Hogwarts: Il Paiolo Magico - {Harry Potter GDR}

Posts written by Noruwei

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    Bentornata Carlotta ♥
    Non ti conosco, però mi stai simpatica a pelle, dunque - duh - anch'io ti voglio già bene perché sì u-u
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    Eileen McCarty
    Sul tuo biglietto c'è scritto che devi bere da una fiala e rimanere 30 minuti da sola nella foresta. La Levi ti accompagna, ma dopo circa 10 minuti senti uno scampanellio piacevole ma al tempo stesso inquietante. Osservando da dietro un albero potrai contemplare uno strano spettacolo: una serie di lucine colorate volano nella notte canticchiando una melodia che sembra di festa.
    A un certo punto una delle lucine (una fata?) ti vede e urla «Un'intrusa!»

    Kenneth Wallace
    La caverna è umida e più volte rischi di scivolare. Dopo un cammino d'imprecisati minuti arrivi a una sorta di lago sotterraneo, che - per certi tratti - ricorda quello di Loch Ness. Come farai ad attraversarlo, essendo un topolino? Oh, e nessuno garantisce che non ci siano bestiacce all'interno nel lago!
    Al centro dell'acqua c'è un masso, sopra il quale è conficcata una boccetta (tipo Excalibur). Una volta giunto dall'altra parte (mentre senti uno strano e famigliare dolore al braccio) potrai leggere l'etichetta misteriosa della pozione. "Per tornare indietro" c'è scritto in una grafia uguale a quella di tua madre.

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    student - prefect - gryffindor - second year - Gemini - address [x]


    Allyn Davies

    No stop signs, speed limits, nobody's going to slow me down.
    A
    veva ancora sonno, quando aprí gli occhì.
    Calciò le coperte, accennando a uno sbadiglio: riprendere la scuola dopo le vacanze di Pasqua era un supplizio (Turner, i compiti da copiare, i test a sorpresa, ancora Turner). In realtà era un venerdì mattina come tanti altri e i venerdì gli piacevano in modo particolare perché aveva tutta la giornata buca a parte le ultime due ore, dove nell'orario era segnata Difesa Contro le Arti Oscure.
    Intrecciò le dita dietro la nuca, rimanendo qualche secondo immobile, a fissare la tinta chiara del soffitto. A casa, dopo che il Ministero aveva scoperto di zia Avril, era un casino, ed era per quel motivo che durante la settimana di vacanza sua madre aveva preferito che lui e Debbie rimanessero a scuola. E anche perché era meglio che Debbie non sapesse nulla degli scheletri nell'armadio made in Davies, ma quello non c'era stato bisogno di precisarlo.
    Poiché la maggior parte dei suoi amici aveva fatto ritorno a casa, erano state giornate piuttosto fiacche, anche se inizialmente si era divertito un mondo all'avere il castello quasi tutto per sé. Era andato vicino a prendere una punizione con Collins per essere andato sullo skate per i corridoi, ma per fortuna era riuscito a scamparla con qualche punto sottratto.
    La sveglia lo richiamò con poca delicatezza alla realtà. Il Grifondoro la spense bruscamente, imprecando a mezza voce, ma doveva essersi inceppata visto che il trillo non la voleva piantare. Si lasciò ricadere all’indietro, premendo il cuscino sulle orecchie. «Godric.» grugnì alla fine.
    Con uno scatto fulmineo, ruotato il busto, scagliò il cuscino sulla sveglia, mandandola sul pavimento. Il rumore cessò con un clack che suggeriva una rottura degli ingranaggi.
    Inspirò, massaggiandosi le tempie, mentre una smorfia si delineava sulle labbra - se ne sarebbe infischiato, sì. Nel dormitorio maschile regnava un silenzio tombale rotto solo da un placido russare del principe di Danimarca. Voltò la nuca verso il letto di Erik, sistemato accanto alla finestra dalla quale entravano i primi raggi nel sole, e si alzò, lasciando che i piedi scalzi strisciassero sul pavimento gelido. Stava per richiudere le tende e tornarsene a letto per godere degli ultimi minuti di sonno, quando notò un pezzo di pergamena piegato sul comodino. Era sicuro di non averlo messo lui lì, dunque doveva appartenere a qualcun altro. Lo prese tra le dita e senza esitare lo dispiegò, prendendo a molleggiare sul materasso.
    "Sono tornata, ci vediamo al Cerchio di pietre. B."
    Conosceva quella scrittura, quel modo di scrivere la B, eppure semplicemente non riusciva a crederci. Aggrottò le sopracciglia, appoggiando i gomiti sulle ginocchia. Se quel biglietto era lì, significava che la ragazza era entrata nel dormitorio maschile senza nessuno s'accorgesse di nulla, inoltre nei giorni passati nessuno l'aveva vista in giro. Nessuno.
    Lui l'avrebbe saputo, se Beth fosse tornata - certo, a meno che non fosse appena tornata. S'infilò una tuta di fretta, visto che di mattina fuori non faceva ancora caldo.
    Beth Dixon.
    Era un nome che nel suo animo risuonava con un misto di affetto e nostalgia nei confronti di quella che era diventata una specie di sorella acquisita. Per un attimo, mentre percorreva a passo rapido e deciso i corridoi, fu come se non fosse mai sparita. Ne ricordava la risata libera e sincera, i capelli selvaggi, gli occhi brillanti di divertimento quando si battevano il cinque. Intraprese il sentiero che portava al cerchio di pietre, la borsa che pendeva sul fianco, strusciando contro la gamba. Nell'uscire era riuscito a passare per le cucine, in modo da ficcarci dentro due croissant alla crema e alla marmellata.
    Si appoggiò ad una delle pietre disposte in cerchio, lasciando che la schiena aderisse alla superficie gelida, guardando l'amica. Ne osservò le spalle esili e dalla sua visuale riusciva a vederla mentre s'intrecciava un filo d'erba ancora umido di rugiada intorno al mignolo. «Beth.» la chiamò alla fine, facendo due passi avanti per farsi notare. Si umettò le labbra. «È vero, allora. Sei tornata.» disse, alludendo a ciò che aveva scritto nel biglietto. La soppesò con lo sguardo, in cerca di cambiamenti rivelanti, eppure (almeno all'apparenza) sembrava la solita Beth.
    Con un altro passo avanti si trovò di fronte a lei. Allungò il braccio in modo da posarle la mano sulla spalla, così da spingerla contro il proprio petto in una sorta di cameratesco abbraccio, prima che non finisse per scopigliarle i capelli. Cazzo, era felice di vederla. Era... felice. L'aveva preso alla sprovvista, ricomparendo così all'improvviso, ma era una cosa da loro, in fondo: nessuno dei due era il tipo da lunghe lettere. Sentiva i capelli rossi dell'amica solleticargli la guancia, ma non ci fece caso. Era quasi piacevole.
    «Dunque? Che mi racconti, Dixon?» Schioccò la lingua contro il palato, per poi accennare a un sorriso sghembo di presa in giro. «Sei stata a combattere i draghi?» Nonostante il tono leggero ci teneva a saperlo, voleva conoscere le ragioni che avevano portato Beth a sparire in quel modo e - del tutto egoisticamente - era convinto di meritarlo.
    codice role © Akicch; NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT


    Edited by Noruwei - 5/4/2016, 14:06
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    CITAZIONE
    questo non sarà il mio ultimo ritorno in seguito a una lunga assenza

    :puffanculo:

    Anyway, sono felicissima che tu sia tornata ç_____ç Felicefelicefelice.
    E ti auguro di spassartela in Floritda u-u
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    Presente
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    Kenneth Wallace
    Uno dei topi riesce a zampettarti sulla schiena e imprime il suo morso sul tuo braccio. Accidenti, che dolore!
    Senti le forze abbandonarti e forse perdi i sensi, quando ti riprendi ti ritrovi in una foresta e... sei un bellissimo topolino!
    Proseguendo troverai un torrente con il tronco di un albero a fare da ponte finché all'improvviso non t'imbatti in un enorme gigante dall'aria incazzata che fa la guardia a una caverna. Combatti il gigante sfruttando con astuzia le tue nuove sembianze. Buona fortuna ~
    (Che, poi, è davvero tutto reale? In fondo lo sai: devi superare il livello per scoprire la verità.)
  7. .
    Kenneth Moore - Sarah Black
    Avete presente la vostra mammina che vi diceva di non andare mai a immischiarvi con l'occulto? Beh, dimenticatevene.
    In entrambi i vostri biglietti c'è scritto di usare una tavola ouija (con relative indicazioni) in compagnia della persona che ha pescato il biglietto gemello. Mettetevi d'accordo per la domanda e attendete la risposta della tavola, ma state attenti: gli spiriti spesso non hanno un bel carattere - o almeno così si dice, chissà.

    Viktor Houston
    Un tonfo.
    Quando ti volti per vederne la provenienza puoi vedere al limitare della Foresta Proibita un centauro accasciato sull’erba.
    -Ha una ferita alla gamba davanti sinistra.
    -Nel pugno destro stringe quello che sembra un seme
    -Nel caso ti avvicinassi direbbe “Aiutami, cucciolo d’uomo.”

    Interroga il centauro, ma ricorda che hai solo TRE domande a disposizione.

    (se invece vuoi finire il gioco qua non voltarti e prosegui verso il cerchio di pietre, tsk u-u)
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    [I ritardatari del primo anno possono ancora postare entro le 13:30 del 28 marzo (aka domani)]

    Dopo aver preso il biglietto vi disponete in cerchio e a turno - partendo da destra verso sinistra in on, in ordine di post in off - dovrete mettere in pratica le vostre prove. Sentitevi liberi di giocarvele come preferite, cercate solo di non essere troppo autoconclusivi u_u
    Nessuna scadenza, come posterete avrete il risultato e potrete continuare!

    Justin Greenwood
    Nel biglietto c'è scritto di passare 20 minuti all'interno della Foresta Proibita. Il caposcuola Mor ti guida nel tragitto, illuminando il terreno con una delle fiaccole. Una volta che sei rimasto da solo in una radura, però, nell'attesa che tornino a riprenderti trovi...
    Scegli tu la possibilità che più ti aggrada:
    a. un ciondolo che, aperto, mostra la foto ingiallita di una donna
    b. una strana impronta

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    Viktor Houston
    Il Caposcuola non ha tempo per farsi il bucato (almeno, stando a quanto è scritto nel tuo bigliettino). Ti obbliga chiede di farlo per lui nel Lago Nero. Ah, ma i suoi boxer sono... CHE SCHIFO! Mentre lavi però:
    a. Vedi una luce al centro del Lago
    b. Il detersivo ti provoca una reazione allergica a tua scelta.

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    Kenneth Wallace
    La sorte sembra essere buona con te! Nel biglietto c'è scritto che devi solo farti bendare, ma non appena il prefetto fissa il nodo sulla tua nuca e il cerchio di pietre sparisce ti senti girare finché non perdi il senso dell'orientamento. Percepisci risatine sommesse accanto a te e poi qualcosa di viscido sulla tua mano e infine inquietanti squittii vicino alla tua gamba.
    [Sappi che ti trovi in una sorta di "limite dell'età" evocato da Jiselle, dunque, anche se cercassi di scappare superandone il perimetro, finiresti per sbatterci contro]

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    Deborah Davies
    Nel biglietto c'è scritto che dovrai evocare Bloody Mary. Recati nel bagno delle ragazze, facendo attenzione a non farti beccare e segui le istruzioni annotate sul foglio. Quando cerchi di uscire, però, la porta è bloccata...

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    Kasey Miller
    Nel biglietto c'è scritto di fare un bagno nel Lago Nero in intimo. Al tuo ritorno, però, i tuoi vestiti sono scomparsi. Chi li avrà presi? Sarà meglio che li ritrovi in fretta se non vuoi farti tutto il castello mezza nuda, non trovi?



    Tutti quelli degli altri anni possono giocarsi l'arrivo normale al falò come desiderano ~
  9. .
    Allyn Davies
    Gryffindor | second year | character sheet

    22 marzo.
    Il silenzio era spettrale. Ogni Grifondoro, escluse le matricole, sapeva ciò che sarebbe accaduto quella notte. Alcuni avrebbero fatto finta di nulla, in una muta disapprovazione, altri avrebbero aiutato in prima persona per il mantenimento di quella che con l'andare degli anni era diventata una sorta di tradizione.
    Allyn si levò le coperte di dosso. Aveva dormito solo un'oretta, ma non era importante. Sotto indossava ancora la divisa scolastica, leggermente spiegazzata. Dopo aver tastato a tentoni qualche secondo recuperò la cravatta rosso-oro dal comodino e se l'annodò frettolosamente al collo, prima di alzarsi per prendere anche il giaccone.
    Era mezzanotte e un quarto.
    Superato il letto vuoto di Mor, percorse il corridoio fino alla stanza adiacente, appartenente a bambinetti del primo anno. Appoggiò le dita sulla maniglia fredda, aprendo poi con un colpo secco e un alohomora sussurrato nel buio.
    «Lumos.» mormorò, passando a illuminare viso per viso, controllando che fossero tutti presenti. A ognuno, appena apriva gli occhi, appoggiava l'indice sulle labbra, suggerendo l'assoluto silenzio.
    Constatato che non c'era nessun fuggiasco tossicchiò, schiarendosi la voce.
    «In piedi.» disse, per poi stiracchiare un sorriso sghembo che se non fosse stato per il calore nei suoi occhi avrebbe avuto un che d'ironico. «Mettetevi il mantello, fuori fa freddo.» disse sbrigativo, accennando ad uscire. Si fermò sulla soglia. «Cercate di fare in fretta.»

    Una volta che ebbero finito di prepararsi, guidò il gruppo fino alla sala comune e, superato il ritratto, riconobbe le sembianze di Jiselle, circondata dalle altre, tra le quali molte (soprattutto le più basse) sembravano confuse e spaventate.
    «Erik?» chiese senza troppo entusiasmo. Aveva appena finito di pronunciarne il nome quando apparve anche il ragazzo del quinto anno, il quale aveva fatto in modo di ottenere le ronde di quella notte così da assicurarsi che i corridoi fossero sgombri, mentre il suo compagno di ronda si occupava di un'altra ala del castello.
    «Fate silenzio.» bofonchiò, rivolto ai ragazzi. «Se i prof ci beccano in giro salta tutto.» Tutto cosa? sembravano quasi chiedersi gli undicenni intenti a fissarlo con i grandi occhi spalancati. Probabilmente avevano sentito delle voci in giro, in merito a quel giorno, ma con ogni probabilità avevano liquidato i pettegolezzi pensandoli come tali - e in effetti lo erano, visto che tendevano a essere esagerati.
    «Via libera?» domandò, affiancando Erik e, ricevuta la risposta affermativa sperata, fece un cenno con la testa a Ji, indicando che potevano procedere. I rapporti col principe di Danimarca erano freddi dalle vacanze di Natale e, in generale, Allyn tendeva a parlarci il minimo indispensabile, ma in quel momento, avanzando tra Ji ed Erik pensò con una certa nostalgia al ballo di fine anno, dove erano ancora tutti amici.
    Lanciò un'occhiata di sottecchi alla ragazza al suo fianco e, senza pensarci, le sfiorò la mano con la propria. In fondo lo sapeva: nulla sarebbe mai potuto tornare come prima.

    Per quanto cercassero di essere i più attenti possibile, gli sembrava quasi che i loro passi rimbombassero nel castello deserto, fu dunque con sollievo che accolse la vista della porta che dava sugli esterni di Hogwarts.
    Attraversarono rapidamente il cortile, fino a imboccare il sentiero che portava al cerchio di pietre dove ogni anno la notte del 22 marzo avveniva la festa d'iniziazione. «Hai preso tutto?» sussurrò all'orecchio di Jiselle, osservandone lo zaino. Nel giro di qualche secondo, aiutandosi con gli incantesimi, una ventina di fiaccole illuminavano il perimetro, rendendo l'atmosfera ancora più mistica con l'aiuto della mezzaluna che brillava nel cielo scuro.
    Una pila di bicchieri di plastica giaceva sull'erba, vicino ad alcune bottiglie e a un pacchetto di marshmallow che avrebbero aperto più tardi. Al centro del cerchio, a illuminare il volto di tutti presenti, stava un fuoco creato con la magia.
    Tornò a rivolgersi alle matricole.
    «Una premessa prima d'iniziare con la cerimonia vera e propria.» iniziò, facendo un passo avanti. Sarebbe stato Erik (come studente più anziano) a illustrare le prove di quell'anno, lui gli avrebbe fatto solo da spalla. «Nessuno vi costringe a partecipare. Non sareste né i primi né gli ultimi, basti pensare a Josh Smith lo scorso marzo.» Fece una pausa e sogghignò. «Certo, si è poi ritirato dalla scuola ad aprile.»
    Nel frattempo avevano iniziato ad arrivare anche qualche studente degli anni superiori, chi per curiosità, chi per interesse.
    Allyn sfregò le nocche sul collo. Ricordava benissimo il viso di Josh Smith, il terrore sul suo volto quando quelli più grandi avevano annunciato la prova, così come le vessazioni che aveva dovuto seguire a seguito del suo rifiuto. Il ragazzo, a dire il vero, provava un certo senso di colpa per il fatto di non essere mai intervenuto in sua difesa, ma l'appartenere ai Grifondoro era tra le cose più importanti per lui - e quello significava anche seguire la tradizione.
    Indietreggiò, infilando le mani nelle tasche del giaccone.
    «Erik, a te la parola.»
    CODE&GRAPHIC BY HIME


    #GryffindorPride
    La festa è aperta solo ai Grifondoro di tutti gli anni, ma principalmente è orientata alle nostre amate matricole u-u
    La scadenza per gli “iniziati” è domenica 27 marzo (compresa la notte), nel caso servisse una proroga chiedete e vedremo di accontentarvi, ma tenete comunque presente che vanno bene anche post brevi.
    Gli utenti dal secondo anno in su possono entrare quando vogliono.
    HAVE FUN!

    Attendete il post di Erik che chiarirà meglio la situazione ~
  10. .
    Avevano segnato. Il ragazzo ci mise qualche secondo a realizzarlo, sentendo le urla della tribuna rosso-oro ovattate dalla distanza.
    La pluffa era entrata.
    «WOOOH.» esultò, alzando il pugno in aria. Quella partita era tutt'altra storia rispetto a quella contro i Corvonero che gli era toccato sorbire da quelle stesse tribune dalle quali ora provenivano grida di visibilio.
    «Grande.» riuscì a dire alla compagna di squadra, battendole una pacca sulla spalla, prima che la pluffa fosse di nuovo lanciata in aria da uno degli assessori del Ministero.

    Se non voleva che il risultato si ribaltasse, tuttavia era meglio tornare vigile: si trattava solo di dieci punti, dopotutto. Non potevano permettersi di perdere quel piccolo vantaggio.
    Pluffa ai Tassorosso, registrò mentalmente, cercando poi con lo sguardo la posizione dei cacciatori avversari. Aidan aveva preso la pluffa, cogliendo tutti alla sprovvista. Infatti, se all'inizio i suoi movimenti erano passati inosservati, la repentina picchiata verso il terreno aveva attirato l'attenzione sul giocatore giallo-nero.
    Tuttavia, lanciare un bolide contro l'amico sarebbe stato poco proficuo, visto la lontananza dei cacciatori grifondoro, che non avrebbero potuto recuperare la pluffa nel caso Aidan avesse lasciato la presa. No, doveva capire verso chi avrebbe passato.
    La 2 o la 4?, rifletté, soppesando la Shylphid e poi la primina prodigio. Cosa stava passando nella mente di Aidan in quel preciso momento? Allyn Davies avrebbe dato tutto per saperlo.

    Aveva passato nottate intere a studiare gli schemi di gioco utilizzati dai Tassorosso nella partita contro i Serpeverde e, molleggiando sul materasso di Houston e mangiando merendine e schifezze, era finito per concludere che i punti giallo-neri erano dovuti da un'incredibile coordinazione tra i cacciatori.
    Era come se quelli avessero trovato il modo di comunicare senza parlare. Allyn era abbastanza sicuro che fosse così, ma, anche se si fosse accorto di eventuali segnali, (a) si sarebbe comunque trovato troppo distante per cogliere verso chi fossero diretti e (b) non avrebbe potuto comprendere il significato esatto.
    In ogni caso quelle nottate non erano state del tutto inutili.
    Fece segno con la testa a Blackwood e Arìa, indicando loro la numero 4. Mentre i due cacciatori sarebbero stati impegnati a marcare la mocciosa, lui si sarebbe occupato della Shylphid.
    Se non potevano prevedere l'azione degli avversari, potevano però neutralizzarla. Il loro piano consisteva nello spingere Cassidy a lanciare verso Shylphid, ma anche se così non fosse stato e Aidan avesse tentato il tutto per tutto con la numero 4 nonostante la marcatura... Blackwood e Arìa erano pronti a intervenire (cioè, almeno così sperava).

    Il suo obbiettivo si trovava proprio sopra Aidan, quando il Grifondoro volò in direzione di uno dei due bolidi che sfrecciavano per il campo.
    Serrò la mano destra pochi centimetri sopra la sinistra. La presa era decisa, ma flessibile abbastanza da permettergli di ruotare la mazza.
    Sollevò dunque il gomito posteriore, formando una linea retta con le spalle, e inclinò la sua fedele compagna dietro la nuca. Trovatosi nella traiettoria del bolide, alla distanza necessaria per effettuare il colpo, girò la mazza, tracciando un arco nell'aria e tenendo i gomiti vicino al busto per dare al tiro la massima potenza. La mazza colpì il bolide nel punto ottimale, cioè alcuni centimetri prima della punta.
    Trovatosi a osservare la palla di ferro dirigersi rapida e letale verso la Tassorosso, si umettò le labbra screpolate.
    Non aveva più mirato all'avambraccio, preferendo il fianco sinistro del busto. Mantenendo stretta la presa sulla scopa la ragazza avrebbe potuto cavarsela senza complicazioni, ma (avendo dovuto alzare la mani per prendere il passaggio) il colpo oltre che a farle perdere il possesso della pluffa sarebbe stato anche capace di disarcionarla, se la presa delle gambe sul manico della scopa non fosse stata abbastanza serrata.

    Non era stata un'azione gentile: del resto, nemmeno il Quidditch era uno sport gentile. Ne era sfacciatamente consapevole.
    Lui stava giocando per vincere, concluse, sentendo i muscoli delle braccia in fiamme per lo sforzo.
    the beater
    Allyn Davies
    © M.
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    Vecchio Nick: ~Chibi
    Nuovo Nick: Noruwei
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    HTML
    <tr>
    <td>[URL=http://ilpaiolomagico.forumfree.it/?act=Profile&MID=11337836]~Chibi[/URL]</td>
    <td>II</td>
    <td>08/03/16
    13/03/16</td>
    <td>Gita con la scuola</td>
    </tr>
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    Oh, bentornata *w* ♥
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    Quando il bolide colpì la Numero 4 rivolse un "bye bye" alla Doherty con la mano libera. Fuck yeah, bitch!, pensò con un sogghigno, senza lasciarsi toccare dai fischi provenienti dalle tribune giallo-nere.

    Tornato dunque a concentrarsi sulle azioni che si svolgevano di fronte ai suoi occhi, si sforzò di rimettere a fuoco la situazione. Blackwood era riuscito a recuperare la pluffa e, dopo un'astuta finta verso Arìa, si apprestava a lanciare verso Mor e... GRANDE!, esultò.
    Nonostante il tentato intervento della cacciatrice di Tassorosso, la pluffa era ancora in loro possesso.

    Aveva promesso ad Arìa che avrebbe parato loro il fondoschiena, quindi, sporgendosi in avanti con le spalle, aumentò la velocità, continuando con la coda dell'occhio a controllare i movimenti delle Battitrici avversarie.
    Fino a quel momento, comunque, i suoi compagni sembravano riuscire abbastanza a cavarsela. Erik teneva la pluffa tra le mani ed Allyn sapeva che, prima di arrivare davanti al portiere, avrebbe passato.
    Non distrarti, si redarguì bruscamente, tornando subito con lo sguardo sulla Doherty.
    Gli bastò scorrere poco più in là per scorgere il bolide verso il quale stava volando. Percepì un brivido scorrergli lungo la schiena.

    Voltò la nuca e, notato il rapido passaggio di Erik in direzione dei cacciatori (Arìa o Blackwood? Forse più Arìa, considerando il vento), si diresse a tutta velocità verso la ragazza.
    «Levati.» le sibilò sbrigativo. E prendi la pluffa, avrebbe aggiunto, se avesse avuto i secondi necessari. La rapidità dell'azione l'aveva portato a trovarsi leggermente più a sinistra del bolide, dunque avrebbe dovuto caricare il colpo sulla spalla sinistra se non voleva rischiare di colpire Blackwood. Era una fortuna che si fosse allenato un sacco su quei colpi, dopo aver constatato quanto gli venissero da schifo.

    Come agli allenamenti, pensò, sentendo le gocce di sudore che scorrevano sul collo. Quanti ne aveva provati con Michael? Tanti, così tanti che ne aveva perso il conto. I pomeriggi di frustrazione, però, erano valsi a qualcosa, anche se in realtà continuava a preferire l'attacco alla difesa, forse perché spedire un bolide faceva meno paura che ritrovarsene uno che viene a tutta velocità verso di sé con la consapevolezza di dover mantenere il sangue freddo.

    Calò la mazza, tagliando l'aria con un movimento semi-circolare, intenzionato a colpire quell'aggeggio in modo da scagliarlo il più lontano possibile dal cuore dell'azione.
    Strinse i denti.
    Doveva farlo, pur sapendo che, una volta avvenuta la collisione, l'urto avrebbe potuto anche fargli male sul serio. L'aveva promesso.
    the beater
    Allyn Davies
    © M.
  15. .
    Presente

    (colgo l'occasione per notificare che cancello Trisha Thrace come pg!)
451 replies since 14/12/2014
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