Hogwarts: Il Paiolo Magico - {Harry Potter GDR}

Allyn Davieslorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit Avete del potenziale.
Se non altro non era stato un fiasco completo, rifletté il Grifondoro. Ognuno aveva già fatto la propria prova e in quel momento, disposti in fila, attendevano con ansia crescente il verdetto dell'assessore che, però, spiegò che avrebbero dovuto aspettare il giorno seguente.
«Vedrai che andrà bene.» disse, notando l'aria depressa di Wallace e nel dirlo gli avvolse le spalle con un braccio. Prima di andarsene rivolse un'occhiata a Lynch, congedandosi con un cenno della testa.
«Arrivederci, boss.» salutò con un rapido sorriso, per poi afferrare Marcus per la manica. «Ma voi non avete fame? Io sto morendo.» bofonchiò, lanciando un'occhiata alla facciata del castello. «Dite che il banchetto c'è già? Se no mi tocca andare alle cucine.»
Sperando di non incrociare quella rompipalle di Doherty o... sì, Emily. Il pensiero lo fece leggermente arrossire, nel ricordare il comportamento pessimo che aveva avuto con lei. In effetti, non incrociava la ragazza da mesi, nemmeno alle riunioni degli Elettricisti Anonimi, ma non aveva comunque avuto il coraggio di chiedere a Thyste se avesse lasciato il club o cosa. lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit

Allyn Davieslorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit Le sue dita sfiorarono il metallo dell'anello centrale. Riflettendoci bene non si era trattata di una gara ad armi pari, visto che Blackwood aveva usato una scopa della scuola. Attese che il primino lo raggiungesse e dunque gli rispose al cinque con prontezza, per poi planare sull'erba non appena l'assessore gridò di scendere.
"Finalmente" fu il suo pensiero, quando l'uomo annunciò che ora sarebbero entrati nel vivo del provino. Allyn ne incrociò lo sguardo per qualche secondo, rifiutandosi di abbassare il proprio. Tuttavia non era sicuro se fosse stato proprio per quell'insolenza che Lynch aveva deciso di fargli eseguire per primo la prova.

«Agli ordini, boss.» rispose, imitando un balzano saluto miliare, mentre risaliva in sella alla Thunderbolt. Strinse dunque la presa attorno la mazza, mentre riepilogava mentalmente il da farsi: colpire i bersagli bianchi, proteggere quello dorato. Non sembrava proprio una passeggiata - per niente - però avrebbe fatto del suo meglio, in modo da dimostrare a Lynch di essere la scelta migliore per la squadra.
Sentì i piedi staccarsi da terra e puntò subito il manico verso l'alto, sfrecciando nell'aria fino a frenare, una volta raggiunta all'incirca l'altezza dei bersagli. Mantenendo la presa con la mano destra, la sinistra stringeva la mazza da battitore. Con un cenno della nuca avvertì l'uomo di essere pronto e, serrando la mascella, attese che le palle di ferro facessero il loro sporco lavoro.

Avrebbe iniziato cercando di colpire prima i bersagli immobili, poi sarebbe passato a quelli in movimento. L'unica cosa che effettivamente lo preoccupava era che, mentre colpiva uno, avrebbe dovuto tenere d'occhio anche l'altro, visto il rischio che si dirigesse verso il bersaglio dorato.
Sentì improvvisamente il bisogno di sfregarsi la guancia, ma si trattenne, consapevole che si trattava più di tensione che di altro. Rilassò il braccio, scostandosi verso destra prima che Cip (bolide uno) si abbattesse su di lui.
Ora.
Rilassò il braccio, stringendo le cosce in modo che aderissero col manico della scopa, mentre le dita della mano destra s'intrecciavano con quelle della sinistra, intorno al materiale gelido della mazza. Calò il colpo, serrando i denti, preparandosi all'urto. Aveva mirato al bersaglio più vicino tra quelli fermi, vicino all'anello sinistro e fu con un certo sollievo che vide il bolide fare centro, nonostante il "crack" contemporaneo alla spalla.

