Julian non si fosse offeso perché aveva corretto il tiro. Ma lei, da sempre, credeva più nell’amicizia che nell’amore. Era convinta che gli amici, quando erano sinceri, sarebbero rimasti per sempre; l’amore, invece, era destinato a naufragare e a rimanere in piedi solo per convenienza, esattamente come accadeva per i suoi genitori.
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    Julian Stein
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    Julian ebbe un moto di sollievo all'affermazione di aHelena perchè sapeva di essere un figlio amato e questo gli procurava un pò di imbarazzo nel parlare di famiglia davanti a lei. Per fortuna sembrava prendesse in seria considerazione il suo consiglio. Sono felice che la pensi così, pensavo di averti messa in imbarazzole confessò. Era consapevole di non essere bravo a interagire con ragazze che gli confidavano i propri difficili trascorsi ma a volte si trovava qualcosa su cui ci si poteva capire a prescindere.Hai ragione, io gli anni scorsi soffrivo sempre per le amicizie perse qui a scuola ma adesso sto imparando a lasciar andare,ho trovato persone miglioridisse all'affermazione di Helena. Julian si era un pò sentito in dovere di cercare le persone che non aveva più incontrato ma non le aveva più trovate. Aveva perso un sacco di tempo e di energie emotive per farlo, si era ostinato perchè si sentiva solo però da quell'anno non lo faceva più. Aveva amici migliori e ne cercava sempre di nuovi, era diventato un ragazzo socievole e aveva fatto un passo in avanti nell'avere la sua prima relazione amorosa. Si sentiva orgoglioso di se stesso. Aveva da sempre i suoi attacchi di panico però questo non ostacolava i suoi rapporti con le persone come aveva temuto. è ciò che mi dicono anche...ehm...i miei genitoridisse a voce più bassa temendo di apparire insesibile al solo nominarli con lei. Julian aveva verso gli altri la stessa delicatezza che riservava a se stesso.Fai benedisse in tono più sicuro sollevando lo sguardo dal pavimento dove i suoi occhi si erano momentamente posati per l'imbarazzo. Ti piaccio?. Stavano avendo una bellissima conversazione ma se lei si fosse presa una cotta per lui, lui avrebbe dovuto dirle di non essere disponibile e ciò avrebbe originato eventuali domande. Julian non aveva ancora fatto coming out a scuola perchè lui per primo non si sentiva sicuro di come farlo.Ah, capisco. Anche a me piacerebbe essere tuo amico e mi scuso se prima ho mancato di sensibilità nominando i miei genitoridisse in modo molto educato come suo solito.

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    Helena scosse la testa con vigore, per dimostrare a Julian che non aveva alcun motivo di preoccuparsi.
    “Nessun imbarazzo, figurati” confermò con fare rassicurante, il sorriso a spiccare sulle sue labbra rosee e carnose.
    Helena ascoltò le parole di Julian con doverosa attenzione, annuendo con gravità. Capiva benissimo cosa volesse dire il Corvonero perché a sua volta lei non aveva mai avuto veri amici e quei pochi che poteva dire d’avere, li poteva contare sulla punta delle dita. Emily e, adesso, anche lui. Altri non c’erano che avessero a cuore le sue sorti. Non che alla McManor interessasse particolarmente; le bastavano poche ma buone persone che le accarezzassero con delicatezza i sentimenti e che percorressero con lei a braccetto il medesimo cammino di vita. Si accontentava di poco, se quel poco era sincero e onesto.
    Era anche contenta di non aver rovinato le cose con lui, dichiarando così spassionatamente di aver avuto la sensazione di aver trovato in lui una persona affidabile e di cuore. Era così che Helena si immaginava dovessero essere gli amici, ovvero quella famiglia che non era imposta, ma che ci si poteva scegliere in base alle affinità e ai sentimenti condivisi. La prima reazione di Julian l’aveva un po’ spaventata, ma poi le cose avevano preso una piega differente e il suo cuore aveva fatto il triplo salto carpiato.
    “Ma va, quale sensibilità! Hai pienamente ragione. I miei fanno schifo! Una volta avevo paura a dirlo, ma adesso… è quasi liberatorio. Mi fa sentire bene quando parlo male di loro, perché mi fa capire che non sono io quella sbagliata. Per loro è normale che io non esista, ma per me è diventato normale non averli nella mia vita. Voglio solo persone che mi vogliono bene perché ci tengono a me e non perché si sentono obbligate a farlo” gli spiegò poi.
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    Julian Stein
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    Meno maledisse Julian ricambiando il sorriso di Helen. Sembrava una persona molto aperta,forse avrebbe potuto fare coming out con lei, dopotutto l'aveva fatto anche con sua sorella ma a Charlotte piacevano sia i ragazzi sia le ragazze quindi era stato facile. Si chiese anche cosa c'entrava il coming out in quel momento concentradosi sucessivamente sulle parole di Helena riguardo i suoi genitori.Capisco il tuo discorso, anche io voglio avere degli amici sinceri e aperti. Comunque...uh...adesso dobbiamo fare quello per cui sono venuto qui quindi dovremmo cercare qualche rito.Ecco, quel tavolo è libero lo indicò alla ragazza e le scostò gentilmente una sedia per poi mettersi a cercare i libri. Julian fece tutto in silenzio per non turbare la quiete della biblioteca, così prese un libro e si mise a sfogliarlo. Fin dalla prima lettura si rendeva conto che alcuni rituali descritti erano un pò assurdi persino per dei maghi. Però trovò qualcosa di interessante e lo indicò a Helena annuendo.Mettere una candela in un posto caro al fantasmalesse muovendo solo le labbra. Avrebbe dovuto pensare a un posto caro a Eric quindi mise da parte il libro e ci pensò su. L'ultima volta che l'aveva visto era nel corridoio di casa Stein ma a scuola non avrebbe certo potuto evocare delle fiamme. Forse però la stanza delle necessità costituiva una valida alternativa oppure l'ingresso.

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19 replies since 14/12/2023, 07:42   188 views
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