Un fischio irruppe con prepotentemente nei suoi pensieri, i suoi occhi cerulei erano immobili rivolti verso il cielo, osservando come lentamente e quasi impercettibilmente la volta celeste passasse dal rosso al nero passando per i colori del suo vestito. Sarebbe rimasta ferma lì a guardare le mutazioni dell'atmosfera per ore probabilmente, consolandosi ripetendo a se stessa che l'avrebbe potuto fare anche a casa sua ma rendendosi anche tristemente conto che l'avrebbe fatto per forza di cose da sola.
Si voltò nella direzione in cui sentì provenire quell'acuto dalla modulazione crescente e vide il suo accompagnatore: capelli spettinati in un vestito troppo elegante per quell'espressione troppo insolente. Capì soltanto al saluto che quel fischio era una specie di cenno di approvazione e non era servito soltanto a richiamare la sua attenzione, caro diario: oggi, mi hanno fischiato e... Alzò il viso per guardarlo in faccia quando si fermò di fronte a lei ma non ce ne fu bisogno perché si abbassò sulla Serpeverde un attimo dopo, le poggiò la mano calda sulla guancia e sull'altra le schioccò un bacio. Avrebbe dovuto considerarlo normale probabilmente dopo gli avvenimenti alla festa di Ethalyn ma a quel contatto non poté fare a meno di irrigidirsi inizialmente e soltanto dopo qualche istante, e un rimprovero a se stessa dei suoi soliti “che cazzo fai? Non fare la fifona, non è da te”, i suoi muscoli si rilassarono e quando lui poggiò le labbra sulla sua guancia, lei girò di qualche esiguo centimetro il suo viso per stampare a sua volta un delicato bacio sulla sua « Anche tu non sei male » gli sussurrò all'orecchio prima che lui si rialzasse, mentre il suo caratteristico sorriso sbilenco faceva capolino sulle labbra sottili.
Un attimo dopo, prima che potesse alzarsi o fare qualsiasi altra cosa, un tessuto morbido e caldo si poggiò delicatamente sulle sue spalle nude, a quella sensazione di piacevole calore si strinse nella giacca che Tristano le aveva sistemato addosso, probabilmente essendosi accorto che aveva freddo. Non l'avrebbe ritenuto capace di una tale accortezza ma ammetteva che lo conosceva così poco da non essere in grado di assegnargli un modello di comportamento « Che gentiluomo » esclamò fintamente sorpresa volgendo di nuovo il capo verso l'alto, con il suo solito tono che virava verso la malizia in bilico sull'autoritario, beh, un Darko che ringraziava o chiedeva scusa dopotutto era più raro di un unicorno.
Quando poi tirò fuori il pacchetto di sigarette i suoi occhi si illuminarono di una rinnovata luce. Diciamolo, aveva fumato una volta e non le era piaciuto granché ciò che aveva provato, fisicamente parlando, ma a livello psicologico e tutto ciò che concerneva fumare, esercitavano un certo ascendente su di lei. La facevano sentire adulta, affascinante, anche 'sexy' volendo esagerare con i termini – e poi, c'era sempre di mezzo la parolina magica 'papà', fumatore incallito di sigarette e chissà cos'altro – quindi, nel momento in cui lui le offrì un tiro, le sue dita affusolate andarono a prendere immediatamente la stecca, stando ben attenta a non sembrare smaniosa di averla, misurò i movimenti com'era solito fare affinché sembrasse rilassata e tranquilla. La fermò tra le labbra sottili e inspirò una lunga boccata di fumo, per poi passarla di nuovo al suo proprietario « Mi devi dire dove le hai prese, prima o poi » mormorò con un mezzo sorriso obliquo mentre gli porgeva il piccolo oggetto attendendo che lo riprendesse tra le dita.
Era il primo vero e proprio ballo a cui Irene partecipava, le altre feste che avevano potuto godere della sua presenza erano state organizzate da studenti, in modi del tutto che ufficiali, la sua assenza durante il primo anno le aveva impedito di partecipare al Ballo del Ceppo... per questo non aveva idea di quali fossero le usanze e le tradizioni legate ad un ballo del genere, non avendo un genitore che gliele potesse insegnare – anche volendo, suo padre, non ne sarebbe stato capace – quindi era la prima volta che vedeva un corsage e le ci volle qualche minuto per capire dove andava messo. Non disse niente in risposta andando a sistemare quella specie di braccialetto intorno al posto, li dove andava, con un sorriso forse un po' più ampio sulle labbra.
Come risposta a quella sdrammatizzazione fece uno sbuffo lamentoso, non tanto per la domanda ma quanto più per la risposta che avrebbe dovuto dare, una sorta di spiegazione « Non so cosa aspettarmi a casa mia, quando sarò tornata » ammise pur sempre restando sul vago mentre incastrava delicatamente il braccio in quello di lui e ancora con la sua giacca sulle spalle si incamminarono verso la Sala Grande, soltanto quando furono arrivati se la tolse di dosso per porgerla nuovamente a lui. Una Sala Grande che non aveva mai visto in quelle condizioni, le quattro tavolate erano sparite lasciando spazio per una serie di tavoli rotondi decorati da tovaglie bianche e fiocchi azzurri, il cielo era in tramonto inoltrato e si perse per un attimo a guardarlo con il viso completamente rivolto all'insù, iniziavano a vedersi le prime stelle brillare come fosse la loro ultima volta in quel cielo, a metà fra quell'empireo celeste e gli studenti, fluttuava uno stormo di candele avvolte in piccole sferette turchesi che contribuivano a donare una luce particolare alla Sala, per quell'ultima nottata. Ciò che la colpì più di tutti, più che altro per la loro utilità, era la presenza di tanti piccoli origami svolazzanti, che avrebbe sicuramente utilizzato una volta seduta al proprio tavolo, anche se un altro dettaglio attirò la sua attenzione, una serie di scatole chiuse di colore scuro, già sapeva che sarebbero sicuramente servite a qualcosa ma non osava immaginare che cosa, conosceva troppo bene i maghi per non immaginarsi qualcosa di assurdo all'interno di quei contenitori misteriosi.
Più si guardava intorno, più vedeva visi familiare: c'erano tutti tranne chi avrebbe desiderato vedere.
William che era accompagnato da una bionda mozzafiato, quella stessa bionda che l'aveva materializzata sul ghiaccio a Hogsmeade e che si era beccata una ferita... Scosse il capo impedendosi volontariamente di ricordare quel brutto evento. C'era Allyn, senza Emily, e se ne domandò il perché, c'era anche Jìselle, senza Alexander, anzi, c'era Alexander, ma era in compagnia di una Grifondoro che lei non aveva mai calcolato, lanciò uno sguardo perplesso al compagno di casata ma poi passò oltre e regalò qualche mezzo sorriso a Isobelle, Ethalyn, Grace, Lilith, Lynx... insomma, tutti i Serpeverde che avevano fatto qualcosa per meritarsi la sua attenzione.
Ad interrompere la sua giostra di sguardi fu quella morette di cui tanto aveva desiderato la morte fino a quel momento, e che alla festa di Ethalyn aveva avuto senza mezzi termini, se fosse stata in un'altra situazione Irene probabilmente sarebbe scoppiata a riderle in faccia, ma c'erano troppe persone e non aveva voglia di sentirsi costretta a trasformare quella sua insipida faccia in una zucca, quindi in tutta risposta le sorrise sghemba « Grazie » disse con una serenità quasi disarmante, quando si fu allontanata si voltò verso il suo accompagnatore e sbuffò l'inizio di una risata « Ha proprio sentito il bisogno di ribadire la sua presenza » asserì ridacchiando leggermente mentre finalmente arrivava al tavolo dove avrebbero aspettato Charlie.
La Serpeverde arrivò un attimo dopo con un “ciao piccioncini” una definizione che per Irene non si avvicinava neanche di striscio alla realtà, per quanto la riguardava si avvicinavano più a “compagnia di malefatte” o qualcosa del genere. Comunque il sorriso sulle sue labbra si allargò alla vista della bionda « Tu sei fantastica » rispose squadrandola da capo a piedi, e Irene non faceva mai un complimento per pura cortesia, anzi, in effetti non li faceva mai, poi si sporse sul tavolo verso di lei alla sua seconda affermazione « Non ci sono abbastanza cervelli da invitare al ballo, magari l'anno prossimo, con i nuovi primini » le sussurrò con un altro sbuffo di risata palesemente divertita dalla sua stessa asserzione « Ci sarà da divertirsi con il rituale di “presa per il culo dei primini” » ed in effetti la maggior parte delle matricole di quell'anno erano state sotto ampiamente prese in giro da Irene e i suoi compagni per i primi mesi di scuola.
Fece per alzarsi poggiando le mani sul tavolo e tirandosi su lentamente « Scusate » iniziò per congedarsi, con le labbra arricciare nel suo caratteristico sorriso malizioso « Vado a insultare un po' Alexander » e con quelle parole diede vita ad un piccolo intermezzo nel quale si portò alle spalle del prefetto e facendo il minor rumore possibile si abbassò su di lui poggiandogli entrambe le mani sulle spalle con la testa a poca distanza dal suo orecchio. Non era sua intenzione farlo spaventare ma più che altro prenderlo di sorpresa « Non pensavo fossi tipo da Grifondoro » gli sussurrò sfacciata in modo che potesse sentirla soltanto lui nonostante la massa di primini che sedevano con lui, a cui lanciò qualche occhiata divertita da sotto le lunghe ciglia nere « Ciao » salutò brevemente anche gli altri con quella singola parola dal tono forse un po' altezzoso mentre si rialzava e si rimetteva dritta. Sarebbe tornata al suo tavolo un attimo dopo per mangiare qualcosa subito dopo.