Una smorfia di palese dolore si delineò sulla sua spalla, ma sapeva di non potersi permettere il lusso di esultare. In realtà avrebbe voluto protestare: cioè, non era giusto! Lui era uno solo, mentre in partita sarebbero stati in due a proteggere la squadra. Il cazzo di bersaglio dorato, imprecò mentalmente, tornando in posizione appena in tempo per dirottare Ciop. Non aveva avuto il tempo di mirare, dunque il bolide si diresse verso una delle torri, per poi virare con brutalità verso sinistra, ritrovandosi a muoversi a zig-zag minacciosamente sulla via del ritorno.
«Ma sul serio?» bofonchiò il ragazzo. Perché le cose non potevano mai essere semplici? Si rimise in posizione, stringendo la mazza con ambo le mani, per poi alzarla appena Ciop si ritrovò a una vicinanza adeguata. Se sentì vagamente ridicolo, quando si ritrovò a sferzare l'aria, poiché lo stronzo, più intelligente di lui, aveva cambiato a velocità assurda direzione, superando la sua difesa. Se voleva farlo incazzare c'era riuscito. Ruotò il bacino, rialzando la mazza e colpendo lo stronzo con tutta la forza possibile, immaginando che fosse Turner.
Questo è per le venti pergamene di compito, pensò, quando il bolide colpì il secondo bersaglio immobile.

Si sentiva sudato e dolorante, ma non intendeva cedere. La divisa aderiva fastidiosamente alla pelle e il sospetto di puzzare come un cammello si faceva largo nella sua mente, nonostante la consapevolezza dell'idiozia di quei pensieri in un momento del genere.
Si umettò le labbra: ne mancavano due. Due fottuti bersagli. Sembrava quasi che lo prendessero in giro, mentre si aggiravano per il campo. Allyn non aveva idea di quanto tempo avesse ancora, anche se presumeva si dovesse trattare di poco meno della metà. In quel momento i bersagli bianchi rimasti si trovavano rispettivamente a fondo campo e tra gli anelli. A occhio e croce, quello a fondo campo forse sarebbe stato il più semplice, visto che non c'erano ostacoli di mezzo, ma il rischio l'aveva sempre attratto, dunque, appena ritrovata l'occasione, tirò mirando al secondo e fu solo e puro culo che il bolide, urtato il lato destro dell'anello, si ritrovò dirottato verso il bersaglio.

Un sogghigno di vittoria si delineò sulle labbra del giovane, ma morì rapido com'era venuto, non appena si accorse del rischio che correva il suo inutile partner. Si mosse rapido in difesa del coso dorato, allontanando il bolide per poi seguirlo, intenzionato a dirigerlo il più possibile vicino a fondo campo, dove si aggirava l'unico bersaglio rimasto. Quanto tempo aveva?
Poco, sospettava, dunque non gli restava che tentare il tiro, cercando di valutare a quale distanza di sarebbe ritrovato il bersaglio. Soffocò una seconda imprecazione, quando, giusto tre secondi prima che Cip potesse colpirlo, quello virò verso il basso e il segnale annunciò la fine dei dieci minuti disponibili.
Se solo quel coso avesse mantenuto la traiettoria ancora qualche secondo...

Tre su quattro era comunque un buon risultato, sicuro, eppure... che diamine, tre su quattro non era quattro su quattro, punteggio pieno, Eccellente, campione del mondo! Rilassò il braccio dolorante lungo il busto, lasciando la mazza a ciondoloni, mentre planava sull'erba. Sarebbe passato? O quella singola mancanza gli sarebbe costata cara? Era strambo, ma se fino a quel momento si era sentito incurante del risultato del provino, probabilmente più per arroganza che per reale disinteresse, all'improvviso provava un qualcosa di simile al torcibudella all'idea dei risultati finali, simile a quando Turner distribuiva i test andando in ordine di voto dal più alto al più basso, tanto che Allyn sapeva sempre che l'ultimo foglio a rimanergli in mano sarebbe stato il suo. lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit